giovedì 28 maggio 2015

A letto con la scrittrice Cristiana Pivari, autrice de IL NUMERO 52, Edizioni della sera, 2014

Non è facile scrivere un romanzo quando i personaggi ti si rivoltano contro, se poi, nel frattempo, qualcuno ti ammazza anche il padre l’impresa diventa ardua. Non tutto il male viene per nuocere, però, e allora c’è l’editore che si accorge di te perché sei diventato a tua volta un personaggio da cronaca nera e ti chiede di scrivere solo la tua storia. Più semplice a dirsi che a farsi. Chiedetelo a Matteo, scrittore esordiente, alle prese con situazioni surreali che lo confondono anche se alla fine riuscirà a scriverlo, questo benedetto romanzo. Ma sarà andata davvero come ce la racconta?
Ora che sapete di che  tratta il romanzo entriamo nella camera da letto della scrittrice Cristiana Pivari.

1.     Per prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a   letto tardi, o presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Dormirei molto quando non posso farlo e quando invece è festa mi sveglio all'alba come se avessi un sacco di cose da fare e poi mi perdo a cazzeggiare in giro per la casa e non concludo molto. Di solito, comunque, vado a letto prima di mezzanotte perché non c'ho più fisico e crollo intorno alle undici.

2.     Che tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non ha indossato?
Mi piacerebbe dire che dormo con due gocce di Chanel e nient'altro addosso, ma non è così. Pigiama maschile che alterno a camicia da notte simil-sfiziosa, molto infantile. Ho pure delle  camicie da notte di seta molto sexy che rimangono nel cassetto in attesa di occasioni ghiotte e che non indosso volentieri perché mi si attorcigliano addosso, visto che mi muovo molto, nel sonno. Un fastidio tremendo.
3.     Potendo avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace un letto singolo o matrimoniale?
Mi piace dormire in un letto matrimoniale anche se attualmente, vivendo sola, non lo uso mai tutto. Sto bravina dalla mia parte e nell'altra metà c'è di tutto: libri, quaderni, penne, pacchetti di fazzoletti di carta, tablet dove leggo gli ebook e di tutto e di più.
4.     Cosa fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare la tv, stare al portatile con gli amici, mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Mi sistemo per bene su due cuscini e leggo qualcosa alternandolo a qualche pisolino. Poi mi decido a spegnere la luce e lì parte quello che da piccole ci hanno insegnato a chiamare “l'esame di coscienza”. Valuto i pro e contro della giornata appena conclusa, faccio propositi per il giorno dopo, che non sempre poi porto a compimento e, in ultimo, una preghierina di ringraziamento al dio cosmico. Se poi non riesco a prendere sonno interpreto qualche personaggio e mi faccio il film. È una consuetudine che ho da quando ero bambina.
5.     Comodino piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Di comodini ne ho due, spaiati perché mi piace così. Uno è fine Ottocento, l'altro anni sessanta. C'è una lampada su ognuno e da una parte ci tengo una pila di libri, dall'altra delle riviste, che poi sono varie copie dei magazine di Repubblica, oltre a una bottiglietta d'acqua per arsure notturne.
6.     Le capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa leggendo e riprende a dormire, o cosa?
Se mi succede la prima cosa da farsi è aprire il frigo alla ricerca di qualcosa di fruibile senza troppo impegno. Se il frigo è sguarnito c'è da esplorare la dispensa, che qualcosa si trova sempre, e poi gironzolo per la casa e le do un'aggiustatina qua e là, ma nulla di impegnativo. Mi faccio una camomilla, torno a letto e leggiucchio. Di solito, tempo dieci minuti, mi riaddormento a meno che non sia in quella notte d'insonnia che mi capita una volta al mese. In quale è dura riprendere sonno con i mille pensieri che si affollano nella mia mente e con i piccoli problemi che diventano montagne invalicabili.
7.     Le capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori? Ricorda i sogni?
Sogno tantissimo, a colori e mi ricordo i sogni, quasi sempre. Guai se così non fosse. Per me il sogno è un messaggio che va ascoltato, c'è sempre qualcosa che mi è sfuggito e che il mio inconscio è pronto a ricordarmi e se lo fa attraverso allegorie, tanto meglio. Tengo un quaderno dove annoto i sogni che sono davvero dei piccoli film, incubi pochi come quello di sognare la morte di una persona cara oppure di uccidere qualcuno. In quel caso mi sveglio di soprassalto angosciata e subito dopo sollevata perché era solo un sogno. Più in là nella giornata, colgo il significato dei miei omicidi onirici. Ho sognato anche a puntate, per un periodo. Stessa ambientazione e personaggi. Le azioni continuavano da un sogno all'altro. Molto buffa come cosa.
8.     Ha mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
Mi è capitato di sognare un personaggio del racconto che stavo scrivendo. Una vecchina folle, piuttosto spazientita, che nel sogno mi ha suggerito come finire il racconto che la riguardava. Al mattino ricordavo tutto e così ho potuto accontentare il desiderio di quella pazza.
9.     Come è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Lo spunto è nato proprio dal sogno che menziono sopra. Chi scrive sa benissimo che a un certo punto i personaggi fanno di testa loro, non ce n’è. Riescono anche a metterti in situazioni imbarazzanti perché tu non avevi previsto quel colpo di scena, che comunque ci sta, ma crea un po’ di scompiglio nella trama che avevi in mente e allora tocca rimediare. Io ci parlo pure con i personaggi, li interpello e quindi posso dire che il mio romanzo ha un’origine autobiografica dove ci è scappato pure il morto che praticamente ha deciso la sua fine da solo.
10.  Lo consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fan?
Nonostante ci sia un giallino, perché definirlo giallo è azzardato, si può leggere anche prima di dormire, c’è solo il rischio di risvegliare troppo i neuroni che prima del sonno andrebbero sedati perché la trama è su vari livelli e ognuno può trarne le conclusioni che crede e questo fatto può influenzare la psiche di un lettore un po’ sensibile e mandargli in tilt le sinapsi. E con le sinapsi in tilt l’addormentamento stenta.

11.  Al risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o  al bar?
Quando mi sveglio bevo subito un bicchiere di acqua tiepida con succo di limone, poi il caffè. Quando arrivo in ufficio mi mangio una o due mele. Se invece sono fuori casa e scendo in qualche albergo mi faccio il caffè all’americana con brioche e poi mi abboffo pure di tutto quello che trovo sulla tavolata imbandita, che sia dolce o salato non fa differenza. In realtà è una questione di tempo, mi sveglio all’ultimo minuto e quindi nemmeno volendo riuscirei a fare una colazione come si deve, mentre in vacanza ho tutto il tempo che voglio.

12.  Mi regalerebbe  una frase del suo romanzo per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
La frase per iniziare la giornata:
La paura, si parlava della paura e di quanto questa condizioni le nostre vite senza che noi ce ne rendiamo minimamente conto perché le diamo un casino di altri nomi e, a forza di rinominarla, non la riconosciamo più. La chiamiamo ambizione, ansia da prestazione, arriviamo persino a chiamarla amore, ma con
l’amore non ha nulla da spartire. Abbiamo paura di non essere accettati, di non essere all’altezza, di non essere amati e abbiamo una paura fottuta di morire che poi è la forma estrema che le racchiude tutte. E tutto questo ci fa camminare incerti, fa sì che ricorriamo agli ansiolitici, all’alcol, allo shopping selvaggio
e compulsivo fino a distruggerci.

Considerazione di fine giornata dedicata soprattutto agli amici scrittori:
Uno scrive convinto di aver tutto sotto controllo, poi accade che a un certo punto i personaggi ti prendano la mano e inizino a scriversi da soli. Di chi è stata l’idea? Di Aldo, sicuramente. Se Ludmilla fosse stata colpevole, lui sarebbe sparito dalla scena, invece così rientra fra le righe alla grande, da protagonista, e io non posso che assecondarlo, perché l’alternativa sarebbe inventarsi qualcosa d’altro. Noi scrittori siamo un mezzo della fantasia per raggiungere la realtà, convinti di avere in mano il gioco, siamo solo degli strumenti in mano a personaggi che si muovono nel regno dell’invisibile che non vedono l’ora di far conoscere le loro storie al mondo, o a quel centinaio di persone che li leggono. Che strana sorte. Qualcuno raggiunge il mondo intero e ha pure la fortuna di finire sul grande schermo che gli regala anche un volto. Altri rimangono solo sulla carta di pochi libri e poi vengono dimenticati per sempre.
Grazie per avermi concesso una intervista così intima
Ciao Federica, grazie a te e diamoci del tu visto che ho fatto questa intervista praticamente in pigiama.
 Amo questa autrice!



E in formato epub




1 commento:

  1. Proprio simpatica questa autrice! Mi ha incuriosito... leggerò il suo libro quanto prima!

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