martedì 20 novembre 2018

Le 10 cose che non sapete sulla scrittrice ROSA TIZIANA BRUNO autrice de "L'ultimo gladiatore di Pompei", Edizioni Raffaello Scuola








1)     Quando e Dove sei nata? Quando e Dove ti sarebbe piaciuto nascere?
Sono venuta al mondo a Napoli e lì ho trascorso qualche anno della mia prima infanzia, prima di trasferirmi definitivamente a Salerno. La mia storia di bambina inizia nei turbolenti anni settanta, quando l’Italia era in subbuglio e per le strade si diffondeva a gran voce la parola “rivoluzione!”. Ero troppo piccola per comprendere quel che accadeva, ma ricordo bene il rapimento Moro, le scuole chiuse, la paura nell’aria. Credo che nulla sia a caso, e sono contenta del posto che la vita ha scelto per me, che poi non è uno solo, ma tanti. Si nasce molte volte.

 2)     Oltre alla scrittura pratichi qualche altra forma artistica?
Adoro la fotografia e il disegno, due forme narrative che considero speciali. Con diaframma e otturatore me la cavo, con il disegno molto meno. Un giorno, chissà, pubblicherò un libro fotografico.

      3)   Ami la città o la campagna?
Sono due realtà diverse, ognuna con le sue proprie bellezze. Della città amo il movimento, le architetture che parlano di noi umani e la possibilità di osservare la gente intorno a me. Sono sociologa, oltre che scrittrice, e non posso fare a meno di riflettere sulle relazioni umane. Della campagna amo il meraviglioso contatto con la natura, il senso di pace, l’allegria composta.

4    4)    Che animale tieni in casa?
Nessun animale in casa, semplicemente perché sono spesso in viaggio e non potrei accudirlo come meriterebbe.

      5)    C’è un genere letterario a cui sei più legata e un altro che detesti?
Apprezzo i romanzi intimisti, quelli che aprono grandi interrogativi e accendono dubbi sulla nostra umanità. Non riesco a leggere le trame banali, la scrittura finta, quella costruita tecnicamente bene ma senza alcuna sostanza.

       6)  Di quale romanzo avresti voluto essere l’autore e perché?
Che domandona! Difficile rispondere. Forse di nessun romanzo non mio avrei vorrei essere autrice perché un libro è un’opera d’arte e, in quanto tale, ha una sua storia. La storia di un romanzo parte dal giorno in cui l’autore ha iniziato a pensarla, dai suoi primi appunti scarabocchiati su un foglio, dalle cancellature, dalle domande che si è posto. Io ho la mia storia, non voglio quella degli altri. E poi, per fortuna, succede che ogni libro, dopo che è venuto al mondo, diventa di tutti coloro che lo leggono, quindi anche mio.

7    7)  Dei romanzi che hai scritto a quale sei più affezionato? Quale invece riscriveresti?
Anche questa è domanda difficile. Davvero non so scegliere, sono tutte mie creature, come si fa? Se proprio devo indicarne qualcuno, ammetto che “Un ribelle a Scampia” e “La locanda di Asellina” e “L’ultimo gladiatore di Pompei” sono tre romanzi a cui mi sento particolarmente legata.

8    8)      Come è nata l’ispirazione per scrivere “L’ultimo gladiatore di Pompei” ?
Il romanzo nasce dalla mia grande passione per la Storia. E per Storia non intendo i grandi avvenimenti del passato, le guerre, le conquiste, intendo piuttosto le emozioni quotidiane che hanno provato i nostri antenati, i loro piccoli combattimenti quotidiani, l’evoluzione della mentalità, del pensiero, dei sentimenti. E’ l’archeologia dell’anima che mi interessa.
Così, mi sono imbarcata nella grande avventura dell’esplorazione del passato che davvero può permetterci di capire chi siamo oggi e cosa potremmo diventare. Ho la fortuna di vivere a poca distanza di Pompei, che è un posto fantastico. Puoi passeggiare nelle stradine di una città vecchia di duemila anni, entrare nelle case, guardare le cucine, i saloni da pranzo, le piscine, le terme con i dipinti mozzafiato sul soffitto. Dalle mie lunghe passeggiate in quei luoghi emozionanti è nato “L’ultimo gladiatore di Pompei”. Ho provato a immaginare cosa devono aver provato i pompeiani nelle ultime ore prima della fine, la paura di perdere la vita e di dover abbandonare tutta quella immensa ricchezza accumulata. I poveri accanto ai ricchi, accomunati da un unico destino. Cosa succede quando d’improvviso succede qualcosa che azzera le differenze, come la paura di morire? E’ possibile un lieto fine? Forse sì, ma non voglio svelarlo per non togliere al lettore il gusto di scoprirlo.

9   9)     Sei soddisfatto della tua esperienza di autore e dei rapporti con il tuo pubblico?
Sì, sono straordinariamente soddisfatta. Il calore e l’entusiasmo con cui mi accolgono i ragazzi nelle scuole e gli insegnanti che seguono i miei corsi di formazione (perché scrivo anche libri per docenti) mi colma di gioia.

  10)  Come ti vedi tra 10 anni?
Mah! Confesso che mi piace più immaginare cosa farò fra qualche ora che fra qualche anno. Il presente ha un fascino superiore, puoi viverlo molto più intensamente.

Biografia breve 
Rosa Tiziana Bruno, sociologa, scrittrice e insegnante
Autrice di racconti fiabeschi, romanzi e saggi sull’educazione. Il suo esordio come scrittrice è avvenuto con un saggio sul ruolo dei libri di testo nella scuola. Conduce studi sull’uso della fiaba nella didattica ed è formatrice di insegnanti. Fa parte dell’ICWA (Italian Children’s Writers Association) e ha vinto l’International Writers Awards nel 2017 e il premio Gourmand World Awards 2018, miglior libro italiano nella categoria children book e secondo posto nella classifica mondiale. In Italia ha vinto il Premio Candelaio Junior 2017 ed è stata candidata al Premio Strega Ragazzi 2016 e al Premio Bancarellino 2017 e 2018. Dal 2014 è direttrice artistica del festival di letteratura ICWA “Scampia Storytelling”

Cronologia opere:
La mia scuola (Einaudi)
La Pasticceria Zitti (La Margherita)
Un ribelle a Scampia (Paoline)
La signorina Contasogni (Il Ciliegio)
L’ingrediente segreto (Fasi Di Luna)
L’ultimo regalo (Il Ciliegio)
La locanda di Asellina (La Medusa)
Insegnare con la letteratura fiabesca (Raffaello)
La forchetta volante (Eli-La Spiga)
L’ultimo gladiatore di Pompei (Raffaello)


Pompei, impero Romano. Sotto una pioggia incalzante di pietre infuocate, nell’anno 79 d. C., i personaggi si muovono per fuggire o per proteggere le persone che amano. La trama è ricca di intrighi e di sorprese, le vicende personali si intrecciano con la storia dell’impero.
Il filo conduttore del romanzo è il desiderio di libertà e giustizia di un gruppo di gladiatori che si dibattono tra due forze contrapposte.  Da una parte il rancore verso chi sfrutta e opprime, dall’altra la ricerca della pace e il senso del perdono.
I protagonisti sono un ragazzo pompeiano di nome Tito e suo padre,  uomo ricco finito in disgrazia e costretto a fare il gladiatore. Il giovane Tito, mosso dalla sete di conoscenza, esplora la città di Pompei, bighellonando nelle strade e curiosando nell’anfiteatro. E proprio lì, durante uno spettacolo di giochi gladiatori, scopre molte verità sul mondo che lo circonda e decide di dare inizio a una coraggiosa battaglia accanto a Lucilla, protagonista femminile del racconto. Per compiere la sua missione, Tito dovrà affrontare un lungo e pericoloso percorso, mentre sulla città incombe la gigantesca nube nera. Il coraggio e l’amore: queste due forze torneranno di continuo in soccorso del protagonista, nei momenti più difficili.
La narrazione è arricchita da dettagli storici e si svolge nei giorni dell’eruzione del Vesuvio, sotto una spettacolare pioggia di lapilli e cenere. Tito comprenderà sempre di più la sua vera missione dal momento in cui scamperà miracolosamente alla prigionia e alla condanna a morte. Attraverso le vicende e gli incontri, soprattutto quello con Lucilla, il suo coraggio crescerà sempre più e alla fine del romanzo sarà un ragazzo “nuovo”.

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