martedì 18 giugno 2019

Le dieci cose che non sapete sullo scrittore Giovanni Fabbri, autore de "Tutte le strade che portano a te", Catartica Edizioni. 2019




Lo scrittore mi aveva mandato una bella foto, ma non sono riuscita a pubblicarla. Qui, al centro, lo possiamo vedere in tutta la sua grazia fiorentina, redarguito dagli esigenti lettori. Sì perché Giovanni è bravo ma non "se la crede" e allora deve essere sollecitato... Onore a Giovanni, e speriamo che presto adotti un cane :) 

Biografia:
Giovanni Fabbri, nato a Firenze il 30 Agosto 1976, sposato e padre di una bambina.
Laureato presso la Facoltà di Scienze Politiche Cesare Alfieri con una tesi sul giornalismo          online.
Per anni attivo nel giornalismo locale come redattore del quotidiano fiorentino “Metropoli ". Autore del libro “Bughi, il bambino nero”, edito nel 2007 da Deinotera Editrice, già adottato da diverse Scuole Medie nazionali come libro di testo e segnalato dal Ministero della Pubblica Istruzione all’interno del Progetto Libro Amico.
            Nel 2012 la sua opera “A testa vuota”, è finalista del concorso IoScrittore e viene pubblicata   come e-book dal Gruppo Editoriale Mauri Spagnol. Nel 2013 esce anche la sua versione  cartacea, con Nocchiero Edizioni, intitolata “Non chiamatemi scemo”.
            Nel 2019 pubblica con Catartica Edizioni il romanzo “Tutte le strade che portano a te”.


Questa è la biografia ufficiale.
E ora qualche curiosità:

1) Quando e Dove sei nato? Quando e Dove ti sarebbe piaciuto nascere?               Sono nato a Firenze il 30 agosto 1976. Avrei voluto nascere a Napoli, ai tempi in cui il regno borbonico era all'avanguardia in Europa.

2) Oltre alla scrittura pratichi qualche altra forma artistica?                 Suono la chitarra, da autodidatta. Ho composto centinaia di canzoni, alcune non sfigurerebbero nel panorama del cantautorato italiano. Purtroppo le mie qualità canore non vanno di pari passo con le mie doti di scrittore di testi.

3) Ami la città o la campagna?                Amo la città come fonte di ispirazione, ma mi ritirerei in campagna come il buon Salinger.

4) Che animale tieni in casa?               L'animale di casa sono io. Ho una moglie veterinaria e lascio che mi curi come uno dei suoi pazienti a quattro zampe. A parte questo, abbiamo un gatto e due tartarughe. Stiamo rimandando l'adozione di un cane, ma non credo che resisteremo a lungo.

5) C’è un genere letterario a cui sei più legato e un altro che detesti?                 Sono onnivoro e anche dal punto di vista letterario sto agli antipodi del salvinismo: considero ogni libro, come ogni essere umano, per quello che è come singolo, non per l'etichetta che gli viene messa addosso. Anche se ad essere sinceri i libri di genere “scandalistico” non sono proprio la mia prima scelta.

6) Di quale romanzo avresti voluto essere l’autore e perché?                 Il piccolo principe. È una perla rara, la fantasia che spiega la vita reale.

7) Dei romanzi  che hai scritto a quale sei più affezionato? Quale invece miglioreresti?               Quello che sto scrivendo adesso. Non sono uno scrittore chioccia: voglio bene ai libri che ho scritto, ma il mio cuore batte per l'amore del momento.

8) Come è nata l’ispirazione per scrivere  Tutte le strade che portano a te ?                “Tutte le strade che portano a te” ha avuto una genesi anomala rispetto alle mie abitudini. È nato di getto, senza preparazione di nessun tipo. Forse per questo è un romanzo così intenso, è emozione allo stato puro.

9) Sei soddisfatto della tua esperienza di scrittore e dei rapporti con il tuo pubblico?              Non sono mai soddisfatto di carattere. Pensa che ritenevo “Tutte le strade che portano a te” un'opera incompleta, non pronta. È stato solo grazie al lavoro di “corteggiamento” di Daniela Piras della casa editrice Catartica Edizioni che mi sono convinto che andava bene così, che non necessitava di enormi stravolgimenti. I lettori, comunque, mi stanno dando delle incredibili gratificazioni con i loro giudizi entusiasti sul romanzo e questo ovviamente è il piacere più grande.

10) Come ti vedi tra 10 anni?                Con una penna in mano e un taccuino in tasca, finché morte non ci separi.








Sinossi:
Quando Luca muore, dopo un lungo e felice matrimonio, lascia alla moglie un misterioso manoscritto in cui descrive come sarebbe stata la sua vita se non si fossero mai incontrati.
Insieme ai ricordi, che aiuteranno Clelia a superare le prime difficili ore dopo la tragedia, arriveranno anche i fantasmi, che la donna sarà costretta a fronteggiare. Alcuni inspiegabili miracoli riempiranno la sua nuova esistenza, portando magia là dove parevano dover sopravvivere solo dolore e sofferenza e consentendole di riscoprire la nuova direzione della sua vita dopo l’addio del suo grande amore.
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