giovedì 14 maggio 2015

A LETTO CON LO SCRITTORE Francesco Mastinu, autore di "Polvere" Runa Editrice, 2014





Stasera facciamo irruzione nella camera da letto di Francesco Mastinu autore del  romanzo Polvere, edito a da Runa Editrice nel 2014.
Riassunto dell’opera: (dalla quarta di copertina)
Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti.
Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso.
Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere.
In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti.
Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
Titolo: Polvere
Autore: Francesco Mastinu
Editore: Runa Editrice
Collana: Introspezioni
Pagine: 174
Prezzo: € 10
Genere: Drammatico/sentimentale a tematica LGBT
ISBN: 9788897674276
http://www.amazon.it/Polvere-Francesco-Mastinu/dp/8897674275

1)     Per prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a  letto tardi, o presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Diciamo che amo dormire e rilassarmi. A letto ci potrei passare tante ore, anche solo per leggere, a volte pure a scrivere, se sono ispirato e se riesco a trovare una posizione comoda. Sono però anche una persona piuttosto impegnata, con tante cose da rincorrere più che da fare, per cui magari a letto mi ci attardo molto, addormentandomi spesso anche parecchio tardi. Questo comporta che, se non dovessi lavorare, mezza mattina la trascorrerei solo a poltrire tra le lenzuola!
2)     Che tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non ha indossato?
Lo confesso, io non amo avere troppa roba addosso quando dormo, anzi, l’idea di stare a diretto contatto con le lenzuola mi rilassa molto di più, ed è per questo che spesso, a prescindere dalla stagione e a meno che non sia malato, preferisco dormire senza nulla addosso.  Per questo non ho dei pigiami preferiti, né camicie da notte, quest’ultime forse non le ho nemmeno mai usate. I pochi pigiami che ho mi sono stati regalati, io di norma, non li guardo nemmeno. Sono fuori dai miei acquisti. Al massimo per la notte mi concedo l’intimo, ma non ho mai comprato nulla di apposito per dormire.
3)     Potendo avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace un letto singolo o matrimoniale?
Di sicuro amo il letto matrimoniale, sia per questioni di spazio che di compagnia. Quando si vive una relazione di coppia, credo che il letto sia uno degli strumenti fondamentali all’interno della storia., non solo per l’aspetto meramente fisico, ma anche emotivo. A letto si parla, si legge, si fa l’amore o ci si coccola e basta. A volte, durante la notte, mi sveglio solo per ascoltare il respiro di chi è con me e convincermi che va tutto bene. E che così sarà anche l’indomani. Poi, da quando a casa abbiamo i gatti, devo ammettere che anche sentire le loro fusa o farmi la pasta addosso, contribuisce a rilassarmi parecchio. Dormo da solo se non ho alternative, altrimenti prediligo sempre la compagnia delle persone che amo.
4)     Cosa fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare la tv,  stare al portatile con gli amici, mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Dipende: di solito leggo romanzi o libri che mi interessano, se ho l’ispirazione posso attardarmi anche a scrivere prima di rischiare di perdere le idee che mi sono venute in mente. La tv invece non la guardo mai,  a meno che non ci sia qualche serie tv che seguo.
Qualche volta uso il tablet, ma prioritariamente leggo.
5)     Comodino piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Il mio comodino è di misura standard, ma è talmente pieno che spesso mi viene rimproverato di essere disordinato, proprio perché amo essere comodo e quindi voglio avere vicino e disponibile qualsiasi cosa che mi possa servire. Ci troviamo il mio blocco appunti, o i quadernoni del romanzo che sto scrivendo (perché sono uno dei pochi che ancora scrive a mano), i manoscritti che sto editando, i libri che sto leggendo, cellulari e tablet, la pila per leggere di notte quando il mio compagno dorme, la consolle dei videogiochi, la sigaretta elettronica con la mia dose di dipendenza quotidiana… insomma un vero e proprio bazar. E ovviamente, non manca l’abatjour.
6)      Le capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa  leggendo e riprende a dormire, o cosa?
No, non mi capita quasi mai. A volte mi alzo quando ho sete, ma di solito, se va tutto bene o non ci sono problemi particolari, dormo di filato sino a che non suona la sveglia.
7)     Le capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori? Ricorda i sogni?
In questi ultimi anni ho oggettive difficoltà a ricordare i sogni la mattina, mi rimangono impresse magari le emozioni, ma non tanto proprio quello che è successo. I miei sogni spaziano di solito, dalle paure insensate a fattori lavorativi, sono un po’ legate a quello che mi succede durante il giorno. Posso dire che comunque i miei sogni sono quasi sempre a colori, questo sì. In passato ricordavo molto di più quello che mi succedeva nella fase Rem, avevo diversi incubi ricorrenti collegati con la mia fobia delle altezze. Ricordo anche un sogno che feci a puntate, per un periodo piuttosto lungo. Ogni volta sognavo la conclusione della precedente esperienza a cui si aggiungeva la prosecuzione. Sta di fatto che prima sognavo o meglio, i sogni mi rimanevano più impressi rispetto a ora.
8)     Ha mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
No, non mi è mai capitato. Posso aver sognato accadimento o situazioni che poi magari ho riportato nei miei testi, ma un’intera trama mai. Le idee sulle storie che scrivo mi vengono da sveglio, solitamente.
9)     Come è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Era un periodo particolare della mia vita, in cui ho avuto necessità di raccontare una storia ambientata in Sardegna, in un luogo ostile ma soprattutto arretrato culturalmente, per questo ho scelto anche un’epoca diversa. L’idea mi venne per la prima volta diversi anni addietro, quando mi raccontarono la storia di due uomini di un paesino dell’entroterra che, una volta andati in pensione, hanno mollato le rispettive famiglie per andare a convivere. Di fatto si scoprì che entrambi erano innamorati sin da giovani e che avevano vissuto la loro relazione di nascosto per un trentennio, fino a quando, a figli e famiglie sistemati, hanno deciso di non resistere oltre e di vivere assieme. Da lì nacque lo spunto, su cui basai l’idea di due uomini e dei loro ricordo d’amore inespresso. Poi, ovviamente, Polvere ha preso una sua vita e una sua trama specifica.
10)  Lo consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fan?
Le persone che mi hanno contattato dopo la lettura, quasi tutte mi hanno riferito di non essere riusciti a staccarsi dalla storia sino a notte fonda. Molte persone si sono lasciate coinvolgere dalle vicende di Rino e Bustianu,e non sono riusciti a separarsene sino all’ultima pagina. Non è una storia dell’orrore né suscita incubi, magari solo riflessioni a margine sull’amore e sulle difficoltà a viverlo apertamente, cosa che purtroppo accade ancora oggi in Italia. Ovviamente, dato l’argomento, è una lettura sofferta, perché descrive il dolore in tutte le declinazioni possibili: fisico per la malattia, morale per l’omofobia e psichico per la paura di amare qualcuno solo per il fatto che appartiene al tuo stesso sesso.
11)  Al risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o  al bar?
Dipende. La mia colazione canonica è la tazzina di caffè forte con alcuni biscotti, il mio tempo è sempre poco e io sono di corsa, per cui non ho un rituale della colazione, la faccio a casa e procedo per stadi: mi alzo, preparo i caffè e la tavola, do da mangiare ai gatti e poi scappo a prepararmi. Diversamente accade se sono rilassato, magari in vacanza all’estero: in occasioni del genere mi attardo a fare una bella colazione continentale: cappuccino, succo di frutta, dolce, ma anche bacon, formaggio e uova. Sarà che poi le energie le brucio facendo il turista, e quindi ho bisogno di maggior rinforzo.
12)  Mi regalerebbe  una frase del suo romanzo per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Allora, per iniziare la giornata consiglierei la solita frase con cui il libro ha esordito:
“Non ci si rende conto di come le cose importanti restino inosservate, sino a quando non si può più recuperarle.
Come per me.
Vorrei stringere a pugno le mie mani callose, ma non ne sono in grado. Non ho le forze per farlo.
Vorrei accarezzare ancora il tuo viso, poter soffiare via la polvere che si è annidata nei pochi ricordi che mi rimangono di te, ma la vita mi ha rubato anche il fiato.”
Scelgo questa frase perché secondo è uno dei moniti più importanti per non perdere mai, durante il giorno, di cogliere l’attimo. Soprattutto perché può capitare che quando ce ne rendiamo conto, sia troppo tardi.
Invece, per la buonanotte, scelgo questa:
“Non importa quanto tempo l’amore venga rinchiuso, negando ogni suo contatto con il mondo reale. Da qualche parte del nostro animo si trova una porta a cui prima o poi avrà accesso. La chiave potrà essere la costanza, il desiderio forse, ma a volte basta una promessa per spalancare l’uscio e lasciare che il sentimento esca fuori. Fu così, in quell’occasione. Accadde proprio a me.”
È un augurio, quello basilare, di cui parlano tutti: che l’amore comunque vinca. E direi che una consapevolezza di questo tipo, aiuti le persone a vivere serenamente, ma soprattutto a fare bei sogni. Nel grigiore quotidiano, sognare spesso è l’unica cosa che ci rimane.
Grazie per avermi concesso un’intervista così intima.

Grazie infinitamente a voi… e buona lettura!

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