Interviste culinarie di Federica Gnomo
Alba
Cataleta
Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore Alba Cataleta - Chiaroscuro di una vita -
Eracle edizioni 2012
Potete acquistare il romanzo sulle piattaforme on line, scrivendo all'autrice o richiedendolo il libreria.
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare? Sì, mi
piace molto sia l’uno che l’altro.
Lo fa per dovere o per piacere? Molte volte per piacere.
Invita amici o è invitato? Invito come pure sono io stessa invitata.
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando? Non so, perché non me l’ha detto mai nessuno, però
tutti quelli per cui io abbia preparato
e prepari, mi dicono che è tutto buono e lo si nota perché non lasciano niente
nei piatti, miglior prova di questa!
Vivrebbe con un compagno che non sa mettere mano ai
fornelli? Per me sarebbe la cosa
migliore: non cedo mai a nessuno il MIO posto ai fornelli.
Quando ha scoperto questa sua
passione? Da sempre perché ho
avuto una mamma intelligente che mi ha permesso fin da ragazzina di mettermi ai
fornelli.
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo? Non è un bel
ricordo, comunque lo ricordo da sempre e per sempre. Potevo aver avuto 4 anni
quando, a tavola, vidi che il mio piatto di pesce fritto era meno abbondante di
quello di mio padre e così, di corsa, senza dare tempo a nessuno di afferrarmi, mi alzai da tavola e corsi fuori ma inciampai
nei gradini e mi dovettero portare dal medico per mettere 5 punti alla ferita
che ancor oggi troneggia sulla mia fronte!
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Amo moltissimo il pesce arrosto,
detesto la trippa, mai assaggiata.
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano? Il bianco.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O the, una bibita speciale per stare
fermo a scrivere? Il caffè.
Scrive mai in cucina? Quasi sempre, per me, è l’ambiente più comodo,
raccolto e accogliente di tutta la casa.
Altrimenti dove ama scrivere? E a
che ora le viene più naturale? Scrivo
a tutte le ore se mi vengono le idee devo mettere subito nero su bianco, in
cucina…
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Salato, non amo moltissimo il dolce anche se lo mangio e in
particolari momenti lo richiedo molto.
Si compra cibo pronto ( tramezzini,
pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Non amo quel tipo di cibo, preferisco piuttosto un
cibo povero come un piatto di legumi che
cucino sempre in abbondanza, per cui non mi resta che riscaldarlo e condirlo
con olio d’oliva extravergine pugliese.
Ha un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Ebbene, sì! Amo cucinare per gli amici e, a volte,
preparo lasagne o ragù di carciofi o altro e quindi li chiamo perché ce n’è
anche per loro Accorrono ben felici per prendere ciò che io offro ma per quanto
riguarda la restituzione di pentole e tegamini, essa non è mai avvenuta. Li
ricompro.
Lei è una scrittrice di narrativa, quando
esce a cena con i suoi amici che tipo di locale preferisce? Oppure per
festeggiare una pubblicazione? Cosa
tende a ordinare in un locale?
Di solito quando si esce, è per andare a mangiare pesce. Escludo però dalla
mia dieta, gamberi, aragoste , molluschi, saraghi e spigole d’allevamento.
Ha mai usato il cibo in qualche
storia? Certamente. “Chiaroscuro
di una vita” è pieno di citazioni culinarie come anche gli altri miei scritti.
In essi, c’è sempre un chiaro riferimento al cibo e, in alcuni, c’è anche la
descrizione di qualche ricetta.
Quindi lei evoca con il cibo? Il
cibo è protagonista? In Chiaroscuro di una vita, c’è un intero capitolo
dedicato a un pranzo epico in riva al mare per festeggiare la laurea del
protagonista e altro.
Il suo romanzo a che ricetta lo legherebbe, e perché? La ricetta è sempre quella dei pesci, alimento con
cui sono cresciuta, essendo nata sul Golfo della Capitanata.
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Nelle mie presentazioni, a detta degli ospiti, i
buffet sono epici. Credo che tutto il cibo offerto e non, avvicini chiunque e,
a maggior ragione, persone venute per festeggiare l’uscita di un libro.
Quindi tende a fare un aperitivo con
due olive e patatine o ad offrire quasi un pasto completo?
No, no, gli aperitivi, no. Ce di tutto e di più . Compresi primi piatti
freddi, salumi, verdure, crudità, carni fredde ecc.
Complimenti!
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
RAGÙ CON LE SEPPIOLINE RIPIENE.
Per il sugo si procede come per
quello della carne: soffritto di cipolla, sedano, aglio(sì metto sempre assieme
aglio e cipolla oppure da solo lo scalogno), carota, prezzemolo,
abbondantemente sfumato col vino bianco e aggiunta di pomodoro (di solito uso
una scatola di pelati che passo al passa pomodoro) con 2 immancabili foglie di
alloro secco. Al primo bollore di tal sugo immergo le seppioline che ho
precedentemente imbottito con :
in una padellina antiaderente faccio rapprendere, senza farle diventare
frittata ma giusto il tempo di amalgamarsi, 2 o più uova, a secondo della
quantità delle seppioline, per mezzo kg, 2 bastano, con olio extravergine di
oliva. A fuoco spento, in seguito, aggiungo il prezzemolo e 1 spicchio d’aglio
tritati finemente, l’aglio è la morte del pesce, poi abbondante parmigiano, se
ho qualche tocchetto di salame, lo trito finemente e l’aggiungo e aggiungo
anche se l’ho un po’ di scamorza secca tritata. Non metto sale, salame,
parmigiano e scamorza già bastano.
Amalgamo il tutto – con le mani – e riempio le seppioline.
Salo il sugo ma poco, amo le diete iposodiche, lo faccio andare dolcemente
e quando ha perso l’acqua di vegetazione delle verdure e del pomodoro, condisco
pasta o riso.
Vi assicuro che sarà un successone, almeno per me, il ragù con le seppioline,
in Lombardia, è sempre stato acclamato il piatto della serata, ovunque io
l’abbia preparato per gli amici.
Quale complimento le piace di più
come cuoca? E come scrittrice? Come
cuoca, ormai è diventato di prassi che i commensali a metà cena si fermino e
tutti insieme applaudendo mi dicano “Un applauso alla cuoca…”
Come scrittrice, il complimento che più mi piace è che il mio romanzo, una
volta preso in mano e cominciato a leggere, non ci se ne distacca più se non
dopo averlo finito e anche il sentirmi dire che, in molti, ci si sono ritrovati
dentro come a vivere con la scrittrice le stesse emozioni e sensazioni, beh di
certo è il mio pubblico, quello che mi conosce e che ama leggermi…
Che frase tratta dalla sua opera o
dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
«… si iniziò molti giorni prima a preparare tutto l’occorrente per il
pranzo epico che doveva essere offerto “alle persone estranee”, come dicevano i
Granderelli, e quindi si doveva fare una “bella figura” con queste affinché, in
seguito, raccontassero all’intero paese dell’abbondanza che c’era sulla tavola
della nostra famiglia…»
Grazie per la sua disponibilità.
Grazie a te per la tua generosità,
intelligenza,competenza e per l’opportunità datami.
Federica Gnomo
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