martedì 30 ottobre 2012

IN CUCINA CON LO SCRITTORE: Lucia Guida


IN CUCINA CON LO SCRITTORE

Interviste culinarie di Federica Gnomo





Lucia Guida
Oggi salutiamo e ringraziamo Lucia Guida, autrice della silloge di racconti “Succo di melagrana, Storie e racconti di vita quotidiana al femminile” pubblicata dalla Nulla Die, gennaio 2012, per averci aperto la porta della sua cucina.
                 

  Succo di Melagrana racconta al femminile attimi di quotidianità spicciola. Le protagoniste dei racconti — caratterizzati da diversità di epoche, età e situazioni personali — sono colte nei fotogrammi del loro percorso esistenziale. Le storie sono collocate cronologicamente in senso crescente dal periodo pre e post bellico sino ai nostri giorni in una provincia microcosmo puntuale, punto di forza e di debolezza, dell’esistenza umana più ampia. Tempo e Spazio diventano pretesti per comunicare un messaggio essenziale, quello dell’infinita capacità rigeneratrice di ogni donna, chiaro invito a cercare orizzonti migliori.
     

La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Considero mangiar bene uno dei piaceri della vita e cucinare un’attività creativa e gratificante altrettanto quanto la scrittura. Amo sperimentare nuove ricette pur preferendo andare sul sicuro e ripiegare sui miei “cavalli di battaglia” se ho ospiti a pranzo o cena
 Lo fa per dovere o per piacere?
Dipende. Cucinare può talvolta essere entrambe le cose; diventa un piacere soprattutto se hai a tavola con te qualcuno che apprezzi le tue fatiche culinarie e che te ne dia merito mostrando di gradire con entusiasmo quello che hai preparato per lui
Invita più spesso amici o è più spesso ospitata?
Per me i piaceri si equivalgono; certamente  essere ospitata in casa d’altri ti dà la possibilità di goderti, forse, maggiormente, la circostanza. Invitare, invece, è un po’ più impegnativo, dal punto emotivo oltre che come fatica “fisica” in senso stretto. Quando lo faccio amo coccolare i miei ospiti preparando un’infinità di manicaretti, ad esempio puntando su una serie di antipastini stuzzicanti e di bell’aspetto. In ogni caso le mie sono ricette di facile e veloce realizzazione. Raramente  ho la possibilità di passare molto tempo ai fornelli  
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?
Un antico adagio recita che per giungere al cuore di un uomo si debba necessariamente passare per la sua gola. Mi sento di condividere quest’affermazione, o forse gli uomini che ho incontrato erano tutti amanti della buona cucina, chissà … Parlando in generale di amicizie, devo dire che in più di una circostanza mi è capitato di sorprenderli piacevolmente: non pensavano che io fossi una cuoca capace. E’ stato gratificante, soprattutto se considera che nell’arte culinaria sono praticamente un’autodidatta: mia madre, bravissima in tantissime cose, non ha mai amato particolarmente cimentarvisi
Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Per me non costituirebbe affatto un problema. In passato mi è capitato e questa caratteristica non è stata affatto motivo di contrasto. Non ho, però, mai provato cosa significhi vivere con un gourmet che abbia anche una buona dimestichezza in cucina. È una cosa che mi incuriosisce parecchio
Quando ha scoperto questa sua passione?
Da bambina nel momento in cui mia nonna materna mi ha insegnato a otto anni a cucinare un’ottima omelette.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
La sofferenza di non poter mangiare un bacio perugina con gli altri bambini presenti; avevo quattro anni e non riuscivo a capacitarmi come potesse essermi negato un piacere del genere. In realtà ero reduce da una bruttissima intossicazione alimentare e la cioccolata in quel frangente sarebbe stata per me veleno puro
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Non ho mai provato a mangiare la trippa, a mia madre non piaceva e quindi non l’ha mai preparata né io ho mai avvertito il desiderio di provarla. Adoro, invece, le lasagne e in generale i pasticci di pasta e le torte rustiche
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Per me il cibo è anche piacere per la vista. Nei manicaretti che preparo cerco sempre di alternare colori caldi e freddi cercando di stuzzicare la curiosità dei convitati anche attraverso questo.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare ferma a scrivere?
Dipende da come prosegue la mia attività. Amando scrivere di primo mattino ( quando mi è possibile e quando non sono al lavoro! ) è fondamentale per me iniziare con una buona prima colazione. Se, invece, provo a farlo in altri momenti della giornata trovo piacevole bere succhi di frutta, colorati e rinfrescanti 
Scrive mai in cucina?
Mi è capitato più di una volta per “indisponibilità” di uno spazio tutto mio e non mi ha creato particolari  problemi, anzi. La cucina è un luogo circoscritto, certamente meno dispersivo di altri ambienti domestici e forse per questo maggiormente accattivante
Dove ama scrivere? E a che ora le viene più naturale?
Non avendo a disposizione uno studiolo tutto per me mi rifugio in soggiorno, stanza piuttosto lontana dal resto della casa ( abito in un duplex suddiviso in zona giorno  e zona notte ). Potendo scegliere, come già accennato, preferisco farlo a mente più fresca, nelle prime ore del mattino
 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Se sono impegnata a risolvere un nodo narrativo un tramezzino veloce da preparare è certamente la scelta migliore per placare l’appetito. Cucinare qualcosa di più elaborato richiederebbe tempo ed energia necessari in quel frangente per altre priorità
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è presa dal suo lavoro? Salato o dolce?
Qualcosa di stuzzicante e di salato se sono in un momento di stasi creativa. Un dolce, invece, se sento di aver concluso in modo soddisfacente quello in cui ero impegnata
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Da piccola mi piaceva moltissimo la pasta di mandorle, dolcissima e ipercalorica, modellata a forma di frutta di vario tipo. E la cioccolata. Una volta, in assenza di mia madre sono stata capace di terminare un’intera scatola di pocket coffee. Poi ho aspettato che rientrasse dal lavoro e con tranquillità le ho annunciato che di lì a poco sarei morta(sic!): era quanto lei mi aveva paventato, nel caso avessi dato fondo a tutti i suoi cioccolatini
Lei è una scrittrice di narrativa; quando esce a cena con i suoi figli o amici  che tipo di locale preferisce?
Adoro girovagare per agriturismi e trattorie, specialmente fuoriporta. Credo che un posto rustico e caratteristico dia “più sapore”, se così si può dire, al cibo che lì viene servito. Sono comunque e sempre una patita dello slow food
Per festeggiare una pubblicazione cosa tende a ordinare in un locale?
Quando hanno pubblicato i miei lavori ho preferito festeggiare a casa da me mettendomi alla prova con qualcosa che piacesse particolarmente ai miei figli
Ha mai usato il cibo in qualche storia?
A oggi non ho mai incentrato interamente le mie storie sul cibo ma i riferimenti a pietanze e bevande ci sono senz’altro. Le basti pensare al titolo della mia raccolta di racconti, “Succo di melagrana” e al mio romanzo, attualmente in visione dal mio editore, in cui c’è posto per più di un riferimento conviviale.
In “Succo di melagrana, Storie e racconti di vita quotidiana al femminile” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
I riferimenti a sensazioni gustative e olfattive trovano ampio spazio nel mio stile  narrativo. A me piace “tirar dentro” nella storia il lettore, farlo immedesimare nella vicenda anche attraverso descrizioni particolareggiate che lo facciano sentire “ a casa”. A partire dall’aroma intenso evocato da un tè al bergamotto
 Parliamo ancora di “Succo “: a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Se potessi paragonarlo a una portata sceglierei di farlo attraverso un dessert: una mousse, ad esempio. Delicata ma incisiva a completamento di un buon pranzo o di un’ottima cena. Questo perché da golosa quale io sono i miei pasti, specie se in buona compagnia, terminano sempre con un  dolce o un sorbetto 
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Il cibo è un ottimo elemento aggregante e socializzante e mi è capitato di concludere qualche presentazione con un flute di spumante, dei dolci e degli stuzzichini salati. Un modo per ringraziare piacevolmente gli intervenuti chiudendo l’evento in bellezza e in allegria
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Una torta al cioccolato, facile da realizzare e plurisperimentata. Uno dei miei successi gastronomici.

TORTA AL CIOCCOLATO

Ingredienti:
-125 gr di burro o margarina;
- 130 gr di zucchero;
- 3 uova intere;
- 130 gr di farina;
- cacao amaro q. b. ( da 25 gr in su, se la gradite bella "carica" );
- 1 bustina di lievito x dolci.

Preparazione
Battete le uova con lo zucchero aggiungendo poco per volta la farina e il burro liquefatto e freddo, il cacao in polvere e il lievito ben setacciato. Infornate a cottura tradizionale (forno elettrico) a 150°/175° per 45' più 5' a forno spento.
Se preferite potete tagliarla a metà e farcirla con una cremina al cioccolato preparata così:
- 200 gr di panna da cucina ( quella x i tortellini);
- 100 gr di cioccolato fondente;
- 100 gr di cioccolato al latte.
Mettete la panna in un recipiente a bagnomaria e aggiungeteci i pezzetti di cioccolato fondente e al latte. Rimestate bene sino a quando il cioccolato non si squaglierà e con la panna diventerà cremoso. Lasciate raffreddare e poi utilizzate i due terzi della crema ottenuta per farcire il dolce di cui sopra che avrete provveduto a tagliare a metà. Utilizzate il terzo di cremina avanzato per spennellare la superficie dell' intero dolce. Ponete in frigo e lasciate riposare per almeno un' ora. La crema si solidificherà assumendo l' aspetto di una copertura.
Servite questa torta sempre fredda: rende meglio!

Quale complimento le piace di più come cuoca? E come scrittrice?
Sono felice quando i miei ospiti fanno onore al menu da me ideato, dando fondo a tutto ciò che ho preparato: per me è il complimento migliore che mi si possa rivolgere. Come autrice è bello sentirsi dire di essere stata capace di trasmettere emozioni e sensazioni attraverso una scene che ben evocano un sentire comune, condiviso
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
Io credo che la poesia che costituisce il prologo della mia raccolta di racconti sia in tal senso illuminante. Parlando di ciò che rappresenta la mia interiorità recita testualmente così:

“ Io sono   (…)
Succo agrodolce
di melagrana
che ti disseta
con discrezione
lasciando traccia
vermiglia
indelebile
sulla tua mano. “

Grazie per la sua disponibilità
Grazie a lei, di cuore

Federica Gnomo

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