IN CUCINA CON LO SCRITTORE
Interviste culinarie di Federica
Gnomo
Lucia Guida
Oggi salutiamo e ringraziamo Lucia
Guida, autrice della silloge di racconti “Succo di melagrana, Storie e racconti di vita quotidiana al femminile”
pubblicata dalla Nulla Die, gennaio 2012, per averci aperto la porta della
sua cucina.
Succo di
Melagrana racconta al
femminile attimi di quotidianità spicciola. Le protagoniste dei racconti —
caratterizzati da diversità di epoche, età e situazioni personali — sono colte
nei fotogrammi del loro percorso esistenziale. Le storie sono collocate
cronologicamente in senso crescente dal periodo pre e post bellico sino ai
nostri giorni in una provincia microcosmo puntuale, punto di forza e di
debolezza, dell’esistenza umana più ampia. Tempo e Spazio diventano pretesti
per comunicare un messaggio essenziale, quello dell’infinita capacità
rigeneratrice di ogni donna, chiaro invito a cercare orizzonti migliori.
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare?
Considero mangiar bene uno dei piaceri della vita e cucinare un’attività
creativa e gratificante altrettanto quanto la scrittura. Amo sperimentare nuove
ricette pur preferendo andare sul sicuro e ripiegare sui miei “cavalli di
battaglia” se ho ospiti a pranzo o cena
Lo fa per dovere o per piacere?
Dipende. Cucinare può talvolta essere entrambe le cose; diventa un piacere
soprattutto se hai a tavola con te qualcuno che apprezzi le tue fatiche
culinarie e che te ne dia merito mostrando di gradire con entusiasmo quello che
hai preparato per lui
Invita più spesso amici o è più
spesso ospitata?
Per me i piaceri si equivalgono; certamente
essere ospitata in casa d’altri ti dà la possibilità di goderti, forse,
maggiormente, la circostanza. Invitare, invece, è un po’ più impegnativo, dal
punto emotivo oltre che come fatica “fisica” in senso stretto. Quando lo faccio
amo coccolare i miei ospiti preparando un’infinità di manicaretti, ad esempio
puntando su una serie di antipastini stuzzicanti e di bell’aspetto. In ogni
caso le mie sono ricette di facile e veloce realizzazione. Raramente ho la possibilità di passare molto tempo ai
fornelli
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?
Un antico adagio recita che per giungere al cuore di un uomo si debba
necessariamente passare per la sua gola. Mi sento di condividere
quest’affermazione, o forse gli uomini che ho incontrato erano tutti amanti
della buona cucina, chissà … Parlando in generale di amicizie, devo dire che in
più di una circostanza mi è capitato di sorprenderli piacevolmente: non
pensavano che io fossi una cuoca capace. E’ stato gratificante, soprattutto se
considera che nell’arte culinaria sono praticamente un’autodidatta: mia madre,
bravissima in tantissime cose, non ha mai amato particolarmente cimentarvisi
Vivrebbe con un compagno che non sa mettere mani ai
fornelli?
Per me non costituirebbe affatto un problema. In passato mi è capitato e
questa caratteristica non è stata affatto motivo di contrasto. Non ho, però,
mai provato cosa significhi vivere con un gourmet che abbia anche una buona
dimestichezza in cucina. È una cosa che mi incuriosisce parecchio
Quando ha scoperto questa sua
passione?
Da bambina nel momento in cui mia nonna materna mi ha insegnato a otto anni
a cucinare un’ottima omelette.
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo?
La sofferenza di non poter mangiare un bacio perugina con gli altri bambini
presenti; avevo quattro anni e non riuscivo a capacitarmi come potesse essermi
negato un piacere del genere. In realtà ero reduce da una bruttissima
intossicazione alimentare e la cioccolata in quel frangente sarebbe stata per
me veleno puro
Ha un piatto che ama e uno che
detesta?
Non ho mai provato a mangiare la trippa, a mia madre non piaceva e quindi
non l’ha mai preparata né io ho mai avvertito il desiderio di provarla. Adoro,
invece, le lasagne e in generale i pasticci di pasta e le torte rustiche
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano?
Per me il cibo è anche piacere per la vista. Nei manicaretti che preparo
cerco sempre di alternare colori caldi e freddi cercando di stuzzicare la
curiosità dei convitati anche attraverso questo.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare
ferma a scrivere?
Dipende da come prosegue la mia attività. Amando scrivere di primo mattino
( quando mi è possibile e quando non sono al lavoro! ) è fondamentale per me
iniziare con una buona prima colazione. Se, invece, provo a farlo in altri
momenti della giornata trovo piacevole bere succhi di frutta, colorati e
rinfrescanti
Scrive mai in cucina?
Mi è capitato più di una volta per “indisponibilità” di uno spazio tutto
mio e non mi ha creato particolari
problemi, anzi. La cucina è un luogo circoscritto, certamente meno
dispersivo di altri ambienti domestici e forse per questo maggiormente
accattivante
Dove ama scrivere? E a che ora le
viene più naturale?
Non avendo a disposizione uno studiolo tutto per me mi rifugio in
soggiorno, stanza piuttosto lontana dal resto della casa ( abito in un duplex
suddiviso in zona giorno e zona notte ).
Potendo scegliere, come già accennato, preferisco farlo a mente più fresca,
nelle prime ore del mattino
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza,
snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Se sono impegnata a risolvere un nodo narrativo un tramezzino veloce da
preparare è certamente la scelta migliore per placare l’appetito. Cucinare
qualcosa di più elaborato richiederebbe tempo ed energia necessari in quel
frangente per altre priorità
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è presa dal suo lavoro? Salato o dolce?
Qualcosa di stuzzicante e di salato se sono in un momento di stasi creativa.
Un dolce, invece, se sento di aver concluso in modo soddisfacente quello in cui
ero impegnata
Ha un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Da piccola mi piaceva moltissimo la pasta di mandorle, dolcissima e
ipercalorica, modellata a forma di frutta di vario tipo. E la cioccolata. Una
volta, in assenza di mia madre sono stata capace di terminare un’intera scatola
di pocket coffee. Poi ho aspettato che rientrasse dal lavoro e con tranquillità
le ho annunciato che di lì a poco sarei morta(sic!): era quanto lei mi aveva
paventato, nel caso avessi dato fondo a tutti i suoi cioccolatini
Lei è una scrittrice di narrativa; quando
esce a cena con i suoi figli o amici che
tipo di locale preferisce?
Adoro girovagare per agriturismi e trattorie, specialmente fuoriporta.
Credo che un posto rustico e caratteristico dia “più sapore”, se così si può
dire, al cibo che lì viene servito. Sono comunque e sempre una patita dello slow food
Per festeggiare una pubblicazione cosa
tende a ordinare in un locale?
Quando hanno pubblicato i miei lavori ho preferito festeggiare a casa da me
mettendomi alla prova con qualcosa che piacesse particolarmente ai miei figli
Ha mai usato il cibo in qualche
storia?
A oggi non ho mai incentrato interamente le mie storie sul cibo ma i
riferimenti a pietanze e bevande ci sono senz’altro. Le basti pensare al titolo
della mia raccolta di racconti, “Succo di melagrana” e al mio romanzo,
attualmente in visione dal mio editore, in cui c’è posto per più di un riferimento
conviviale.
In “Succo di melagrana, Storie e
racconti di vita quotidiana al femminile” ci sono passi che ricordano cibi o profumi
di cibo?
I riferimenti a sensazioni gustative e olfattive trovano ampio spazio nel
mio stile narrativo. A me piace “tirar
dentro” nella storia il lettore, farlo immedesimare nella vicenda anche
attraverso descrizioni particolareggiate che lo facciano sentire “ a casa”. A
partire dall’aroma intenso evocato da un tè al bergamotto
Parliamo ancora di “Succo “: a che ricetta lo
legherebbe, e perché?
Se potessi paragonarlo a una portata sceglierei di farlo attraverso un
dessert: una mousse, ad esempio. Delicata ma incisiva a completamento di un
buon pranzo o di un’ottima cena. Questo perché da golosa quale io sono i miei
pasti, specie se in buona compagnia, terminano sempre con un dolce o un sorbetto
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Il cibo è un ottimo elemento aggregante e socializzante e mi è capitato di
concludere qualche presentazione con un flute di spumante, dei dolci e degli
stuzzichini salati. Un modo per ringraziare piacevolmente gli intervenuti
chiudendo l’evento in bellezza e in allegria
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Una torta al cioccolato,
facile da realizzare e plurisperimentata. Uno dei miei successi gastronomici.
TORTA AL CIOCCOLATO
Ingredienti:
-125 gr di burro o margarina;
- 130 gr di zucchero;
- 3 uova intere;
- 130 gr di farina;
- cacao amaro q. b. ( da 25 gr in su, se la gradite bella "carica" );
- 1 bustina di lievito x dolci.
Preparazione
Battete le uova con lo zucchero aggiungendo poco per volta la farina e il burro liquefatto e freddo, il cacao in polvere e il lievito ben setacciato. Infornate a cottura tradizionale (forno elettrico) a 150°/175° per 45' più 5' a forno spento.
Se preferite potete tagliarla a metà e farcirla con una cremina al cioccolato preparata così:
- 200 gr di panna da cucina ( quella x i tortellini);
- 100 gr di cioccolato fondente;
- 100 gr di cioccolato al latte.
Mettete la panna in un recipiente a bagnomaria e aggiungeteci i pezzetti di cioccolato fondente e al latte. Rimestate bene sino a quando il cioccolato non si squaglierà e con la panna diventerà cremoso. Lasciate raffreddare e poi utilizzate i due terzi della crema ottenuta per farcire il dolce di cui sopra che avrete provveduto a tagliare a metà. Utilizzate il terzo di cremina avanzato per spennellare la superficie dell' intero dolce. Ponete in frigo e lasciate riposare per almeno un' ora. La crema si solidificherà assumendo l' aspetto di una copertura. Servite questa torta sempre fredda: rende meglio!
Battete le uova con lo zucchero aggiungendo poco per volta la farina e il burro liquefatto e freddo, il cacao in polvere e il lievito ben setacciato. Infornate a cottura tradizionale (forno elettrico) a 150°/175° per 45' più 5' a forno spento.
Se preferite potete tagliarla a metà e farcirla con una cremina al cioccolato preparata così:
- 200 gr di panna da cucina ( quella x i tortellini);
- 100 gr di cioccolato fondente;
- 100 gr di cioccolato al latte.
Mettete la panna in un recipiente a bagnomaria e aggiungeteci i pezzetti di cioccolato fondente e al latte. Rimestate bene sino a quando il cioccolato non si squaglierà e con la panna diventerà cremoso. Lasciate raffreddare e poi utilizzate i due terzi della crema ottenuta per farcire il dolce di cui sopra che avrete provveduto a tagliare a metà. Utilizzate il terzo di cremina avanzato per spennellare la superficie dell' intero dolce. Ponete in frigo e lasciate riposare per almeno un' ora. La crema si solidificherà assumendo l' aspetto di una copertura. Servite questa torta sempre fredda: rende meglio!
Quale complimento le piace di più
come cuoca? E come scrittrice?
Sono felice quando i miei ospiti fanno onore al menu da me ideato, dando
fondo a tutto ciò che ho preparato: per me è il complimento migliore che mi si
possa rivolgere. Come autrice è bello sentirsi dire di essere stata capace di
trasmettere emozioni e sensazioni attraverso una scene che ben evocano un
sentire comune, condiviso
Che frase tratta dalla sua opera o
dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
Io credo che la poesia
che costituisce il prologo della mia raccolta di racconti sia in tal senso
illuminante. Parlando di ciò che rappresenta la mia interiorità recita
testualmente così:
“ Io sono (…)
Succo agrodolce
di melagrana
che ti disseta
con discrezione
lasciando traccia
vermiglia
indelebile
sulla tua mano.
“
Grazie per la sua disponibilità
Grazie a lei, di cuore
Federica Gnomo
Nessun commento:
Posta un commento
Ti è piaciuto il post? Lascia un commento :)