Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore Dario Giardi - LA RAGAZZA DEL FARO, Leone editore, 2014 - per averci aperto la porta della sua cucina.
Julien ha deciso di lasciarsi alle spalle la vita parigina per ritrovarsi e riprendersi in mano la vita e i sogni. Cerca il contatto con la natura, i ritmi lenti di una vita totalmente diversa da quella che conduceva in città. Si rifugia in un piccola comunità di pescatori, sulle coste bretoni. In questo luogo dovrà integrarsi coi suoi coetanei, tra simpatie e antipatie tornerà a innamorarsi o forse a scoprire per la prima volta l’amore vero, dopo una brutta delusione che gli ha lasciato ferite profonde. Adèle è la ragazza perfetta per tornare a fidarsi, per tornare ad aprirsi completamente. Nel suo passato però la ragazza nasconde qualcosa che agli occhi di Julien appare torbido e oscuro. La relazione avuta in un momento di smarrimento con Cécile scuoterà le certezze, i sentimenti e l’equilibrio di Julien. Quella che è divenuta l’amica del cuore per entrambi, si trasformerà in una minaccia. Non ci vorrà molto perché alcuni fraintendimenti facciano emergere i fantasmi e le debolezze del passato. Fantasmi che inesorabilmente inizieranno a indebolire le sicurezze minando la ritrovata serenità. La paura prenderà il sopravvento sull’amore consumando i rapporti.
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare?
La vita è troppo breve per mangiare e bere male.
Lo fa per dovere o per piacere?
Per piacere.
Invita amici o è più spesso invitato?
Mi piace più invitare che essere invitato proprio perché nella preparazione
di una cena o di un singolo piatto, credo che si riversi molta della mia
energia creativa.
Ha mai conquistato amici o una donna
cucinando?
Mia moglie ricorda ancora la nostra prima cena. Chiaramente cucinai io per
lei e la conquistai.
Vivrebbe con una compagna o un compagno che non sa mettere
mani ai fornelli?
No, non mi piace. Penso che chi è distante dai fornelli in qualche modo sia
una persona poco curiosa e poco incline ai piaceri della vita e a mettersi in
discussione con ironia, elementi per me fondamentali in un rapporto di coppia.
Quando ha scoperto questa sua
passione?
Tardi, ho vissuto i miei anni universitari con altri ragazzi. La classica
casa di studenti. Ce ne era uno, in particolare, che egemonizzava la cucina.
Sarebbe stato molto difficile. Poi, con il primo lavoro, sono andato a vivere
da solo. Lì mi sono sbizzarrito.
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo?
Gli gnocchi di mia nonna, la domenica.
Ha un piatto che ama e uno che
detesta?
Adoro gli spaghetti alle vongole. È difficile che detesti un piatto ma
sicuramente non vado pazzo per il pesce crudo.
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano?
Appunto i colori tenui tendenti al grigio del pesce crudo.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare
fermo a scrivere?
Mi piace succhiare delle piccole caramelle all’anice che faccio venire
direttamente dalla Francia. L’anice dell’Abbazia di Flavigny è il più delicato
al mondo, è il mio piccolo vizio. Almeno è più gustoso e salutare delle
sigarette.
Scrive mai in cucina?
Raramente, ma capita.
Altrimenti dove ama scrivere? e a
che ora le viene più naturale?
Quando la vena creativa si accende cerco di immortalarla su un pezzo di
carta o sul cellulare. Prendo appunti ovunque e a qualsiasi ora.
Si compra cibo pronto ( tramezzini,
pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
NO, la pausa pranzo è sempre sacra. Mi aiuta a pensare e a focalizzare le
idee della storia che sto scrivendo.
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce? Salato, il dolce preferisco gustarmelo alla fine
del lavoro. Come premio.
Ha un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Una volta, mentre preparavo un filetto al pepe verde, ho esagerato nella
fase di flambé. Una fiammata mi è sfuggita incenerendo una bella stampa bretone
che decorava la cappa fumaria.
Lei è uno scrittore di narrativa quando esce a cena con i suoi
figli, o amici che tipo di locale
preferisce? Oppure per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale?
Sono un curioso di natura e un vero gemelli. È nel DNA del mio segno
zodiacale annoiarsi facilmente. Cambio sempre. Cerco posti nuovi. Per
festeggiare non manco mai di ordinare un buon vino rosso e un dolce al cioccolato.
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Penso che un aperitivo, senza esagerare, sia
ideale in certe occasioni.
Tende a fare un aperitivo con due
olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Il pasto completo mi sembra troppo.
Ha mai usato il cibo in qualche
storia?
Certo, è un ingrediente fondamentale per entrare nel vivo delle suggestioni
che un luogo è capace di regalare.
Ad esempio in “LA
RAGAZZA DEL FARO” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Feste, banchetti, tradizioni bretoni. Ci sono molti aspetti legati al cibo.
Il cibo è mai protagonista?
No, ma in certe situazioni può diventare determinante nell’influenzare
l’evoluzione degli eventi.
“LA RAGAZZA DEL FARO” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Al mio preferito: spaghetti alle vongole. Sia perché la Bretagna, dove è
ambientato il romanzo, è famosa per i suoi crostacei e molluschi e sia perché
anche questa storia, come il piatto in questione, racchiude sapori e colori che
vanno assaporati lentamente e che sono capaci di regalarci emozioni profonde.
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Più che una ricetta vi svelerò alcuni segreti che uso quando cucino
spaghetti alle vongole. Essendo il mio piatto preferito mi sono specializzato e
a detta di tutti i miei amici sono riuscito a raggiungere un ottimo risultato.
SEGRETI PER SPAGHETTI ALLE VONGOLE
Il piatto sembra banale, ma pochi lo sanno fare davvero bene. Il rischio
più grande è che il condimento scivoli via dagli spaghetti. Per evitare questo
e creare un bel sughetto denso e appetitoso procedete così: prendete un tegame
bello largo, e lo mettete sul fuoco ma non lo accendete. Poi ci mettete
l’aglio, schiacciato, un pezzetto di peperoncino, un bel bicchiere da cucina e
fate metà acqua e metà vino e un po’ di olio. A tutto questo aggiungete un
cucchiaio di farina, mescolate bene e accendete il fuoco. Quando vedete che
l’aglio e il peperoncino cominciano a ballare, aggiungete le vongole.
Quale complimento le piace di più
come cuoco?
Sai cucinare in modo leggero e gustoso.
E come scrittore?
Mi hai emozionato.
Che frase tratta dalla sua opera o
dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua
cucina?’
“per aspera ad astra”
Grazie per la sua disponibilità
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