lunedì 27 gennaio 2014

Carne Innocente, di Laura Costantini e Loredana Falcone, Historica ed.2012


Carne Innocente
Di Laura Costantini e Loredana Falcone
Historica Edizioni, 2012
Oggi, nel giorno della Memoria, voglio proporvi questo romanzo che sfiora la tragedia ebraica solo in parte, ma comunque ne fa il  centro della storia. L'ho comprato mesi indietro, poi siccome tutti pretendono vere recensioni, e mi hanno anche attaccato ho smesso di pubblicarle. Oggi però questo libro cade  a proposito e spero che le autrici siano clementi con chi non è del mestiere. Non sono un critico letterario, ho solo intuito e cuore, questa quindi non è una recensione. Sono impressioni mie e premetto che non amo i gialli, e tutto il contorno. 
Roma, ottobre 1943. Elide Manenti, prostituta che ha appena ucciso un capitano delle SS, durante il rastrellamento del ghetto viene scambiata per un'ebrea e catturata dai tedeschi. Nel viaggio per Auschwitz decide di non svelare la sua identità e di aiutare Ester Zarfati, una giovane donna ebrea. Mentre a Elide si svela l'orrore dell'arrivo ad Auschwitz, nella Roma di oggi arriva Rachel Vaganov. Americana, ebrea e di origini italiane, Rachel ha condiviso con il giornalista Nemo Rossini una notte brava a Las Vegas e decide di invitarlo a cena. Il giornalista del "Tevere" però l'attende invano in una sera di agosto. Rachel sparisce nel nulla e solo dopo qualche giorno, grazie alle insistenze di Nemo Rossini, il maresciallo luogotenente Quirino Vergassola dà il via alle ricerche. Il suo corpo viene trovato nella pineta di Fregene: Rachel è stata strangolata. Le indagini rivelano che era a Roma per parlare con Paolo Frazzi, titolare di un negozio di tessuti in centro. Qual era il vero motivo del colloquio e perché Rachel era in possesso di una vecchia foto di Ester Zarfati insieme al marito e al figlio?


Come dal riassunto e per mia fortuna in questo libro abbiamo due storie parallele,  complementari seppure un po’ sbilanciate. Io sono stata conquistata e avrei approfondito molto di più la vicenda di Ester ed Elide, prima due sconosciute, due mondi uniti da un destino subito per l’ebrea Ester e autoimposto per Elide,  deportate nel 1943.  Amiche per disperazione, anzi angeli protettori a vicenda, donatrici di forza differente ( Un romanzo nel romanzo solo abbozzato purtroppo). La scrittura, più intima e sofisticata di queste parti, mi è piaciuta molto. Fa venire la voglia di sgridare le autrici e dire perché non svilupparle di più? Perché lasciare a poche righe di contorno quello che avrebbe potuto essere un capolavoro? Ma la risposta è chiara:  forse le autrici volevano scrivere un giallo, e far vivere una nuova avventura ai loro beniamini Nemo e Quirino. Infatti la parte corposa e ricca di personaggi è quella moderna dell’indagine. Un racconto, viva la faccia, semplice, intessuto di famigliarità,  condotto con “parlati” molto verosimili, colloquiali, romaneschi. Certo non un rompicapo, ma una storia con molti depistaggi, forse un po’ ingenua, ma gradevole.  Il cui  finale lascia spazio a un eccessivo, quasi irreale,  senso di colpa autodistruttivo. Insomma un giallo con i pregi della luce romana, l’altezza di una amicizia  da sviscerare,  complesso ma senza pretese  di grandiosità, anzi umano e casalingo,  velato solo da una serie di motivazioni un po’ forzate a uso e consumo del finale con colpevole inaspettato. Un libro che nasconde, nella sua binarietà, due anime ben distinguibili. Quasi una lotta tra sensibilità, voglia di scavare, e pura esposizione dei fatti. Magari interamente voluto, così separato nella profondità di scrittura e nei valori. Comunque da leggere in una giornata come questa.

4 commenti:

  1. è un gran bel libro, come tutti quelli che scrivono la Costantini & la Falcone. :) e tu fai delle rece da urlo!

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  2. Intanto faccio pubblica ammenda per essermi lasciata sfuggire queste impressioni di lettura. Mi sembra di aver capito che in generale il libro ti sia piaciuto. Concordo con te che la storia di Elide ed Ester avrebbe avuto bisogno di più ampio respiro, di un romanzo a parte se vogliamo dirla tutta. E in realtà quando ci venne in mente avrebbe dovuto essere così. Poi, quando si è trattato di dare un seguito alle storie della coppia di investigatori, ci è venuta l'idea di creare un intreccio tra passato e presente e abbiamo ripescato dal cassetto le due donne. Forse è stato un errore, forse no dato che, come anche tu hai sottolineato, la parte più toccante del libro è proprio quella che si rifà al passato. In quanto alla semplicità del nostro giallo, non abbiamo mai avuto la pretesa di essere maestre del genere. Alla fine il "giallo" è stata una nuova strada per giungere lì dove ci piace arrivare: a una bella storia. E ritengo che sia Fiume Pagano che Carne Innocente siano delle belle storie. Con dei limiti, è ovvio, ma ci si può sempre migliorare.
    Buone cose.
    Loredana Falcone

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