martedì 5 maggio 2015
venerdì 1 maggio 2015
DARKSIDE, romanzo sci-fi romantico, di Alessandra Gaggioli AKA Federica Gnomo, Amarganta edizioni, maggio 2015
Cari amici è in uscita e già prenotabile con sconto del 20% il romanzo DARKSIDE.
Genere romantico/dark/fantascienza (come ambientazione), insomma una storia d'amore proibito che si svolge sopra una astronave tra le stelle.
Questi sono i personaggi:
martedì 28 aprile 2015
IN CUCINA CON LO SCRITTORE Fabio Davì, Alla ricerca dell'arma ancestrale: la falce di Saturno, Booksprint 2015
Interviste culinarie di Federica Gnomo Twins
Oggi salutiamo e ringraziamo
l‘autore Fabio Davì , “ Alla ricerca
dell’arma ancestrale: la falce di Saturno” casa editrice Booksprint, anno 2015, per averci aperto la porta della sua cucina.
Un terrificante scontro si era svolto
sull'Olimpo, Zeus con i suoi fratelli contro Ade fratello e despota, solo per
evitare che quest'ultimo si impossessasse dell'arma ancestrale: la falce di
Saturno, uno strumento potentissimo senza eguale. Il terribile scontro causò la
scomparsa dell'arma, risucchiata all'interno di un buco nero, e precipitata
come una cometa in un mondo lontano, oltre il tempo e lo spazio. Nel regno di
Hanthetris un uomo oscuro di nome Rasputin, ne brama il potere, ad ostacolarlo
ci sarà un giovane, che dovrà impedire la sua ascesa. Halui, un ragazzo di 15
anni predestinato a scontrarsi con il terribile Tiranno circondato da bestie e feroci
guerrieri, dovrà affrontare prove durissime, incontrare sacerdotesse
appartenenti ad un'antica congrega quasi estinta, si scontrerà con L'Amie,
Golem, mostri di sabbia, ma nel suo viaggio sarà affiancato da Florence la sua
migliore amica e dalla vestale consanguinea incontrata lungo il tragitto. Sarà
sufficiente trovare l'arma, per evitare che il nemico adempia al suo scopo?
Possibile acquistarlo presso i seguenti negozi:
http://www.booksprintedizioni.it/libro/fantasy/alla-ricerca-dell-arma-ancestrale-la-falce-di-saturno
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Certo, amo il
cibo, soprattutto quello genuino, quello che contiene pochi grassi e ricco di
fibre.
Cucinare per me
significa rilassarmi e sbizzarrirmi, come quando dipingo, apposto di usare i
colori uso gli ingredienti, in questo modo nascono piatti multicolore.
Lo fa per dovere o per piacere?
No, lo faccio
per piacere, quando ho del tempo mi diletto ben volentieri. Di solito la regina
della cucina è mia madre, alcune volte mi
lascia il campo libero e mi sbizzarrisco.
Invita spesso amici a casa o è ospite di altri?
Ĕ raro che
inviti amici, e quando lo faccio è un vero divertimento, non è di mia abitudine
mangiare da amici, preferisco che siano loro a venire a mangiare da me in
quelle poche volte, poiché io sono impegnato, altrettanto loro.
Ha mai conquistato una donna cucinando?
No, in quanto
single, mi piacerebbe farlo, chissà in futuro…
Vivrebbe con una compagna che
non sa mettere mani ai fornelli?
La mia risposta
è Sì, in questo modo sarei io il re dei fornelli, e farei gustare dei piatti
succulenti alla persona che mi starebbe accanto.
Quando ha scoperto questa sua passione?
Se parliamo del
cucinare, la passione mi è nata col tempo, vedendo mia madre cucinare, e i
programmi a tema, ho iniziato a sperimentare, prima con l’aiuto di mia madre,
poi da solo, adesso per alcuni piatti sono io a dare consigli a mia madre, ed è
un qualcosa di appagante.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
La prima volta che ho iniziato a muovere i primi passi in cucina, si trattava di preparare la cena utilizzando del semplice filetto di pesce persico, allora frugando in frigo, ho preso alcuni ingredienti a me utili, e ho iniziato a cucinare il pesce; appena terminata la cena, la mia famiglia mi fece i complimenti, e quando ripropongo quel piatto, anche se il loro palato ormai è abituato, nascono sempre i complimenti.
La prima volta che ho iniziato a muovere i primi passi in cucina, si trattava di preparare la cena utilizzando del semplice filetto di pesce persico, allora frugando in frigo, ho preso alcuni ingredienti a me utili, e ho iniziato a cucinare il pesce; appena terminata la cena, la mia famiglia mi fece i complimenti, e quando ripropongo quel piatto, anche se il loro palato ormai è abituato, nascono sempre i complimenti.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Come ogni
persona, anche io ho un piatto che adoro, la pasta col pesce spada e melanzana,
lo adoro, lo mangerei ogni giorno, ma per le troppe calorie, mi devo
equilibrare.
Il piatto che
odio, che neppure se venisse la mia cantante preferita a dirmi di mangiarlo, lo
farei, si tratta della pasta con la lattuga e i sui simili, la consistenza mi
ripugna, è più forte di me, non ci riesco.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Non ho un colore che mi
fa ribrezzo in cucina, forse per l’aspetto la trasparenza della cipolla cotta,
ogni qualvolta la vedo l' accantono, anche se il suo gusto nei piatti, mi piace.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo?
Prende caffè? O tè, una bibita speciale che la fa stare concentrato a scrivere?
No, non ho un
rito scaramantico, quando scrivo, di solito a quanto so, gli scrittori si
muniscono di grosse tazze di caffè, ma poiché non ne bevo, io mi munisco o di
semplice acqua, più che altro per dissetarmi o succo di frutta.
Per la mia
concentrazione non trovo necessarie altre bevande.
Scrive mai in cucina?
No.
Allora dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Il posto che amo
è la mia stanza, la pace e il silenzio ne fanno sovrana, poi in cucina ci sono
sempre le distrazioni, causate dai componenti della mia famiglia e dalla TV.
Le ore migliori
sono quelle pomeridiane o quelle serali, col buio e la sola luce del monitor,
la concentrazione è maggiore.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche
quando è molto preso dalla scrittura?
Solo in casi sporadici,
ma di solito mangio cibo cucinato in casa.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Dolce, per gli
zuccheri, chi scrive perde energia mentale, per via della concentrazione, e
sentendola come un’esigenza mangio qualcosa di dolce.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Si! Poiché utilizzo
molto la pasta integrale e i suoi derivati, un pomeriggio vedendo la ricetta di
una crostata fatta da confettura di marmellata e da farina integrale, la
preparai, non dicendo nulla dei componenti, la feci assaggiare a mio fratello,
appena quest’ultimo venne a conoscenza
dell’utilizzo del tipo di farina, non ci voleva credere, era buonissima e
genuina.
Lei è uno scrittore di narrativa e fantasy quando esce a
cena con gli amici che le piace mangiare?
Be, quando esco con gli
amici, anche se raramente, preferisco le pizzerie, la pizza è l’unica pietanza,
che anche se sono fissato nel mangiare
integrale non eviterei mai al mondo.
Oppure per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale?
La stessa risposta di
sopra.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli
ascoltatori intervenuti?
Più che buffet, lo
definirei rinfresco, è un modo per i presenti e per me di inaugurare l’uscita del
mio libro.
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un
pasto completo?
Non proprio olive, ma
patatine, biscotti e roll di crema, bibite e non deve mancare lo spumante e il
fragolino che adoro.
Ha mai usato il cibo in qualche storia?
All’interno del mio
romanzo, ci sono parti dove i protagonisti fanno colazione, pranzano o cenano,
ma le pietanze sono quelle conosciute da tutti noi, nel primo romanzo che poi
ho accantonato, avevo utilizzato pietanze diverse da quelle conosciute da noi
italiani, mi ero procurato un libro, e avevo preso in considerazione il cibo
Egiziano del tempo dei faraoni.
Ad esempio in “Alla ricerca dell’arma ancestrale: la falce
di Saturno” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Si, ma in brevi passi
del romanzo.
Il cibo è mai co-protagonista?
No.
“Alla ricerca dell’arma
ancestrale:la falce di Saturno” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Ad un piatto di Ratatouille,
per i colori. Racchiuso nella semplicità c’è la genuinità.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta speciale? Quella
che le riesce meglio?
Pasta integrale, con
pescespada,radicchio, pinoli ,uvetta e sugo
Ingredienti per due persone:
160 gr di pasta integrali “ io preferisco i fusilli ”
200 gr di pesce spada
200 gr di radicchio
10 gr di pinoli
15 gr di uvetta ammollata
uno spicchio di aglio
200 gr di passata di pomodoro
160 gr di pasta integrali “ io preferisco i fusilli ”
200 gr di pesce spada
200 gr di radicchio
10 gr di pinoli
15 gr di uvetta ammollata
uno spicchio di aglio
200 gr di passata di pomodoro
un goccio di vino bianco ( io preferisco rosso)
olio e.v.o.
prezzemolo fresco
sale e peperoncino q.b.
olio e.v.o.
prezzemolo fresco
sale e peperoncino q.b.
Zucchero q.b.
Mettere a bollire l'acqua per la pasta.
Nel frattempo lavare il pesce spada, asciugarlo delicatamente e tagliarlo a dadini.
Lavare il radicchio, tagliarlo a pezzetti e farlo appassire in una padella con uno spicchio d'aglio.
Dopo qualche minuto quindi aggiungere il pesce spada e continuare la cottura per altri 4/5 minuti.
Sfumare con un goccio di vino bianco e proseguire la cottura a fuoco basso per qualche altro minuto.
Nel frattempo lavare il pesce spada, asciugarlo delicatamente e tagliarlo a dadini.
Lavare il radicchio, tagliarlo a pezzetti e farlo appassire in una padella con uno spicchio d'aglio.
Dopo qualche minuto quindi aggiungere il pesce spada e continuare la cottura per altri 4/5 minuti.
Sfumare con un goccio di vino bianco e proseguire la cottura a fuoco basso per qualche altro minuto.
Aggiungere la passata di pomodoro, fare cuocere
il tutto per un 20 minuti.
Spegnere la fiamma ed aggiungere i pinoli, l'uvetta, regolare di sale ed aggiungere a piacere un pizzico di peperoncino.
Mescolare delicatamente.
Una volta pronta la pasta scolatela al dente passatela nella padella con la verdura ed il pesce, aggiungere un goccio di olio e.v.o. a crudo, impiattare e servire subito con una spolverata di prezzemolo tritato fresco.
Spegnere la fiamma ed aggiungere i pinoli, l'uvetta, regolare di sale ed aggiungere a piacere un pizzico di peperoncino.
Mescolare delicatamente.
Una volta pronta la pasta scolatela al dente passatela nella padella con la verdura ed il pesce, aggiungere un goccio di olio e.v.o. a crudo, impiattare e servire subito con una spolverata di prezzemolo tritato fresco.
Quale complimento le piace di più come cuoco?
Il complimento che mi piace anche se semplice è “
Bravo”
E come scrittore?
Come scrittore, invece: “ sai scrivere, e farai
strada, da tenerti in considerazione”
Che frase tratta dalla sua opera
o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla
sua cucina?
Non si deve smettere
mai di sognare, in quanto fonte inestinguibile di pace e di prospettive.
Grazie
per la sua disponibilità
Grazie a lei, è stato
un vero piacere.
Vuoi sapere di più su Fabio Davì?:
Biografia
Nato il 26 Febbraio 1984 a Partinico provincia di Palermo, consegue il diploma professionale in “ Tecnico della moda e del costume ” nell’anno 2005.
Dal 2002 al 2005 ha lavorato come aiutante cameraman presso due fotografi, l’anno successivo consegue l’attestato in “ Addetto alle tecniche artigianali tradizionali applicate al capo sartoriale” nello stesso anno consegue i seguenti attestati professionali in “ Receptionist d’albergo, Office Operator e Inglese di livello base ”.
Nel 2006 si scrive presso l’Accademia di belle arti di Palermo indirizzo Decorazione, durante gli anni di studio partecipa a diverse mostre d’arte, la prima nel 2010 dal titolo: “ 20 autori 30 immagini per Liberty office ” sede di Palermo, nello stesso anno mostra dal titolo: “ Cappuccetto rosso veste il Kimono ” prima a Palermo poi spostata a Tokio, alla fine del 2010 mostra dal titolo “ La scienza e l’immaginario ” presso l’istituto di ricerca CNR Consiglio Nazionale delle ricerche ivi Campobello di Mazzara Trapani.
Dal 2008 al 2011 ha lavorato come decoratore di carretti siciliani presso una bottega di un maestro d’arte.
Nel 2011 mostra dal titolo: “ Palermo scienza - Esperienza insegna ” presso l’università del capoluogo siciliano.
Nel 2012 realizza sotto richiesta del comandante di vigilanza Europol, il murales dello stemma Araldico del medesimo istituto.
Il 4 Ottobre 2012 si laurea presso L’accademia di belle arti di Palermo in : “ Arti visive e discipline dello spettacolo ind. Decorazione ” voto finale 110 e lode.
Poiché ha sempre avuto una fervida immaginazione, decide di mettere su carta il suo primo progetto editoriale, così dopo un anno e mezzo conclude la stesura del suo primo manoscritto di genere Fantasy dal titolo “ Alla ricerca dell’arma ancestrale: la falce di Saturno ” impegnandosi nella realizzazione dei disegni interni e della grafica della copertina.
Vive con la sua famiglia e le sue sorelle nel paese natio.
mercoledì 22 aprile 2015
Le letture di Bebolino: Crisalide Rosa di Cristiana Pivari, Absolutely Free Editore
Ho letto il romanzo di Cristiana Pivari, "Crisalida Rosa", Absolutely Free Editore, portandomelo dietro
nei tanti giri giornalieri. Ha un formato agevole che ho trovato molto
interessante da tirare fuori dalla tasca e leggere durante le attese. Tanti piccoli
capitoli autoconclusivi che ci danno l’idea
di come pensi e viva la protagonista.
Una donna moderna, Silvia, anche bella, non la solita brutta
sfigata, alla ricerca di una dimensione che le dia felicità, una felicità che forse
teme e che non sia mera contentezza ma serenità e libertà ( tanto che affianca alle pagine del romanzo anche un
racconto fiabesco molto esplicativo). Silvia è single, vive con il
cane Pablo, adorabile, in un bell’appartamento dei suoi genitori, ma vuole
pagare un affitto simbolico perché è una tipa indipendente e vuole essere
libera di criticare lo spezzatino con polenta dei suoi genitori, o svignarsela
per le feste. Ha un rapporto divertente con la sua portinaia Nicolina che sarà
una specie di fata madrina perché … non ve lo dico.
La trama è costruita intorno a una serie riflessioni su se stessa, come le ha raccomandato di fare
la sua psicanalista tenendo un taccuino, e sul suo rapporto con gli altri, la
sua compagna di lavoro e soprattutto i suoi amici uomini (tipi anche strani,
tanto che lo Strano Giovane è presente anche nel racconto fiabesco quindi la stranezza maschile la colpisce sempre), una lunga
serie di uomini in verità, Stefano,Adriano, Roberto, Ettore, Michele, Fabrizio …
tutti molto veri e amari con i loro
difetti e sotterfugi. Taluni anche affascinanti, semplici e inaspettati.
Lo stile fatto di
frasi brevi come piace a me è molto diretto, colloquiale, e non stanca anche perché
il romanzo è ricco di frasi vivide e analisi comiche. Il finale da brava scrittrice/ lettrice lo avevo
intuito appena "ha bussato alla porta", e sinceramente ho fatto il tifo fino alla fine per il tipo di
principe azzurro che Cristiana Pivari ha scelto per
la sua protagonista.
http://www.amazon.it/Crisalide-rosa-Cristiana-Pivari/dp/8897057179
http://www.amazon.it/Crisalide-rosa-Cristiana-Pivari/dp/8897057179
domenica 19 aprile 2015
A LETTO CON LA SCRITTRICE Laura Buizza, Il quarantacinquesimo parallelo,Marco serra Tarantola Editore,2014
1
Laura Buizza, Il quarantacinquesimo
parallelo
editore: marco serra tarantola
anno di pubblicazione: 2014
prezzo: € 18
pagine: 308
genere: thriller
isbn: 978 88 6777 080 9
link per l’acquisto dell’opera:
http://www.ibs.it/code/9788867770809/buizza-laura/quarantacinquesimo-parallelo.html
Stasera facciamo irruzione nella camera da letto della scrittrice Laura Buizza.
Per
prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a letto tardi, o
presto?
si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Dormire
mi piace. Ancora di più, amo sognare. Sogno a colori. La mattina appena sveglia
mi sforzo di ricordare i sogni, a volte mi rincorrono persino durante la
giornata. Altre volte, si sbriciolano non appena metto il piede fuori dal
letto. Il piede destro è sempre quello che appoggio per primo. Se non dovessi
lavorare, non credo cambierei le mie abitudini: andrei a letto e mi sveglierei
all’incirca alla stessa ora. Se vivessi al mare, le muterei. Mi sveglierei
all’alba. Non mi lascerei scappare nemmeno un’alba. Godere le prime luci del
giorno in riva al mare è un’esperienza fragorosa per l’anima, seppure nel
silenzio di quei primi attimi
Che
tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nuda, anche in inverno, o comunque
con poche cose addosso o ben coperta? Ci descrive il suo pigiama preferito o
camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non
ha indossato?
In
inverno mi attorciglio sotto un caldo piumone e i miei pigiami invernali non
sono troppo pesanti. In morbido cotone,
per lo più. In estate, non mi dispiace dormire sotto un fresco lenzuolo, avvolta
in maglietta e shorts. La mia camicia da notte preferita è tutt’altro che
seria: bianca, ha un largo scollo e Alice raffigurata per intero. L’Alice che
vive nel Paese delle Meraviglie, nelle sembianze di un cartone animato.
Potendo
avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace
un letto singolo o matrimoniale?
Un bel letto matrimoniale, in ferro battuto,
romantico. Decisamente in coppia. Non mi piace occupare da sola lo spazio della
notte. Ho bisogno, invece, di avere un angolo tutto mio in cui scrivere. Sapere
che qualcuno mi osserva mentre scrivo, frena la mia immaginazione e mi
deconcentra.
Cosa
fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare
la tv, stare al portatile con gli amici,
mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Prima
di dormire generalmente leggo. Mi piace il momento in cui mi infilo sotto le
coperte, accendo l’abat-jour e prendo il libro dal comodino.
Comodino
piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Non
è gigantesco. Credo sia grande quanto basta per tenerci l’abat-jour, il libro
che leggo prima di addormentarmi, la sveglia, alcune boccette di profumo di
fogge e colori diversi.
Le
capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive
perché ha un’idea, si rilassa leggendo e
riprende a dormire, o cosa?
Generalmente,
se mi alzo di notte, lo faccio perché
proprio fatico a riprendere sonno. Allora vado in salotto, mi siedo sul
divano, accendo la lampada e scrivo. Oppure leggo. Può capitare che legga
interi capitoli nel cuore della notte.
Le
capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori?
Ricorda i sogni?
Sogno spesso e ogni volta a colori. Sono
sogni intensi, dai colori accesi. Non ho incubi ricorrenti, e nemmeno sogni
ricorrenti. Ogni volta è una storia diversa. Incomprensibile. Mi arrabbio
quando il mio sogno viene interrotto dal suono della sveglia. Che bello invece
quando posso lasciar scorrere il mio sogno ancora per un po’ nella mente, prima di alzarmi! A volte, capita di
non ricordarmi dei sogni appena sveglia. Succede però che me ne ricordi durante
il corso della giornata. Una sensazione sempre piacevole.
Ha
mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
Non
mi è mai capitato. Peccato. Mi succede invece di non riuscire a prendere sonno
perché sono impaziente di mettere nero su bianco alcune idee. E allora devo
alzarmi, altrimenti non c’è verso di riuscire a riprendere il sonno.
Come
è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Era una giornata piovosa, di quelle che
ti mettono addosso l’umidità dei ricordi. Nella camera dell’appartamento di
montagna rintronava l’eco di un temporale estivo. D’un tratto, la luce svanì.
Accesi una candela, presi un quaderno e una penna e la mia immaginazione mi
portò in una città popolata di leggende, nascondigli segreti, luci e ombre:
Torino, dove si dice vi sia una città nella città. Il mio spirito avventuroso
iniziò a dettarmi il resto della storia.
Lo
consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che
reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine,
continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le
hanno detto i suoi fan?
Sorrido.
Penso al lettore che mi ha detto che il
mio romanzo destabilizza gli equilibri familiari, rimarcando il fatto che non
riusciva a staccarsi dalla storia e a svolgere le abituali faccende domestiche.
Le sue parole mi hanno davvero divertita. So che molti lettori hanno fatto le
ore piccole sul mio libro. Lo consiglierei, certamente. È a cavallo tra un
thriller e un noir, la tensione si respira un po’ ovunque, a volte si dissolve
lasciando spazio alle passioni dei protagonisti o alle descrizioni dei luoghi.
Ma, si sa, un buon thriller non deve far addormentare dopo poche pagine…
Al
risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa
o al bar?
Alla colazione non so rinunciare. Appena
sveglia mi preparo una tazza di latte. Mi piace berlo in una tazzona rossa a
pois bianchi, acquistata anni fa in Francia, durante un itinerario tra i
castelli della Loira. Mi ricorda quel viaggio. Aprire la credenza e trovarvi
oggetti acquistati qua e là mi investe, ogni volta, di profumi, sospiri,
emozioni.
Poi, fette biscottate con la marmellata
o biscotti, dipende cosa c’è nella dispensa. Preferisco la colazione fatta in
casa, seduta al tavolo della cucina, con la televisione che sussurra le notizie
del telegiornale.
Mi
regalerebbe una frase del suo romanzo
per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Certamente. Le lascio
l’incipit del romanzo. Una mattina come
tante per la protagonista, all’oscuro del destino che l’attende:
“Come tutte le mattine da due settimane a
questa parte, prima di fare colazione, si infilava un paio di ciabatte, indossava
una vestaglia color crema e scendeva le scale di corsa, senza prendere
l’ascensore, poiché il tempo perso nell’attesa della chiamata avrebbe
aumentato la sua agitazione. Percorreva il buio atrio d’ingresso, salutando con
un cenno della mano l’anziana portinaia dello stabile, la signora Luisa, e si
fermava davanti alla lunga serie di cassette postali, una per ogni famiglia.
Spiava con un occhio l’interno della sua cassetta e, con la stessa espressione
disincantata di ogni giorno, si ritraeva indietro e apriva la serratura con la
piccola chiave dorata. Il suo sguardo si spegneva man mano che rovistava nella
posta e vi trovava solo volantini pubblicitari”.
E
un breve passo su cui fantasticare:
“Stretta
in un tubino bianco lungo fino al ginocchio, che accentuava la perfezione del
suo fisico marmoreo, aveva la schiena completamente nuda, che avrebbe fatto
perdere la testa a chiunque avesse osato spingere lo sguardo in quella zona
proibita che iniziava dove la schiena finiva. Il bordo della scollatura, in
pizzo bianco, esaltava il decolleté ambrato della donna. In mezzo ai seni, che
si potevano intravedere, ricadeva una goccia di diamante. Aveva i capelli
raccolti in un elegante chignon, che metteva in risalto la nudità del suo collo
vellutato. Sulle labbra, lo stesso rossetto rosso Chanel che indossava in
ufficio”.
Grazie
a lei per questa originale intervista “sopra le righe”!
Grazie a lei
mercoledì 8 aprile 2015
IN CUCINA CON LO SCRITTORE Maurizio Milazzo, autore de "La Pietra di Cesare", Nulla Die, 2014
Interviste culinarie di
Federica Gnomo Twins
Oggi salutiamo e ringraziamo l’autore Maurizio
Milazzo per averci aperto la porta della sua cucina.
“La pietra di Cesare” è il secondo romanzo di Maurizio Milazzo pubblicato,
nel 2014, per la casa editrice siciliana indipendente Nulla Die. Si tratta del
secondo episodio della narrazione della vita avventurosa dell’uomo comune “Nicola
Enaldi”. Il romanzo, scritto in forma brillante, è un romanzo
giallo/storico/fantascientifico con tratti d fantapolitica (forse non troppo
“fanta”).
In questo episodio, Nicola Enaldi è un giovane sviluppatore
impiegato in una software house romana; bloccato nel traffico, decide di fare
una passeggiata ai Fori Imperiali e qui si addormenta. Lo sveglia Aulo Tiberio
Manlio, centurione della Nona Legio Hispana, che lo salva da un borseggio. Come
un novello Olandese Volante, Aulo bracca da duemila anni Sesto Nasone, ultimo
sopravvissuto fra i congiurati contro Giulio Cesare. Nicola, mettendo a
repentaglio il suo lavoro, aiuterà l'uomo nell'impresa. Il corso dell'azione
svelerà che il malvagio Sesto Nasone, grazie ai poteri della Pietra di Giove
proveniente da Stonehenge, si cela nella Roma del XXI secolo sotto le spoglie
di un uomo politico. Con l'aiuto di amici e colleghi Nicola riuscirà a
scompigliare le trame del malvagio Nasone, permettendo al centurione di conseguire
la sua vendetta.
Per acquistarlo on-line : https://nulladie.wordpress.com/2014/06/12/la-pietra-di-cesare/
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare?
È uno dei piaceri della vita! Si, mi piace mangiare bene e anche cucinare.
Lo fa per dovere o per piacere?
È sempre un piacere cucinare, è un’attività creativa, la stessa pietanza
non si cucina mai allo stesso modo…anche per mancanza d’ingredienti (…ecco cosa
dovevo fare…la spesa!).
Invita spesso amici a casa o è ospite
di altri?
Invito spesso gli amici a casa e sono loro ospite a mia volta; ma con gli
amici si sta più spesso a casa mia, perché ospito anche un gatto e un coniglio
che non possono sempre essere lasciati soli.
Ha mai conquistato una donna cucinando?
No, non ne ho avuto il tempo, mi son sposato a 23 anni e dopo due anni e
mezzo di non fidanzamento (si poiché la non fidanzata che è diventata mia
moglie, alla domanda “ci mettiamo insieme” mi ha sempre risposto di no)
Vivrebbe con una compagna che non sa
mettere mani ai fornelli?
Non credo che ci riuscirei, la cucina è passione e se non si condividono le
passioni è difficile andare avanti.
Quando ha scoperto questa sua
passione?
Dopo il matrimonio quando abbiamo cominciato a preparare le cene per gli
amici, essendoci sposati giovani, la nostra casa è diventata il punto di
riferimento della comitiva, e ancora lo è per amici, figli e amici dei
figli…questa casa è un albergo!
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo?
Tornando con la memoria a quando ero bambino, ricordo le orecchiette e
la pizza fatta in casa dalla mia nonna materna
pugliese e le brioches con il gelato al pistacchio che mangiavo andando a
trovare la mia nonna paterna in Sicilia e il profumo dei forni di Porto
Empedocle che ho ritrovato solo lì.
Ha un piatto che ama e uno che
detesta?
Ci sono tanti piatti che amo: la pizza ha sempre un posto privilegiato
nelle mie preferenze, ma amo anche i primi a base di pesce o di verdure e i
crauti con speck e bacche di ginepro.
Non c’è un piatto che detesto, ma non amo i piatti composti da troppi
ingredienti
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano?
Non saprei, non mi faccio condizionare dal colore, semmai dall’odore.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale che la fa
stare concentrato a scrivere?
Un rito scaramantico no, porta male. Scherzi a parte, non riesco a mangiare
mentre scrivo, mangiare per me è un piacere, quando mangio mi dedico
esclusivamente al cibo; inoltre, dovendo scrivere in seconda serata, mangiare
sarebbe deleterio; al massimo sorseggio un tè o una tisana.
Scrive mai in cucina?
No, troppe tentazioni (pane e marmellate fatte in casa, tranci di speck…) .
Altrimenti dove ama scrivere? e a
che ora le viene più naturale?
In salone, quando tutti sono andati a letto, il coniglio è chiuso nella sua
recinzione sul terrazzo e il gatto ronfa sul divano, ecco, in quell’inconsueta
quiete domestica cerco di realizzare quanto mi è venuto in mente durante la
giornata.
Si compra cibo pronto (tramezzini, pizza,
snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
No, anche perché non posso dedicare
molto tempo alla scrittura, al massimo due ore, e in quel tempo sono talmente
concentrato che non ho lo stimolo della fame.
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Prima di scrivere il cibo salato, dopo la scrittura cibo dolce;
praticamente antipasto e dolce per inframezzare il pasto letterario.
Carina l’immagine di pasto
letterario!
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci?
O una cosa particolare che le è
accaduta? Una scena che ho
raccontato, esasperandola, nel libro “Strada Facendo”; da studente ho fatto il
barman in un albergo, come lavoro stagionale, non c’erano ancora tutti i tipi
di caffè che ci sono oggi al bar, ma qualche cliente iniziava con le richieste
di caffè personalizzato, macchiato caldo in tazza fredda, ecc. Così quando un
cliente mi faceva una richiesta del genere io cominciavo a chiedergli maggiori
specifiche sul prodotto che mi aveva chiesto (ad es. caffè corto o ristretto?
Normale o decaffeinato, schiumato? Corretto?), così alla fine mi chiedeva solo
un caffè.
Lei è uno scrittore, quando esce a
cena con i suoi figli, o amici che tipo
di locale preferisce? E quando esce con sua moglie?
Quando esco con i figli (ne ho tre) e quindi anche con i rispettivi
fidanzati/fidanzate, preferisco una pizzeria, la pizza piace a tutti e poi è un
luogo molto informale. Quando esco con mia moglie amo i ristoranti con pochi
tavoli, con una calda atmosfera e una cucina che tenda alla qualità piuttosto
che alla quantità, preferibilmente una cucina a base di pesce.
E per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale?
Una parmigiana di pesce spada ma anche una semplice pasta (si fa per dire)
cacio e pepe.
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Quando il posto lo permette sì. Davanti a un buffet si abbattono le
barriere tra scrittore e lettori, si è tutti dalla stessa parte del tavolo ed è
più facile conversare
Tende a fare un aperitivo con due
olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Mi comporto con il cibo allo stesso modo della scrittura, come in una
presentazione non si deve saziare il lettore ma bisogno stuzzicare il suo
appetito letterario, lo stesso vale per il buffet che prevede solo un aperitivo
o dei dolci (dipende dall’orario della presentazione)
Ha mai usato il cibo in qualche
storia?
Sì, i miei personaggi hanno i vizi e le virtù che abbiamo tutti, quindi
qualcuno di loro ama mangiare, dire che in tutti i miei romanzi il cibo è un
co-protagonista.
Ad esempio in “La Pietra di Cesare” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di
cibo?
Certamente! Ci si imbatte spesso in piatti di cucina, in questo caso
particolare, anche nella cucina degli antichi romani. Nel libro si decanta la
porchetta di Ariccia, ma anche il kebab indiano. Nel libro ci sono storie di
vita quindi di cibo.
Il cibo è mai co-protagonista?
“La Pietra di Cesare” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
A quella del polipo affogato, c’è un personaggio, Mara Darelli, che
descrive la ricetta di sua madre, dalla tradizione della cucina napoletana.
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta speciale? Quella che le riesce meglio?
*Marmellata
di Cedro* (1,5 Kg di Cedri
biologici, 1Kg di zucchero integrale di canna, 1 mela biologica)
Lavare i cedri e riporli in un contenitore
immergendoli in acqua; con uno stuzzicadenti forare i cedri in più punti. Lasciarli
immersi per 3-4 giorni avendo la cura di cambiare l’acqua tutte le sere.
Sbucciare i cedri e far bollire le bucce per 3
volte, gettando via, ogni volta, l’acqua di cottura.
Tagliare i cedri, avendo cura di eliminare i semi,
e frullare sia polpa che frutta (potrebbe essere necessario aggiungere un po’
d’acqua a seconda dello strumento utilizzato per l’operazione).
Cuocere, a fuoco bassissimo, quanto avrete
frullato insieme allo zucchero (versatene poco alla volta, mescolando
lentamente); sbucciare la mela, tagliatela a metà per eliminare i semi ed
immergerla nella pentola, serve per addensare la marmellata evitando di
ricorrere alla pectina.
Mentre la marmellata cuoce, lavate accuratamente
barattoli e coperchi e poi immergeteli in una pentola in modo che siano
completamente ricoperti dall’acqua, fateli bollire almeno per 20 minuti.
Quando la marmellata sarà pronta riempite i
barattoli fino all’orlo, dopo averli ben chiusi, capovolgeteli, lasciandoli in
questa posizione per una ventina di minuti, in questo modo uscirà l’aria
residua (un sottovuoto fatto in casa); una volta aperta va conservata in frigo,
ma è un problema che normalmente non si pone ;-) È ottima per realizzare una
crostata fatta col grano saraceno, come condimento di un’arista al forno e
anche a colazione su una fetta di pane integrale.
Grazie
la proverò, sembra versatile e buonissima.
Quale
complimento le piace di più come cuoco?
Il miglior complimento per me è la richiesta della
ricetta.
E come
scrittore?
Quando mi dicono di essere stati catturati dal
libro, di essersi riconosciuti in qualche personaggio, ma soprattutto quando mi
dicono di averlo regalato a un amico o a un’amica.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla
sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua
cucina?
Il Mondo era una pagina bianca, poi siamo arrivati
noi e abbiamo cominciato a tracciare dei segni con un inchiostro indelebile,
alcuni belli, altri brutti. Non c’è modo di cancellare quelli sgradevoli,
possiamo solo migliorarli.
Grazie per la sua disponibilità
L'intervista ti ha incuriosito?
Se vuoi sapere di più sull'autore leggi la sua biografia
Maurizio
Milazzo – Biografia
Nato
a Roma il 12 aprile 1968, dove si è diplomato come perito tecnico industriale
specializzato in informatica. Lavora in Sogei nella gestione applicativa dei
sistemi di pagamento della Pubblica Amministrazione.
Presidente
dell'associazione Promoit Onlus(www.promoit.org),
con la quale persegue progetti di solidarietà. Socio della Free Lance
International Press, ha collaborato con riviste e periodici locali, ha scritto
e condotto programmi radiofonici e programmi televisivi su network locali. Tra le esperienze artistiche c’è anche il
teatro: ha partecipato all’operetta “La pianella perduta nella neve” (1988 -
Teatro dei Servi di Roma).
Trascorre
il tempo libero in campagna o in montagna. Trekking e Sci sono le sue passioni.
Ha
pubblicato la raccolta di racconti “Sogno o son destro? (incubi di un mancino)
” (2009), la raccolta di racconti “Rompete le righe…ma anche i quadretti”(2012),
prima di approdare in Nulla Die, con la quale ha pubblicato i romanzi “Strada
Facendo”(2013) e “La pietra di Cesare” (2014).
lunedì 30 marzo 2015
A LETTO CON LA SCRITTRICE Lucia Guida, autrice de "La casa dal pergolato di glicine"
Questa è un'intervista particolare, diciamo pure intima, a scrittori che gentilmente si prestano a svelare il loro privato.
Stasera facciamo irruzione nella camera da letto di
Lucia Guida, autrice de “La casa dal pergolato di glicine”, Nulla Die, 2013. Il
romanzo è reperibile presso la casa editrice e in tutti gli store online di
libri.
Quarta di copertina de “La casa dal pergolato di
glicine”: “Il glicine ha continuato a fiorire. Ha resistito
alle intemperie e alle tante stagioni di due generazioni ed è ancora qui a
confortarmi con la sua presenza esuberante che mi riporta alla gioia dolente di
un tempo che non c’è più, che non potrà più ritornare. Ne percepisco l’odore
intenso con una pienezza che mi dà quasi alla testa e con delicatezza ne
accarezzo i petali setosi come una volta ho accarezzato il viso ruvido
dell’uomo che mi ha stregata per sempre con un sortilegio di cuore e di testa.”
Una donna alla
ricerca della propria identità, un amore per la vita, storie di amicizia e
affetti che sfidano il tempo e lo spazio nella cornice discreta e complice di
una casa sulla spiaggia, Villa dei Glicini, in cui i destini di Marina, Walter,
Sabina, Attilio si legheranno l’un l’altro per sempre in un’estate memorabile e
lontana che cambierà le loro vite.
1) Per
prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o
studiare andrebbe a letto tardi, o
presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Amo dormire il giusto. Mi spiego: per me è
fondamentale dormire almeno sette ore a notte e se questo non accade o, peggio,
vengo interrotta nel mio riposo, trovo grandi difficoltà a carburare nel modo
migliore il giorno successivo. Volendo e potendo scegliere mi piacerebbe andare
a dormire non più tardi delle 23.00 e svegliarmi dopo le 8.00 ma non sempre è
possibile. In genere la mia sveglia mattutina è alle 6.30 circa, dal momento
che devo essere sul mio posto di lavoro entro le 8.00/8.10 coprendo una
distanza di circa quindici chilometri. No alla sveglia tragica all’alba; no a una sveglia in tarda mattinata.
2) Che
tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nuda, anche in inverno, o comunque
con poche cose addosso o ben coperta? Ci descrive il suo pigiama preferito o
camicia da notte? Si è mai comprata qualcosa che esce dal suo schema e poi non
ha indossato?
In inverno non mi
dispiace indossare un bel pigiama in
cotone pesante sotto un piumino
altrettanto di sostanza. In estate va benissimo un completino mini, top e
culotte, con un semplice lenzuolo di cotone a coprirmi. Mi piace anche la
lingerie notturna di seta, morbida e delicata al tatto. Frusciante.
3) Potendo
avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace
un letto singolo o matrimoniale?
Decisamente molto
meglio un bel letto matrimoniale in cui riposare sia da soli che in compagnia.
Magari ripartendosi equamente la superficie per il tempo del sonno, dopo
coccole e affini. Insieme ma ciascuno nella propria metà del letto, senza
invasioni di campo. In questo mi sento molto Acquario.
4) Cosa
fa prima di dormire, una volta entrata nel letto? (Leggere, scrivere, guardare
la tv, stare al portatile con gli amici,
mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Generalmente leggo o
lavoro. Qualche volta finisco di navigare in internet con il mio laptop. Non mi piace fare colazione a letto o,
peggio, farci pranzo o cena. Mi riporta a quando ero bambina e stavo poco bene
e i miei genitori mi obbligavano a sfebbrare adeguatamente coperta in
situazione di riposo, con la sola consolazione di un piccolo apparecchio TV
che, però, finiva con lo stufarmi
5) Comodino
piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Né piccolo né grande: medio. Ci tengo un
cordless, qualche cremina, la sveglia, un paio di libri, un portafoto con le immagini delle persone
che amo
6) Le capita di alzarsi di notte, completamente
riposata? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa leggendo e riprende a dormire, o cosa?
In realtà non sono molto contenta quando, per
un motivo o l’altro, il ritmo sonno-veglia si
interrompe perché fatico a riaddormentarmi. Mi sforzo di leggere qualche
pagina di un libro, oppure provo a ordinare mentalmente le cose che mi toccherà
affrontare al risveglio. Può capitare che mi assopisca appena prima del trillo
della sveglia e quando capita è una grande seccatura
7) Le
capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori?
Ricorda i sogni?
Quando sogno lo faccio “alla
grande”, con effetti sonori, colori, odori e sensazioni che mi sembrano di vita
reale, vissuta. Mi è capitato di avere incubi ricorrenti, in genere sempre gli
stessi. Mi sveglio e ringrazio il cielo che sia stata una finta: sognare di
arrivare tardi al lavoro, non riuscendo a trovare un mezzo decente per
raggiungerlo, o di non riuscire a fare una telefonata urgente perché la tastiera
del cellulare è diventata di gomma mi lascia sempre un po’ interdetta
8) Ha
mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
Non mi è mai capitato. Mi è
successo, invece, di pensare e ripensare a come fare per sciogliere qualche
nodo narrativo un po’ ostico nel dormiveglia, cercando di prendere sonno. Al
risveglio ho preso meticolosamente nota delle idee che mi erano venute e
qualcuna l’ho anche utilizzata
9) Come
è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Il mio ultimo romanzo edito (che, poi, è anche
il mio romanzo d’esordio!) è nato da un’idea
ballerina e da un ricordo d’infanzia molto tenero legato a un tralcio di
glicine ricevuto da una zia di mia madre. Dalla voglia di narrare una storia di
donne a donne e uomini. A me piacciono le vicende che prendono spunto dalla
vita di tutti i giorni. Non credo sia banale farlo, anzi. Raccontarle aiuta a confrontarsi con
sensibilità altre. Non ricorro effetti
speciali né ho la pretesa di offrire al lettore ricette preconfezionate: non penso
servano a molto, ciascuno è sempre e comunque artefice, nel bene o nel male,
della propria esistenza. Stimolare la riflessione, quello si; evitando,
tuttavia, di “ingabbiare” chi legge in strade senza uscite, in vicoli ciechi.
Io la vedo così.
Quali potrebbero essere le impressioni di chi lo legge? Non saprei. A me piace la scrittura morbida, evocativa. Credo, inoltre, che ciascuno di noi possa leggere un’opera “interpretandola” in base alla sensibilità posseduta. Ci sono lettori che centellinano pian piano le pagine del libro che hanno in lettura e lettori che, invece, preferiscono arrivare al “sodo”. Al nucleo narrativo in fretta. Entrambe queste categorie hanno punti di forza e punti di debolezza. Certo è che un libro per essere compreso ha bisogno di essere letto e riletto almeno un paio di volte, almeno secondo me
Quali potrebbero essere le impressioni di chi lo legge? Non saprei. A me piace la scrittura morbida, evocativa. Credo, inoltre, che ciascuno di noi possa leggere un’opera “interpretandola” in base alla sensibilità posseduta. Ci sono lettori che centellinano pian piano le pagine del libro che hanno in lettura e lettori che, invece, preferiscono arrivare al “sodo”. Al nucleo narrativo in fretta. Entrambe queste categorie hanno punti di forza e punti di debolezza. Certo è che un libro per essere compreso ha bisogno di essere letto e riletto almeno un paio di volte, almeno secondo me
10) Lo
consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che
reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine,
continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le
hanno detto i suoi fans?
Perché no? Sarebbe bello se le cose
che scrivo potessero sortire entrambi gli effetti che mi ha nominato: portare
con dolcezza tra le braccia di Morfeo oppure, al contrario, far tirare l’alba
per vedere come va a finire.
11) Al
risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa
o al bar?
La prima colazione per
me è un ottimo tentativo di “riconciliazione” con la giornata che ho davanti, specie se lavorativa. Al mio caffellatte con qualche biscotto
rinuncio davvero a fatica. Non amo particolarmente far colazione al bar: per me
ha l’unico significato di procrastinare inutilmente il primo piacere della
giornata. Si a una colazione casalinga, intima e senza fretta
12) Mi
regalerebbe una frase del suo romanzo
per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Grazie per avermi
concesso un’intervista così intima.
Certamente. Una frase per ben
principiare che mi rispecchia a tutto tondo, descrivendo la colazione di Marina, protagonista di “Pergolato”:
“Con la punta del cucchiaino
raccolse con golosità gli ultimi granelli di zucchero impregnati di caffè
alla sans façon,
come lo definiva Attilio. Un caffè al latte mite, senza mordente, ma che
tuttavia le dava la carica giusta a dispetto di quella landa desolata, piatta
che era, al momento, la sua esistenza e che con determinazione si accingeva
ancora una volta ad affrontare. Poi, armata di buona volontà, prese carta e
penna per stilare la lista della spesa.
E un altro piccolo passo per addormentarsi sognando, magari, cose piacevoli:
“Si risvegliò a mattina inoltrata
facendo fatica a rientrare dal sogno alla realtà. Tastando il letto con la mano
destra capì che era andato via ma la cosa non le dette eccessivo fastidio.
Restare da sola con se stessa l’avrebbe certamente aiutata a metabolizzare
meglio e con maggior gradualità ciò che era accaduto la sera precedente. Un
brutto sogno con un epilogo felice, le venne da pensare guardando i segni
lasciati dal corpo di Walter accanto a sé. L’impronta della sua testa sul suo
cuscino, un leggero aroma di dopobarba che non era quello di suo marito. Con
voluttà si stiracchiò tra le lenzuola assaporandone la frescura sulla pelle
nuda.”
Grazie
a lei per la disponibilità e la pazienza
Iscriviti a:
Post (Atom)