Gino Centofante
Oggi salutiamo e ringraziamo l’autore Gino Centofante, “Graffi”, Libro Aperto
Edizioni , 2012 per averci aperto la porta della sua cucina.
Buongiorno, prima di cominciare a parlare di cucina, ci vuole dire qualcosa sulla sua opera?
Come presentare
un proprio libro? E’ questa la domanda che subito mi è venuta in mente pensando
ad una possibile presentazione della mia raccolta di poesie “Graffi”. Parlare
di una raccolta di poesie non è mai semplice e può essere ambiguo e labile, ciò
che mi sento di dire per presentarlo è che è frutto di un vissuto fatto di
gioie, dolori, delusioni, nostalgie, eventi inaspettati, che come nuvole al
vento sono passeggeri e si ripresentano sistematicamente proprio quando noi
tutti raggiungiamo un’apparente felicità. È il destino di tutti, di nessuno, di
qualcuno, che ho voluto cristallizzare per non far spazzare come foglie al
vento tanti accadimenti che nella loro natura sono sia belli e fiorenti che
brutti e acri.
Grazie, spero che molti lettori scoprano la bellezza e la profondità della sua poesia.
Ora cominciamo l'intervista.
Ora cominciamo l'intervista.
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene?
E cucinare?
Allora amo
sicuramente mangiar bene, anche se qualche volta mi piace anche mangiare senza
stare troppo attenti, penso che in fondo la vita sia una soltanto e bisogna
godersela a pieno. Cucinare? Mmm diciamo veramente poco, giusto
l’indispensabile per una sopravvivenza.
Lo fa per dovere o per piacere?
Allora quando mi
trovo a cucinare (quelle poche volte) lo faccio sicuramente per dovere, ma in
fondo la cucina è da sempre un mondo che mi affascina devo solo trovare il
tempo per fare pratica e migliorare, sperando che porti i risultati sperati.
Invita
amici o è invitato?
Diciamo entrambi
anche se di più la seconda, nel primo caso succede quando resto solo in casa e
allora invito degli amici per divertirci insieme ai fornelli e passare una
serata alternativa, nel secondo caso sicuramente il menù culinario sarà più
mangiabile e meno arrangiato e sicuramente più gradevole.
Ha
mai conquistato amici o un amore cucinando?
Diciamo che le
mie carte di conquista mirano su altri fronti, provare a conquistare con la
cucina sarebbe un po’ un suicidio in partenza. Forse chissà una successiva
serata in ospedale potrebbe essere galeotta.
Vivrebbe
con una compagna o un compagno che non
sa mettere mani ai fornelli?
Diciamo che
vivrei con una persona a prescindere dalla sua qualità culinarie, però se ha
doti in cucina il suo punteggio di conquista salirebbe abbastanza, anche perché
ripeto ai fornelli non sono molto ferrato.
Quando
ha scoperto questa sua negazione?
Ho scoperto la
mia negazione con mia sorella da bambini quando ci sl diverte a impiastricciare
e a sporcarsi le mani, mentre a lei giocando con la pasta frolla uscivano
sempre delle belle formine a me uscivano sempre dei mostri che potrebbero fare
concorrenza ai cattivi della Disney.
Ci
racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
Secondo episodi
raccontatomi da mia madre, io ho avuto sempre un rapporto conflittuale con il
cibo sin dalla nascita, non volevo ingerire nulla e ogni qualvolta provato a
ingurgitare qualcosa lo rigettavo di getto fuori, per fortuna questo problema
legato alla mia nascita prematura adesso è andato via, e ora più che mai mi
piace mangiare e anche tanto! Il mio primo ricordo è sicuramente legato alle
pappette che a dispetto dei bambini comuni odiavo sopra ogni cosa.
Ha
un piatto che ama e uno che detesta?
Un piatto che
amo è sicuramente la pasta alla carbonara, quello che detesto mmm non ne ho uno
preciso, qualsiasi cosa contenga verdure che siano funghi, melanzane, piselli
ecc… ad eccetto di pomodori, cetrioli, carote.
Un
colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Sicuramente quei
colori scuri e poco appetibili, non ti invogliano proprio ad assaggiarli.
Quando
è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè,
una bibita speciale per stare fermo a scrivere?
No, non ho
nessun rito scaramantico legato al mondo del cibo. Mi piace rilassarmi con una
buona camomilla a volte prima di scrivere, ma non è fonte indispensabile per la
mia creatività.
Scrive
mai in cucina?
Altrimenti
dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Sì è capitato,
diciamo che scrivo un po’ dove capita, non ho un luogo preferito, di solito
scrivo sul letto o seduto di fronte a una scrivania, la sera o anche la
mattina, ma comunque quando l’ispirazione chiama non ci sono orari che
trattengono le mie mani e il mio cervello.
Si
compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto
preso dalla scrittura?
Inizio con il
dire che se sono molto preso dalla scrittura, del cibo non me ne può fregar di
meno, mi metto lì e scrivo fin quando non mi sento sazio e appagato dei miei
pensieri.
Che
tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o
dolce?
Quando scrivo
diciamo che mi è quasi indifferente, però se proprio devo scegliere preferirei
dolce.
Ha
un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che
le è accaduta?
Sì, sì, ne ho
una molto bislacca accaduta sempre insieme a mia sorella, allora un giorno chiedo
a mia sorella se voleva fare le crepes, però lei in quel momento mi dice che
non aveva voglia di preparale, allora io testardo come sono, vado in cucina e
comincio a prepararle, a preparazione finita, metto a scaldare padella
antiaderente, getto il liquido in padella e lascio cuocere per pochi minuti,
risultato del tutto? Una frittata dolce…..Ancora oggi mia sorella a distanza di
anni sì diverte a prendermi in giro e racconta questo aneddoto ai suoi amici.
Però, così ci ha mostrato la sua intraprendenza e
testardaggine, ottime doti per uno scrittore…
Lei
è uno scrittore di poesie ( per ora), quando esce a cena con i suoi amici o la sua famiglia che tipo di locale
preferisce? Oppure per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale?
Io non mi
definisco scrittore innanzitutto, scrivo un po’ di tutto anche se ora la mia
pubblicazione riguarda delle poesie, non mi sento neanche un poeta, sono uno
che prova a dare un senso ai suoi pensieri, un pazzo, un visionario. Un locale
semplice e alla mano, quando esco con la mia famiglia un locale sempre semplice
e che mostra disponibilità. Un aperitivo per tutti, per debellare questo caldo
che ancora ci accompagna.
Ha
mai usato il cibo in qualche storia?
Ad
esempio in “Graffi” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Lei
evoca con il cibo? Il cibo è mai protagonista?
“Graffi” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Diciamo in qualche
racconto sì, velatamente.
Mi piace narrare attraverso il vasto mondo
culinario, il cibo protagonista assoluto no, ma componente secondaria sì.
Graffi, lo legherei a una torta Kinder Paradiso, soffice, gustosa e genuina,
che a ogni morso ti richiama e ti invita ad assaporarne la porzione successiva.
Nelle
sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori
intervenuti?
Tende
a fare un aperitivo con due olive e patatine o ad offrire quasi un pasto
completo?
Sì, un buffet
penso sia il giusto compromesso. Sì, sì, penso risulterebbe più che gradevole.
Sicuramente un aperitivo è l’ideale.
Per
concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Allora una che
mi riesce bene è di un dolce, e precisamente la “Torta tenerella”.
TORTA TENERELLA
Ingredienti:
200 gr. di cioccolato fondente al 55%
100 gr. di burro
100 gr. di zucchero
60 gr. di farina 00
4 uova
1 bustina di vanillina
Procedimento: Far sciogliere il cioccolato in
una ciotola a bagno maria oppure al micronde a bassa potenza. Unire il burro a
pezzi e completare lo scioglimento. Aggiungere poi, le uova, la farina e lo zuccchero.
Versare l’impasto in una teglia da torte possibilmente circolare e far cuocere
a 180 °C per circa 15 min. finché la torta si presenta cotta all’interno ma
nello stesso tempo ancora umida.
Quale
complimento le piace di più come cuoco? E come scrittore?
Come cuoco determinato
e instancabile. Come scrittore sensibile e non banale.
Che
frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore
uscendo dalla sua cucina?
Dalla mia cucina
e dal mio mondo ringrazio te Federica per avermi dato questa splendida possibilità,
ognuno ogni giorno colora i suoi giorni, ci sì impegna, si va avanti, sì resta
delusi e illusi, un giorno tutto fiorisce, sboccia, riprende vigore, il timer
del forno suona e ti riporta alla realtà e ti fa diventare cosciente di una tua
creazione che non può esser apprezzata da tutti ma che comunque sicuramente non
farà rimanere scontento anche il più esigente dei palati.
Grazie
per la sua disponibilità
Intervista divertente sicuramente...e anche sincera! Insomma sarebbe stato facile per l'autore fingersi un cuoco provetto o uno snob culinario tutto presunzione...come del resto sarebbe stato facile nascondersi dietro "l'aristocrazia spocchiosa" di uno scrittore agli esordi (ed esordi da poeta non dimentichiamolo!), invece no il nostro bell'autore è così giovane, cosi genuino e direi così semplice nella sua innata capacità creativa. Bravo davvero!
RispondiEliminaHai ragione è bello, bravo e molto onesto :)
RispondiEliminaGrazie mille Illa, non è proprio da me rivestire panni che non sono miei, preferisco la trasparenza, l'essere vicino alla cose semplici che in un modo o nell'altro ripagano sempre! Attenzione che non vi inviti a cena...:P
RispondiEliminaComplmenti Gino sei stupendo....beci
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