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Laura Buizza, Il quarantacinquesimo
parallelo
editore: marco serra tarantola
anno di pubblicazione: 2014
prezzo: € 18
pagine: 308
genere: thriller
isbn: 978 88 6777 080 9
link per l’acquisto dell’opera:
http://www.ibs.it/code/9788867770809/buizza-laura/quarantacinquesimo-parallelo.html
Stasera facciamo irruzione nella camera da letto della scrittrice Laura Buizza.
Per
prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a letto tardi, o
presto?
si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Dormire
mi piace. Ancora di più, amo sognare. Sogno a colori. La mattina appena sveglia
mi sforzo di ricordare i sogni, a volte mi rincorrono persino durante la
giornata. Altre volte, si sbriciolano non appena metto il piede fuori dal
letto. Il piede destro è sempre quello che appoggio per primo. Se non dovessi
lavorare, non credo cambierei le mie abitudini: andrei a letto e mi sveglierei
all’incirca alla stessa ora. Se vivessi al mare, le muterei. Mi sveglierei
all’alba. Non mi lascerei scappare nemmeno un’alba. Godere le prime luci del
giorno in riva al mare è un’esperienza fragorosa per l’anima, seppure nel
silenzio di quei primi attimi
Che
tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nuda, anche in inverno, o comunque
con poche cose addosso o ben coperta? Ci descrive il suo pigiama preferito o
camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non
ha indossato?
In
inverno mi attorciglio sotto un caldo piumone e i miei pigiami invernali non
sono troppo pesanti. In morbido cotone,
per lo più. In estate, non mi dispiace dormire sotto un fresco lenzuolo, avvolta
in maglietta e shorts. La mia camicia da notte preferita è tutt’altro che
seria: bianca, ha un largo scollo e Alice raffigurata per intero. L’Alice che
vive nel Paese delle Meraviglie, nelle sembianze di un cartone animato.
Potendo
avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace
un letto singolo o matrimoniale?
Un bel letto matrimoniale, in ferro battuto,
romantico. Decisamente in coppia. Non mi piace occupare da sola lo spazio della
notte. Ho bisogno, invece, di avere un angolo tutto mio in cui scrivere. Sapere
che qualcuno mi osserva mentre scrivo, frena la mia immaginazione e mi
deconcentra.
Cosa
fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare
la tv, stare al portatile con gli amici,
mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Prima
di dormire generalmente leggo. Mi piace il momento in cui mi infilo sotto le
coperte, accendo l’abat-jour e prendo il libro dal comodino.
Comodino
piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Non
è gigantesco. Credo sia grande quanto basta per tenerci l’abat-jour, il libro
che leggo prima di addormentarmi, la sveglia, alcune boccette di profumo di
fogge e colori diversi.
Le
capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive
perché ha un’idea, si rilassa leggendo e
riprende a dormire, o cosa?
Generalmente,
se mi alzo di notte, lo faccio perché
proprio fatico a riprendere sonno. Allora vado in salotto, mi siedo sul
divano, accendo la lampada e scrivo. Oppure leggo. Può capitare che legga
interi capitoli nel cuore della notte.
Le
capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori?
Ricorda i sogni?
Sogno spesso e ogni volta a colori. Sono
sogni intensi, dai colori accesi. Non ho incubi ricorrenti, e nemmeno sogni
ricorrenti. Ogni volta è una storia diversa. Incomprensibile. Mi arrabbio
quando il mio sogno viene interrotto dal suono della sveglia. Che bello invece
quando posso lasciar scorrere il mio sogno ancora per un po’ nella mente, prima di alzarmi! A volte, capita di
non ricordarmi dei sogni appena sveglia. Succede però che me ne ricordi durante
il corso della giornata. Una sensazione sempre piacevole.
Ha
mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
Non
mi è mai capitato. Peccato. Mi succede invece di non riuscire a prendere sonno
perché sono impaziente di mettere nero su bianco alcune idee. E allora devo
alzarmi, altrimenti non c’è verso di riuscire a riprendere il sonno.
Come
è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Era una giornata piovosa, di quelle che
ti mettono addosso l’umidità dei ricordi. Nella camera dell’appartamento di
montagna rintronava l’eco di un temporale estivo. D’un tratto, la luce svanì.
Accesi una candela, presi un quaderno e una penna e la mia immaginazione mi
portò in una città popolata di leggende, nascondigli segreti, luci e ombre:
Torino, dove si dice vi sia una città nella città. Il mio spirito avventuroso
iniziò a dettarmi il resto della storia.
Lo
consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che
reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine,
continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le
hanno detto i suoi fan?
Sorrido.
Penso al lettore che mi ha detto che il
mio romanzo destabilizza gli equilibri familiari, rimarcando il fatto che non
riusciva a staccarsi dalla storia e a svolgere le abituali faccende domestiche.
Le sue parole mi hanno davvero divertita. So che molti lettori hanno fatto le
ore piccole sul mio libro. Lo consiglierei, certamente. È a cavallo tra un
thriller e un noir, la tensione si respira un po’ ovunque, a volte si dissolve
lasciando spazio alle passioni dei protagonisti o alle descrizioni dei luoghi.
Ma, si sa, un buon thriller non deve far addormentare dopo poche pagine…
Al
risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa
o al bar?
Alla colazione non so rinunciare. Appena
sveglia mi preparo una tazza di latte. Mi piace berlo in una tazzona rossa a
pois bianchi, acquistata anni fa in Francia, durante un itinerario tra i
castelli della Loira. Mi ricorda quel viaggio. Aprire la credenza e trovarvi
oggetti acquistati qua e là mi investe, ogni volta, di profumi, sospiri,
emozioni.
Poi, fette biscottate con la marmellata
o biscotti, dipende cosa c’è nella dispensa. Preferisco la colazione fatta in
casa, seduta al tavolo della cucina, con la televisione che sussurra le notizie
del telegiornale.
Mi
regalerebbe una frase del suo romanzo
per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Certamente. Le lascio
l’incipit del romanzo. Una mattina come
tante per la protagonista, all’oscuro del destino che l’attende:
“Come tutte le mattine da due settimane a
questa parte, prima di fare colazione, si infilava un paio di ciabatte, indossava
una vestaglia color crema e scendeva le scale di corsa, senza prendere
l’ascensore, poiché il tempo perso nell’attesa della chiamata avrebbe
aumentato la sua agitazione. Percorreva il buio atrio d’ingresso, salutando con
un cenno della mano l’anziana portinaia dello stabile, la signora Luisa, e si
fermava davanti alla lunga serie di cassette postali, una per ogni famiglia.
Spiava con un occhio l’interno della sua cassetta e, con la stessa espressione
disincantata di ogni giorno, si ritraeva indietro e apriva la serratura con la
piccola chiave dorata. Il suo sguardo si spegneva man mano che rovistava nella
posta e vi trovava solo volantini pubblicitari”.
E
un breve passo su cui fantasticare:
“Stretta
in un tubino bianco lungo fino al ginocchio, che accentuava la perfezione del
suo fisico marmoreo, aveva la schiena completamente nuda, che avrebbe fatto
perdere la testa a chiunque avesse osato spingere lo sguardo in quella zona
proibita che iniziava dove la schiena finiva. Il bordo della scollatura, in
pizzo bianco, esaltava il decolleté ambrato della donna. In mezzo ai seni, che
si potevano intravedere, ricadeva una goccia di diamante. Aveva i capelli
raccolti in un elegante chignon, che metteva in risalto la nudità del suo collo
vellutato. Sulle labbra, lo stesso rossetto rosso Chanel che indossava in
ufficio”.
Grazie
a lei per questa originale intervista “sopra le righe”!
Grazie a lei
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