domenica 19 aprile 2015

A LETTO CON LA SCRITTRICE Laura Buizza, Il quarantacinquesimo parallelo,Marco serra Tarantola Editore,2014

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Laura Buizza,  Il quarantacinquesimo parallelo


editore: marco serra tarantola
anno di pubblicazione: 2014
prezzo: € 18
pagine: 308
genere: thriller
isbn: 978 88 6777 080 9
link per l’acquisto dell’opera:
http://www.ibs.it/code/9788867770809/buizza-laura/quarantacinquesimo-parallelo.html

Stasera facciamo irruzione nella camera da letto della scrittrice Laura Buizza.

Per prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a  letto tardi, o presto? 
si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?

Dormire mi piace. Ancora di più, amo sognare. Sogno a colori. La mattina appena sveglia mi sforzo di ricordare i sogni, a volte mi rincorrono persino durante la giornata. Altre volte, si sbriciolano non appena metto il piede fuori dal letto. Il piede destro è sempre quello che appoggio per primo. Se non dovessi lavorare, non credo cambierei le mie abitudini: andrei a letto e mi sveglierei all’incirca alla stessa ora. Se vivessi al mare, le muterei. Mi sveglierei all’alba. Non mi lascerei scappare nemmeno un’alba. Godere le prime luci del giorno in riva al mare è un’esperienza fragorosa per l’anima, seppure nel silenzio di quei primi attimi

Che tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nuda, anche in inverno, o comunque con poche cose addosso o ben coperta? Ci descrive il suo pigiama preferito o camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non ha indossato?

In inverno mi attorciglio sotto un caldo piumone e i miei pigiami invernali non sono troppo pesanti.  In morbido cotone, per lo più. In estate, non mi dispiace dormire sotto un fresco lenzuolo, avvolta in maglietta e shorts. La mia camicia da notte preferita è tutt’altro che seria: bianca, ha un largo scollo e Alice raffigurata per intero. L’Alice che vive nel Paese delle Meraviglie, nelle sembianze di un cartone animato.


    Potendo avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace un letto singolo o matrimoniale?
Un bel letto matrimoniale, in ferro battuto, romantico. Decisamente in coppia. Non mi piace occupare da sola lo spazio della notte. Ho bisogno, invece, di avere un angolo tutto mio in cui scrivere. Sapere che qualcuno mi osserva mentre scrivo, frena la mia immaginazione e mi deconcentra. 

Cosa fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare la tv,  stare al portatile con gli amici, mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)

Prima di dormire generalmente leggo. Mi piace il momento in cui mi infilo sotto le coperte, accendo l’abat-jour e prendo il libro dal comodino.

    Comodino piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?

Non è gigantesco. Credo sia grande quanto basta per tenerci l’abat-jour, il libro che leggo prima di addormentarmi, la sveglia, alcune boccette di profumo di fogge e colori diversi. 

 Le capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa  leggendo e riprende a dormire, o cosa?

Generalmente, se mi alzo di notte, lo faccio perché  proprio fatico a riprendere sonno. Allora vado in salotto, mi siedo sul divano, accendo la lampada e scrivo. Oppure leggo. Può capitare che legga interi capitoli nel cuore della notte.

Le capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori? Ricorda i sogni?

Sogno spesso e ogni volta a colori. Sono sogni intensi, dai colori accesi. Non ho incubi ricorrenti, e nemmeno sogni ricorrenti. Ogni volta è una storia diversa. Incomprensibile. Mi arrabbio quando il mio sogno viene interrotto dal suono della sveglia. Che bello invece quando posso lasciar scorrere il mio sogno ancora per un po’ nella  mente, prima di alzarmi! A volte, capita di non ricordarmi dei sogni appena sveglia. Succede però che me ne ricordi durante il corso della giornata. Una sensazione sempre piacevole.

 Ha mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?

Non mi è mai capitato. Peccato. Mi succede invece di non riuscire a prendere sonno perché sono impaziente di mettere nero su bianco alcune idee. E allora devo alzarmi, altrimenti non c’è verso di riuscire a riprendere il sonno.

 Come è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?

Era una giornata piovosa, di quelle che ti mettono addosso l’umidità dei ricordi. Nella camera dell’appartamento di montagna rintronava l’eco di un temporale estivo. D’un tratto, la luce svanì. Accesi una candela, presi un quaderno e una penna e la mia immaginazione mi portò in una città popolata di leggende, nascondigli segreti, luci e ombre: Torino, dove si dice vi sia una città nella città. Il mio spirito avventuroso iniziò a dettarmi il resto della storia.

 Lo consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fan?

Sorrido. Penso al  lettore che mi ha detto che il mio romanzo destabilizza gli equilibri familiari, rimarcando il fatto che non riusciva a staccarsi dalla storia e a svolgere le abituali faccende domestiche. Le sue parole mi hanno davvero divertita. So che molti lettori hanno fatto le ore piccole sul mio libro. Lo consiglierei, certamente. È a cavallo tra un thriller e un noir, la tensione si respira un po’ ovunque, a volte si dissolve lasciando spazio alle passioni dei protagonisti o alle descrizioni dei luoghi. Ma, si sa, un buon thriller non deve far addormentare dopo poche pagine…

  Al risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o  al bar?

Alla colazione non so rinunciare. Appena sveglia mi preparo una tazza di latte. Mi piace berlo in una tazzona rossa a pois bianchi, acquistata anni fa in Francia, durante un itinerario tra i castelli della Loira. Mi ricorda quel viaggio. Aprire la credenza e trovarvi oggetti acquistati qua e là mi investe, ogni volta, di profumi, sospiri, emozioni.  
Poi, fette biscottate con la marmellata o biscotti, dipende cosa c’è nella dispensa. Preferisco la colazione fatta in casa, seduta al tavolo della cucina, con la televisione che sussurra le notizie del telegiornale.

 Mi regalerebbe  una frase del suo romanzo per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?

Certamente. Le lascio l’incipit del romanzo.  Una mattina come tante per la protagonista, all’oscuro del destino che l’attende: 

 “Come tutte le mattine da due settimane a questa parte, prima di fare colazione, si infilava un paio di ciabatte, indos­sava una vestaglia color crema e scendeva le scale di corsa, senza prendere l’ascensore, poiché il tempo perso nell’at­tesa della chiamata avrebbe aumentato la sua agitazione. Percorreva il buio atrio d’ingresso, salutando con un cenno della mano l’anziana portinaia dello stabile, la signora Lu­isa, e si fermava davanti alla lunga serie di cassette postali, una per ogni famiglia. Spiava con un occhio l’interno della sua cassetta e, con la stessa espressione disincantata di ogni giorno, si ritraeva indietro e apriva la serratura con la picco­la chiave dorata. Il suo sguardo si spegneva man mano che rovistava nella posta e vi trovava solo volantini pubblicitari”.

E un breve passo su cui fantasticare:

“Stretta in un tubino bianco lungo fino al ginocchio, che accentuava la perfezione del suo fisico marmoreo, aveva la schiena completamente nuda, che avrebbe fatto perdere la testa a chiunque avesse osato spingere lo sguardo in quella zona proibita che iniziava dove la schiena finiva. Il bordo della scollatura, in pizzo bianco, esaltava il decolleté ambrato della donna. In mezzo ai seni, che si potevano intravedere, ricadeva una goccia di diamante. Aveva i capelli raccolti in un elegante chignon, che metteva in risalto la nudità del suo collo vellutato. Sulle labbra, lo stesso rossetto rosso Chanel che indossava in ufficio”.


Grazie a lei per questa originale intervista “sopra le righe”!
Grazie a lei






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