lunedì 12 gennaio 2015

A LETTO CON LO SCRITTORE Amneris Di Cesare, Mira dritto al cuore, Runa Editrice, 2014



Stasera facciamo irruzione nella camera da letto di AMNERIS DI CESARE autore Di MIRA DRITTO AL CUORE
Editore RUNA EDITRICE, 2014
1)     Per prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a  letto tardi, o presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Dormire mi piace, mi è sempre piaciuto, ma mi è sempre piaciuto anche svegliarmi prestissimo la mattina, uscire per le strade ancora deserte o poco batture, l’aria fresca del mattino, il sorgere del sole. E amo anche il silenzio della notte, la solitudine di una luce fioca accesa mentre tutta la casa è al buio e tutti dormono.  Vado a letto molto tardi, ultimamente e mi sveglio molto presto. Dormire, da qualche anno è diventato un po’ una sorta di perdita di tempo prezioso. Un pensiero ricorrente “avrò molto tempo per riposarmi, un giorno, quando non mi sveglierò più” quindi, no, non mi sveglierei mai a mezzogiorno.
2)     Che tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non ha indossato?
Dormo con pigiamoni larghi e molto poco sexy. Non devono essere molto pesanti, mi piacciono le coperte calde e lenzuola fresche, ma la tenuta da notte deve essere leggera. Una volta mi sono comprata un pigiama di seta e raso, di quelli a foggia maschile, con la giacca con i bottoni e le tasche e i pantaloni a sigaretta. Non l’ho mai indossato. E’ ancora lì che gira nelle scatole per armadio e che salta fuori puntualmente a ogni cambio di stagione. Ogni volta penso: “quando dimagrisco, me lo metto di sicuro”. Non lo indosserò mai, ormai l’ho capito.
3)     Potendo avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace un letto singolo o matrimoniale?
Letto matrimoniale, assolutamente. E vorrei, come Virginia Woolf,  “una stanza tutta per me”. Però se l’avessi poi da lì non uscirei più. Quindi meglio di no.
4)     Cosa fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare la tv,  stare al portatile con gli amici, mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Quando entro nel letto (ci entro quasi tuffandomi) mi accoccolo e mi addormento, il più delle volte pensando a ciò che sto scrivendo. Le cose migliori che ho scritto le ho pensate prima di addormentarmi.
5)     Comodino piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Un’abat-jour, il telecomando della televisione, una pila spropositata di libri che vorrei leggere.
6)      Le capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa  leggendo e riprende a dormire, o cosa?
In genere se mi alzo di notte vado in sala e accendo la tv. Guardo ciò che non ho potuto guardare durante il giorno. No, difficilmente mangio. Se sono in fase di scrittura, allora sì, scrivo.
7)     Le capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori? Ricorda i sogni?
Raramente mi ricordo i sogni che faccio. Ma alcuni, quando sono particolarmente interessanti, li ricordo e capita persino che me li scriva subito appena sveglia per paura di dimenticarmeli. Non ho incubi ricorrenti, ma sogni che si ripetono anche se in modalità differenti, sì. E sono di due tipologie: la prima: sogno di essere alla fermata di un autobus, o mentre sto per prendere un ascensore, o sto salendo una scala. Salgo, e mentre sono in viaggio mi accorgo di aver sbagliato numero dell’autobus, numero del bottone premuto, numero di interno scala intrapreso. Entro nel panico perché quel mezzo mi sta portando dalla parte opposta in cui io voglio/devo andare e allora scendo, e generalmente quando scendo mi sveglio. Non sono mai ancora riuscita a tornare indietro e ad arrivare alla meta prefissata. La seconda tipologia è quella di sognare animali. In genere sogno un cane o un cavallo bianco. E so che è un bel segno. Ma quando capita di sognare i gatti, stranamente, per quanto siano belli e pacifici e li stia accarezzando, improvvisamente e immancabilmente quel gatto nel sogno mi si rivolta contro e in genere o mi pianta le unghie dentro la carne oppure mi soffia contro e mi morde. Quando sogno questo, so che il giorno dopo avrò una grande delusione, o farò una grossa litigata con qualcuno. Capita sempre, immancabilmente.
8)     Ha mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
Romanzo no, ma racconti almeno due.
9)     Come è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Avevo un amico. Un amico per la pelle. Il mio migliore amico dei miei vent’anni. Siamo stati amici e molto legati per almeno dieci, quindici anni. Non ci si vedeva molto spesso, ma quando ci si vedeva ci si sentiva complici, ci si voleva molto bene. Non siamo mai andati oltre al bene platonico, e non è mai passata per la testa a nessuno dei due di provare a uscire insieme in maniera più intima. Poi l’ho perso di vista e per vent’anni non ho più saputo nulla di lui e non ho neppure più pensato a lui, sapendo che comunque si era sposato ed era felice. Un giorno quel pensiero è tornato e anche quello del “cosa sarebbe successo se invece che soltanto amici avessimo provato a essere amanti?”
Da lì è nata la storia di Sarah e Thomas in Mira dritto al cuore.
10)  Lo consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fans?
Chi lo ha letto, e parlo anche delle mie amiche che lo hanno letto prima che venisse pubblicato, mi ha confessato di non essersi potuta staccare dalla storia fino alla fine, facendo anche le ore piccole. Anzi, il marito di una di queste mie amiche mi telefonò chiedendomi:
“Cosa hai fatto a mia moglie? Mangia regolarmente tutti i giorni alle 12:30 e guai a chi sgarra come orario. Va a letto alle nove, legge qualche pagina e alle dieci di sera spegne la luce. E’ una metodica pazzesca, tu poi, la conosci bene, sai com’è fatta. E’ da due giorni che non fa che leggere, non mangia, non dorme, stanotte ha spendo la luce alle quattro del mattino. Cosa c’era scritto in quel  tuo manoscritto?”
E poi le ha rubato il libro per leggerselo anche lui. Direi che bisogna provare a leggerlo per vedere se fa lo stesso effetto anche agli altri…
11)  Al risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o  al bar?
Sì, la colazione è il “premio” per iniziare bene la giornata. Se non faccio colazione non riesco ad affrontare il giorno che arriva. Non ho bisogno di tanto: una tazza di latte con caffè e qualche biscotto, o cereali, o una brioche. A casa, in cucina, caffè con la moka (detesto il caffè delle macchinette) e la mia tazzona bianca con il manico. Devo avere i miei “oggetti” di cucina. Quelli vecchi, usati, sbeccati. Ma miei. Che mi ricordano tutto ciò che ho vissuto fino a oggi e di cui mi ricordo ogni singolo particolare. Posso rinunciare al pranzo e alla cena. Ma mai e poi mai alla colazione del mattino.
12)  Mi regalerebbe  una frase del suo romanzo per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Per iniziare la giornata:
Avevo la certezza di aver stretto un legame molto sottile, un filo invisibile ma robusto con lui e che ci avrebbe tenuto insieme. Uniti da una profonda affinità e un’intesa che andava oltre la semplice simpatia. Sentivo che il momento della separazione ci avrebbe raggiunto e dilaniato dentro
entrambi. Soffiai delicatamente sulle ciglia ancora chiuse di Thomas e poi con altrettanta tenerezza sfiorai con le mie labbra le sue in un bacio casto e pieno di affetto. Fu in quella che lui si svegliò e sorridendomi mi offrì il primo sorgere del sole della mia vita.



Per sognare stanotte:
Ti accorgi mai del momento in cui la tua vita sta per cambiare? Accade qualcosa che ti mette sull’avviso, o un pensiero ti  attraversa senza farsi notare ma attento e preciso ti suggerisce
che quello è il tempo esatto della svolta? Ricordo perfettamente la strana inquietudine che aveva preso l’abitudine di visitarmi sul far della sera e si appollaiava placida in un angolo sgombro dai pensieri nella mia testa da lì dirigeva le mie ansie e le azioni più strane, ma lasciandomi ignara di tutto. Così inconsapevole che quando quella sera, già passate le dieci, il telefono squillò non ebbi alcun pensiero, alcuna preoccupazione. Neppure mia madre chiamava a quell’ora e gli amici romani sapevano che dopo le nove e mezza a casa mia era meglio non farsi sentire. Nonostante ciò, non pensai a cose tragiche, non mi spaventai. Risposi soltanto, serena. Tranquilla.
«Sono Brian, il fratello grande di Thomas… Ciao, Sarah».

Grazie per avermi concesso un’intervista così intima.
Prego, grazie a te!

adc

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