cate,
io, Matteo Cellini
Fazi Editore, 2013
Premetto che io non sono una critica letteraria ed
esprimo solo il mio gusto personale. Ho comprato questo romanzo per due motivi:
uno è di un amico su Fb, un concorrente a un medesimo concorso a cui abbiamo partecipato
con diverse capacità e fortune, e secondo mi incuriosiva la storia di una cicciona fuori misura. Perché io, come tutte
le donne mi sento sempre grassamente inadeguata!
Mi sono chiesta in verità, dalle prime battute, come
potesse fare l’autore, per nulla grasso, anzi bello e maschio ad immedesimarsi
nei conflitti di una adolescente femmina grassissima. Poi ho pensato che un
professore potesse aver fatto esperienza di casi simili nel corso dell'insegnamento e comunque potesse aver sedimentato storie di ragazzi negli anni, molti professori infatti scrivono di adolescenti e disagio. Non mi sbagliavo però. In effetti il
libro non si addentra molto nella mente paranoica di una donna (almeno visto da me, donna) rimane diciamo così, una
storia unisex, intima, probabilmente universale, che non si invischia nelle sfumature del disagio femminile relative al corpo. Quello
che mi ha colpito dopo qualche capitolo, è l’andamento circolare del romanzo,
non una vera trama, ma un viaggio interiore intorno a Cate e a quello
che pensa del suo piccolo mondo di provincia. Un libro che ruota sempre intorno
al personaggio, anche per l’uso della prima persona narrante(che io amo, nota
bene) e non evolve, ma ribadisce il disagio della diversità che prima di tutto
è nella testa della protagonista. In questo tipo di costruzione, Cate attira a sé come un sole tutti i pianeti- personaggi del libro, in un circolo che è quasi un sistema solare.
Leggendo tutto il romanzo mi viene da dire che la vera novità sta nel fatto che Cellini scrive non una storia sul
bullismo aggressivo, ma sull’auto-esclusione, sulla lotta continua agli altri per difesa, che pure per quanto ardua non produce distacco da sé dei personaggi ma attrazione. Solo sul finale assistiamo al guizzo e
l’uscita dal proprio cerchio della protagonista, per andare verso gli amici con fiducia e verso visioni diverse dal sé, nella
consapevolezza che in fondo non è la misura quello che conta se scopriamo che ci siamo auto esclusi e non abbiamo
visto i gesti d’amore degli altri. Questa scoperta avviene con il rendersi conto che l’amicizia e l’amore
veri, anche famigliari, superano superano sempre l’aspetto e vanno all’anima. E cosa ancora più
importante ci sono sempre stati, anche
se Caterina non se n’è mai accorta.
Un messaggio forse anche un po’ scontato, di disagio per la taglia xxl, che diventa sorprendente se si
arriva a vederlo da questo altro punto di vista: la Caterina che DEVE aprirsi e dare
anche lei fiducia all’amore degli altri e non solo PRETENDERE rispetto. Nel complesso, quindi, un libro non tanto articolato nella trama, ma volutamente circolare, che tende a far pensare e fermarsi a capire, a
guardare da un altro punto di vista.Un libro per adulti. Molto più bello nella seconda parte, con
immagini poetiche toccanti, e forse proprio perché si scopre la chiave di lettura. Meritato il premio Campiello, Opera Prima.
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