Interviste culinarie di
Federica Gnomo Twins
Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autrice Jolanda
Buccella che ha scritto il romanzo Fortuna,
il buco delle vite, edito da Ciesse edizioni, per averci aperto la porta
della sua cucina.
Fortuna, il buco delle vite è la storia di una quarantenne che per amore del suo compagno Nadir, un affascinante
pediatra ruandese, decide di lasciare l’Italia e di trasferirsi in Ruanda a
pochi giorni dall’inizio del genocidio dei tutsi del 1994. Le intricate vicende
del destino poi la porteranno a trascorrere i suoi ultimi giorni in un carcere
militare dove ripercorrerà il complicato cammino delle sue vite passate perché,
a differenza della maggior parte degli esseri umani, Fortuna è una donna che ha
vissuto tre vite completamente diverse e prima di arrivare alla sua identità
definitiva, ha prestato il suo volto e le sue emozioni alla piccola J. una
bambina con i capelli rossi e una brutta malformazione alla colonna vertebrale
e alla fragile Piccoletta una povera barbona che viveva di espedienti per le
strade di Roma. Lungo questo viaggio nel passato ritroverà i volti e le voci
delle persone che più ha amato e odiato… il resto della storia toccherà ai
lettori scoprirlo.
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare?
Sono sempre stata di buon appetito sin da bambina, adoro mangiare così
come mi piace moltissimo mettermi ai fornelli, nonostante abbia una madre che
cucina in modo sublime e prepara dei dolci che farebbero invidia al miglior
pasticcere del mondo.
Lo fa per dovere o per piacere?
Ora che vivo da sola a Milano sono costretta a prepararmi tutti i giorni il
pranzo e la cena da sola, ma lo faccio con piacere per mettere in pratica tutto
ciò che ho imparato in questi anni osservando mia madre mentre preparava il
pranzo della domenica che per noi gente del sud è un momento speciale per
ritrovarsi con tutta la famiglia e rimanere a tavola fino a pomeriggio
inoltrato.
Invita amici o è invitato?
Quando sono libera dai miei impegni lavorativi invito spesso gente a casa,
mi aiuta a sentire meno la mancanza della mia famiglia che vive in provincia di
Salerno, mi sento la regina del mondo quando qualcuno mi fa i complimenti per
il mio ragù o la parmigiana di melanzane.
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?
I miei amici milanesi li ha conquistati la pastiera di mamma, per quanto
riguarda gli uomini invece ancora non ho avuto modo di prenderli per la gola,
forse perché fino a questo momento ancora non c’è mai stato qualcuno che mi sia
interessato a tal punto da volerlo invitare a cena a casa mia.
Vivrebbe con un compagno che non sa mettere mani ai
fornelli?
Mi piacerebbe molto che il mio futuro compagno fosse una buona forchetta,
detesto gli uomini che stanno attenti a tutte le calorie che ingeriscono e non
si lasciano mai andare, se poi fosse anche un ottimo cuoco ancora meglio,
avremmo una passione in più da condividere.
Quando ha scoperto questa sua
passione?
È avvenuto tutto in modo molto naturale, un giorno di qualche anno fa mi
sono ritrovata a casa da sola con le mie due sorelline minori e non c’era
niente di pronto, così ho preso un pentolino nel quale ho versato un po’ d’olio
e un pelato e ho fatto il mio primo sugo. Non era niente male, forse mancava un
po’ di sale e gli spaghetti erano un tantino scotti ma le mie sorelle hanno
gradito molto, così ho capito che preparare da mangiare per gli altri mi
rendeva felice e da allora non ho più smesso di farlo.
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo?
Il mio primo ricordo legato al cibo risale ai miei primissimi anni di vita,
era una fetta gigantesca di pane fatto in casa con pomodoro tagliato a cubetti
e olio extravergine d’oliva appena uscito dal frantoio, davanti al portone di
casa di mia nonna.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Amo senza alcun ritegno le lasagne, la parmigiana e qualsiasi tipo di
dolce, mentre non ho mai avuto un buon rapporto con le verdure.
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano?
Il verde delle verdure, però le mangio perché fanno bene alla salute.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare
ferma a scrivere?
Quando scrivo ho bisogno delle crostate alla frutta di mia madre, sono
veramente divine. Purtroppo ora che siamo così lontane devo accontentarmi di
litri di caffè ristretto che, soprattutto la mattina presto, vanno giù che è
una meraviglia.
Scrive mai in cucina?
A Milano mi riesce difficile visto che ho un cucinotto minuscolo, quando
sono a Salerno a volte capita, in modo particolare la mattina all’alba quando è
ancora deserta e posso godermela pienamente.
Altrimenti dove ama scrivere?
Scrivo soprattutto in soggiorno tra i libri che mi hanno fatto compagnia
sin dall’infanzia e i mie fogli pieni di appunti disordinati che soltanto io
riesco a interpretare.
No, ho sempre mangiato roba genuina e continuerò a farlo per il resto della
mia vita, in fondo non ci vuole poi così tanto a mettere su un po’ di sugo al
pomodoro, calare una porzione di pasta nell’acqua bollente e concedersi dieci
minuti per nutrirsi e riordinare le idee.
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è presa dal suo lavoro? Salato o dolce?
Come anticipavo in una domanda precedente, quando scrivo avverto il
desiderio di qualcosa di dolce ma davanti a una pizza fatta come si deve non mi
tiro certo indietro.
Neanche io…
Ha un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Ho tanti aneddoti carini legati al cibo, perché ha sempre rappresentato una
parte molto importante di me. Per esempio fino a qualche anno fa il sabato
mattina mi alzavo all’alba per aiutare mia nonna a fare il pane, era qualcosa
di magico… mi sembra ancora di sentire
il profumo caldo e avvolgente delle pagnotte appena uscite dal forno a legna,
un profumo che non dimenticherò mai.
Lei è uno scrittore di narrativa quando esce a
cena con i suoi amici che tipo di locale
preferisce?
Visto che a casa mia si mangia solo ed esclusivamente italiano, quando esco
con i miei amici preferisco i locali etnici dove posso conoscere e apprezzare i
cibi di altri Paesi. In questo momento vado matta per la cucina eritrea.
Ha mai usato il cibo in qualche
storia?
No, fino a questo momento non ho mai usato il cibo in una storia, però è
una bella idea. Magari un giorno potrei scrivere un romanzo che ha per
protagonista il vino, un altro elemento che adoro accompagnato a un buon
formaggio o a dei salumi.
In “Fortuna,
il buco delle vite” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Sì, per un certo periodo della sua vita Fortuna lavorerà nel ristorante di
un amico del suo compagno e avrà modo di deliziare i clienti con i suoi
buonissimi dolci.
Lei evoca con il cibo?
Il cibo e io ci evochiamo a vicenda, quando sono troppo impegnata a
scrivere a un certo punto è lui a richiamarmi a sé e a ricordarmi che per
scrivere qualcosa di decente ho bisogno di nutrirmi bene.
“Fortuna, il buco delle vite” a che ricetta lo legherebbe, e
perché?
Fortuna mi ricorda un tortino al cioccolato, fuori con una crosta un
pochino dura e dentro con un delizioso cuore morbido, perché lei è proprio così
apparentemente sembra una donna arida ma dentro ha un mondo di tenerezza che
aspetta solo di essere scoperto e compreso.
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Fino a questo momento sono riuscita a fare una sola presentazione il 23
agosto scorso nella Sala delle Conferenze del Comune di Campagna (Sa), dove
vivevo prima di trasferirmi a Milano e subito dopo ho offerto a tutti quelli
che hanno avuto la gentilezza di partecipare un piccolo buffet di dolci che è
stato molto gradito, speriamo di ripetere presto l’esperienza in altre città
d’Italia.
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
PARMIGIANA DI MELANZANE.
Ingredienti:
2 Spicchi di aglio, qualche foglia di
basilico, 300g di caciocavallo, ½ cipolla 1,5 kg di melanzane, 1 dl di olio
d’oliva extravergine, 150 g di parmigiano, 2 bottiglie da 700 ml di passata di
pomodori, 100 g di sale grosso, sale per condire qb.
Per preparare la parmigiana di melanzane, per prima cosa dovete preparare
il sugo di pomodoro ponendo in un tegame la cipolla e l'aglio tritati assieme a
4 cucchiai di olio di oliva. Fate soffriggere per qualche minuto, poi
aggiungete la passata e lasciate bollire fino all'addensamento del sugo in
ultimo aggiungete il sale e delle foglie di basilico spezzettate con le dita,
quindi spegnete il fuoco. Spuntate le melenzane, lavatele e tagliatele a fette
molto sottili, circa 1 cm ciascuna.
Mettetele in una scolapasta, disponetele a strati e cospargete ogni strato con del sale grosso. Lasciate risposare le vostre melanzane per almeno 1 ora, in modo che possano espellere una buona parte del liquido amarognolo che le caratterizza. Trascorso il tempo necessario, toglietele dalla ciotola, sciacquatele e asciugatele per bene. Preparate quindi, una padella con un po' d'olio, friggete le melanzane finché saranno dorate su tutti e due i lati e lasciatele asciugare su un foglio di carta assorbente. Ungete una pirofila, cospargete il fondo con un po' di sugo e iniziate a disporre un primo strato di melanzane che devono essere sistemate una di fianco all'altra senza sovrapporle. Versate un po' di salsa sulle melanzane, stendendola uniformemente, e cospargete con un bel po’ di parmigiano. Tagliate a fettine il caciocavallo e distribuitene qualche fetta sulla salsa lasciandole un po' distanziate l'una dall’altra. Ora preparare il secondo strato e continuate ricoprendole di sugo poi di parmigiano e infine di fettine di caciocavallo fino all'esaurimento degli ingredienti. Ricordatevi che l'ultimo strato deve essere di solo pomodoro e parmigiano grattugiato. Mettete la parmigiana in forno a 200° per 40 minuti finché il pomodoro non presenterà la caratteristica"crosticina"dorata. Potete servire la vostra parmigiana sia ben calda, appena tirata fuori dal forno, che a temperatura ambiente... è ottima lo stesso anche fredda!
Mettetele in una scolapasta, disponetele a strati e cospargete ogni strato con del sale grosso. Lasciate risposare le vostre melanzane per almeno 1 ora, in modo che possano espellere una buona parte del liquido amarognolo che le caratterizza. Trascorso il tempo necessario, toglietele dalla ciotola, sciacquatele e asciugatele per bene. Preparate quindi, una padella con un po' d'olio, friggete le melanzane finché saranno dorate su tutti e due i lati e lasciatele asciugare su un foglio di carta assorbente. Ungete una pirofila, cospargete il fondo con un po' di sugo e iniziate a disporre un primo strato di melanzane che devono essere sistemate una di fianco all'altra senza sovrapporle. Versate un po' di salsa sulle melanzane, stendendola uniformemente, e cospargete con un bel po’ di parmigiano. Tagliate a fettine il caciocavallo e distribuitene qualche fetta sulla salsa lasciandole un po' distanziate l'una dall’altra. Ora preparare il secondo strato e continuate ricoprendole di sugo poi di parmigiano e infine di fettine di caciocavallo fino all'esaurimento degli ingredienti. Ricordatevi che l'ultimo strato deve essere di solo pomodoro e parmigiano grattugiato. Mettete la parmigiana in forno a 200° per 40 minuti finché il pomodoro non presenterà la caratteristica"crosticina"dorata. Potete servire la vostra parmigiana sia ben calda, appena tirata fuori dal forno, che a temperatura ambiente... è ottima lo stesso anche fredda!
Quale complimento le piace di più
come cuoco? E come scrittore?
Come cuoca tiro fuori un sorriso a
quarantadue denti quando mi dicono che la mia parmigiana è insuperabile, come
aspirante scrittrice sono felice quando i lettori mi raccontano di essersi
emozionati fino alle lacrime per la storia un po’ amara della mia Fortuna.
Che frase tratta dalla sua opera o
dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
Mi porto nel cuore ogni frase della mia opera, sceglierne una in
particolare significherebbe fare torto a tutte le altre, invece una frase che
fa parte della mia esperienza e che mi ha riscaldato il cuore, dandomi la forza
per non arrendermi mai è una frase di Giovanni Paolo II, un uomo che è
fondamentale nella mia vita di tutti i giorni, la frase è: NON ABBIATE PAURA! Io grazie al mio amato Papa ho cominciato a non averne più.
Grazie per la sua disponibilità
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