Cari lettori non tutte le blogger hanno la fortuna di avere amiche che inventano torte e mandano pure la ricetta!
Adoro queste dolcissime scrittrici che un po' Nonna Papera con la penna, un po' Pellegrino Artusi nello stile, ci deliziano e divertono in queste serate d'inverno.
Oggi protagonista è la mela, anzi qualche meluzza raggrinzita e la creatività di
Francesca Montomoli che è una autrice poliedrica.
Non lasciatevi incantare dalla sua torta, o dal fatto che chiamo Nonna Papera me e le mie amiche scrittrici cuoche, Francesca ha scritto una raccolta di racconti molto ruggente dedicata a Enzo Ferrari e alla sua passione per la formula rossa:
LA FATA NEL VENTO
Torta di mele a modo mio
di Francesca
Montomoli
Essere una cuoca non
particolarmente dotata e avere la mania della sperimentazione potrebbe
rivelarsi una miscela esplosiva… ma anche no, come dicono i miei amici romani.
E allora, quando le cose vanno bene, perché non condividere con altre amanti
delle avventure fra i fornelli?
Primi piatti e torte sono le
portate che meglio rispondono alla mia fantasia e dunque, dopo avervi
raccontato alcuni esperimenti salati oggi mi dedico al dolce, giusto perché non
mi rassegno all’idea che l’Epifania tutte le feste si porti via.
Occupiamoci dell’ingrediente
principe, la mela, e scegliamola con cura. Anzi, no. Perché l’idea è nata
proprio da 4 meluzze raggrinzite, rimaste rincantucciate in un angolo del cesto
per la frutta dopo essere state surclassate dalla profusione di arance,
clementine e frutta secca, più o meno esotica, che l’ha fatta da padrona
durante le feste appena trascorse. Si dà il caso che questo sia uno dei
meravigliosi casi in cui le rughe non sono un problema ma un valore aggiunto
perché, trattandosi di mele renette, la buccia raggrinzita ci dice che la polpa
s’è fatta soda e dolce e particolarmente adatta alla preparazione di torte e
strüdel.
Ma procediamo con ordine.
Ingredienti:
·
4 mele renette piccole e meglio se raggrinzite
·
4 uova
·
5 cucchiai colmi di farina di tapioca
·
5 cucchiai di zucchero grezzo di canna
·
2 cucchiai colmi di zucchero a velo vanigliato
·
½ litro di latte di mandorle
·
3 cucchiai di mandorle a scaglie
·
2 dischi di pasta sfoglia
·
panna da montare (tradizionale o vegetale
secondo la propria preferenza)
·
una tortiera a bordi alti e sganciabili,
particolare questo di primaria importanza che vi consentirà di non perdere le
staffe e non acciaccarla sformandola come è capitato a me (vedi foto)
Iniziate separando i tuorli dalle
chiare che terrete da parte e monterete in seguito. Mettete dunque i tuorli in
una casseruola con lo zucchero di canna e sbatteteli energicamente con un
cucchiaio di legno fino a quando il composto risulterà ben gonfio e spumoso, a
questo punto incorporate la farina di tapioca e, sempre a freddo, il latte di
mandorle amalgamando il tutto molto bene.
Trasferite la casseruola sul
fuoco e portate a cottura la crema senza mai smettere di girarla. In questa
fase consiglio vivamente di abbandonare il cucchiaio di legno per una frusta
perché la tapioca è un ottimo addensante e vi sorprenderà conferendo
rapidamente alla vostra crema una consistenza molto decisa. L’uso della frusta
eviterà la formazione di grumi e l’umiliazione di dover ricorrere allo
sbattitore elettrico per rimediare al guaio... Trasferite la crema in una
scodella capiente e lasciatela raffreddare, magari immergendo il contenitore in
acqua fredda per accelerare un po’ i tempi.
Nel frattempo nettate le mele da
buccia e torsoli e tagliatele a fette dello spessore di circa un centimetro.
Imburrate e infarinate la tortiera o, più semplicemente, foderatela col primo
disco di pasta sfoglia completo della sua carta forno (se, come me, non siete
avvezze a prepararvela da sole). Punzecchiate il fondo con una forchetta e
proseguite adagiandovi le fette di mela come più vi piace.
Montate ora le chiare a neve
fermissima con lo zucchero a velo e incorporatele alla crema, che nel frattempo
dovrà essersi raffreddata alquanto, mescolando con un movimento dall’alto in
basso delicato e regolare. Ne risulterà un composto morbido e gonfio, molto
invitante. Consiglio numero due: resistete alla tentazione di assaggiarlo o non
vi resterà niente con cui completare la preparazione della torta, rovesciatelo
invece con grazia sulle mele, cospargetelo con le scaglie di mandorle e
chiudete lo scrigno del tesoro con il secondo disco di pasta sfoglia. Ripiegate
i bordi cercando di saldarli bene con la pressione delle dita, punzecchiate la
superficie, coprite con la carta oleata e infornate a 180° per 30/40 minuti
sorvegliando la cottura. Trascorso questo tempo e verificata la perfetta
cottura della sfoglia, scoprite la torta e lasciate che prenda un leggero
colore dorato.
Sformate a raffreddamento completato,
decorate con panna montata e chicche a piacere (con più raffinatezza e abilità
di quanta ne abbia sfoggiata io) e… leccatevi le dita!
A presto!
Vostra affezionatissima Francesca
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