Stasera facciamo irruzione nella camera da letto di
Francesco Mastinu autore del romanzo
Polvere, edito a da Runa Editrice nel 2014.
Riassunto dell’opera: (dalla quarta di
copertina)
Ci sono dei
ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a
fuoco tutti i battiti.
Anche dopo
tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso.
Con questa
certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo,
fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile,
per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu,
custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione,
anche se non sarebbe mai dovuto succedere.
In un’epoca
controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società
sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita
rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate
dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a
scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da
non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti.
Una storia
delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere
impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene
coinvolgere senza pregiudizi.
Titolo: Polvere
Autore: Francesco Mastinu
Editore: Runa Editrice
Collana: Introspezioni
Autore: Francesco Mastinu
Editore: Runa Editrice
Collana: Introspezioni
Pagine: 174
Prezzo: € 10
Genere: Drammatico/sentimentale a
tematica LGBT
ISBN: 9788897674276
http://www.amazon.it/Polvere-Francesco-Mastinu/dp/8897674275
1)
Per
prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o
studiare andrebbe a letto tardi, o
presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Diciamo che amo dormire e rilassarmi. A letto ci potrei passare tante
ore, anche solo per leggere, a volte pure a scrivere, se sono ispirato e se
riesco a trovare una posizione comoda. Sono però anche una persona piuttosto
impegnata, con tante cose da rincorrere più che da fare, per cui magari a letto
mi ci attardo molto, addormentandomi spesso anche parecchio tardi. Questo
comporta che, se non dovessi lavorare, mezza mattina la trascorrerei solo a
poltrire tra le lenzuola!
2)
Che
tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque
con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o
camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non
ha indossato?
Lo
confesso, io non amo avere troppa roba addosso quando dormo, anzi, l’idea di
stare a diretto contatto con le lenzuola mi rilassa molto di più, ed è per
questo che spesso, a prescindere dalla stagione e a meno che non sia malato,
preferisco dormire senza nulla addosso. Per questo non ho dei pigiami preferiti, né
camicie da notte, quest’ultime forse non le ho nemmeno mai usate. I pochi pigiami
che ho mi sono stati regalati, io di norma, non li guardo nemmeno. Sono fuori
dai miei acquisti. Al massimo per la notte mi concedo l’intimo, ma non ho mai
comprato nulla di apposito per dormire.
3)
Potendo
avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace
un letto singolo o matrimoniale?
Di
sicuro amo il letto matrimoniale, sia per questioni di spazio che di compagnia.
Quando si vive una relazione di coppia, credo che il letto sia uno degli
strumenti fondamentali all’interno della storia., non solo per l’aspetto
meramente fisico, ma anche emotivo. A letto si parla, si legge, si fa l’amore o
ci si coccola e basta. A volte, durante la notte, mi sveglio solo per ascoltare
il respiro di chi è con me e convincermi che va tutto bene. E che così sarà
anche l’indomani. Poi, da quando a casa abbiamo i gatti, devo ammettere che
anche sentire le loro fusa o farmi la pasta addosso, contribuisce a rilassarmi
parecchio. Dormo da solo se non ho alternative, altrimenti prediligo sempre la
compagnia delle persone che amo.
4)
Cosa
fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare
la tv, stare al portatile con gli amici,
mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Dipende:
di solito leggo romanzi o libri che mi interessano, se ho l’ispirazione posso
attardarmi anche a scrivere prima di rischiare di perdere le idee che mi sono
venute in mente. La tv invece non la guardo mai, a meno che non ci sia qualche serie tv che
seguo.
Qualche
volta uso il tablet, ma prioritariamente leggo.
5)
Comodino
piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Il
mio comodino è di misura standard, ma è talmente pieno che spesso mi viene
rimproverato di essere disordinato, proprio perché amo essere comodo e quindi
voglio avere vicino e disponibile qualsiasi cosa che mi possa servire. Ci
troviamo il mio blocco appunti, o i quadernoni del romanzo che sto scrivendo
(perché sono uno dei pochi che ancora scrive a mano), i manoscritti che sto
editando, i libri che sto leggendo, cellulari e tablet, la pila per leggere di
notte quando il mio compagno dorme, la consolle dei videogiochi, la sigaretta
elettronica con la mia dose di dipendenza quotidiana… insomma un vero e proprio
bazar. E ovviamente, non manca l’abatjour.
6)
Le capita di alzarsi di notte, completamente
riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa leggendo e riprende a dormire, o cosa?
No,
non mi capita quasi mai. A volte mi alzo quando ho sete, ma di solito, se va
tutto bene o non ci sono problemi particolari, dormo di filato sino a che non
suona la sveglia.
7)
Le
capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori?
Ricorda i sogni?
In
questi ultimi anni ho oggettive difficoltà a ricordare i sogni la mattina, mi
rimangono impresse magari le emozioni, ma non tanto proprio quello che è
successo. I miei sogni spaziano di solito, dalle paure insensate a fattori
lavorativi, sono un po’ legate a quello che mi succede durante il giorno. Posso
dire che comunque i miei sogni sono quasi sempre a colori, questo sì. In
passato ricordavo molto di più quello che mi succedeva nella fase Rem, avevo
diversi incubi ricorrenti collegati con la mia fobia delle altezze. Ricordo
anche un sogno che feci a puntate, per un periodo piuttosto lungo. Ogni volta
sognavo la conclusione della precedente esperienza a cui si aggiungeva la
prosecuzione. Sta di fatto che prima sognavo o meglio, i sogni mi rimanevano
più impressi rispetto a ora.
8)
Ha
mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
No,
non mi è mai capitato. Posso aver sognato accadimento o situazioni che poi
magari ho riportato nei miei testi, ma un’intera trama mai. Le idee sulle
storie che scrivo mi vengono da sveglio, solitamente.
9)
Come
è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Era
un periodo particolare della mia vita, in cui ho avuto necessità di raccontare
una storia ambientata in Sardegna, in un luogo ostile ma soprattutto arretrato
culturalmente, per questo ho scelto anche un’epoca diversa. L’idea mi venne per
la prima volta diversi anni addietro, quando mi raccontarono la storia di due
uomini di un paesino dell’entroterra che, una volta andati in pensione, hanno
mollato le rispettive famiglie per andare a convivere. Di fatto si scoprì che
entrambi erano innamorati sin da giovani e che avevano vissuto la loro
relazione di nascosto per un trentennio, fino a quando, a figli e famiglie
sistemati, hanno deciso di non resistere oltre e di vivere assieme. Da lì
nacque lo spunto, su cui basai l’idea di due uomini e dei loro ricordo d’amore
inespresso. Poi, ovviamente, Polvere ha preso una sua vita e una sua trama
specifica.
10) Lo consiglierebbe ai nostri lettori da
leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si
addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la
notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fan?
Le
persone che mi hanno contattato dopo la lettura, quasi tutte mi hanno riferito
di non essere riusciti a staccarsi dalla storia sino a notte fonda. Molte
persone si sono lasciate coinvolgere dalle vicende di Rino e Bustianu,e non
sono riusciti a separarsene sino all’ultima pagina. Non è una storia
dell’orrore né suscita incubi, magari solo riflessioni a margine sull’amore e
sulle difficoltà a viverlo apertamente, cosa che purtroppo accade ancora oggi
in Italia. Ovviamente, dato l’argomento, è una lettura sofferta, perché
descrive il dolore in tutte le declinazioni possibili: fisico per la malattia,
morale per l’omofobia e psichico per la paura di amare qualcuno solo per il
fatto che appartiene al tuo stesso sesso.
11) Al risveglio fa sempre colazione? Cosa
mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o al bar?
Dipende.
La mia colazione canonica è la tazzina di caffè forte con alcuni biscotti, il
mio tempo è sempre poco e io sono di corsa, per cui non ho un rituale della
colazione, la faccio a casa e procedo per stadi: mi alzo, preparo i caffè e la
tavola, do da mangiare ai gatti e poi scappo a prepararmi. Diversamente accade
se sono rilassato, magari in vacanza all’estero: in occasioni del genere mi attardo
a fare una bella colazione continentale: cappuccino, succo di frutta, dolce, ma
anche bacon, formaggio e uova. Sarà che poi le energie le brucio facendo il
turista, e quindi ho bisogno di maggior rinforzo.
12) Mi regalerebbe una frase del suo romanzo per iniziare la
giornata e una su cui sognare stanotte?
Allora,
per iniziare la giornata consiglierei la solita frase con cui il libro ha
esordito:
“Non ci si rende conto di come le cose
importanti restino inosservate, sino a quando non si può più recuperarle.
Come per me.
Vorrei stringere a pugno le mie mani
callose, ma non ne sono in grado. Non ho le forze per farlo.
Vorrei accarezzare ancora il tuo viso, poter
soffiare via la polvere che si è annidata nei pochi ricordi che mi rimangono di
te, ma la vita mi ha rubato anche il fiato.”
Scelgo
questa frase perché secondo è uno dei moniti più importanti per non perdere
mai, durante il giorno, di cogliere l’attimo. Soprattutto perché può capitare
che quando ce ne rendiamo conto, sia troppo tardi.
Invece,
per la buonanotte, scelgo questa:
“Non importa quanto tempo l’amore venga
rinchiuso, negando ogni suo contatto con il mondo reale. Da qualche parte del
nostro animo si trova una porta a cui prima o poi avrà accesso. La chiave potrà
essere la costanza, il desiderio forse, ma a volte basta una promessa per
spalancare l’uscio e lasciare che il sentimento esca fuori. Fu così, in
quell’occasione. Accadde proprio a me.”
È
un augurio, quello basilare, di cui parlano tutti: che l’amore comunque vinca.
E direi che una consapevolezza di questo tipo, aiuti le persone a vivere
serenamente, ma soprattutto a fare bei sogni. Nel grigiore quotidiano, sognare
spesso è l’unica cosa che ci rimane.
Grazie per avermi concesso un’intervista
così intima.
Grazie infinitamente a voi… e
buona lettura!
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