Interviste culinarie di Federica Gnomo
Questa è una semplice intervista culinaria e letteraria, si declina pertanto ogni responsabilità per quando affermato dall'autrice sui suoi rapporti con la politica e sui fatti per i quali indaga la magistratura.
Oggi salutiamo e ringraziamo Wanda Montanelli l‘autrice di “Schiaffi,
destino canaglia delle donne in politica, I miei quindici anni bui nel partito di Di Pietro e altre storie”, Società editrice Dante Alighieri, novembre 2012, per averci aperto la porta della sua cucina.
Il libro
narra 15 anni di storia vissuta nel partito, fuori di esso nelle piazze, in
sit-in a Montecitorio, nelle strade per manifestazioni comuni a tante donne
della politica e dell’associazionismo. Descritto in quasi 400 pagine, con 1500
citazioni di personaggi famosi della politica e delle istituzioni ma anche di
sconosciuti attivisti che insieme alle donne hanno costruito con fatica e
sacrifici l’Italia dei Valori, il volume porta alla ribalta l'impegno gratuito
profuso da innumerevoli militanti di partito che pur privati delle risorse
economiche, con pulizia morale, indubbia capacità e forte motivazione
personale, hanno creduto in un progetto politico di cambiamento che non si è
realizzato perché bypassate da personaggi di dubbia provenienza e scarse
qualità morali, sui quali la cronaca, anche penale, in questi giorni ci
ragguaglia.
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare?
Sì, Mangiare e accompagnare il cibo con un mezzo
bicchiere di vino buono.
Lo fa per dovere o per piacere?
Per dovere, e nelle grandi occasioni per piacere
Invita amici o è più spesso invitato?
Sono in genere invitata. Una volta invitavo più
spesso io, ma il tempo per fare pranzi ora è diminuito.
Ha mai conquistato amici o uomo cucinando?
Mi hanno conquistato cucinando. Quando un uomo
cucina lo fa anche meglio delle donne.
Vivrebbe con una compagna o un compagno che non sa mettere
mani ai fornelli?
Sì.
Quando ha scoperto questa sua
passione?
Da piccola sono stata conquistata da un piatto di
riso e lenticchie. Lo avevano fatto le suore alla mensa scolastica.
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo?
Un
ricordo particolare è una merenda favolosa di pane fresco croccante con il
pomodoro, l’olio extravergine e l’origano. Un sapore e un profumo che ancora
ricordo. Avevamo marinato la scuola e bighellonando per Napoli siamo arrivate a
casa della sorella sposata di una mia compagna di classe. Facevamo le scuole
medie. La sorella si è subito preoccupata del fatto che non avevamo pranzato e
ci ha preparato pane e pomodoro. Mai più l’ho assaggiato così buono
Ha un piatto che ama e uno che
detesta?
Amo il cous cous, adoro gli gnocchi. Non detesto
alcun cibo.
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano?
Non apprezzo i dolci troppo colorati. In genere
non mangio cibi con coloranti
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare
fermo a scrivere?
Ho sempre la bottiglietta d’acqua vicino al tavolo
di lavoro. Il caffè sicuramente aiuta.
Scrive mai in cucina?
Scrivo dove capita se mi viene
un’idea. Spesso d’estate in giardino o in cucina per fissare degli appunti su
un’idea improvvisa. Ma dovunque, in macchina, oppure a letto; ho un block notes
ed una penna sotto il cuscino.
Altrimenti
dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Alla mia
scrivania, mattinata tarda, pomeriggio, sera, notte. Mai di mattina presto.
Si compra cibo pronto ( tramezzini,
pizza, snack) o si cucina anche quando è molto presa dalla scrittura?
Un’ insalata con tante verdure, formaggi, olive,
può essere una soluzione rapida in estate. Ma sono molto veloce a cucinare e
riesco a mettere in tavola un pranzo anche in 20 minuti quando ho fretta.
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Salato.
Ha un
aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le
è accaduta?
Ero in
viaggio con mio marito e percorrendo in macchina le strade all’isola di
Mauritius si era fatto tardi, erano le tre del pomeriggio e non avevamo ancora
pranzato. Ci siamo perciò fermati in un piccolo ristorante, molto modesto,
gestito da un cinese. Aveva già quasi chiuso e un po’ desolato ci da detto che
non poteva offrirci molto. I ogni caso avrebbe fatto qualcosa con quello che
aveva. Abbiamo sentito un profumo di cipolla soffritta, curcuma, verdure,
peperoncino, prosciutto (o qualcosa che assomigliava molto al prosciutto
cotto). Il cuoco cinese-mauriziano dopo circa 15-20 minuti è uscito con due
piatti di magnifici spaghetti (della qualità sottile cinesi) con tante verdure
a listelli (peperoni, zucchine, carote, ecc.) il prosciutto e gli aromi tra cui
era riconoscibile la curcuma. La bontà di quella ricetta è tale che in Italia
ogni volta che la ripeto (con i nostri spaghetti) ha un successo insuperabile.
E’ il piatto che più spesso mi chiedono di fare. A parte il cous cous.
Lei è una scrittrice di politica e
di narrativa, quando esce a cena con i suoi figli, o amici che tipo di locale preferisce?
Locali che fanno cucina regionale, o esotica.
E quando esce con suo marito, compagno, ecc?
Locali vicino al mare, con menu di pesce
Oppure per festeggiare una
pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un
locale?
In genere i primi piatti, sono quelli che più mi
piacciono.
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due
olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Sì. Un aperitivo con l’aggiunta di qualche dolce
particolarmente curato nella forma e nel gusto.
Ha mai usato il cibo in qualche
storia?
Sì.
Ad esempio in “Schiaffi,” ci sono passi che
ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai protagonista?
Sì
“Schiaffi,” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Alle melanzane ripiene, calabresi. Ne parlo nel
paragrafo “Casetta Barzan”, in cui Nunzia Barzan, una esponente della Consulta
delle Donne, dopo un convegno dell’8 marzo contro la violenza, mi invita a casa
sua, e in famiglia madre, zie, e sorelle preparano un tipico pranzo, tra cui
deliziose melanzane ripiene.
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Gli
spaghetti Mauritius, i cui ingredienti ho già descritto. Aggiungo il particolare
di far soffriggere le verdure a listelli con il prosciutto cotto, aglio,
cipolla, in quattro cucchiai di olio extravergine. Cotti gli spaghetti si
ripassano in padella insieme alle verdure, ed in chiusura si aggiunge una
bustina di zafferano, o meglio un cucchiaino di curcuma.
Quale complimento le piace di più
come cuoco?
Me ne dai un secondo piatto?
E come scrittore?
Ho letto il tuo libro e mi sono emozionata.
Che frase tratta dalla sua opera o
dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua
cucina?
Nel caso di “Schiaffi” la frase della sociologa Chiara Saraceno : “«Smettiamola
di parlare di “quote rosa” e prendiamo invece atto del fatto che finora, nella
politica locale come in quella nazionale, esiste una sola quota, quella
maschile. Protetta militarmente da qualsiasi intrusione».
Grazie per la sua disponibilità
prova di commento
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