CON LAURA COSTANTINI e LOREDANA FALCONE
Contrabbandieri
d'amore
Laura Costantini
& Loredana Falcone
Harper
Collins Italia eLit
Anno 2016
Breve sinossi a cura dell’autore:
Eugenio e Cecilia sono due fratelli napoletani che nel 1920 si
imbarcano alla volta dell'America alla ricerca di un riscatto da un passato di
miseria e sopraffazione. A New York scopriranno che non basta mettersi un
oceano alle spalle per cambiare vita ma anche che l'amore non ha limitazioni di
razza, di ceto, di religione e, quando tutto è perso, può fare la differenza.
1)
Come è il vostro rapporto con il Natale?
Potremmo definirlo di amore-odio.
Amiamo l'atmosfera calda e colorata che precede il 25 dicembre per poi essere
sopraffatte dal rispetto delle tradizioni che ci precipitano in un angoscioso
count-down per arrivare all'Epifania.
2)
Presepe o albero, perché?
Sicuramente l'albero, colorato,
allegro, sempre in movimento. La staticità del presepe ci mette tristezza.
3) Cosa ne pensate di Babbo Natale? Ci credete ancora?
Quando avete smesso di crederci e perché? Raccontateci un aneddoto natalizio
Si può dire che entrambe abbiamo
ricominciato a credere in Babbo Natale il giorno che abbiamo stretto tra le
mani la prima copia del romanzo che segnò l'esordio nel mondo editoriale. Una
storia d'amore e di magia ambientata in Irlanda che, grazie alle edizioni
"Il vento antico", uscirà in una nuova edizione il prossimo dicembre
col titolo "La voce nella nebbia".
4)
Amate fare i regali? O ricevere regali? Che tipo di
regali? Preferite la sorpresa o suggerisci a qualcuno i tuoi desideri?
Laura ama fare i regali, Loredana
soprattutto riceverli. Non per avarizia ma perché odia andare per negozi. Di
solito facciamo una lista che ci scambiamo per essere sicure di aver esaudito
ognuna un piccolo desiderio dell'altra.
5)
Amate ricevere libri o preferite comprarveli?
Avete mai ricevuto un libro che non
siete riuscite a leggere? E perché? O uno che invece è stata una vera bella
sorpresa inaspettata?
Siamo lettrici compulsive.
L'importante è che i libri arrivino, sotto forma di regalo o acquisto non fa
differenza. Abbiamo avuto molte occasioni di scovare dei piccoli inaspettati
"gioiellini" letterari ma anche dei "mattoni" di cui ci
siamo sorbite i primi capitoli per poi chiederci: "ma ci pagano?"
6)
Come si intitola il romanzo che avete scritto e vorreste
consigliare come regalo di Natale?
"Contrabbandieri d'amore",
un romanzo in cui l'amore è la salsa che condisce una storia di emigrazione, di
riscatto sociale, di una New York di inizio secolo in pieno proibizionismo.
7)
Cosa ha di
particolare il vostro romanzo per finire sotto l’albero di Natale? A chi è
adatto?
"Contrabbandieri d'amore"
é un romanzo adatto a tutti. A chi ama le storie d'amore. A chi ama il mondo
che ruota intorno alla malavita, nello specifico le gang che insanguinavano le
strade della "grande mela". A chi ama la storia, perché ha alle
spalle un'attenta ricostruzione che si addentra nello specifico del periodo con
una cura minuziosa per i particolari. Ma soprattutto è adatto a chi ha voglia
di immergersi in pagine che catturano e non mollano, fino alla fine.
8)
Vi è piaciuto scriverlo? Da dove nasce la storia?
Noi ci divertiamo sempre moltissimo
quando scriviamo, crediamo sia uno dei punti di forza di un connubio che avanti
da molti anni. Come abbiamo già avuto occasione di dire ci intrigava l'idea di
mettere a confronto due stili di vita completamente diversi, far interagire due
ragazzi venuti dai "bassi" di Napoli con gli abitanti di una città
come New York che all'epoca era già una metropoli. Per non parlare
dell'occasione di trattare a modo nostro un tema come quello attualissimo
dell'integrazione.
9)
Ci doni un piccolo l’incipit che ci lasci la voglia di
leggere?
Giovani, forti e che sappiano leggere. Così aveva detto Eugenio e
Cecilia aveva seri dubbi che la folla di uomini e donne di tutte le età che si
era accalcata davanti ai moli rispondesse a quei requisiti. Soprattutto
all'ultimo.
Tre anni prima,
quasi contemporaneamente alla loro entrata in guerra, gli Stati Uniti avevano
deciso di porre un freno all'immigrazione massiccia chiudendo le porte agli
analfabeti. Se la regola fosse stata osservata, quasi nessuno di quelli
accalcati davanti alla capitaneria di porto avrebbe ottenuto il passaporto rosso. Quel pensiero diede a
Cecilia una stretta allo stomaco: lei ed Eugenio sapevano leggere e scrivere.
Chiuse gli occhi lasciandosi cadere sull'angolo di
muretto che suo fratello aveva conquistato per loro. Era marzo e la giornata
era splendida. Il cielo azzurro si rifletteva sulle onde piccole e lucenti del
golfo, il sole era alto e l'aria frizzante e perfino profumata, nonostante
quella moltitudine umana sporca e lacera.
Napoli non le era mai sembrata bella come in quel momento
e si pentì con tutta se stessa per aver imposto a Eugenio di alzarsi all'alba
per caricare dalla fonte del Lavinaio abbastanza acqua perché tutti e due
potessero fare il bagno. Forse, se li avessero trovati sporchi e infestati di
parassiti come tanti di quelli intorno a loro, li avrebbero scartati, anche se
non erano analfabeti. Ma la loro sfortunata madre le aveva istillato un senso
della dignità troppo forte perché lei potesse accettare di essere umiliata dal
disprezzo di uno sconosciuto ammericano
che veniva lì a sceglierli, come animali al mercato del bestiame. Aveva
insistito perché indossassero i loro abiti migliori e perché Eugenio appuntasse
sulla vecchia giacca la medaglia che si era guadagnato in guerra.
Furono ore di attesa, rese meno dure dal calore del sole,
dalla carezza del vento profumato di mare, dal cartoccio di spassatiempo comprato per un soldo da
una venditrice ambulante. Cecilia pensò che quella donna era l'unica che avrebbe
guadagnato qualcosa tra tutti quelli presenti al porto.
«Sei stanca?» chiese Eugenio passandole un fiasco che
avevano riempito d'acqua lungo la strada. Gli spassatiempo avevano bruciato loro la lingua.
Il sole riempiva di riflessi dorati le acque del porto,
l'aria del pomeriggio si era fatta pungente ma la capitaneria, dove l'americano
aveva istallato il suo ufficio, era ormai vicina. Una decina di persone al
massimo.
Cecilia annuì, asciugandosi le labbra con la manica. «E
se non ci pigliano tutti e due?» chiese.
«Ce ne torniamo a casa» la rassicurò. «Non ti lascio più
sola, piccerè.»
Le sorrise e lei sentì svanire tutta la rabbia che
provava.
«Quanto è lontana l'America?»
«Venti giorni di piroscafo.»
«E se il piroscafo affonda?»
Eugenio rise. «Gesù, ce la facciamo a nuoto» la canzonò.
(P.S. Non si tratta dell’incipit, ma ci piaceva condividere
questo momento.)
10) Una
volta scartato, aperto e ammirato con soddisfazione il vostro libro, con cosa
lo accompagnereste? Cioccolata calda o the? Caffè o camomilla? Biscotti o
torta? Panettone o Pandoro?
Noi suggeriremmo una fetta di pandoro accompagnato da una
tazza di cioccolata calda corretta con il whisky, rigorosamente fornito da una
distilleria clandestina.
Come vedete le scrittrici sono molto simpatiche e, vi assicuro, brave e documentate, quindi vi consiglio la lettura
Vi è piaciuto come hanno risposto? Volete saperne di più?
BREVE BIO:
Laura Costantini e Loredana Falcone sono romane. Hanno superato
gli ...anta e tanto vi basti per la parte strettamente anagrafica. Scrivono
insieme dai tempi del liceo (classico) e non hanno mai smesso. Non si dividono
personaggi e capitoli. Scrivono insieme nel vero senso della parola,
incontrandosi una volta a settimana, tutte le settimane, cascasse il mondo, e
mettendosi davanti a una tastiera nella cucina di Lory. Narra la leggenda che
sfiorino la telepatia e che alle volte si spaventino, loro per prime, della
sintonia raggiunta.
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