con DONATELLA PERULLO
curatrice e autrice di
Sposa per sempre- cinque passi nella leggenda AUTORE AA.VV.
CASA EDITRICE Self .Anno 2016
Ci
sono racconti che arrivano da molto lontano, che hanno attraversato il tempo e
l’oceano per raggiungerci. Ci sono storie magiche che ci toccano dritte al
cuore. La storia di Pascualita è così, suggestiva e affascinante pur nella sua
macabra drammaticità. Un manichino così perfetto da sembrare in carne e ossa
anima, da quasi un secolo, la vetrina di un atelier di abiti da sposa in
Messico e suscita l’ammirazione e la curiosità di tutti, tanto da divenire
leggenda.
Una
ragazza morta prima delle nozze, sua madre che non vuole lasciarla andare e ne
fa imbalsamare il corpo per esporlo nella vetrina del suo negozio… ma qual è la
verità? Cinque autori si sono lasciati affascinare dall’alone di mistero che
gravita intorno alla bellissima Sposa per
sempre e hanno interpretato e rivisto la leggenda, ognuno con il suo stile,
trasportato dalla propria ispirazione. Cinque racconti sulla sposa cadavere di
Chihuahua, cinque passi nella leggenda di Pascualita.
1) Come
è il tuo rapporto con il Natale? Il mio rapporto
con il Natale è contraddittorio. Lo odio e lo amo allo stesso tempo e se lo
odio, è forse perché lo amo e non posso viverlo come vorrei. Mi piacerebbe
poterlo condividere con tutti coloro che amo in una bella baita tra la neve
ricca di addobbi, con un camino che riscaldi e profumi l’atmosfera e personale
di servizio pronto a esaudire ogni nostra necessità. Invece mi ritrovo tutti
gli anni in un’atmosfera inquinata dalle brutture del mondo, a dover fare i
conti con la realtà che ha ridotto una festa magica in un deprimente evento
commerciale fonte soprattutto di stress.
2) Presepe
o albero, perché? Entrambi. Amo l’albero che non
manca mai perché con le sue luci e i suoi colori è quello che riesce meglio a
creare l’atmosfera giusta, ma da buona napoletana riservo un posto speciale
anche al presepe che è il simbolo della tradizione della mia terra. Ne ho
costruito io stessa uno che tutti gli anni non dimentico mai di esporre.
3) Cosa
ne pensi di Babbo Natale? Ci credi ancora? Quando hai smesso di crederci e
perché? Raccontaci un aneddoto natalizio. Il mio
caro amico Babbo Natale! È stata la mia illusione più grande e la disillusione
più dolorosa. Ricordo quando da bambina uscivo da casa con i miei per andare a
trascorrere la vigilia con i nonni e al mio rientro trovavo sotto l’albero, un
mare di regali. Era un’emozione grandissima e il fatto che mio padre, fingendo
una dimenticanza, potesse essere tornato indietro per sistemare i regali, era
impensabile. Quando compii nove anni e mi rivelò la verità, non gli volevo
credere, dovette insistere e darmi mille spiegazioni per convincermi che Babbo
Natale era stato solo una splendida illusione. E pensare che una volta ci avevo
anche litigato per telefono! Era successo quella volta che avevo chiesto un
Cicciobello e invece mi era arrivato un soffice puff rosa confetto. La
delusione era stata così grande che la notte seguente Babbo Natale era venuto a
riprendersi il regalo e mi aveva telefonato per chiedermi scusa. Il mio papà è
sempre stato bravo a camuffare la voce, ma all’epoca io amavo creder nelle
favole. Bei tempi.
4) Ami
fare i regali? O ricevere regali? Che tipo di regali? Preferisci la sorpresa o
suggerisci a qualcuno i tuoi desideri? Una volta
amavo tantissimo fare regali e tutto l’impegno che ci mettevo era ripagato
dall’espressione di gioia di chi apriva il mio pacchetto. Cominciavo mesi prima
a giare per negozi o mercatini in cerca di quello che poteva fare felici gli
altri. Oggi non più, faccio ancora regali, ma con meno impegno e fantasia anche
se mi è rimasta la sensibilità ai desideri degli altri e mi basta cogliere una
loro frase o uno sguardo per capire cosa potrebbero desiderare e sorprenderli.
5)
Ami ricevere libri o preferisci comprarteli? Hai
mai ricevuto un libro che non sei riuscito a leggere? E perché? O uno che
invece è stata una vera bella sorpresa inaspettata?I
libri preferisco comprarmeli. Sono una scelta molto personale, più del profumo
e difficilmente qualcun altro può scegliere quello giusto per me. In genere chi
mi conosce lo sa ed evita incauti acquisti o aggira l’ostacolo rinunciando alla
sorpresa e chiedendomi che libro mi piacerebbe avere. Mi è capitato di ricevere
libri che non sono riuscita a leggere, due volte. In entrambi i casi erano
libri centrali di serie di cui non possedevo altri volumi. Un anno, invece, ricevetti un’intera
quadrilogia che più volte avevo ammesso di desiderare (avevo gettato l’amo) e
che non avevo ancora avuto possibilità di acquistare. Quell’anno saltellai di
gioia come una bimba.
6)
Come si intitola il romanzo che hai scritto e
vorresti consigliare come regalo di Natale? L’ultimo
lavoro cui mi sono dedicata non è un romanzo ma un’antologia. È un volume molto
particolare che ho anche editato, curato nella prefazione e nei ringraziamenti
e che è nato da un’idea che mi venne leggendo un articolo su Pascualita, la
sposa cadavere di Chihuahua. In quei giorni due cari amici scrittori ed io
parlavamo spesso di scrivere qualcosa insieme e poiché io (lo ammetto) sono
un’autrice solitaria, proposi loro di
non scrivere un romanzo a più mani, ma di lasciarci andare a dei racconti che
avessero come denominatore comune quell’affascinante manichino in abito da
sposa. Maria de Riggi e Armando Maschini accettarono e fecero propria l’idea
senza esitazioni e insieme decidemmo di coinvolgere anche altre due amiche
valide scrittrici, Roberta Martinetti e Paola Bianchi. È nato così un progetto portato avanti con
entusiasmo e impegno da tutti e cinque che ci sta dando soddisfazioni.
7) Cosa ha di particolare il tuo romanzo per
finire sotto l’albero di Natale? A chi è adatto?
Sposa per sempre è una raccolta di cinque racconti molto diversi tra loro, pur
essendo ispirati dalla stessa leggenda. Il mio racconto, ad esempio, è un
fantasy/storico che unisce la leggenda di Raimondo di Sangro principe di
Sansevero a quella di Pascualita. La toccante novella di Maria De Riggi parla
del desiderio di maternità e dell’amore di un piccolo orfano per la mamma che
si è scelto. Il racconto di Armando
Maschini è una favola horror di amore e possessione demoniaca. Il racconto di
Roberta Martinetti è un affresco che solletica l’immaginario, mentre quello di
Paola Bianchi è un thriller ricco di tensione. Ce n’è insomma per tutti i
gusti, ma soprattutto per coloro che sono incuriositi dalle leggende, dal
mistero e dalle emozioni forti.
8)
Ti è piaciuto scriverlo? Da dove nasce la
storia? Mi è piaciuto molto scrivere il mio racconto,
ma è stato molto stimolante anche dedicarmi all’editing dei lavori dei miei
colleghi. Era la mia prima esperienza in tal senso. Sono sempre stata molto
severa con me stessa, ma non avevo mai osato rivedere scritti di altri. Ho
trovato l’esperienza istruttiva e coinvolgente anche se faticosa. Riuscire a levigare il lavoro di un altro
scrittore senza stravolgerlo e modificarne lo stile è stata una sfida
entusiasmante.
9)
Ci doni un piccolo l’incipit che ci lasci la
voglia di leggere? Vi propongo l’incipit del mio
racconto, intitolato L’allievo alchimista: A marzo qui a Chihuaua non piove
quasi mai, ma oggi il tempo sembra adeguarsi al mio stato d’animo e il
temporale è così fitto da offuscare la vista della vetrina. Sono seduto sulla panchina
al di là della strada, immobile come lei che mi fissa senza vedermi, mentre mi
struggo nella sua attesa. Ho la schiena dritta e il viso inespressivo di chi è
perso in ricordi lontani. Una saetta cade su un tetto vicino, il bagliore e il
fragore sono intensi e improvvisi, ma io non sussulto e non mi volto. Resto
fisso sul suo volto, sul suo abito bianco e sulla mano appena protesa, che
vorrei stringere. La pioggia m’inzuppa i vestiti e m’incolla i capelli alla
fronte. La gente mi passa accanto senza vedermi, i visi nascosti dagli
ombrelli, gli sguardi intenti a evitare le pozzanghere. Di tanto in tanto
un’auto interrompe il contatto visivo tra me e lei, ed io sospiro di dolore
mentre i ricordi ritornano al 1930, l’anno in cui il mio cuore si destò, lo
stesso nel quale il dolore lo squarciò. La mia storia non è cominciata nel
momento in cui la vidi, ma fu allora che iniziò la vita che valeva la pena di
essere vissuta, e ora che ho duecentosettantatre anni, l’unica ragione è
l’attesa di poterla stringere di nuovo a me.
10) Una
volta scartato, aperto e ammirato con soddisfazione il tuo libro, con cosa lo
accompagneresti? Cioccolata calda o the? Caffè o camomilla? Biscotti o torta?
Panettone o Pandoro? Cioccolata calda accompagnata
da una spruzzata di panna montata e una fetta di delicata torta margherita. Se
qualcuno preferisse il gusto salato al dolce, però, ci vedrei bene anche una
bella scodella di popcorn da sgranocchiare freneticamente tra un’emozione e
l’altra, un po’ come al cinema.
Ho letto questa antologia e la consiglio per la sua originalità. Tutte storie ben scritte che ruotano intorno a una leggenda affascinante. Se volete sapere di più sulla sua ideatrice e gli autori continuate a leggere
Donatella Perullo: È nata a Napoli. Scrive da sempre e ha una propensione per il
fantastico. È stata semifinalista per due anni del Torneo Letterario
Ioscrittore indetto dalla GeMS. Numerosi suoi racconti sono stati pubblicati in
antologie e premiati in concorsi nazionali. Nel novembre 2014 esordisce con il
romanzo fantasy Lacrime d’Ametista (Butterfly
Edizioni ), primo della trilogia Il fato degli Dei.
https://www.amazon.it/fato-degli-dei-Lacrime-dametista/dp/8897810438/ Nel
maggio 2015 prova il self publishing con il romanzo Horror, "Nemesi".
https://www.amazon.it/Nemesi-Donatella-Perullo-ebook/dp/B00YBB9RLM
Gli altri autori:
Paola
Bianchi: È laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne. È insegnante e
lavora anche come correttrice di bozze e traduttrice. Appassionata di
letteratura, ha un proprio blog: www.librieemozioni.altervista.com, e ha
fondato un Club Letterario. Scrive articoli per il quotidiano Ultima Voce e per
altri giornali locali. Il suo saggio La Figura del Vampiro dalle origini ai
nostri giorni, nelle opere di Anne Rice e Joseph Sheridan Le Fanu e il romanzo
breve Giochi di luna, rispecchiano la sua passione per il genere horror,
fantasy e il thriller.
Maria De Riggi: È nata a Solothurn, in Svizzera, ma vive
in Campania. La scrittura per lei ha una doppia valenza e rappresenta una sorta
di ricerca interiore per risolvere i quesiti della vita, ma anche un modo per
esplicare se stessa. Ha pubblicato racconti e poesie in varie antologie. Nel
2016 esordisce con il romanzo I Cavalieri della Vita edito da Eve Edizioni.
https://www.amazon.it/cavalieri-della-vita-Maria-Riggi-ebook/dp/B01AMCG428
Roberta Martinetti: Vive in Emilia-Romagna. Finalista al torneo letterario
Ioscrittore 2016 (gruppo Gems), ha pubblicato racconti su riviste letterarie e
antologie e il romanzo L’ultima luna con Delos Digital. Fa parte dello staff
del forum letterario Inchiostro&Patatine e del progetto Nati per Leggere
della sua città.
https://www.amazon.it/Lultima-Odissea-Digital-Roberta-Martinetti-ebook/dp/B01F3FCZ86
Armando Maschini: Abita in provincia di Milano. Ha infinite passioni, ma la
scrittura è la primaria. Suoi racconti sono inseriti nelle antologie: Non
voglio vedere verde (Farnesi Editore) e Ricordi di Giocattoli. Esordisce con
successo nel 2013 con la raccolta di fiabe Melodia e altre storie (Farnesi
Editore) che è stato per due anni libro di lettura nelle scuole di Milano e
provincia.
https://www.amazon.it/Melodia-altre-storie-Armando-Maschini/dp/8897898009
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