Interviste culinarie di Federica
Gnomo
Mew Notice
Oggi salutiamo e ringraziamo la scrittrice Tiziana Marie Galofaro, in arte
Mew Notice, per averci aperto la porta della sua cucina.
Mew Notice è autrice dell’opera “Come un batter d’ali”
pubblicata dalla casa editrice Sesat Edizioni nel 2012. http://www.sesatedizioni.it/category/catalogo/
Il
romanzo inizia nel 1849 con un grido disperato di una giovane ragazza, un grido
d’amore, una forma di liberazione per la terrificante situazione in cui vive: è
un angelo nero che lotta con tutte le sue forze per poter, anche solo per
attimi, rivedere il suo unico grande amore. Sembra che il racconto proceda in
quel tempo storico e invece veniamo trasportati ai giorni nostri, in Sicilia.
Melody lascia così il posto alla mamma del protagonista maschile, che con la
sua narrazione, giorno dopo giorno, permette al lettore di conoscere e anche
innamorasi di Noir; il tutto tra scenari da favola che catturano immediatamente
il lettore, avvolgendolo di quel calore che solo quella terra riesce a
sprigionare.
Ma la scena e il narratore cambiano.
Siamo giunti al terzo capitolo e
facciamo la conoscenza della protagonista femminile: Mia Molina. Ma ancora una
volta la scenografia è diversa. Siamo a Parigi, siamo in cima alla torre Effeil
e da veri spettatori rimaniamo senza fiato quando Mia racconta, quando Mia
piange e quando tutto le sembra perduto.
Mia è una giovane studentessa francese
che per motivi familiari deve lasciare la sua amata Parigi per poter
raggiungere il padre in Italia, a Saluzzo.
Non è solo un viaggio, è un percorso
di maturazione e di sconvolgimenti totali. Mia e Noir per un insolito o forse
programmato destino si incontreranno ma, nella vita, mai è tutto certo,
soprattutto quando il destino è manipolato da due angeli in eterna lotta tra di
loro. Una lotta tra il bene e il male, una lotta tra la giovane donna che
abbiamo conosciuto all’inizio del racconto, Melody, e il suo amato, perso ma
mai dimenticato: Tobias.
Un crescendo di tensione e colpi di
scena, un capolavoro di scenari quasi dipinti e tracimanti di sfumature che
riescono inevitabilmente a conquistare il lettore.
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare? Io
adoro mangiare, purtroppo! E amo cucinare soprattutto torte. Quando mi metto ai
fornelli divento Samantha di “Vita da Strega”, ve la ricordate? A lei bastava
un leggero movimento del naso per trovarsi fra le mani piatti deliziosi. Io ci
impiego un po’ di più, ma tutti dicono che sono velocissima. Il segreto della
mia rapidità è che ho sempre i minuti contati, causa lavoro, e così cucino con
quello che mi trovo a portata di mano.
Lo fa per dovere o per piacere? Per entrambi. Dovere di mamma e moglie e piacere
di inventare sempre nuove ricette.
Invita amici o è invitata? Spesso invito amici a casa ma non nego che mi
piace anche essere invitata.
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando? Ho conquistato mio marito con la cucina siciliana.
Lui va matto per il pesce spada alla palermitana.
Vivrebbe con un compagno che non sa
mettere mani ai fornelli? No! Mi
serve sempre un po’ di aiuto, altrimenti non potrei essere Samantha.
Quando ha scoperto questa sua
passione? Devo ringraziare mia
nonna Bianca. Lei era un’ottima cuoca e soprattutto aveva tanta fantasia e così
i pomeriggi li trascorrevamo a preparare piatti strani con quello che c’era in
frigorifero. Avevo solo dieci anni ma era un vero divertimento.
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo? Un capodanno
insieme alla mia famiglia in Sicilia. Avevo undici anni e rimasi affascinata
dai piatti che avevo davanti: tartine al salmone, caviale, aragoste in
agrodolce e tantissime pietanze che non conoscevo.
Ha un piatto che ama e uno che
detesta? Impazzisco per i cibi
piccanti ma detesto la carne, tutti i tipi di carne.
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano?Il rosso. Lo
associo alla carne… al sangue.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O té, una bibita speciale per stare
ferma a scrivere? Bevo tantissimo
succo di mela. Non ho mai preso caffè e certe volte mi piace sorseggiare del té
caldo alla fragola quando piove o c’è brutto tempo.
Scrive mai in cucina? Di solito in cucina preparo gli articoli che
scrivo per Lovvy.it. Mi occupo di due
rubriche di attualità che riguardano la vita di coppia e la famiglia. La cucina
diventa il mio secondo studio.
Altrimenti dove ama scrivere? E a
che ora le viene più naturale? Quando
scrivo i miei romanzi ho bisogno della musica, della lampada che diffonde una
leggere luce e del silenzio della notte - dopo aver messo a letto le bimbe
tutto mi sembra molto più silenzioso - e così lo studio diventa il mio rifugio
segreto.
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Preferisco il salato. Ma non rifiuto il dolce. Ripeto: mi piace mangiare.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza,
snack) o si cucina anche quando è molto presa dalla scrittura? Se sono a casa mi preparo qualcosa da
sgranocchiare: mix di patatine. Se mi trovo a lavoro mangio snack poco calorici
per eliminare le calorie del giorno prima.
Ha un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Il primo libro di “Come un batter d’ali” è nato
in una piccola aula della scuola Media di Barge dove insegnavo inglese. Lo
scrivevo nelle ore libere o nella pausa pranzo e nel frattempo mangiavo tutto
quello che trovavo nella mia borsa. Ma un giorno un po’ di succo è caduto sul
foglio dove avevo scritto i nomi probabili del protagonista maschile. Un
pasticcio! Una macchia nera mi aveva cancellato tutti i nomi, da lì il nome
Noir, il nome del protagonista maschile.
Lei è una scrittrice di Fantasy, quando
esce a cena con i suoi figli, o amici che tipo di locale preferisce? E quando
esce con suo marito? Di solito
siamo clienti assidui di Mc Donald’s, ma riusciamo, raramente - causa bimbe -
ad andare in qualche ristorante, anche se preferisco le trattorie, quelle
tipiche dei posti di montagna.
Oppure per festeggiare una
pubblicazione? Cosa tende a ordinare in
un locale?
Cibo veloce, leggero e gustoso. Snack, pizzette e patatine non devono mai
mancare.
Ha mai usato il cibo in qualche
storia? Sì. Tantissimo. In “Come
un batter d’ali”, soprattutto nel primo libro, parlo della cucina siciliana e
quella piemontese. Mi fanno impazzire entrambe.
Noir e Mia, i due protagonisti della storia, vanno a pranzo in un locale di
Saluzzo. Ordinano di tutto ma il discorso verte sempre e soprattutto sulle
fragole, fragole con panna, fragole surgelate… La mia tentazione.
“Come un batter d’ali” a che ricetta lo
legherebbe, e perché? Una
gustosissima torta all’Americana, quella a più strati con tante fragoline di
bosco rosse come la passione che lega i miei protagonisti. Il rosso delle
fragole rappresenta l’amore tra Melody e Tobias, i due angeli innamorati e
passionali. Il bianco della panna rappresentano il candore e l’ingenuità di Mia
e Noir. Una bella torta.
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Nelle librerie non mi è mai capitato, ma nei caffè
letterari sì. Mi piace accompagnare una discussione letteraria con un ottimo
aperitivo.
Tende a fare un aperitivo con due
olive e patatine o ad offrire quasi un pasto completo? Dipende dalle persone e dalla situazione. Di
solito, per me che preferisco il cibo veloce, olive e patatine mi sembrano le
più indicate.
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta? Quella che le riesce meglio? Mi viene in mente un piatto che mangio quando in
estate ritorno nella mia regione, la
Sicilia :
Un gustoso antipasto fritto composto da: due fette di pane
in cassetta inumidite nel latte; ripiene di mozzarella e poi passate nella
farina, e ancora nell’uovo e poi fritte
in olio caldo.
Una bomba di bontà.
Una bomba di bontà.
Quale complimento le piace di più
come cuoca? E come scrittrice? Io
uso tantissimo la fantasia, in tutto. Per scrivere, per cucinare, per
affrontare tutto ciò che mi circonda e quindi chi mi dice che sono fantasiosa è
il miglior complimento che mi può fare.
Che frase tratta dalla sua opera o
dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? A proposito di fragole… mi viene in mente una
conversazione tra Mia e Noie al ristornate sotto i portici a Saluzzo. È Mia che
inizia dicendo: «Ti piacciono così
tanto?»
«Già, sono la mia unica trasgressione… fragole con
panna.»
Lo guardai e gli ricordai che aveva anche una
seconda trasgressione.
Nella cucina non deve mai mancare del peperoncino, quell'elemento che rende
ogni cosa un po’ più frizzante. È il condimento indispensabile a rendere tutto
molto afrodisiaco.
Grazie per la sua disponibilità. Grazie a voi.
Federica Gnomo
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