Dolcetto o Scherzetto?
di Federica Gnomo Twins
Finalmente aveva tirato giù la serranda del negozio e stava cercando di chiudere quella giornata infernale.
Bambini mascherati per tutto il pomeriggio gli avevano svuotato il locale da caramelle e cioccolatini, gratis naturalmente. Non se la sentiva di negare un dolcetto a quei faccini dipinti per fare paura, che di paura non ne facevano proprio, ma solo tanta tenerezza.
Ora però Tommy, detto Dolcetto da tutti, era stanco.
Stanco morto, non solo del via vai di quel giorno, ma anche dell’attività ereditata da suo padre. Un buchetto di locale che vivacchiava sul Corso di una città di provincia, stritolato da grandi negozi lussuosi e pieni di oggetti firmati.
Dolciumi. Vendeva dolciumi e cioccolatini che quasi tutti ormai preferivano comprare nei supermercati.
Non aveva soldi per ristrutturare il suo negozio, che era rimasto vecchiotto, e quasi scompariva tra le luci degli altri.
Spesso la sera, da solo, davanti a una pizza comprata a taglio e una bibita, si chiedeva “ ma perché insisto?” Avrebbe potuto cedere alle pressioni della boutique vicina, che voleva allargarsi. Abbassare la saracinesca e starsene in pace, magari a fare il commesso da qualche parte. Almeno lo stipendio sarebbe stato sicuro …ma era un romantico, un romantico goloso di emozioni.
Inchiavò le serrature. Stanotte ci avrebbe pensato. Seriamente. Non erano tempi da fare i sentimentali. Che importanza potevano avere i ricordi di lui e suo padre intenti a scartare pacchi in arrivo pieni di caramelle colorate, o affondare le mani in quel mare profumato per sistemarle in sacchi e barattoli. Era piccolo eppure già aiutava in bottega. Si arrampicava sulla scala lunga e misteriosa che portava al soppalco perché era agile, e faceva cadere fra le braccia del padre cioccolate e pupazzi sotto lo sguardo vigile del nonno, che ancora si ostinava a stare dietro al bancone.
Un mondo magico. Da cui aveva preso il soprannome: Dolcetto.
Così lo chiamavano in casa; poi era divenuto grande, il nonno era morto, il padre era andato in pensione e lui aveva ereditato l'attività ma per tutti era rimasto Dolcetto.
Si alzò dalla scomoda posizione. Le serrature stavano in basso e giravano male.
Come la sua vita. Era anche infreddolito.Non vedeva l'ora di correre a casa per scaldarsi.
Un voce lo fece sobbalzare, e poi un tocco leggero sulla spalla.
"Scusa è troppo tardi per chiederti qualcosa?"
Tommy si voltò. Un volto truccato di nero, profondo e oscenamente bello lo colpì.
"Mi hai messo paura!" fu la prima risposta. "Veramente…sto …sto chiudendo…Anzi ho chiuso" balbettò poi.
"Peccato!"rispose la ragazza, facendo una smorfia," volevo un dolcetto…"
"Stai scherzando? Non sei troppo adulta per queste cose?" continuò inquieto Tommy.
"Forse… ma mi piace questa festa, e da quando ero bambina non ho mai smesso di truccarmi da vampiro e vestirmi di nero, per Halloween".
Tommy notò, infatti , che era vestita completamente di nero, e con un lungo mantello.
"Sei un tipo originale. Piacere di averti conosciuto, ora se non ti dispiace vorrei andare a casa" tagliò corto, sempre più turbato.
Ci mancava solo una squilibrata per finire degnamente la giornata di Halloween.
"Posso fare due passi con te?"chiese la sconosciuta.
"Veramente …mi devo fermare in pizzeria, e poi ho un impegno…"cercò di accampare Tommy, per levarsela di torno.
"Vai a fare dolcetto o scherzetto a qualcuno?" chiese maliziosa la ragazza, sollevando il sopracciglio e facendo brillare un piercing che lo intimorì.
"Sì, ecco, brava…vado dalla mia fidanzata a fare dolcetto e scherzetto, e magari bacetto".
Si immaginò di stare in compagnia. Con gli amici. Gli venne in mente solamente il suo cane. In realtà non aveva nessuno…meno che meno un amore con una donna.
"Sei un bugiardo!" lo schernì la ragazza."Non vai da nessuno".
"Ma che ne sai? Mi stai facendo girare le palle! Vedi di svolazzare a largo…"si stupì delle sue stesse parole. Era stato lui? Lui a parlare? Lui, Dolcetto, affabile, paziente, timido?
"Ehm…Vuoi veramente che vada? Vuoi stare da solo? Eppure stasera dovremmo stare insieme noi due".
"Insieme? E a fare cosa?" chiese camminando velocemente per raggiungere la pizzeria e togliersi il pazzo dai piedi.
"Dolcetto o scherzetto!" rispose quella.
"Ma sei ubriaca o fatta di cocaina?"chiese Tommy.
"Nessuna delle due cose".
"Senti cosa, io non ti capisco quando parli, vedi di lasciarmi in pace. Il negozio è chiuso, non ho caramelle in tasca, non mi va di fare due passi con te, non…non…"non terminò la frase che si ritrovò sbattuto contro il muro.
"Mi stai facendo innervosire…"fece la ragazza mora stingendolo e schiacciandolo per poi parlargli in faccia.
"Guardami bene…Chi sono io?"
"E che ne so?"
"Non hai immaginazione?"
"No, mi ha sempre fatto difetto, sarà tutto lo zucchero che ho mangiato".
La ragazza vestita di nero dal volto spendente sorrise e si presentò:
"Sono Scherzetto. Piacere!"
Tommy strabuzzò gli occhi.
"Ma la pianti di prendermi per il culo?"
Stava diventando volgare.
Riprese a camminare a passo veloce, con l’altra alle spalle, come un’ombra.
Che senso aveva tutto questo?
"Aspettami!" ordinò Scherzetto
"Tu sei pazza!" rispose Tommy correndo verso casa.
Alla porta si fermarono.
"Allora facciamo Dolcetto o Scherzetto?" chiese la sconosciuta.
"Facciamo che ora entro e mi lasci in pace!?" rispose Tommy, cercando le chiavi di casa nelle tasche.
"Allora?"
Tommy ci pensò. Magari quella era una svitata che voleva solo una risposta alla domanda come le decine di ragazzini venuti al negozio, poi se ne sarebbe andata.
"Dolcetto…"rispose un po' esitante.
"Risposta esatta!"urlò l' affascinante ragazza.
"E ora te ne vai?"
"Non proprio…devo prendermi prima il Dolcetto che mi spetta…"e si avvicinò per baciarlo.
"E' uno scherzo?"chiese turbato Tommy.
"Sì…uno Scherzetto!"
E così, in una notte di luna piena, Dolcetto si fidanzò con Scherzetto e visse per sempre felice con lei nel suo magico negozio di dolci stretto tra le sue braccia e i grandi negozi lussuosi del centro.
E così, in una notte di luna piena, Dolcetto si fidanzò con Scherzetto e visse per sempre felice con lei nel suo magico negozio di dolci stretto tra le sue braccia e i grandi negozi lussuosi del centro.
FINE
Mi sai entusiasmare, sempre!
RispondiEliminaGrazie, indiscutibile scrittrice.
Avvincente! Si rimane col fiato sospeso fino alla fine. Brava! Milena
RispondiEliminaGrazie, è un raccontino dei miei "sopralerighe" <3
RispondiEliminai maschi ...
RispondiElimina:) grazie della visita
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