lunedì 19 dicembre 2016

SOTTO L'ALBERO di NATALE con Francesca Montomoli, autrice de " Una stanza vuota", Litho Commerciale, 2016



con Francesca Montomoli




Una stanza vuota
Francesca Montomoli
Litho Commerciale 
2016

Breve sinossi a cura dell’autore:
Alice, in fuga da un’esperienza familiare molto negativa e affascinata dalla cultura pellerossa, si è rifugiata nella piccola capitale del Wyoming in cerca di una nuova dimensione personale. Un approdo che nel suo immaginario rappresenta l’antitesi di ciò che lascia: poca gente, nessun volto conosciuto, spazi aperti, una natura rude e talvolta ostile, poche pagine di storia, tutto in contrapposizione con un’Italia divenuta per lei simulacro di una condizione soffocante e dolorosa. Un nuovo lavoro, una nuova lingua, nuovi amici. Apparentemente tutto sembra procedere secondo i suoi desideri, ma basterà la crisi matrimoniale di uno di loro, Jason, a riaprire vecchie ferite. Da Firenze a Cheyenne, da un Natale all’altro, le vicende dei protagonisti si intrecciano e  si confrontano come in un gioco di specchi scardinando sicurezze faticosamente acquisite, costringendoli  ad affrontare i propri fantasmi e a guardare il mondo e se stessi con occhi diversi.


Lo potete trovare nei principali store online oppure velocizzare i tempi richiedendolo direttamente all’editore: ludovica@lithocommerciale.com



1)      Come è il tuo rapporto con il Natale?
Profondo e mutevole. Ha sempre esercitato un grande fascino come festa familiare e suscitato entusiasmi quasi infantili (ero più eccitata io dei miei figli durante i preparativi) ma con il passare degli anni l’aspetto spirituale, unito al bisogno di interiorizzare, ha preso il sopravvento. 

2)      Presepe o albero, perché?
Entrambi. In forme tradizionali o bizzarre ma non possono mancare: il Presepe per il significato e l’albero per la sua allegria.

3)      Cosa ne pensi di Babbo Natale? Ci credi ancora? Quando hai smesso di crederci e perché? Raccontaci un aneddoto natalizio.
Babbo Natale è una bellissima favola. L’ho raccontata a tutti i miei figli e i più grandi si rendevano complici nel perpetuarla perché non abbandonare del tutto l’idea di Babbo Natale significa tenere un piede nell’infanzia e conservare in parte la magia semplice dell’innocenza.
Un aneddoto? Non saprei. Forse quella volta, molti e molti anni fa, quando aprendo i regalini (piccole cose in un periodo di vacche magre) mia sorella scoprì di aver ricevuto ben tre porcellini salvadanaio! Praticamente l’inizio di una collezione. Non ti dico le risate! Anche da parte sua e la cosa bella fu proprio quell’allegria schietta e condivisa, senza inutili delusioni.

4)       Ami fare i regali? O ricevere regali? Che tipo di regali? Preferisci la sorpresa o suggerisci a qualcuno i tuoi desideri?
Adoro fare regali, cerco sempre di aggiungere un tocco personale a quelli acquistati o di realizzarli artigianalmente dove so di fare cosa gradita e l’allestimento scenico (fiocchi, carte, decori vari) è uno dei momenti più divertenti. Quando si tratta di riceverli la sorpresa è d’obbligo, altrimenti… che regalo è?

5)      Ami ricevere libri o preferisci comprarteli? Hai mai ricevuto un libro che non sei riuscito a leggere? E perché? O uno che invece è stata una vera bella sorpresa inaspettata?
Trovo che un buon libro sia un regalo magnifico, certo è possibile commettere qualche piccolo “errore di valutazione” ma, in fondo, può accadere con ogni tipo di regalo. Per principio cerco di non lasciare i libri a metà anche se capita, talvolta, che la lettura risulti faticosa. Nella peggiore delle ipotesi rimando il compito a tempi più favorevoli perché forse non è la storia a essere sbagliata ma solo il momento. La sorpresa inaspettata è rappresentata senza dubbio dal  primo libro ricevuto in dono: “Il Corsaro Nero” di Salgari. Mi ha aperto le porte di un mondo sconosciuto e sciolto le vele verso orizzonti sconfinati. Prima non amavo leggere, dopo non ho più saputo farne a meno.

6)      Come si intitola il romanzo che hai scritto e vorresti consigliare come regalo di Natale?
“Una stanza vuota”

7)      Cosa ha di particolare il tuo romanzo per finire sotto l’albero di Natale? A chi è adatto?
Già dalla sinossi è facile comprendere come questo libro sia molto legato al Natale che non lo caratterizza come un semplice fil rouge ma ne diventa, a tratti, protagonista discreto, interferendo nella vita dei personaggi e accompagnandoli in un cammino di riflessione. In genere, quando scrivo, parlo di donne e alle donne, credo però che questa storia, caratterizzata da un narrato dietro le righe di connotazione psicologica, si presti a più chiavi di lettura e che questo la renda fruibile anche a una parte di pubblico maschile.
    
8)      Ti è piaciuto scriverlo?
È sempre bello scrivere. È la “realtà fittizia” che entra a gamba tesa nella tua realtà quotidiana e rivendica il suo diritto ad esistere. Oppure, come nel caso della poesia, è sofferta espressione di sé ma, qualunque sia la motivazione iniziale, scrivere è un piacere.
Da dove nasce la storia?
Nasce come tutte le mie storie, un po’ per caso e un po’ per magia. Persone conosciute o incontrate chissà quando, luoghi visitati o intravisti di sfuggita ma anche semplici fantasie, brandelli di conversazione ascoltati su un autobus o nei corridoi di un ospedale. Spunti che si appiccicano ai pensieri, si aggregano ad altri frammenti e girano e girano finché si coagulano in un’idea precisa e nasce la storia.

9)      Ci doni un piccolo incipit che ci lasci la voglia di leggere?
Volentieri. Più che incipit uno stralcio. Si può?

Era una strana sensazione, una specie di formicolio interiore; mi sembrava che poco a poco salisse dai piedi e si avvicinasse alla gola. Immagino che se provasse sensazioni, una bottiglia di plastica che viene riempita di sabbia, si sentirebbe così e non sarebbe felice di perdere la propria incosciente leggerezza per diventare contenitore di un tale peso, né di rinunciare suo malgrado alla luminosa trasparenza di cui era ignara fino a pochi minuti prima.
Quel mattino di Natale di sette anni fa, guardando senza nessuna emozione le luci ammiccanti dell'albero, imparai una sgradevole lezione: la consapevolezza di sé non sempre è una cosa buona.


10)  Una volta scartato, aperto e ammirato con soddisfazione il tuo libro, con cosa lo accompagneresti? Cioccolata calda o tè? Caffè o camomilla? Biscotti o torta? Panettone o Pandoro?
Per me crostata di mirtilli e tè aromatizzato, grazie!




Volete saperne di più sull'autrice?

Francesca Montomoli (www.francescamontomoli.com) toscana, amante degli animali, appassionata di F1, sempre in bilico fra narrativa e poesia ha partecipato con discreto successo a concorsi di entrambi i generi trovando pubblicazione sul settimanale sportivo Autosprint, sulla rivista letteraria online L’approdo (Dublino) nonché in varie antologie (Historica Ed. -  Edizioni Il Foglio  – Watson Ed. -  Perrone Ed. – La Mela Avvelenata Ed. – Ed. La Gru) e iniziative benefiche fra le quali spicca, per continuità, intenti e obbiettivi raggiunti, la collana del “Progetto Fiaba”. Ha al suo attivo collaborazioni sporadiche col periodico territoriale indipendente La Torre Massetana, con il sito di giornalismo online rinabrundu.com. e la pubblicazione nel febbraio 2016 del romanzo breve Una stanza vuota – Litho Commerciale Ed.




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