Oggi siamo ospiti di Francesco Mastinu autore di “Sono solo Parole”
uscito nel 2016 per Amarganta.
Cagliari, 2001. Lo sguardo verde e magnetico di
Erika folgora Simone. La nuova compagna di classe di Alba, Mirna e Manlio
irrompe nell’esistenza di un ragazzo tranquillo che, pieno di aspettative, si
affaccia alla vita. Erika sta fuggendo un passato difficile ed è determinata a
non innamorarsi mai più. Solo la bellezza e la devozione di Simone
riescono, seppure per un breve periodo, a illuderla che l’amore puro possa
esistere davvero e che sia raggiungibile anche per lei.
Dieci anni dopo, anche se il tempo trascorso li ha allontanati, Erika e Simone si renderanno conto che la magia di quell’incontro non si è esaurita e dovranno fare i conti con quanto lasciato in sospeso da allora. In una girandola di affetti che passano dall’amore all’amicizia, dalla quotidianità al riscatto, la loro diventa la storia di un’intera generazione alla ricerca di emozioni vere.
Dieci anni dopo, anche se il tempo trascorso li ha allontanati, Erika e Simone si renderanno conto che la magia di quell’incontro non si è esaurita e dovranno fare i conti con quanto lasciato in sospeso da allora. In una girandola di affetti che passano dall’amore all’amicizia, dalla quotidianità al riscatto, la loro diventa la storia di un’intera generazione alla ricerca di emozioni vere.
Ami vivere
in città o in campagna?
A dire il vero non saprei cosa scegliere: di
sicuro, a livello umano, trovo molto affascinante la vita quotidiana e
casalinga in un luogo appartato, che consenta di raccogliersi maggiormente con
se stessi. Quindi ti direi in campagna, ma dall’altro punto di vista, per
questioni pratiche, avere una casa in centro città o comunque nell’aggregato
urbano che ti consenta di spostarti senza ricorrere per forza a viaggi in auto,
lo trovo comunque indispensabile per la qualità della vita e soprattutto per
economizzare il tempo, che, come ben sappiamo, non è mai abbastanza. Poi
dipende, ci sono luoghi che ti catturano il cuore. Di sicuro amo vivere in un
posto a dimensione umana ma che nel contempo sia capace di darmi delle emozioni
quotidiane. Ho vissuto sia al centro urbano che in aperta campagna, è dura
scegliere tra la comodità di avere tutto a portata di mano e magari svegliarsi
la mattina con il coro degli uccellini in primavera che volano da un albero
all’altro. Aria pura, respiro. Io partirei da quello.
Preferisci
un giardino o un terrazzo (e se non lo hai cosa sceglieresti)?
Attualmente non posseggo né l’uno né l’altro,
preferirei però il giardino di sicuro, per quanto sia noto che non abbia il
pollice verde e non è che frema dalla voglia di occuparmene. Credo dipenda sia
dalla predisposizione personale che dal periodo che stai vivendo. A volte
curare il verde aiuta tanto a entrare in contatto con la propria natura. E ci
sono momenti in cui, anche per uno come me, è necessario farlo.
Trovi
impegnativo curare il verde? Cosa coltiveresti? Solo fiori o proveresti anche a fare
l’orto?
Lo trovo molto impegnativo per uno come me che ha
pochissime competenze di giardinaggio e botanica. Un tempo, quando avevo il
giardino, mi attardavo nella cura sia di piante da frutto che dei fiori, ma i
risultati non sono mai stati ottimali. Preferisco godere dei benefici dei
giardini lasciano agli esperti la cura e la limitazione dei danni, a essere
sincero. Per me comunque è bello sia avere dei fiori che gli alberi. Sì, gli
alberi mi piacciono tanto, soprattutto perché diventano un fulcro di vita, non
solo della pianta: uccelli, insetti, piccoli mammiferi. Trascorrerei ore a
osservarli incuriosito.
Ci descrivi il tipo di giardino/ terrazza preferisci, angolo relax che preferisci? (Romantico all’inglese, Zen, moderno con contenitori e lampade a tema, naturale rustico, simmetrico all’italiana, una poltrona e una pianta…)
Devo essere sincero: l’imperativo è la comodità. Per cui sicuramente in tema naturale e rustico, con luoghi dove potersi distendere o sedere e pensare, scrivere, osservare. Più sono aromatici e colorati, meglio è.
Riesci a
scrivere e leggere all’aperto? Cosa
altro ti piace fare (ad esempio barbecue, ginnastica, dormire ecc)?
Devo dire che i luoghi appartati e i contesti
naturali agevolano molto sia il livello emotivo che precede la scrittura, che
proprio l’attività in sé dello scrivere. Mi capita spesso, se ne ho modo, di
scrivere in giardini, o anche al mare, in mezzo alla natura. Di solito comunque
mi riposo, osservo e cerco di entrare in sintonia con me stesso, magari anche
attraverso la meditazione.
Ti piace
mangiare all’aperto? Ti piace fare colazione, merenda o un pasto principale?
Se il clima
lo consente e se lo spazio concilia, mi piace mangiare all’aperto, quale che
sia il pasto. Di sicuro meglio in primavera o estate, quando c’è freddo non
disdegno il fuoco e l’ambiente chiuso.
Inviti amici
a passare qualche ora nella tua oasi verde? Hai una ricetta di biscotti o una
torta dolce o salata da poter consigliare per fare colazione o merenda tra il
verde? *Ricetta*
Ahahahahah! Io sono una frana a fare dolci, perché
mi sono sperimentato pochissimo. Di solito me la cavo meglio col salato. Trattandosi
di un ambiente rustico, proporrei una delle mie torte salate.
È semplice da fare.
TORTA RUSTICA Micia Mici ( poi vedremo perché...)
A parte si cucinano gli
ingredienti (zucchine, oppure funghi, carciofi e patate, o patate e pancetta e
prosciutto, o quello che preferite) in padella con un filo d’olio, acqua se
serve, e un pizzico di prezzemolo e aglio. Nel contempo stendete la pasta
sfoglia e la riponete in un contenitore da forno, o una teglia.
Sbattete poi tre uova, ci versate formaggio
grattugiato alla bisogna e cubetti di mozzarella. Quando l’ingrediente è
pronto, lo mischiate all’uovo e accendete il forno a 180 gradi circa. A
temperatura raggiunta, spruzzate il pan grattato sulla pasta sfoglia e la
bucherellate con la forchetta, infine ci aggiungete sopra il composto dell’uovo
con l’ingrediente, livellano bene l’amalgama. Dopo di ché mettere un bello
strato di formaggio, chiudere i lembi della sfoglia ai margini e infornare per
30/40 minuti (dipende dal forno che usate), o fino a che la sfoglia non si dora
e il formaggio sopra non fa la crosticina. A quel punto spegnete tutto,
lasciate freddare e servite. Io ne faccio parecchie di queste torte e ogni
tanto me ne invento con qualche ingrediente nuovo. Nutrono e sono buonissime.
Hai un animale domestico? Quale e come si chiama? Come si comporta mentre scrivi?
Vivo in appartamento con quattro gatti e un altro umano. Diciamo che gli spazi per mia fortuna non sono piccoli per consentirci di vivere e che comunque l’amore tra me e i felini colma anche la vicinanza ristretta. Si tratta di una famigliola composta dalla mamma, che è mia sin da cucciola, Fagiolina e dai suoi tre figli Sissi, Billy e Codino.
Ma il mio rapporto speciale è di sicuro con Fagiolina, la mia anima gemella. Lei apprezza molto quando scrivo,soprattutto se sono in posizioni comode e sto usando carta e penna: mi si posa sopra e ronfa, sempre che non sia attirata dal movimento della penna, perché allora sfodera gli artigli e inizia a giocare.
Lei però apprezza di meno quando sono al computer. Mi si mette in grembo, si struscia contro le mani o occupa proprio la tastiera per impedirmi di scrivere e obbligarmi a coccolare lei. Secondo voi chi vince?
Nei tuoi romanzi
i paesaggi sono accuratamente descritti? Usi mai un elemento naturale per esprimere uno
stato d’animo o il pathos di una
azione attraverso l’ambiente?
Per me l’ambientazione è fondamentale nella
narrazione e soprattutto nell’espressione di ciò che voglio narrare. Per cui
sì, una location ben precisa, una descrizione di quanto c’è intorno,
particolari eventi atmosferici giocano sempre all’interno della scena per darle
maggiore spessore narrativo e/o rinforzare l’emotività della storia o del
dialogo. Questa predisposizione diciamo che l’ho raffinata negli anni, dando
allo spazio e all’emotività correlata a esso sempre maggiore importanza. In
effetti, poi, con la serie di “Emozioni del nostro tempo” (che comprende
Falene, Foglie e Sono solo parole) trattandosi della mia città (Cagliari) ho
provato a dare una connotazione più precisa e puntuale anche dei luoghi e della
toponomastica, e in effetti, chi ha letto i libri e ha poi visitato la città,
si è ritrovato nei suoi scorci e, con enorme piacere da parte mia, nelle mie
emozioni.
Nel tuo
ultimo romanzo “Sono solo parole”, c’è un passo particolarmente affascinante che riguarda un elemento
naturale (un bosco, un fiume, un
prato, un giardino, un fiore , una nuvola…)? Perché hai
deciso di usarlo?
Trattandosi di Cagliari, e di una situazione
particolare tra i due protagonisti, sedicenni, ho usato la spiaggia del Poetto,
di notte, con una bellissima luna rossa che si staglia all’orizzonte
illuminando il mare. Ok, quello della spiaggia è un po’ un mio archetipo,
perché molte delle cose che scrivo alla fine, si ritrovano vicino al mare,
credo che dipenda dal mio essere isolano. Ma in questo caso specifico, al
capitolo 10 della storia, l’atmosfera si coniuga con la scena in modo intenso:
Il rumore delle onde, la luna rossa e piena, il profumo della salsedine, la sensazione
della sabbia, i rumori … Un quadro che quasi fagocita Erika e Simone, in un
momento molto importante della loro storia, o che perlomeno io ho cercato di
rendere tale.
Ti ricorda
qualche tua esperienza diretta o è completamente inventato?
Beh gran parte di quel che scriviamo, se non
proprio tutto, non è mai inventato e nel contempo appartiene solo alla nostra
fantasia.
Qualcuno diceva che scrivere ti consente di vivere
due volte, e un po’ è vero, perché non facciamo altro che rielaborare il
vissuto e quel che riteniamo importante comunicare al lettore. In questa scena
specifica, di vero di sicuro c’è il mio mare, un paesaggio a cui ho assistito
migliaia di volte e il romanticismo che mi contraddistingue e che un po’ mi
rende, nella vita come nella scrittura, quel personaggio un po’ fuori dalla
modernità. Ho sempre detto di essere l’ultimo dei romantici, e io per primo ci
credo in questa affermazione.
In copertina
spesso vengono usati fiori, o sfondi naturali; cosa ne pensi? Se avessi dovuto
suggerire tu al grafico la copertina del tuo ultimo romanzo, cosa avresti
usato?
Se ripenso alle copertine della serie a cui
appartiene “Sono solo parole”, in effetti l’elemento naturale è predominante.
Forse in quest’ultimo riemerge l’elemento umano, perché in copertina, su uno
sfondo verde di un viale alberato, ritroviamo i due protagonisti in scooter,
che ridono. In effetti questa copertina si ribilancia nella concretezza,
laddove le due sorelle di Foglie e Falene rappresentano elementi puramente
naturali. Nel primo libro c’è una farfalla notturna sullo sfondo di una luna
piena, nel secondo una foglia che galleggia nell’acqua, molto rappresentative
tra l’altro della metafora che intendevo rappresentare. Per cui devo dire che
prendendo in considerazione l’intera serie, non avrei saputo suggerire di
meglio al grafico del mio editore. Di solito la copertina deve rilanciare
l’appartenenza al tema: per cui ben venga l’elemento naturale, ma se è
pertinente con il messaggio della storia.
E ora
piantiamo un seme, un seme anche simbolico se desideri, che ci sveli di che
tratta il tuo ultimo romanzo: che seme
vorresti piantare?
Sono solo parole nasce come crossover della trama
principale di Emozioni del nostro tempo. In esso ritroviamo come protagonisti
Erika e Simone, due personaggi che in Falene e Foglie vengono a malapena
menzionati in determinati passaggi, perché centrati più sul vissuto di Manlio,
Enrico e Mirna. È una storia che è nata una mattina d’estate, mentre ero al
mare, e che ho scritto a rotta di collo, perché mi divertiva tanto. Rivediamo
anche Mirna e Manlio, li conosciamo da giovani, al liceo, li riprendiamo nei
momenti di Falene e li proiettiamo nel futuro, tutto ovviamente filtrato dalle
vicende tra i due protagonisti che sono amici di vecchia data e che con loro
crescono, si ritrovano e si allontanano di nuovo, proprio come succede nella
vita di tutti noi. Un’altra cosa che caratterizza questo romanzo, che seppur
legato alla serie può essere preso singolarmente, è di certo la tematica
amorosa, che diviene centrale, mentre l’elemento LGBT rimane appena accennato,
poco presente in sé, se non in alcuni dettagli nel corso delle vicende. È il
mio primo esperimento di romance moderno con protagonisti eterosessuali,
insomma. Ovviamente scritta a modo mio, con i miei temi, le mie malinconie e il
mio modo di riportare le emozioni.
Ci
lasci un piccolo incipit del tuo romanzo?
anche quello è un piccolo seme…
Volentieri!
Prologo
“Bastava avere soltanto il coraggio”
Ci aveva
pensato per tutto il giorno ma la sensazione di aver lasciato qualcosa in
sospeso, apparteneva a una vita intera, la sua. Era iniziata dal momento in cui
l’aveva vista per la prima volta, tanti anni addietro, al terzo anno del
classico.
Un chiodo
fisso.
Simone
sbuffò, entrando nel palazzo. Salì a piedi le due rampe di scale, era il
momento di tirare fuori tutto ciò che in passato avevano nascosto, intimoriti
dalla grandezza di quanto sarebbe potuto accadere.
Prese un
respiro profondo dinanzi al portoncino. L’ora di cena era passata,
probabilmente Erika stava mettendo i figli a letto.
Il cuore gli
rimbombava forte nel petto, premette il campanello e lasciò risuonare il trillo
un paio di volte.
Posò una mano
sul mento, aveva la barba di qualche giorno. Accennò un sorriso preoccupato,
per poi guardare la luna che si alzava nel cielo dalla finestra del
pianerottolo. Era una metà piena, rossa, cupa e silenziosa, la stessa di un
tempo, di una notte in spiaggia.
“Magari non è
in casa” si disse, per poi essere smentito dai passi che si trascinavano dietro
l’uscio. Mentre realizzava la consistenza effimera del coraggio che lo aveva
condotto sino a lì, lei comparve spalancando il battente con leggero impeto.
Simone,
Erika. Uno di fronte all’altra, come sempre, senza fare un passo ulteriore, con
addosso il tempo passato. Solo che forse si era convinto che questa volta
qualcosa sarebbe potuta cambiare. Erika era immobile, lo fissava incredula,
conosceva la ragione di quella visita. Lo aspettava nonostante le basette che
avevano iniziato a ingrigirsi, il fisico più asciutto, le prime rughe di
espressione.
Lo aspettava.
Un’attesa
lunghissima, riempita da un silenzio imbarazzato e inconsapevole.
«Ciao»
sospirò Simone. Erika si limitò a farsi catturare dalla trama delle iridi
castane, connettendo un’altra volta ancora il filo indissolubile che raccordava
un passato, il loro passato. A trent’anni, nessuno dei due era stato capace di
dimenticare o di rammentare con un sorriso e basta, di scacciare un ricordo con
un gesto affrettato della mano.
Forse il
treno che aspettavano stava passando in quel momento per entrambi.
Erika non si
vergognò delle condizioni trasandate. Il trucco o un vestito migliore non
contavano niente. Era solo l’istinto a frenare l’intenzione che le avrebbe
fatto allungare la mano verso quella di Simone per stringerla piano.
Grazie
Grazie infinite a voi!
Dati del romanzo e link di acquisto:
Titolo:Sono
solo parole
Autore:
Francesco Mastinu
Editore:
Amarganta
Pagine:
350
Quarta
di copertina: Cagliari, 2001. Lo sguardo verde e magnetico di Erika
folgora Simone. La nuova compagna di classe di Alba, Mirna e Manlio irrompe
nell’esistenza di un ragazzo tranquillo che, pieno di aspettative, si affaccia
alla vita. Erika sta fuggendo un passato difficile ed è determinata a non
innamorarsi mai più. Solo la bellezza e la devozione di Simone riescono,
seppure per un breve periodo, a illuderla che l’amore puro possa esistere
davvero e che sia raggiungibile anche per lei.
Dieci anni dopo, anche se il tempo trascorso li ha allontanati, Erika e Simone si renderanno conto che la magia di quell’incontro non si è esaurita e dovranno fare i conti con quanto lasciato in sospeso da allora. In una girandola di affetti che passano dall’amore all’amicizia, dalla quotidianità al riscatto, la loro diventa la storia di un’intera generazione alla ricerca di emozioni vere.
Dieci anni dopo, anche se il tempo trascorso li ha allontanati, Erika e Simone si renderanno conto che la magia di quell’incontro non si è esaurita e dovranno fare i conti con quanto lasciato in sospeso da allora. In una girandola di affetti che passano dall’amore all’amicizia, dalla quotidianità al riscatto, la loro diventa la storia di un’intera generazione alla ricerca di emozioni vere.
Sul
sito dell’editore http://www.amarganta.eu/narrativa/sono-solo-parole/
Bio:
Francesco Mastinu è nato nel 1980 sotto il segno
dell’Acquario e vive a Cagliari, vicino al mare. Convive con il suo compagno e
spera ancora di poterlo sposare anche se si trovano entrambi in Italia, ha
sempre i 4 gatti a sovraintendere ogni sua attività quotidiana. Dopo aver
pubblicato
numerosi racconti in antologie collettive di alcuni
editori italiani, ed essersi dilettato con il genere erotico sotto pseudonimo,
ha ufficialmente esordito con il romanzo “Eclissi” (Lettere Animate, 2012)
seguito da “Polvere” (Runa Editrice, 2014) e la raccolta di racconti brevi “Concatenazioni”
(Edizioni 6Pollici, 2014). “Sono solo parole” è il suo terzo romanzo della
serie “Emozioni del nostro tempo”. Precedono "Falene" (Amarganta,
215) e "Foglie" (Amarganta, 215)
Collabora con l’editore Amarganta per la collana
LGBT e per la gestione del portale “Vite Arcobaleno”.
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