Qualche giorno prima della Vigilia di Natale,
durante la prova generale del costume tradizionale, Babbo Natale davanti allo
specchio invece di pronunciare il suo celebre ohohoh!, aveva urlato un aaahhh!
“Vi siete fatto male? Ho lasciato qualche spillo
attaccato al vestito? Vi si è incastrata la cintura nelle mutande?” aveva
chiesto la gnoma guardarobiera preoccupata.
Nessuna risposta. Babbo Natale continuava a rigirarsi
davanti allo specchio con aria insoddisfatta.
“Vostra Natalitudine, che succede? Avete preso
qualche chilo? Vi sentite costipato? Allarghiamo?” era intervenuta con
sollecitudine la sarta folletta.
“Ma no! Che dite, non vedete? Sono antico!”aveva
infine sbottato lui, disperato.”Possibile che con tanti anni d’esperienza non
vi accorgiate che sono fuori moda? Sono vestito così da secoli. Gli umani ormai
portano abiti diversi, più eleganti e moderni e io sembro sempre in pigiama!”
“ Ma…ma è la tradizione”, provò a replicare la
gnoma.
“Sono ridicolo, ammettetelo. Non guardate i nuovi
programmi in televisione, dove Enzo e Carla ti entrano in casa, frugano
nell’armadio, buttano via i vecchi vestiti e ti rifanno l’immagine?”
“Qualche volta. Ma che c’entra? Voi siete così e
basta, siete elegante anche in Home
Wear…” replicò la folletta.
“Non
prendetemi in giro. Voglio un altro outfit
per questo Natale, qualcosa di nuovo e adatto all’evento.”
La gnoma pur perplessa non osò fiatare e si mise al
lavoro con la sarta.
Arrivò la sera del 24 Dicembre, e soddisfatto del
suo nuovo look da gran sera: cappello
nero a falde larghe, giacca scura e
cravatta, gilet di pelliccia ecologica,sciarpa di seta bianca, Babbo Natale si recò
al recinto delle renne. Subito quelle si innervosirono e piantarono gli zoccoli
a terra, sbuffando. Babbo Natale dovette faticare un bel po’ per convincerle a
prendere il volo. Dopo qualche minuto di viaggio tra le nuvole, si avvicinò
alla casa dove abitava il primo bambino sulla lista. I cani cominciarono ad
abbaiare e lo morsero appena mise piede a terra. Poi lo inseguirono fino alla finestra dalla
quale entrò. L’allarme antifurto suonò. Qualcuno gli rovesciò in testa il latte
con tutti i biscotti, i vicini chiamarono la polizia scambiandolo per un ladro.
Babbo Natale scappò via gettando un pacco sotto l’albero, mentre il piccolo
Matteo piangeva disperato perché un mostro nero era entrato nel salotto. La scena si ripeté più volte. Ovunque strilli,
botte e fughe. Allora Babbo Natale cominciò a pensare che forse l’abito non fa
il monaco ma il Babbo Natale, sì. Tornò di corsa al Polo Nord, e chiamò la sua
guardarobiera, che nel frattempo, prevedendo un simile disastro, aveva stirato
e preparato sul letto l’abito e tutti i preziosi accessori. Babbo Natale indossò
fiero il suo vecchio costume di velluto rosso, dai bottoni d’oro zecchino,
bordato di pelliccia ecologica. Strinse
la cintura di pelle nera con la fibbia dorata. Calzò il cappello dal
grande ponpon e si infilò gli stivali
neri. Tornò alla slitta, le renne lo salutarono scuotendo la testa, i folletti
fecero festa suonando i loro campanelli. Era pronto per ricominciare il giro con il suo
solito outfit, quello che apriva
tutte le porte e popolava i sogni di grandi e piccini. Era felice, comodo e
caldo nel suo costume meravigliosamente demodé. Aveva capito che indossava l’abito
più famoso del mondo, quello che ogni grande sarto avrebbe voluto creare.
( Il racconto è stato pubblicato sull'antologia 365 racconti di Natale, Delos Book edizioni ed è stato ispirato dalla famosa trasmissione trasmessa da Real Time: Ma come ti vesti? Con Enzo E Carla)
Vedere in TV -Ma come ti vesti- non fa bene per nei, lo dico sempre anche a mia moglie.
RispondiEliminaComplimenti. bel racconto divertente.
Bellissima favola che pone con leggerezza un tema di riflessione ponderoso. Brava Federica! e grazie :-)
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