Interviste notturne di Federica Gnomo Twins
SCHEDA LIBRO:
Titolo:
Guerre corporative
Autore:
Simone Giusti
Editore:
Ass. Culturale Il Foglio
Collana:
Narrativa
Prezzo:
€ 15.00
Data
di Pubblicazione: Ottobre 2014
ISBN:
8876065172
ISBN-13:
9788876065170
Pagine:
240
Reparto:
Narrativa > Thriller
Libro
No EaP distribuito da LibroCo e PDE
Stasera facciamo irruzione nella camera da letto di
Simone Giusti, autore di Guerre Corporative
Editore Associazione Culturale Il Foglio, anno 2014.
Riassunto dell’opera:
Malta,
ore 8:00. Abbie Cassio si sveglia nel suo appartamento sul mare. Fuori splende
il sole. Abbie è giovane, molto attraente, è un’hacker e nel suo mestiere ci sa
fare. Sono molte le cose che si aspetta da quella giornata. Soldi, flirt. Ma
non certo di rimanere immischiata in un pericoloso intrigo internazionale.
1) Per
prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o
studiare andrebbe a letto tardi, o presto?
si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Non amo dormire. Come
Frank Underwood della nota serie americana, considero il sonno come una dannata
perdita di tempo. Ha però due vantaggi. Primo, è necessario alla vita. Secondo,
durante il sonno si sogna, si ha il tempo per sviluppare idee e soprattutto si
ricarica le batterie per un’altra avventura, meglio se letteraria.
Non ho orari
prestabiliti per dormire. Be’, non amo le costrizioni e neanche le abitudini
imposte dalla società. Uso notte e giorno a piacimento. A volte vado a letto
presto e mi sveglio all’alba (questo capitava soprattutto anni fa), a volte
faccio le ore piccole, che poi diventano grandi, portando avanti le mie storie
in santa pace mentre il resto del mondo dorme e non dà fastidio. Poi mi sveglio
un po’ più tardi del solito, pronto per una nuova giornata. Ho la fortuna di
poter impostare come meglio credo il mio tempo. Aspettate però a invidiarmi, il
mio essere “libero professionista” è la faccia tutta rose e fiori della medaglia.
Sull’altro lato c’è la quasi totale mancanza di denaro. Ma è una cosa comune a
molti, purtroppo.
2) Che
tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque
con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o
camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non
ha indossato?
Non amo le costrizioni, neanche in
abbigliamento. Odio le mode. Questo per dire che di solto dormo nudo, o quasi.
Ho un temperamento focoso, ho quasi sempre caldo. E poi dicono che dormire al
fresco (e non intendo in galera) aiuti a mantenere giovane la pelle. Non che me
ne freghi più di tanto della giovinezza della pelle, ma questo mi fa
conquistare le simpatie di chi ci tiene a non invecchiare.
La cosa più simpatica che ho sono i
pantaloni di un pigiama che sembrano fatti con tanti kilt scozzesi. Ecco perché
non li indosso per dormire.
3) Potendo
avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace
un letto singolo o matrimoniale?
Dicono che sia tutta
colpa del segno zodiacale. Io sono acquario e gli acquario vogliono dormire
soli. Be’, lasciando da parte ipotesi astrologiche, io adoro la solitudine, sia
da sveglio che nel sonno. Non che disdegni dormire nel letto matrimoniale con
la mia fidanzata, ma ammetto che dormire soli, in una camera tutta per me non è
niente male. Ai tempi dell’università, leggendo dell’antica usanza nobiliare di
dormire in camere separate, ammetto di essermi detto più volte: “Loro sì che
avevano capito tutto!”.
Il letto lo voglio
grande!
4) Cosa
fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare
la tv, stare al portatile con gli amici,
mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Odio guardare la tv, odio stare al
pc e soprattutto chattare. Mangiare? Non se ne parla proprio. Prima di dormire,
leggo. Ma lo faccio di rado. Preferisco leggere in piedi, passeggiando. Se non
posso farlo fuori, al mare lungo la battigia o per le strade deserte della
campagna, lo faccio in camera da letto, avanti e indietro come un soldato di
guardia. Quindi, più che leggere a letto, leggo vicino al letto.
5) Comodino
piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Piccolo, o almeno è così che
considero il mio. Sul comodino vanno a finire le stesse cose che vanno a finire
sulla scrivania, sul divano, per terra. Ovvero, tutto quello che sto usando e
che vorrei usare ancora. E a meno che qualcuno non intervenga mettendoli a
posto (di solito la mia ragazza), quegli oggetti rimangono lì per Ere geologiche
fino alla prossima estinzione. Cosa sono questi oggetti? Il più delle volte
libri.
6) Le capita di alzarsi di notte, completamente
riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa leggendo e riprende a dormire, o cosa?
Mai successo di alzarmi di notte
completamente riposato. Mai. Ma se capitasse farei due cose. Primo, una
passeggiata per mettere in moto corpo e mente. Secondo, buttar giù la storia
che sicuramente avrei pensato durante la passeggiata in solitario.
7) Le
capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori?
Ricorda i sogni?
Sogno sempre. A volte sono sogni
molto divertenti, tanto che la notte successiva vado a letto con l’idea di
continuare la storia lì dove l’ho lasciata. A volte mi alzo esaltato dal sogno
e dopo un’oretta non me lo ricordo più. Probabilmente perché era banale. Di incubi
non ne ho mai. Li ho avuti in passato. E tutti avevano le sembianze di incubi
sociali. La scuola, il lavoro, il dovere. Oddio! Ma chi è quel dio così
malvagio da aver inventato queste cose?
8) Ha
mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
Sì che l’ho fatto. A volte capita
che i pensieri prendano il via come tuffatori entusiasti sugli scivoli del mio
cervello. Quando succede non scrivo quasi mai a matita (ho una calligrafia
orribile!), di solito registro usando il cellulare. Naturalmente la gioia con
cui ti vai a coricare di nuovo dopo aver registrato porzioni di romanzo, magari
per la sesta o settima volta, è direttamente proporzionale agli sbuffi della
tua fidanzata che alle tre di notte deve sopportare gli scricchiolii del letto
e la luce che si accende e spegne di continuo.
9) Come
è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Oh, sì che lo ricordo. Ero
arrabbiato. O meglio. Ero deluso dalla società (ormai penso che abbiate capito
che tra me e la società non corre buon sangue). Mi è capitato di vedere un
documentario sulla Portland dell’800 e le due cose, stato d’animo e informazioni
da approfondire, si sono unite nell’idea per un soggetto. Il romanzo ci ha
messo più di un anno per venire alla luce nella sua forma definitiva, direi
almeno sedici mesi. Adesso è in mano al mio agente ma a dire il vero stiamo
trovando difficoltà nella ricerca di un buon editore. La storia, un noir con
moltissima azione che affronta tematiche molto attuali come la tratta femminile,
la droga e i preconcetti razziali, è ambientata nella Portland del 1882, cosa
che secondo di “maghi” del marketing ne fa un western. Peccato che il western
sia il genere meno letto in Italia, persino dopo la fantascienza. Per ora abbiamo
avuto risposte che posso riassumere in questa frase: “Bellissima storia,
peccato che il western venda poco”. Risposte classiche di chi fa cultura
controllando solo i report commerciali, e lo fa in modo superficiale. Adesso
forse è più chiaro perché mai non ami molto la società consumista in cui
viviamo.
10) Lo
consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che
reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine,
continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le
hanno detto i suoi fan?
Il romanzo di cui ho parlato sopra
è l’ultimo scritto, ma non è ancora in circolazione, e chissà quanto ancora
dovremo aspettare. Quello che invece si può leggere è un altro romanzo
“difficile” per il panorama italiano, ma che grazie alla fiducia datami da Gordiano
Lupi, editore del Foglio Letterario, ho pubblicato No EaP (senza spendere un
euro com’è giusto che sia) e si può trovare in libreria, o meglio, si può
trovare su internet, in libreria è ancora dura. Il romanzo si intitola “Guerre
Corporative” e, sì, lo consiglierei ai lettori prima di dormire (come potrei
non consigliarlo?). Però, per essere onesti, devo ammettere che non è un libro
che concilia il sonno, anzi. Alcuni lettori mi hanno contattato dicendomi che
hanno fatto tardi per sapere come andava a finire la storia. Il più veloce lo
ha letto in una nottata, sul secondo gradino del podio c’è chi lo ha letto nell’arco
di ore che va dalle 14:00, quando il corriere glielo ha consegnato, alle 10:00
del giorno dopo, quando lo ha finito. In pratica, una maratona. Una lettrice
che mi ha contattato da poco, mi ha accusato di averle rovinato una giornata di
lavoro. “Tutta colpa del tuo libro che mi ha fatto fare le due del mattino!”.
Be’, non si può che esser felici.
11) Al
risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa
o al bar?
Mai al bar. Adoro la casa, la mia casa. Il secondo passo dopo essersi
svegliati, tralasciando la capatina in bagno obbligatoria, è la colazione.
Nella mia vita sono passato dal latte coi cereali alla spremuta d’arancia coi
cereali fino allo yogurt coi cereali. La costante sono i cereali. Ora sono
tornato al latte. Preferisco quello scremato, temperatura ambiente, senza
altro, né zucchero né miele. A volte uso i cereali, a volte dolciumi vari. Non
amo le brioche. Meglio le torte fatte in casa. La madre della mia fidanzata è
una cuoca meravigliosa. Le torte che fa lei mi hanno fatto prendere qualche
chilo, ma ne vale la pena.
12) Mi
regalerebbe una frase del suo romanzo
per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Grazie
per avermi concesso un’intervista così intima.
Molto volentieri. Più che due frasi vorrei regalare due estratti. Il primo è
nelle pagine iniziali del romanzo, quando in un bel mattino assolato ha inizio
l’avventura di Abbie, la bella hacker maltese protagonista della storia.
“I messaggi erano per
la maggior parte di uomini, e i messaggi degli uomini erano tutti di
innamorati, di invaghiti, di gelosi, di gente che avrebbe voluto di più, di
gente che ne voleva ancora. Lei si divertiva così, a essere una
irraggiungibile, una di quelle nate per farti credere tanto e che certezze non
le dà mai. Era anche una che si comportava da bambina, che metteva il broncio
di fronte a messaggi pesanti, messaggi di ragazzi che aveva portato allo stremo,
quasi fino a impazzire. Ma lei non lo faceva apposta, Abbie Cassio era fatta
così: flirtava. Alla fine di tutti i messaggi ce n’era uno che la sorprese,
sbatté le ciglia lunghe di mascara quando lo trovò.”
Il secondo è a romanzo
già ben avviato, la protagonista è ancora Abbie. Fuori è notte, dagli oblò del
barcone ormeggiato sulla Senna si vede Parigi illuminata.
“«Figlio di puttana!»
brontolò aprendo l’acqua della doccia, poi, mentre aspettava che venisse calda,
piantò le mani sul lavandino e si fissò allo specchio. Vedeva una ragazza
sconvolta. Trucco ritoccato troppe volte per poter funzionare, capelli fradici
di gel e sudore, ma la cosa davvero diversa era l’espressione: aveva visto
troppe cose in così poche ore che adesso era in tilt. Forse solo dopo un bel
sonno, o magari solo dopo qualche giorno si sarebbe resa conto in quale razza
di casino si fosse infilata. Ma c’era qualcos’altro che la turbava, qualcosa
che le correva dentro, che le faceva mordere le labbra e stringere le cosce.
Ripensava a Ex, non riusciva a toglierselo dalla testa. Forse era dovuto al
fatto che fosse stato il primo a non averci provato, forse domani se ne sarebbe
pentita, ma adesso era inutile mentire a se stessa, adesso lo voleva, lo voleva
più di ogni altra cosa.”
Grazie a te per
quest’intervista così innovativa.
Buona notte.
Se volete sapere di più di Simone Giusti questo è il suo link
http://simonegiusti.wix.com/scrittore
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