Oggi salutiamo e ringraziamo Giacomo
Pedroni, autore del romanzo CON L’AMORE DI UN CONIGLIO, pubblicato
da Youcanprint.it, 2014 (libro) e da Cavinato Editore (e-book), per averci
aperto la porta della sua cucina.
*Piccola presentazione del
libro*
Alessandro Sereni, trentottenne, a causa della crisi economica si ritrova
disoccupato a gennaio del 2011.
A ciò si aggiunge la sua ex fidanzata che gli comunica
di aver deciso di convivere con un altro uomo. Senza lavoro e affetti
Alessandro si rifugia nell’alcool e progetta il suicidio.
A pochi chilometri da lui la crisi sconvolge anche la vita di Stefano e Fiorella.
Conviventi da 3 anni e molto legati al loro coniglio Dado, devono trasferirsi
in Repubblica Ceca perché l’azienda dove lui lavora si sposterà li per
continuare l’attività. Costretti a privarsi di Dado, pubblicano un annuncio con
cui dicono che lo regaleranno. Quella notte Alessandro, intenzionato a
uccidersi, legge l’annuncio e viene colpito dallo sguardo del coniglio.
Ottenuto l’animale, che lui chiamerà Pallino, in poco tempo ritornerà in lui il
desiderio di vivere.
******
La prima
domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Mi piace sia mangiare bene, anche se dal fisico
non si direbbe, sia cucinare anche se non preparo quasi mai piatti particolarmente
elaborati e nemmeno consulto libri di ricette.
Lo fa
per dovere o per piacere?
Se non hai nessuno che cucina per te ovviamente lo
fai per dovere. Per me la cucina più che un piacere è un divertimento, mi piace
preparare tutti i cibi che mi piacciono e che, come dicevo prima, non sono mai
cibi elaborati o sofisticati. Insomma, non cucino solo per necessità.
Invita spesso
amici a casa o è ospite di altri?
Vivendo con i genitori non invito nessuno a cena
per una questione di riservatezza. Invece quando vivevo lontano da casa mi
capitava spesso d’invitare qualche amico a cena, facevamo delle grandi
“mangiate” di spaghetti alla carbonara, spaghetti aglio-olio-peperoncino, penne
all’arrabbiata, salsicce grigliate e, in inverno, polenta con fagioli e bollito
di manzo.
Ha mai
conquistato una donna cucinando?
Di solito la prima volta che esco con una donna si
va a cena fuori, si mangia una pizza e un dolce oppure un gelato. Il saper
cucinare mi ha però aiutato a consolidare il rapporto di coppia e farmi
apprezzare per questa qualità che, da quello che mi risulta, hanno pochi
uomini.
Vivrebbe
con una compagna o un compagno che non
sa mettere mani ai fornelli?
Sarebbe molto difficile. Non amo essere servito e
riverito, non pretendo di arrivare a casa e trovare pronto il pranzo o la cena
ma nemmeno vivere con una donna che non sa preparare neanche un uovo al
tegamino.
Quando ha
scoperto questa sua passione?
Quando, nel 2000, mi sono trasferito
in un’altra città per studiare. Vivevo con altri due studenti e ho imparato a
cucinare anche guardando loro. Più che una passione, per me cucinare è un
divertimento.
Ci
racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
I primi cibi che ricordo sono minestrine e pastine, quelle che si danno ai
bambini.
Ha un
piatto che ama e uno che detesta?
Amo la pastasciutta, sia quella di grano duro che
quella all’uovo. Un cibo che proprio non amo sono le melanzane.
Un
colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Nessun colore in particolare. Come ho detto non
amo le melanzane, di colore viola, e non amo l’insalata russa, che di colori ne
ha parecchi.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale che la fa
stare concentrato a scrivere?
Non ho nessun rito scaramantico legato al cibo, anche quando sono in fase
creativa mangio come al solito. Amo il caffè ma cerco di non berne più di due
al giorno. Non prendo bibite energetiche, non mi piacciono le bibite gassate.
Scrive
mai in cucina?
Qualche volta mi è capitato, soprattutto quando
scrivo articoli su un argomento di attualità, politica o sport, articoli che
poi pubblico sulla mia pagina facebook e che, a volte, invio ad un giornale
on-line che si chiama varese7press.it
Altrimenti
dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Tenga presente che scrivo usando la penna e il
quaderno, davanti al monitor del computer l’ispirazione non arriva. Solo dopo
aver terminato la stesura manuale e la revisione del testo riscrivo tutto sul
PC. Fatta questa precisazione, mi capita di scrivere quasi sempre o sulla
scrivania della camera oppure sul tavolo che ho in salotto.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza,
snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Non amo i cibi pronti, detesto i fast-food e non solo per il fatto di averci
lavorato per due anni. Piuttosto che comprare del “cibo-spazzatura” come quello
che propongono certi posti mangio un’insalata e una scatoletta di tonno.
Tuttavia ci sono anche cibi pronti che mi piacciono come la piadina romagnola e
gli arancini di riso siciliani, senza dimenticare i panini con la salamella
cotta sulla griglia.
Che tipo
di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o
dolce?
Mangerei sempre pastasciutta, affettati di maiale
e vino rosso.
Ha un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
È un aneddoto molto simpatico, uno dei primi
ricordi che ho della mia vita. Era il 1983, avevo un anno e mezzo ed ero in
vacanza con i genitori a San Benedetto del Tronto. Nell’albergo servivano il
pranzo alle 13 e io a quell’ora ero affamato come un leone, così non appena mi
sistemavano nel seggiolone iniziavo a picchiare la forchetta sul tavolino
urlando “Pappasciuppa! Pappasciuppa!”
Che
tenero!
Lei è uno scrittore di narrativa,
sia per adulti che per bambini, quando esce a cena con gli amici che tipo di
locale preferisce? E quando esce con sua moglie e i suoi figli?
Quando esco con gli amici andiamo a mangiare la pizza oppure, raramente,
andiamo al ristorante cinese. Quando avrò moglie e figli potrò rispondere alla
seconda domanda (risata).
Oppure
per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale?
Se esco solamente per bere qualcosa ordino una
birra, se c’è quella scura la bevo più volentieri rispetto alla “bionda”. Se
invece devo cenare in un locale ordino una pizza oppure le bruschette con
pomodoro fresco, olio e basilico. Se invece mi trovassi in un ristorante di
lusso ordinerei qualcos’altro, tipo un risottino allo champagne e un filetto di
manzo in crosta.
Nelle
sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori
intervenuti?
Ho presentato il libro in due manifestazioni
organizzate da un’associazione che si chiama La Voce dei Conigli. Alla prima
presentazione ci hanno pensato le ragazze dell’associazione a organizzare un
buffet vegano mentre la seconda presentazione è avvenuta all’interno di un
parco che ospitava altre manifestazioni e c’erano i classici camioncini degli
ambulanti che vendevano cibo e bevande.
Tende a
fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Sono all’antica, non mi piacciono gli happy-hour
con cocktail, spritz e cibi d’ogni genere. Per me l’aperitivo è composto da un
buon bicchiere di prosecco, patatine e noccioline salate.
Ha mai
usato il cibo in qualche storia?
Se ne parla sia in questo libro sia nel precedente
ma in modo molto marginale.
Ad
esempio in CON L’AMORE DI UN CONIGLIO ci sono passi che ricordano cibi o profumi
di cibo?
Poche righe.
Il cibo
è mai co-protagonista?
Non lo è stato in questo romanzo e nemmeno in quello
precedente come pure non lo sarà nel racconto per bambini che uscirà
quest’estate. Può essere invece che, in un prossimo romanzo, il cibo sia un
co-protagonista. Chissà…
Per
concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta speciale? Quella che le riesce
meglio?
Non è nulla di speciale o di personale ma è semplicemente
la ricetta per preparare gli
SPAGHETTI ALLA CARBONARA, mi piacciono parecchio e
mi ricordano le cene con gli amici ai tempi in cui ero studente.
*RICETTA*
Ingredienti:
400 gr. di spaghetti
150 gr. di pancetta magra o guanciale di maiale
2 tuorli d’uovo
40 gr. di burro
pecorino o parmigiano grattugiato
pepe
Procedimento: mettere una pentola d’acqua sul
fornello e, quando l’acqua bolle salarla, e buttarci gli spaghetti. Mentre gli
spaghetti cuociono, tagliare a cubetti la pancetta o il guanciale. Dopo averli
tagliati, farli rosolare in un tegame insieme al burro e al pepe. Quando gli
spaghetti sono cotti (circa 10 minuti), scolarli e versarli in una zuppiera di
coccio o di plastica dove sono stati messi i due tuorli d’uovo e il pecorino o
parmigiano grattugiato. Versare la pancetta o il guanciale nella stessa
zuppiera, mischiare bene e servire condendo il tutto con pepe e formaggio.
Quale
complimento le piace di più come cuoco?
Mi piace sentire una ragazza che mi dice: cucini
bene per essere un uomo.
E come
scrittore?
Ho provato una grande soddisfazione quando due
lettrici che tra di loro non si conoscevano mi hanno detto entrambe: grazie al
tuo libro ho ricominciato a leggere. Noi scrittori, per così dire, esordienti,
possiamo avvicinare o riavvicinare molte persone alla lettura se solo i nostri
libri fossero più pubblicizzati e più conosciuti. Molte persone non leggono o
perché la lettura gli ricorda troppo la scuola dove i professori li
costringevano a leggere libri lunghi e noiosi oppure perché sono stanchi di
trovare in libreria sempre gli stessi autori.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore
possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
È una frase tratta dal capitolo 11 di CON L’AMORE DI UN CONIGLIO.
“Ci vuole un aiuto per tornare a sperare, a vedere
la luce della vita. E quell’aiuto lui lo aveva trovato in un’animale che pesava
poco più di un chilo, che si muoveva saltellando, che mangiava qualunque cosa a
qualunque ora.”
Grazie
per la sua disponibilità.
Consiglio
di leggere questo libro per la sensibilità e gentilezza dell’autore che si
riversa a piene mani in un testo profondo e insieme delicato. Io ho avuto un
coniglio domestico e posso assicurare che è un animale molto intelligente.
Federica
Gnomo Twins
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