Oggi salutiamo e ringraziamo Francesca Panzacchi e Vito Introna autori de “L’ALIENATO” (Milena Edizioni, 2013) per averci aperto la porta della loro cucina.
http://www.milenaedizioni.com/#!lalienato/cbw3
Prefazione a cura di Bruno Elpis
BOOKTRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=5sNS7qPPEAE
Anno 2075. Mattia
Tornesi è un crudele assassino di donne. Alto, brutto, visibilmente disturbato,
quest'uomo ha ereditato dal padre un colossale impero industriale, che spazia
dall'energia elettrica alle comunicazioni. In collaborazione con altri loschi
personaggi, Mattia riesce a estendere la sua influenza economica nell'intera
Europa meridionale. Solo lui può controllare gli impianti elettrici e
telematici, pertanto i suoi crimini sono tollerati dalle forze dell’ordine, per
evitare che lasci la nazione priva di fonti energetiche e connettività.
Vincenzo Altieri, rude e caparbio ispettore di polizia, non ci sta. A costo di
lasciare l'Italia al buio, al freddo e senza linee telefoniche, decide di
ricercare le ragioni di quella follia omicida, cominciando proprio dalla casa
di Mattia. Verranno alla luce segreti inquietanti e indicibili perversioni
sessuali. Le indagini di Altieri non si fermeranno nemmeno davanti alla
sparizione delle persone a lui più care, in un inquietante crescendo di
tensione.
******
La prima domanda di rito è: vi
piace mangiare bene? E cucinare?
Francesca: Entrambe le cose, ma in misura maggiore la prima.
Vito: Mangio parecchio, ma come cuoco faccio pena.
Lo fate per dovere o per piacere?
F: Sempre e solo per piacere.
V: Per dovere.
Invitate amici o siete più spesso
invitati?
F: Forse sono più spesso invitata,
ma siamo lì.
V: Non ho molta vita sociale.
Avete mai conquistato cucinando?
F: No, non direi, ho armi migliori
;)
V: Per carità…
Vivreste con una compagna o un
compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
F: Certo che sì.
V: Dato che devo dimagrire sì.
Quando avete scoperto questa vostra
passione?
F: Non mi è mai dispiaciuto
cucinare, fin da piccola.
V: Quando sono andato a vivere da solo.
Ci raccontate il vostro primo
ricordo legato al cibo?
F: Io e mia nonna che sforniamo i
biscotti, il profumo delizioso che inonda la casa.
V: Mia nonna che serve una
massiccia guantiera di spaghetti con le cozze.
Avete un piatto che amate e uno che
detestate?
F: Amo la pizza, detesto vedere
l’agnello in tavola, per una questione etica.
V: Amo la carne di cavallo. Odio la
parmigiana di melanzane.
Un colore dominante proprio di cibi
che vi disgustano?
F: Non c’è un colore in
particolare, forse quando vengono abbinati in modo sbagliato oppure
sovrapposti.
V: Il nero, a meno che gli
spaghetti al nero di seppia non siano cucinati a regola d'arte.
Quando siete in fase creativa avete
un rito scaramantico legato al cibo? Prendete caffè? O tè, una bibita speciale
per stare fermi a scrivere?
F: Nessun rito ma tanto caffè!
V: Birra, rigorosamente dal
freezer.
Scrivete mai in cucina?
F: No, scrivo sempre al pc, che si
trova in salotto.
V: Mai.
Altrimenti dove amate scrivere? E a
che ora vi viene più naturale?
F: Ovunque se ho con me il
portatile e a qualsiasi ora.
V: Al mio tower, quando mia figlia
dorme.
Comprate cibo pronto (tramezzini,
pizza, snack) o cucinate anche quando siete molto presi dalla scrittura?
F: Se l’ispirazione è al massimo mi
concedo solo brevi pause, per non perderla. Ben vengano dunque gli spuntini
pronti.
V: Pizze da asporto, rigorosamente
tonde e con la nduja.
Che tipo di cibo desiderate di più
quando scrivete e siete presi dal vostro lavoro? Salato o dolce?
F: Dolce!
V: Salato.
Avete un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e particolare che vi è accaduta?
F: Una sera avevo ospiti a cena e
mi sono dimenticata di accendere il forno, abbiamo mangiato tardissimo.
V: Quando provai a invitare a cena
dei romani preparai spaghetti con il tonno. Tre erano allergici al tonno…
Siete due scrittori di noir e fantascienza,
quando uscite a cena che tipo di locale preferite?
F: Le trattorie romantiche, con le
tovaglie a quadretti e le candele sul tavolo.
V: Pub fumosi, dove ancora si
possono accendere sigarette.
E per festeggiare una
pubblicazione? Cosa tendete a ordinare in un locale?
F: Un ottimo vino rosso.
V: Grappa barricata.
Nelle vostre presentazioni offrite
un buffet? Pensate sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
F: Sì, sempre, è anche un modo per
ringraziare della partecipazione.
V: Naturalmente.
Tendete a fare un aperitivo con due
olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
F: Sempre e solo aperitivi.
V: Paste secche e spumante sono un
must.
Avete mai usato il cibo in qualche
storia?
F: Nell’e-book “IL DOLCE DI NATALE”
(ErosCultura Edizioni, 2013) che abbiamo scritto a quattro mani, il cibo è al centro della storia. Nell’arco della
narrazione la protagonista, una certa Lara, non esattamente una cuoca provetta,
ne combina di tutti colori in cucina.
V: Nel Dolce di Natale Lara, la
coprotagonista, pur non essendo un asso dei fornelli,a furia di impastare
biscotti di pessima qualità, manda in tilt Rodolfo.
Ad esempio in “L’ALIENATO” ci sono
passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai protagonista?
F: Il cibo è un non-protagonista ma
proprio la sua negazione contribuisce a delineare i personaggi e la loro
alienazione. Mattia, il protagonista del romanzo, cucina in modo sciatto e
privo di immaginazione, senza gioia.
V: No, l'Alienato è un monumento
alla malnutrizione, in tutti i sensi.
“L’ALIENATO” a che ricetta lo
legherebbe, e perché?
F: Trattandosi di un noir distopico
lo associo a un sapore aspro o amaro, deciso, insomma per palati forti. Un
timballo di cicoria selvatica, ad esempio.
V: Ricci e polpi crudi, con tanto
limone.
Per concludere ci potreste regalare
una vostra ricetta? Quella che vi riesce meglio?
Certo, eccola qua:
CROSTATA ROSSA
Ingredienti: 250 g di confettura di
ribes rosso, pasta frolla.
Stendete la pasta frolla e rivestite
la tortiera (meglio se a forma di cuore). Fate cuocere per venti minuti a 180°,
poi sfornatela e lasciatela raffreddare.
Stendete sulla base della torta uno
strato abbondante di marmellata di ribes livellandolo con una spatola.
Accompagnate con Moscato rosa.
Quale complimento vi piace di più
come cuochi?
F: Quando mi chiedono la ricetta di
quello che ho cucinato.
V: Quando non cercano di
strozzarmi.
E come scrittori?
F: Quando mi dicono che hanno letto
il libro tutto d’un fiato.
V: Quando mi porgono la mano
glissando autori più famosi.
Che frase tratta dalla vostra
esperienza di scrittori possiamo portarci nel cuore
uscendo dalla vostra cucina?
F: C’è una frase di Stefano Benni
che adoro:
“Non esistono uomini cattivi, se
sono cucinati bene”.
V: "Noi vogliamo il potere
perché ci interessa conservarlo". Orwell, "1984".
Grazie per la disponibilità.
F: Grazie a te Federica!
V: Grazie a te.
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