Interviste culinarie di
Federica Gnomo
Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore Michela Zanarella , Meditazioni al
femminile, Sangel Edizioni, 2012 per averci aperto la porta della sua cucina.
Meditazioni al femminile, edito da Sangel Edizioni, nel
gennaio 2012 nasce come autentica riflessione sull'esistenza, è un viaggio
intimo verso una maturità interiore. La raccolta poetica contiene sessantasei
liriche, che per stile e linguaggio, assumono un valore di umiltà e amore per
la verità.
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare?
Certo, mi piace mangiare bene, in particolare cibi semplici e naturali.
Essendo nata e cresciuta in campagna, precisamente nella pianura veneta, ho
avuto la fortuna di mangiare i prodotti dell’orto di casa e i prodotti della
mia terra. Sicuramente i sapori e gli odori degli ortaggi, della frutta, dei
salumi e dei formaggi sono diversi da ciò che si trova nei supermercati. Amo le
antiche tradizioni a tavola, quei piatti che si facevano una volta per me hanno
un gusto speciale. Non sono una grande cuoca, diciamo che cucino piatti
semplici e veloci, non ho una grande dimestichezza con la cucina, se cucino
devo essere proprio intenzionata a farlo e ispirata, proprio come quando scrivo.
Lo fa per dovere o per piacere?
Diciamo che cucino principalmente per dovere, raramente cucino per piacere,
anche perché considero la cucina un’arte, bisogna metterci passione e amore
come in ogni cosa. Non ho ereditato la mano di buona cuoca di mia madre
purtroppo, però nel mio piccolo mi so arrangiare.
Invita amici o è più spesso invitato?
Invito spesso gli amici, ma il più delle volte cucina il mio compagno che è
un ottimo cuoco e sa conquistare tutti con i suoi piatti.
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?
No, non ho mai avuto questa fortuna, sono gli altri che conquistano me in
cucina.
Vivrebbe con un compagno che non sa
mettere mani ai fornelli?
Non penso che le scelte sentimentali si possano basare sulla capacità o
meno di cucinare un piatto di maccheroni. Credo siano altre le cose importanti,
come il rispetto e la sincerità.
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo?
Ricordo un episodio di quand’ero piccola, avevo circa cinque anni,
all’asilo ci proponevano piatti davvero sfiziosi, però io non vedevo l’ora che
arrivasse il pomeriggio per la merenda con pane e nutella. Peccato che crescendo
non ho più potuto gustare la cioccolata, sono diventata intollerante. Forse ne
avevo mangiata troppa da piccola!
Ha un piatto che ama e uno che
detesta?
In genere mangio di tutto, prediligo i primi piatti, tra i miei preferiti
gli gnocchi al ragù, le lasagne al forno, cerco di evitare il pesce, anche se
so che per una corretta alimentazione è importante.
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano?
Forse il nero, che richiama il bruciato, il cotto all’esagerazione.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare
fermo a scrivere?
Quando sono in fase creativa, capita raramente che io mangi, anzi non
succede quasi mai, qualche volta bevo un tè caldo, mi rilassa e mi porta alla
concentrazione. Per scrivere ho bisogno di tranquillità, mi isolo dal mondo e
cerco il silenzio assoluto.
Scrive mai in cucina?
No, non scrivo mai in cucina, a parte la lista della spesa.
Altrimenti dove ama scrivere? e a
che ora le viene più naturale?
Di solito scrivo nella mia stanza, dove ho computer e libri sempre a
portata di mano. Non c’è un orario preciso per la scrittura, quando c’è
l’ispirazione, mi siedo alla scrivania e metto su carta o pc pensieri o versi.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza,
snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Difficilmente compro cibo pronto, cerco sempre di evitare questa scelta,
anche quando sono molto impegnata, fortunatamente ho un compagno che ama
cucinare e che prepara ottimi piatti.
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Quando scrivo evito di mangiare, mi concedo solo il pranzo e la cena che
considero appuntamenti talmente intimi, tali da staccare tutto ed assentarmi il
tempo giusto per mangiare in tranquillità.
Ha un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Ultimamente il mio compagno ha preparato una parmigiana di melanzane
spettacolare, ne conservo ancora il sapore, ho fatto addirittura la scarpetta,
per quanto ho gradito!
Lei è una scrittrice di poesia quando
esce a cena con gli amici che tipo di
locale preferisce? E quando esce con il suo compagno?
Con gli amici preferisco una pizzeria o un ristorante cinese, penso siano
le persone comunque a rendere speciale l’ambiente o quel determinato momento.
Con il mio compagno invece preferisco magari un ristorante di cucina tipica
romana, sempre per mantenere il contatto con le tradizioni della città in cui
vivo da alcuni anni.
Oppure per festeggiare una
pubblicazione? Cosa tende a ordinare in
un locale?
Per festeggiare una pubblicazione di solito vado o in pizzeria o in qualche
ristorante
nella zona di Trastevere, ci sono degli ottimi posti e sono sempre stata
soddisfatta della cucina della capitale. Tendo ad ordinare primi piatti, ma se
capita anche un bella grigliata di carne con le patate.
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due
olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Nelle mie presentazioni ho fatto diverse volte un buffet, penso sia
gradevole per chi partecipa, unire cultura e cucina è un’idea che si sposa
bene. Alla presentazione del mio primo libro “Credo” ho organizzato un buffet
per circa 300 persone che prevedeva sfiziosità di ogni tipo, stuzzichini di
frutta, pizzette, tortine, calzoni, aperitivi e vini di diverso tipo. Era quasi
un banchetto da cerimonia e devo dire che è stato un successo. Lo ricordo in
modo particolare essendo stata la mia prima esperienza.
Ha mai usato il cibo in qualche poesia?
Ad esempio in “Meditazioni
al femminile” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai protagonista?
Ho usato il cibo in alcune poesie, spesso cito il pane, come simbolo di
quotidianità, a richiamo anche della cristianità e della spiritualità, non a
caso al tempo di Gesù il pane era l’alimento principale.
“Meditazioni al femminile” a che ricetta lo legherebbe, e
perché?
Lo legherei ad un piatto padovano, visto che nella raccolta ci sono diversi
riferimenti alla mia terra e alle mie origini.
Un bel risotto di zucca penso sia l’ideale.
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
*Risi e bisi*
Ingredienti:1 kg. piselli con il baccello.
300 g. riso (carnaroli o vialone).
100 g. pancetta magra o prosciutto crudo.
70 g. parmigiano o grana grattugiato.
1 carota
1 cipolla.
1 scalogno.
1 cucchiaio di semi di finocchio.
1 ciuffo di prezzemolo.
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva.
50 g. burro.
Sale e pepe q.b.
Brodo non grasso.
Ricetta:
Lavare e sgranare i piselli conservando i baccelli.
Preparare un sacchettino di garza con all’interno i semi di finocchio e chiuderlo.
In una pentola mettere i baccelli con la carota, la cipolla, il sacchettino con i semi di finocchio e ricoprire con il brodo. Mettere a cuocere il brodo per un’ora a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto. Bollire i piselli sgranati in poco brodo fino a quando diventano teneri.
Scolare i piselli e unire il brodo di cottura a quello con i baccelli. Eliminare il sacchettino di odori, la cipolla e la carota dal brodo di baccelli. Passare i baccelli e unire la passata ottenuta al brodo.
Tritare la pancetta, il prezzemolo e lo scalogno separatamente. Far rosolare lo scalogno e la pancetta nell’olio e metà del burro. Unire il riso e i piselli e bagnare con il brodo di baccelli.
Aggiungere il prezzemolo e il sale e portate a cottura il riso mantenendolo morbido e sempre coperto dal brodo verde. A cottura del riso, aggiungere il formaggio grattugiato, il burro rimasto, un pizzico di pepe.
Quale complimento le piace di più
come cuoco?
Spero sempre che chi assaggia un mio piatto sia piacevolmente soddisfatto,
alle parole “è tutto ottimo” so che ho fatto bella figura.
E come scrittore?
Quando qualcuno mi scrive che si emoziona leggendo le mie poesie, questo
per me è un grande traguardo, non posso desiderare nulla di più.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore
possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
“Apro il palato/ ad un avvenire/ che mi chiama” versi tratti dalla poesia
“Nel bianco della vita”.
Grazie per la sua disponibilità
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