lunedì 14 gennaio 2013

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Flavia Cantini, Notti senza Luna. A.Sacco editore.



IN CUCINA CON LO SCRITTORE
Interviste culinarie di Federica Gnomo

Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore  Flavia Cantini , Notti senza luna e Notti senza luna – Il Male e l’angelo, (Arduino Sacco, 2011 e 2012) per averci aperto la porta della sua cucina.
“Notti senza luna” e “Notti senza luna – Il Male e l’angelo” sono i primi due volumi di una trilogia fantasy ambientata ai giorni nostri. Selene, la giovane e solitaria protagonista, è da sempre osteggiata e isolata dal resto del paese e non sa spiegarsi il perché fino a quando, compiuti i dodici anni, si trova dinnanzi a qualcosa di soprannaturale, di terribile che la porrà di fronte a una realtà ben diversa. Coloro che la odiano e hanno persino tentato di ucciderla non sono esseri umani bensì demoni che, piano piano, sono al lavoro per sottomettere l'intero pianeta. Ma perché hanno in odio soltanto lei tra tutti gli altri umani e per quale motivo si sono mostrati proprio a lei, ragazzina dodicenne? Un anziano prozio, eremita e esperto di paranormale, le svelerà non pochi segreti e la vita di Selene cambierà per sempre sotto il peso di una Missione al fianco del Bene. Ma se il Capo dei demoni non fosse così ripugnante come sembra, cosa potrebbe accadere? Ho scritto entrambi i volumi con grande passione, perché sentivo di dover dare voce ad una protagonista sola, emarginata ma con, in realtà, un grande potenziale. Volevo riflettere sui temi della Solitudine, dell'eroe solitario, del rapporto amore/odio e bene/male e volevo farlo attraverso una cornice fantasy, uno dei miei generi letterari preferiti. Notti senza luna (e i due successivi volumi anche se in maniera differente) parla del riscatto della "pecora nera", di coloro che vengono presi in giro dalla società, raccontano il dilemma tra amore e odio, il senso di colpa, la difficoltà a prendere decisioni difficili, del bene che può trionfare sul male. “Notti senza luna (Vol. II)- Il Male e l’angelo” si presenta come un fantasy-psicologico, un viaggio interiore attraverso paure e “fantasmi” del passato per condurre (forse) la protagonista ad una rinascita, finalmente libera da condizionamenti e fragilità. La loro lettura non è ristretta a chi ama il genere fantasy ma è adatta a tutti poiché i temi che tocca sono anche sociali e pieni di speranza.



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La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? Strana coppia io e il cibo, davvero. Un rapporto fatto di alti e bassi, cibi che mi piacciono e altri che non mi piacciono proprio oppure che non posso mangiare per intolleranze. Un rapporto, quindi, anche limitato. Amore/odio, si può definire così? Comunque i cibi che apprezzo, li apprezzo con il cuore, a 360 gradi, li amo proprio e non ne potrei fare a meno. Con la cucina non sono molto brava, non sono una cuoca. Però mi piace dilettarmi nel preparare dolci e torte senza uova e me la cavo abbastanza bene, vengono apprezzati.
 Lo fa per dovere o per piacere? Cucinare i dolci e i cibi che amo lo faccio per piacere. Altrimenti lo sentirei come un dovere, ma non cucino molto a dire il vero.
 Invita amici o è più spesso invitato? Invito più io.
 Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando? No, non sarebbe proprio il mio forte. Ho puntato su altro, sulla mia personalità un po’ “pazza” che o piace oppure no eheh e su affinità intellettuali.
Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mani ai fornelli? Vivo con chi mi fa battere il cuore, con chi ho sentito “scattare la scintilla” indipendentemente dalla sua bravura in cucina. Certo, non cucinando molto io, il fatto che sia bravo in cucina è comunque un vantaggio.

Quando ha scoperto questa sua passione? Ho sempre avuto la passione per i dolci, golosissima da sempre. Non l’ho scoperto in un preciso momento, è una passione innata.

Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? Direi che non posso non citare la pizza e la farinata cucinate nel forno a legna costruito davanti a casa da poco, io bambina di sei - sette anni mi pare, un profumo inebriante e la scoperta di un sapore davvero casalingo e autentico. E di due dei cibi più amati.

Ha un piatto che ama e uno che detesta? Amo visceralmente la pizza, la focaccia, la farinata ligure, il cioccolato. Detesto? Eh ce ne sono, ma da animalista e semi-vegetariana direi la carne, uova.

Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? Rosso, carne rossa, al sangue… Proprio proprio no.

Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere? Non rinuncio al cioccolato, al bel cucchiaio (o anche più di uno) di Nutella immersa nello yogurt e ai succhi di frutta. Scrivo e assaporo gusti dolci, insomma.
Scrive mai in cucina? Può capitare.
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale? Amo scrivere o alla mia scrivania in camera oppure nel verde dei prati in campagna. Non c’è un’ora fissa, diciamo che, quando l’ispirazione chiama, chiama. Anche se, potendo scegliere, scriverei durante la notte e dormirei il giorno eheh

 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Snack, pizza, focaccia, toast perché no? Quando sono presa dalla scrittura, l’atto dello scrivere viene al primo posto e quasi dimentico il resto, tra cui cucinare o mangiare sostanzioso, persino. Scrivere diventa totalizzante.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce? Dolce senza dubbio.

Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Sinceramente non mi viene in mente nulla a questo proposito…

Lei è uno scrittore di fantasy, quando esce a cena con i suoi amici  che tipo di locale preferisce?
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale? Le pizzerie sono senz’altro i locali dove preferisco andare e una buona pizza è proprio una cosa gradevole per me. Anche il ristorante cinese mi attira molto. Mi attira la pizza, gli stuzzichini, i buffet salati.

Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Amo offrire un buffet con stuzzichini salati (salatini, pizzette, focacce…), succhi di frutta, qualche dolcetto. La trovo una cosa gradevole per gli ascoltatori, un buon modo per intrattenersi a fine presentazione per discutere dei libri e trascorrere un momento piacevole e amichevole.

Ha mai usato il cibo in qualche storia? In linea di massima no, solo in un romanzo troviamo il protagonista a tavola nel refettorio del collegio ma non è un momento molto conviviale per lui eheh.
 “Notti senza luna e Notti senza luna – Il Male e l’angelo” a che ricetta li legherebbe, e perché? Senz’altro a qualcosa di dolce e salato, dolce-amaro. Molti dilemmi in questi due volumi, per cui una ricetta senz’altro non convenzionale, forse qualcosa di sperimentale o una delle ricette per Halloween visto che troviamo demoni, la lotta tra Bene e Male e un “non so che” di occulto.

Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Vi propongo la semplice, regionale, ma davvero squisita Farinata ligure, piatto che adoro davvero visceralmente, uno di quei piatti che amo senza riserve. Semplice semplice.

FARINATA LIGURE
Ingredienti per 4 persone:
400 g di farina di ceci
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
1,5 l di acqua
Sale q.b
Rosmarino q.b

Procedimento:
Mettete in una terrina la farina a fontana e versatevi, poco alla volta, l’acqua al centro, mescolando con cura (lentamente e con attenzione affinché non si formino grumi e il composto risulti omogeneo).
Salate e lasciate riposare la farinata tutta la notte nella terrina.
Al mattino, togliete con il mestolo forato la schiuma che si sarà formata in superficie. Mettete l’olio nella teglia per farinata (acquistabile nei negozi più forniti) e versatevi la farinata mescolando bene, in modo che assorba il condimento.
Cospargete il composto di rosmarino.
Mettetela in forno (se è a legna è il massimo) per circa mezz’ora (deve ottenere una bella crosticina dorata) e servitela ben calda tagliata a fette.

Quale complimento le piace di più come cuoco? “Davvero buona la torta!” (Eh sì, cucino più che altro torte).
E come scrittore? Il fatto che riesco a far visualizzare ciò che accade; il lettore dice di trovarsi come di fronte a un film, immagini in movimento, dice di trovare una lettura agevole e scorrevole che gli fa davvero capire e “vedere” quanto sta accadendo.

Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? Dalla mia esperienza di scrittore senz’altro il motto “Prendi la tua passione e rendila reale”. Per quanto riguarda la mia opera, scelgo una frase tratta dal primo volume della trilogia, “Notti senza luna”: Non oso fiatare, sono ancora viva e di fronte ad un bivio che non mi lascia più scampo: o uccidere Larck o essere uccisa.
La voce di Devin mi incalza: “Allora, sei con me oppure no?”.


Grazie per la sua disponibilità                                                                            











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