IN
CUCINA CON LO SCRITTORE
Interviste culinarie di
Federica Gnomo
Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore Flavia
Cantini , Notti senza luna e Notti senza luna – Il Male e l’angelo, (Arduino
Sacco, 2011 e 2012) per averci aperto la porta della sua cucina.
“Notti senza luna” e “Notti senza luna – Il Male e
l’angelo” sono i primi due volumi di una trilogia fantasy ambientata ai giorni nostri. Selene,
la giovane e solitaria protagonista, è da sempre osteggiata e isolata dal resto
del paese e non sa spiegarsi il perché fino a quando, compiuti i dodici anni,
si trova dinnanzi a qualcosa di soprannaturale, di terribile che la porrà di
fronte a una realtà ben diversa. Coloro che la odiano e hanno persino tentato
di ucciderla non sono esseri umani bensì demoni che, piano piano, sono al
lavoro per sottomettere l'intero pianeta. Ma perché hanno in odio soltanto lei
tra tutti gli altri umani e per quale motivo si sono mostrati proprio a lei,
ragazzina dodicenne? Un anziano prozio, eremita e esperto di paranormale, le svelerà
non pochi segreti e la vita di Selene cambierà per sempre sotto il peso di una
Missione al fianco del Bene. Ma se il Capo dei demoni non fosse così ripugnante
come sembra, cosa potrebbe accadere? Ho scritto entrambi i volumi con grande
passione, perché sentivo di dover dare voce ad una protagonista sola,
emarginata ma con, in realtà, un grande potenziale. Volevo riflettere sui temi
della Solitudine, dell'eroe solitario, del rapporto amore/odio e bene/male e
volevo farlo attraverso una cornice fantasy,
uno dei miei generi letterari preferiti. Notti senza luna (e i due successivi volumi anche se in
maniera differente) parla del riscatto della "pecora nera", di coloro
che vengono presi in giro dalla società, raccontano il dilemma tra amore e
odio, il senso di colpa, la difficoltà a prendere decisioni difficili, del bene
che può trionfare sul male. “Notti senza luna (Vol. II)- Il Male e l’angelo” si
presenta come un fantasy-psicologico, un viaggio interiore attraverso paure e
“fantasmi” del passato per condurre (forse) la protagonista ad una rinascita,
finalmente libera da condizionamenti e fragilità. La loro lettura non è
ristretta a chi ama il genere fantasy ma è adatta a tutti poiché i temi che
tocca sono anche sociali e pieni di speranza.
*
La prima domanda di rito è: le piace
mangiare bene? E cucinare? Strana
coppia io e il cibo, davvero. Un rapporto fatto di alti e bassi, cibi che mi
piacciono e altri che non mi piacciono proprio oppure che non posso mangiare
per intolleranze. Un rapporto, quindi, anche limitato. Amore/odio, si può
definire così? Comunque i cibi che apprezzo, li apprezzo con il cuore, a 360
gradi, li amo proprio e non ne potrei fare a meno. Con la cucina non sono molto
brava, non sono una cuoca. Però mi piace dilettarmi nel preparare dolci e torte
senza uova e me la cavo abbastanza bene, vengono apprezzati.
Lo fa per dovere o per piacere? Cucinare i dolci e i cibi che amo lo faccio per
piacere. Altrimenti lo sentirei come un dovere, ma non cucino molto a dire il
vero.
Invita amici o è più spesso invitato? Invito più io.
Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando? No, non sarebbe proprio il mio forte. Ho puntato
su altro, sulla mia personalità un po’ “pazza” che o piace oppure no eheh e su
affinità intellettuali.
Vivrebbe con un compagno che non sa mettere mani ai
fornelli? Vivo con chi mi fa
battere il cuore, con chi ho sentito “scattare la scintilla” indipendentemente
dalla sua bravura in cucina. Certo, non cucinando molto io, il fatto che sia
bravo in cucina è comunque un vantaggio.
Quando ha scoperto questa sua
passione? Ho sempre avuto la
passione per i dolci, golosissima da sempre. Non l’ho scoperto in un preciso
momento, è una passione innata.
Ci racconta il suo primo ricordo
legato al cibo? Direi che non
posso non citare la pizza e la farinata cucinate nel forno a legna costruito
davanti a casa da poco, io bambina di sei - sette anni mi pare, un profumo
inebriante e la scoperta di un sapore davvero casalingo e autentico. E di due
dei cibi più amati.
Ha un piatto che ama e uno che
detesta? Amo visceralmente la
pizza, la focaccia, la farinata ligure, il cioccolato. Detesto? Eh ce ne sono, ma da animalista e semi-vegetariana direi
la carne, uova.
Un colore dominante proprio di cibi
che la disgustano? Rosso, carne
rossa, al sangue… Proprio proprio no.
Quando è in fase creativa ha un rito
scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare
fermo a scrivere? Non rinuncio al
cioccolato, al bel cucchiaio (o anche più di uno) di Nutella immersa nello
yogurt e ai succhi di frutta. Scrivo e assaporo gusti dolci, insomma.
Scrive mai in cucina? Può capitare.
Altrimenti dove ama scrivere? e a
che ora le viene più naturale? Amo
scrivere o alla mia scrivania in camera oppure nel verde dei prati in campagna.
Non c’è un’ora fissa, diciamo che, quando
l’ispirazione chiama, chiama. Anche se, potendo scegliere, scriverei durante la
notte e dormirei il giorno eheh
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza,
snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Snack, pizza, focaccia, toast perché no? Quando
sono presa dalla scrittura, l’atto dello scrivere viene al primo posto e quasi
dimentico il resto, tra cui cucinare o mangiare sostanzioso, persino. Scrivere
diventa totalizzante.
Che tipo di cibo desidera di più
quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce? Dolce senza dubbio.
Ha un aneddoto legato al cibo da
raccontarci? O una cosa carina e
particolare che le è accaduta? Sinceramente non mi viene in mente nulla a
questo proposito…
Lei è uno scrittore di fantasy, quando
esce a cena con i suoi amici che tipo di
locale preferisce?
Oppure per festeggiare una
pubblicazione? Cosa tende a ordinare in
un locale? Le pizzerie sono
senz’altro i locali dove preferisco andare e una buona pizza è proprio una cosa
gradevole per me. Anche il ristorante cinese mi attira molto. Mi attira la
pizza, gli stuzzichini, i buffet salati.
Nelle sue presentazioni offre un
buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Amo offrire un buffet con stuzzichini salati (salatini, pizzette,
focacce…), succhi di frutta, qualche dolcetto. La trovo una cosa gradevole per
gli ascoltatori, un buon modo per intrattenersi a fine presentazione per
discutere dei libri e trascorrere un momento piacevole e amichevole.
Ha mai usato il cibo in qualche
storia? In linea di massima no,
solo in un romanzo troviamo il protagonista a tavola nel refettorio del
collegio ma non è un momento molto conviviale per lui eheh.
“Notti senza luna e Notti senza luna
– Il Male e l’angelo” a che ricetta li legherebbe, e perché? Senz’altro a qualcosa di dolce e salato,
dolce-amaro. Molti dilemmi in questi due volumi, per cui una ricetta senz’altro
non convenzionale, forse qualcosa di sperimentale o una delle ricette per
Halloween visto che troviamo demoni, la lotta tra Bene e Male e un “non so che”
di occulto.
Per concludere ci potrebbe regalare
una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Vi propongo la semplice, regionale, ma davvero squisita Farinata ligure,
piatto che adoro davvero visceralmente, uno di quei piatti che amo senza
riserve. Semplice semplice.
FARINATA LIGURE
Ingredienti per 4 persone:
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
Sale q.b
Rosmarino q.b
Procedimento:
Mettete in una terrina la farina a fontana e versatevi, poco alla volta,
l’acqua al centro, mescolando con cura (lentamente e con attenzione affinché
non si formino grumi e il composto risulti omogeneo).
Salate e lasciate riposare la farinata tutta la notte nella terrina.
Al mattino, togliete con il mestolo forato la schiuma che si sarà formata
in superficie. Mettete l’olio nella teglia per farinata (acquistabile nei
negozi più forniti) e versatevi la farinata mescolando bene, in modo che
assorba il condimento.
Cospargete il composto di rosmarino.
Mettetela in forno (se è a legna è il massimo) per circa mezz’ora (deve
ottenere una bella crosticina dorata) e servitela ben calda tagliata a fette.
Quale complimento le piace di più
come cuoco? “Davvero buona la
torta!” (Eh sì, cucino più che altro torte).
E come scrittore? Il fatto che riesco a far visualizzare ciò che
accade; il lettore dice di trovarsi come di fronte a un film, immagini in
movimento, dice di trovare una lettura agevole e scorrevole che gli fa davvero
capire e “vedere” quanto sta accadendo.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla
sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua
cucina? Dalla mia esperienza di
scrittore senz’altro il motto “Prendi la tua passione e rendila reale”. Per quanto
riguarda la mia opera, scelgo una frase tratta dal primo volume della trilogia,
“Notti senza luna”: Non oso fiatare, sono
ancora viva e di fronte ad un bivio che non mi lascia più scampo: o uccidere
Larck o essere uccisa.
La voce
di Devin mi incalza: “Allora, sei con me oppure no?”.
Grazie per la sua disponibilità
Nessun commento:
Posta un commento
Ti è piaciuto il post? Lascia un commento :)