giovedì 28 gennaio 2016

IN CUCINA CON LO SCRITTORE:Grazia Cioce, A Tavola con Bella ed Edward, Ed. Il leone Verde Editore, 2013


Interviste letterarie/culinarie di Federica Gnomo Twins


Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore Grazia Cioce, A Tavola con Bella ed Edward, Ed. Il leone Verde Editore, 2013 per averci aperto la porta della sua cucina.
Devo dire che questo libro mi ha incuriosito molto e lo trovo geniale.

Rivolto a tutti gli appassionati della saga di Twilight, questo libro ci svela i segreti dei vampiri e degli umani che li amano: scopriremo una Bella Swan appassionata di cucina e un Edward Cullen cuoco impeccabile. I vampiri di Twilight "mangiano" o si "nutrono" come i loro crudeli predecessori? Questa la domanda principale, che ci accompagna fin dalle prime pagine. Edward è il nuovo Dracula? Bella la moderna Biancaneve delle favole? O qualcosa è cambiato nell'immaginario collettivo? I personaggi della serie che ha reinterpretato la figura secolare del vampiro sono un ponte proteso tra la tradizione letteraria e la contemporaneità.


La prima domanda di rito è:
le piace mangiare bene? E cucinare?
Assolutamente si. Mi piace sperimentare, ma sono anche molto legata ai piatti tradizionali e regionali. Cucinare e mangiare sono, in egual misura, un piacere che mi appagano molto.  

Lo fa per dovere o per piacere?
Assolutamente per piacere. Mi diverte moltissimo, soprattutto cucinare con la mia bambina di cinque anni! I nostri dolci al cucchiaio sono una sorpresa continua, oltre che irripetibili (e, a volte, anche un po’ troppo calorici!!).
Invita spesso amici a casa o è ospite di altri?
A dire il vero no, sono molto “casalinga”: mi piace cucinare per la mia famiglia, come un atto “intimo” che condivido con loro.

Ha mai conquistato una uomo cucinando?
Ho preso mio marito per la gola quando eravamo fidanzatini, ma devo anche ammettere che gli ho rifilato anche tanti esperimenti dal dubbio risultato!
Diciamo che si è dimostrato paziente ed è stato ricompensato con i suoi piatti preferiti!

Vivrebbe con una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Certo. Mio marito cucina, anche se poche cose, ma dice sempre che la colpa è mia che non gli lascio spazio ai fornelli. È vero… sono un po’ gelosa della mia cucina.

Quando ha scoperto questa sua passione?
In adolescenza, cucinavo con mia madre e la mia sorellina. Biscotti e torta di mele i miei primi passi in cucina.

Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
La torta di mele, un classico nella pasticceria, che associo ai sapori e agli odori di “casa”. Casa come famiglia e affetti. Ancora oggi è il mio dolce preferito e quando ne sento l’odore vengo catapultata a quando ero piccola e osservavo la mia mamma che la preparava con pazienza e amore.

Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Amo i risotti. Anzi, ho una passione smodata per i risotti. Non mi piacciono le interiora o i piatti eccessivamente elaborati. I miei gusti sono semplici.


Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Non ci ho mai fatto caso, a dire il vero. Mi piacciono i cibi che si presentano bene visivamente: ben impiattati, dai bei colori.

Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale che la fa stare concentrato a scrivere?
Caffè. Amo il caffè in ogni sua declinazione: non sono una purista dell’espresso. Adoro il caffè americano, lungo, ne bevo intere caraffe.

Scrive mai in cucina?
Scrivo dove capita a dire il vero e dove la mia bimba mi lascia spazio: in cucina, in studio, in camera da letto a notte fonda. Quando sono concentrata non mi accorgo neppure di essere scomoda finchè non ho terminato.

Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Il mio posto preferito è la poltrona nel mio studiolo (scrivo su un portatile). L’orario è davvero sempre molto variabile: in genere scrivo al mattino molto presto, prima di andare al lavoro, in pausa pranzo o la sera tardi. Mi ritaglio i miei spazi appena posso.

Si compra cibo pronto (tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Quando sono molto presa dalla scrittura mangio pochissimo. È l’unico periodo in cui mi capita, a dire il vero. In fase di editing, per esempio, prima di consegnare l’ultima revisione all’editore. Non disdegno il cibo pronto in questi casi.

Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Cioccolato. Ma, a dire il vero, credo di desiderarlo sempre! ;)

Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Una volta, mentre scrivevo, stavo contemporaneamente cucinando le lenticchie. Mi sono accorta che stavano bruciando solo quando ho sentito l’odore di bruciato e il fumo che usciva dal cucinino. Da allora uso sempre un timer che metto accanto al computer, per evitare che la mia concentrazione faccia bruciare l’intera casa.

Lei è uno scrittore di narrativa, rosa e fantasy quando esce a cena con i suoi figli, o amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con suo marito?
Mi piacciono i ristorantini di una volta, semplici e con pietanze della tradizione. Adoro le Osterie e amo la pizza.

Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
Non sono un’amante dei primi piatti (risotti a parte): in genere prediligo i secondi. Sono una carnivora convinta.

Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Ricordo che nella presentazione di Cioccolato Fondente Extra durante l’Eurochocolate di Perugia era stata offerta della cioccolata calda. Un’idea in linea con il libro e molto apprezzata.

Ha mai usato il cibo in qualche storia?
Fino ad ora, in tutti i miei lavori pubblicati, il cibo è un fil rouge costante. In ognuno dei miei libri c’è una sezione ricette tratte dalle storie che narro.

Ad esempio in  “A Tavola con Bella ed Edward” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
In A Tavola con Bella ed Edward, così come in Una Mamma, il cibo è presente come co-protagonista accanto ai personaggi che preparano, assaggiano, consigliano piatti e pietanze.

“A tavola con Bella ed Edward” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
A tavola con Bella ed Edward lo lego ai Pancake di Bella che sono un piatto di rinascita nella saga di Twilight: Bella li prepara il giorno del suo matrimonio con Edward, in un momento in cui ha piena consapevolezza che sta per lasciare la sua vecchia vita, i suoi affetti, per unirsi ad una nuova famiglia. Una famiglia …beh un po’ particolare!



Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta speciale? Quella che le riesce meglio?
*RICETTA*  RISOTTO AL LIMONE:
Ingredienti per due persone:
riso 180 gr
olio extra vergine di oliva
cipolla, mezza
vino bianco secco, mezzo bicchiere
brodo vegetale, qb
sale, qb
succo di due limoni (ma conviene assaggiare alla fine della cottura e valutare le correzioni)
pepe, qb
erba cipollina
Preparare il risotto come al solito: fare un soffritto con la cipolla e l’olio, aggiungere il riso per la tostatura, poi il vino e lasciare sfumare. Aggiungere ora metà del succo del limone, un mestolo di brodo e salare. Lasciare cuocere avendo cura di aggiungere del brodo di tanto in tanto. Verso la fine della cottura aggiungere il resto del succo del limone. Assaggiare per valutare il sapore: se il limone è poco aggiungerne altro.
A fine cottura impiattare, spolverizzare con pepe ed erba cipollina e servire.

Quale complimento le piace di più come cuoco?
Mi piace vedere i miei commensali mangiare con gusto: credo sia il miglior complimento.

E come scrittore?
Mi hai toccato il cuore. Ho letto senza riuscire a staccarmi dal tuo romanzo.

Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
Scrivere è come cucinare una pietanza per chi ami. Ma è anche un atto completo che finisce nell’assaggio del piatto stesso: del resto ogni cuoco che si rispetti assaggia sempre quello che sta cucinando. Io faccio la stessa cosa con i miei lavori, mi ci immergo fino a sentirne il sapore sulle labbra.

Grazie per la sua disponibilità
Grazie a Te!


Sono molto contenta che l'autrice, che ha una vera passione per le ricette e la cucina, si sia prestata a questa intervista così adatta a lei.
Vi lascio la sua breve bio per saperne di più e vi invito a visionare anche  tutti i suoi libri.
BIOGRAFIA di Grazia Cioce
Laureata in Lettere, pugliese di nascita e piemontese di adozione. È l'amore che la porta a Torino, così come è l'amore che la fa attardare sulla tastiera tutte le notti: scrivere è una passione che le fa attraversare i sentieri del mondo con più leggerezza. Cura da otto anni il blog enogastronomico "Cuocapercaso" e la maternità ha cambiato la sua vita e la sua visione del mondo. Decisamente in meglio.
Il suo primo lavoro editoriale, Cioccolato Fondente Extra, è un romanzo breve ed ironico che racconta la storia di un giovane uomo alla ricerca della ricetta perfetta della sua vita.
Nel 2013 ha pubblicato A Tavola con Bella ed Edward, un saggio enogastronomico rivolto agli appassionati della saga di Twilight, ma anche dei vampiri in generale.
Infine nel 2014 ha pubblicato il romanzo d’amore Una Mamma, edito dalla Genesis Publishing: una storia d’amore e ricette, una storia delicata e terribile al tempo stesso, pregna di gusti pungenti e mousse dolcissime, che imprigiona il lettore tra le sue “righe” di carta e zucchero.
Una Mamma è inoltre stato pubblicato recentemente nella sua versione in inglese:  A Mother (gennaio 2016)

LIK ACQUISTO dei libri:

(A Tavola con Bella ed Edward è acquistabile in cartaceo in libreria).




mercoledì 27 gennaio 2016

IL GUSTO DELLA VITA, Luciana Ortu, Amarganta 2015

I libri del Tapis Roulant
Continuo la serie di letture  che affronto sul mio fedele tapis roulant con il romanzo di  Luciana Ortu, Il gusto della vita.
Lettura effettuata in circa 4 chilometri a passo svelto ma non troppo (2 km/ora) 

Recensione a: Il gusto della vita, Luciana Ortu, Amarganta, 2015.
Questo è un vero romanzo di vita e cibo. Un diario lungo un anno, scandito dai mesi a fare da paragrafi, che ci trasporta in una storia di vita semplice e di accettazione a cambiamenti importanti. Il romanzo è un susseguirsi di stati d'animo e di gesti usuali ma anche di ricordi piccoli e suggestivi, mischiati perfettamente a ricette accennate appena per non appesantire la narrazione, ma potenti come quadri del seicento. Ingredienti veri che sembrano prendere forma tra le pagine e profumarle, talmente presenti nella vita della protagonista Laura che solleticano anche la voglia di provare a fare quello che prepara lei e suo marito Josto, quasi a voler entrare nella loro storia. Ottima idea quella di porre a fine romanzo un vero ricettario. 
Voto: ****
http://www.amarganta.eu/narrativa/il-gusto-della-vita/
Adatto a chi ama cucinare e leggere storie quotidiane.

giovedì 21 gennaio 2016

L’ULTIMA VOLTA CHE HO AVUTO SEDICI ANNI di Marino Buzzi, Baldini & Castoldi Editore, 2015

I libri del Tapis Roulant
Inauguro una serie di letture  che affronto sul mio fedele tapis roulant con l'ultimo romanzo di Marino Buzzi, di cui ho letto tutto, perché è uno scrittore dallo stile semplice e profondo.
Lettura effettuata in circa tre chilometri a passo svelto ma non troppo. 
Recensione a:
L’ULTIMA VOLTA CHE HO AVUTO SEDICI ANNI di Marino Buzzi, Baldini & Castoldi Editore, 2015



Ma noi genitori lasciamo veramente liberi i nostri figli?
Chiudo l’ultima pagina del romanzo e mi rimane in testa questa domanda. La storia scritta da Marino Buzzi è sicuramente una storia che affronta il tema molto attuale del bullismo giovanile. I sedici anni sono una età difficile: i ragazzi si sentono adulti ma sono fragilissimi e bisognosi di approvazione da parte dei loro simili.  Leggendo questa storia di diversità multiple: l’obesità del protagonista Giovanni, l’essere gay di Manuel, l’autodistruzione di Spillo, e la lotta per farsi accettare ogni giorno dal branco, alla fine dell’esposizione raccapricciante delle violenze becere che potrebbero appartenere a tanti altri romanzi del genere,  io mi soffermo sull’aspetto del romanzo che più mi è piaciuto:  nella lotta quotidiana dei ragazzi per crescere e affermarsi con la loro fisicità e personalità, soprattutto in casi di diversità, quanto incide l’aspettativa della famiglia?  Quanto pesa combattere contro la delusione che si pensa di dover dare ai genitori se non se ne condividono i sogni e i desideri? Più che un urlo contro i propri simili,  io credo che  Giovanni e gli altri lancino una precisa richiesta di libertà vera e profonda alla famiglia. I legacci veri, quelli che strozzano, quelli che  reggono ogni peso per tornare al romanzo, e opprimono fino alla morte sono proprio quelli imposti da un ambiente famigliare con aspettative o troppo alte o troppo diverse da quelle dei ragazzi.
Concludo con un plauso a  Marino nel dipingere la figura di Bamby (Manuel) e la sua omosessualità con dignità. Manuel è un ragazzo bravo a scuola, che sa tenere testa a chi lo prende in giro, forte delle sue scelte, quasi il contraltare di Giovanni, e non il gay confuso e pauroso, o comunque vittimizzato di troppi romanzi  in circolazione.
VOTO: *****