giovedì 28 maggio 2015

A letto con la scrittrice Cristiana Pivari, autrice de IL NUMERO 52, Edizioni della sera, 2014

Non è facile scrivere un romanzo quando i personaggi ti si rivoltano contro, se poi, nel frattempo, qualcuno ti ammazza anche il padre l’impresa diventa ardua. Non tutto il male viene per nuocere, però, e allora c’è l’editore che si accorge di te perché sei diventato a tua volta un personaggio da cronaca nera e ti chiede di scrivere solo la tua storia. Più semplice a dirsi che a farsi. Chiedetelo a Matteo, scrittore esordiente, alle prese con situazioni surreali che lo confondono anche se alla fine riuscirà a scriverlo, questo benedetto romanzo. Ma sarà andata davvero come ce la racconta?
Ora che sapete di che  tratta il romanzo entriamo nella camera da letto della scrittrice Cristiana Pivari.

1.     Per prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a   letto tardi, o presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Dormirei molto quando non posso farlo e quando invece è festa mi sveglio all'alba come se avessi un sacco di cose da fare e poi mi perdo a cazzeggiare in giro per la casa e non concludo molto. Di solito, comunque, vado a letto prima di mezzanotte perché non c'ho più fisico e crollo intorno alle undici.

2.     Che tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non ha indossato?
Mi piacerebbe dire che dormo con due gocce di Chanel e nient'altro addosso, ma non è così. Pigiama maschile che alterno a camicia da notte simil-sfiziosa, molto infantile. Ho pure delle  camicie da notte di seta molto sexy che rimangono nel cassetto in attesa di occasioni ghiotte e che non indosso volentieri perché mi si attorcigliano addosso, visto che mi muovo molto, nel sonno. Un fastidio tremendo.
3.     Potendo avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace un letto singolo o matrimoniale?
Mi piace dormire in un letto matrimoniale anche se attualmente, vivendo sola, non lo uso mai tutto. Sto bravina dalla mia parte e nell'altra metà c'è di tutto: libri, quaderni, penne, pacchetti di fazzoletti di carta, tablet dove leggo gli ebook e di tutto e di più.
4.     Cosa fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare la tv, stare al portatile con gli amici, mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Mi sistemo per bene su due cuscini e leggo qualcosa alternandolo a qualche pisolino. Poi mi decido a spegnere la luce e lì parte quello che da piccole ci hanno insegnato a chiamare “l'esame di coscienza”. Valuto i pro e contro della giornata appena conclusa, faccio propositi per il giorno dopo, che non sempre poi porto a compimento e, in ultimo, una preghierina di ringraziamento al dio cosmico. Se poi non riesco a prendere sonno interpreto qualche personaggio e mi faccio il film. È una consuetudine che ho da quando ero bambina.
5.     Comodino piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Di comodini ne ho due, spaiati perché mi piace così. Uno è fine Ottocento, l'altro anni sessanta. C'è una lampada su ognuno e da una parte ci tengo una pila di libri, dall'altra delle riviste, che poi sono varie copie dei magazine di Repubblica, oltre a una bottiglietta d'acqua per arsure notturne.
6.     Le capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa leggendo e riprende a dormire, o cosa?
Se mi succede la prima cosa da farsi è aprire il frigo alla ricerca di qualcosa di fruibile senza troppo impegno. Se il frigo è sguarnito c'è da esplorare la dispensa, che qualcosa si trova sempre, e poi gironzolo per la casa e le do un'aggiustatina qua e là, ma nulla di impegnativo. Mi faccio una camomilla, torno a letto e leggiucchio. Di solito, tempo dieci minuti, mi riaddormento a meno che non sia in quella notte d'insonnia che mi capita una volta al mese. In quale è dura riprendere sonno con i mille pensieri che si affollano nella mia mente e con i piccoli problemi che diventano montagne invalicabili.
7.     Le capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori? Ricorda i sogni?
Sogno tantissimo, a colori e mi ricordo i sogni, quasi sempre. Guai se così non fosse. Per me il sogno è un messaggio che va ascoltato, c'è sempre qualcosa che mi è sfuggito e che il mio inconscio è pronto a ricordarmi e se lo fa attraverso allegorie, tanto meglio. Tengo un quaderno dove annoto i sogni che sono davvero dei piccoli film, incubi pochi come quello di sognare la morte di una persona cara oppure di uccidere qualcuno. In quel caso mi sveglio di soprassalto angosciata e subito dopo sollevata perché era solo un sogno. Più in là nella giornata, colgo il significato dei miei omicidi onirici. Ho sognato anche a puntate, per un periodo. Stessa ambientazione e personaggi. Le azioni continuavano da un sogno all'altro. Molto buffa come cosa.
8.     Ha mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
Mi è capitato di sognare un personaggio del racconto che stavo scrivendo. Una vecchina folle, piuttosto spazientita, che nel sogno mi ha suggerito come finire il racconto che la riguardava. Al mattino ricordavo tutto e così ho potuto accontentare il desiderio di quella pazza.
9.     Come è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Lo spunto è nato proprio dal sogno che menziono sopra. Chi scrive sa benissimo che a un certo punto i personaggi fanno di testa loro, non ce n’è. Riescono anche a metterti in situazioni imbarazzanti perché tu non avevi previsto quel colpo di scena, che comunque ci sta, ma crea un po’ di scompiglio nella trama che avevi in mente e allora tocca rimediare. Io ci parlo pure con i personaggi, li interpello e quindi posso dire che il mio romanzo ha un’origine autobiografica dove ci è scappato pure il morto che praticamente ha deciso la sua fine da solo.
10.  Lo consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fan?
Nonostante ci sia un giallino, perché definirlo giallo è azzardato, si può leggere anche prima di dormire, c’è solo il rischio di risvegliare troppo i neuroni che prima del sonno andrebbero sedati perché la trama è su vari livelli e ognuno può trarne le conclusioni che crede e questo fatto può influenzare la psiche di un lettore un po’ sensibile e mandargli in tilt le sinapsi. E con le sinapsi in tilt l’addormentamento stenta.

11.  Al risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o  al bar?
Quando mi sveglio bevo subito un bicchiere di acqua tiepida con succo di limone, poi il caffè. Quando arrivo in ufficio mi mangio una o due mele. Se invece sono fuori casa e scendo in qualche albergo mi faccio il caffè all’americana con brioche e poi mi abboffo pure di tutto quello che trovo sulla tavolata imbandita, che sia dolce o salato non fa differenza. In realtà è una questione di tempo, mi sveglio all’ultimo minuto e quindi nemmeno volendo riuscirei a fare una colazione come si deve, mentre in vacanza ho tutto il tempo che voglio.

12.  Mi regalerebbe  una frase del suo romanzo per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
La frase per iniziare la giornata:
La paura, si parlava della paura e di quanto questa condizioni le nostre vite senza che noi ce ne rendiamo minimamente conto perché le diamo un casino di altri nomi e, a forza di rinominarla, non la riconosciamo più. La chiamiamo ambizione, ansia da prestazione, arriviamo persino a chiamarla amore, ma con
l’amore non ha nulla da spartire. Abbiamo paura di non essere accettati, di non essere all’altezza, di non essere amati e abbiamo una paura fottuta di morire che poi è la forma estrema che le racchiude tutte. E tutto questo ci fa camminare incerti, fa sì che ricorriamo agli ansiolitici, all’alcol, allo shopping selvaggio
e compulsivo fino a distruggerci.

Considerazione di fine giornata dedicata soprattutto agli amici scrittori:
Uno scrive convinto di aver tutto sotto controllo, poi accade che a un certo punto i personaggi ti prendano la mano e inizino a scriversi da soli. Di chi è stata l’idea? Di Aldo, sicuramente. Se Ludmilla fosse stata colpevole, lui sarebbe sparito dalla scena, invece così rientra fra le righe alla grande, da protagonista, e io non posso che assecondarlo, perché l’alternativa sarebbe inventarsi qualcosa d’altro. Noi scrittori siamo un mezzo della fantasia per raggiungere la realtà, convinti di avere in mano il gioco, siamo solo degli strumenti in mano a personaggi che si muovono nel regno dell’invisibile che non vedono l’ora di far conoscere le loro storie al mondo, o a quel centinaio di persone che li leggono. Che strana sorte. Qualcuno raggiunge il mondo intero e ha pure la fortuna di finire sul grande schermo che gli regala anche un volto. Altri rimangono solo sulla carta di pochi libri e poi vengono dimenticati per sempre.
Grazie per avermi concesso una intervista così intima
Ciao Federica, grazie a te e diamoci del tu visto che ho fatto questa intervista praticamente in pigiama.
 Amo questa autrice!



E in formato epub




domenica 24 maggio 2015

Recensione a Polvere di Francesco Mastinu, Runa Editrice, 2014




"Il tuo era un amore che esternavi senza alcun pentimento.
Il mio, di amore, aveva ancora paura di uscire allo scoperto."
Si potrebbe riassumere così l’essenza di questo testo. Un libro ben scritto perché con parole soppesate con cura, sulla storia d’amore di due uomini. Un argomento ricorrente nei romanzi gay ma sempre vivo, quello di uscire allo scoperto. Una paura più sentita nell’epoca e nel luogo in cui è ambientato il romanzo, rispetto a oggi, ma ancora  attuale. Non voglio addentrarmi nella trama, per non togliervi il gusto dei piccoli colpi di scena, ma voglio esprimere la bella sensazione di trovarmi in un romanzo verista, con colori, termini, personaggi reali e legati alla Sardegna. Bello sotto tanti punti di vista, anche dei tanti amori che lo solcano. Un romanzo che può essere letto al contrario, come la polvere del titolo, che si deposita e poi può essere rimossa. Ricordi, sbagli, segreti e tempo che si stratificano e che poi i vari protagonisti  tolgono strato per strato. E in questo lasciar coprire e poi rimuovere è la forza della trama.
 Da leggere
*****
Federica Gnono Twins

giovedì 21 maggio 2015

DIETA TAO vs CONSIGLI DI MIA NONNA



Ecco i 9 Principi della dieta Taoista, da applicare alla lettera per perdere rapidamente qualche chilo e sentirsi in forma. 
Ebbene dopo averli letti mi  hanno ricordato alcune frasi di mia nonna! In pratica, senza andare troppo lontano a cercare stili di vita sani, ricordiamo come  i nostri nonni applicavano già molti di questi principi.
Ecco allora un immaginario Tao verso Nonna:

1 Mettere le verdure al centro del piatto:
Tao: le verdure ci trasmettono l’energia della natura.
 Con i cereali (riso, grano saraceno, miglio, orzo, quinoa) e le leguminose, devono rappresentare
 l’elemento essenziale dei nostri piatti, accompagnati da alghe, tofu, carne o pesce, una o due volte al giorno. Per adeguarci al nostro ambiente è bene scegliere solo verdure dell’orto. In città, meglio optare per le verdure nostrane, preferibilmente bio, per evitare le tossine. Quanto alla frutta, bastano uno o due frutti al giorno, lontano dai pasti. Nonna: “mangia le verdure che fanno bene!”.
2 Evitare gli alimenti “umidi”
Secondo  il Tao comprendono i latticini, gli zuccheri rapidi, le carni grasse, i frutti acquosi, gli agrumi e i grassi in generale. Difficili da digerire, affaticano la milza, l’“alchimista” del nostro organismo, provocano ritenzione idrica e aumento di peso. Nonna: “ Se hai mal di stomaco mangia asciutto. Troppo zucchero ti fa venire l’acetone! L’arancia la mattina è oro, la sera piombo!”
3 Tagliare e cuocere bene
Nella cucina cinese i cibi crudi sono rarissimi. Tagliate a pezzetti della grandezza di un boccone, le verdure vengono saltate a fuoco vivo nel wok, con un po’ d’olio d’oliva. L’alimento risulta così più digeribile, e rimane ricco di vitamine. In alternativa, puntare sulla cottura a vapore. 
Nonna: dopo la scuola “a pranzo ti ho fatto il minestrone!”  Al ritorno dalla gita scolastica: “una minestrina ti rimette a posto lo stomaco" Verdura cotta, mele cotte...
4 Mangiare né troppo caldo né troppo freddo
Il “fuoco digestivo” viene rapidamente danneggiato da un alimento ghiacciato o bollente.
 Stop alle bevande ghiacciate, a gelati e cubetti di ghiaccio, ma anche alle zuppe bollenti. 
L’ideale è mangiare gli alimenti tiepidi o leggermente caldi; le insalate, invece, andrebbero servite a temperatura ambiente.  Nonna: “ soffia sulla minestra!” Inoltre l’acqua della nonna era sempre fuori dal frigo.
5 Bere correttamente
Tao: bevendo più di due litri d’acqua al giorno si rischia di intasare i tessuti. In pratica, meglio bere lontano dai pasti oppure alla fine, per non diluire troppo gli alimenti. Le bevande migliori? il tè verde, le tisane e l’acqua naturale, tiepidi o leggermente caldi (per il tè, utilizzare acqua a 70° c). Dimenticare caffè, bevande gassate, alcol e succhi di frutta industriali. Nonna: “prima mangia e poi bevi!” a casa della nonna c'era  Orzobimbo…Al massimo Ecco…
6 Masticare a lungo
La digestione comincia in bocca, grazie agli enzimi della saliva. È indispensabile quindi masticare da quindici a venti volte ogni boccone: basta questo a far perdere qualche chilo a chi mangia troppo in fretta. Nonna: “mangia lentamente e mastica bene ogni boccone, non ti ingozzare!”
7 Basta spiluccare
Se si continua a spiluccare, l’apparato digerente non si riposa. e una milza affaticata determina aumento di peso, senso di pesantezza e problemi digestivi. occorre lasciar passare da cinque a sei ore fra un pasto e l’altro, con una cena leggera. in caso di attacchi di fame, sorseggiare un’infusione. Nonna: “non si mangia fuori pasto, ti rovini l'appetito!”
8 Addio junk food
Meglio dire addio a: pane bianco, dolci lievitati, cioccolato,biscotti, salumi, pop corn, dolciumi, marmellata, creme spalmabili, surimi, gelati, dolci industriali. Nonna: per merenda pane e olio, o uovo fresco sbattuto, la domenica ciambellone.
9 Mangiare poco e con buon senso
La dietetica taoista consiglia di non sovraccaricare lo stomaco. Occorre riempirlo solo al 75 per cento, con una metà di alimenti solidi, un quarto di liquidi e il resto di vuoto. Il pasto deve essere consumato in silenzio, per permettere a ciascuno di prendere coscienza di quello che mangia. Un proverbio cinese recita: “chi cammina per 100 passi dopo mangiato, vivrà fino a 99 anni”. 
Nonna: “ Non si parla con il boccone in bocca!” E dopo pranzo fa una passeggiatina che sul divano si fa il chilo…

mercoledì 20 maggio 2015

A letto con la scrittrice Coralba Capuani, Il cuore aspro del Sud, Butterfly Edizioni, maggio 2015

 Stasera facciamo irruzione nella camera da letto di Coralba Capuani autrice de “Il cuore aspro del Sud”, Butterfly Edizioni, maggio 2015

Riassunto dell’opera:
Siamo nel 1861, a San Donato al Monte, un paesino ubicato nell'entroterra abruzzese.  In questi luoghi impervi le storie di tre donne sono destinate a incontrarsi sullo sfondo di un’Italia appena unificata. La contessa Lucretia, vedova, vive sola con la sua inserviente Imelda. Giovani briganti si nascondono tra i monti per impedire l’arrivo dei piemontesi e il loro capo è Nicola, promesso sposo di Ada, una giovane abitante di San Donato. Intanto il tenente Corrado, originario del Nord, si stabilisce al paese prendendo il posto del defunto marito di Lucretia. Le loro storie sono destinate a incrociarsi in seguito a un traumatico evento: il tentato omicidio ai danni di Imelda. Che cosa nasconde questa donna dall’apparenza così impeccabile?
Tra amori indelebili e passioni inconfessabili, si delinea una storia nella Storia che porterà il
lettore in un viaggio ai più sconosciuto e che, sono certa, non potrà lasciarli indifferenti.
Per acquistarlo e leggere le recensioni cliccate qui sotto:

Per sapere qualcosa sull'autrice andare al sito dell'editore:
Link Editore:
https://autoributterflyedizioni.wordpress.com/coralba-capuani/

INTERVISTA in camera da letto:


1)     Per prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a  letto tardi, o presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?

Decisamente sì, sono una vera dormigliona. Se non faccio almeno otto ore di sonno filate, il giorno dopo sono intrattabile. Però c'è una dicotomia di fondo in questo, adoro le prime luci del giorno, i colori del sole che spunta all'orizzonte, il silenzio profondo del mondo esterno ancora immerso nei sogni, i suoni lievi della natura che si risveglia, come i piccoli cinguettii che si faranno più decisi man mano che il giorno avanza, le tapparelle che vengono alzate e così via. Perciò pur andando a letto tardissimo (amo godermi la seconda e la terza serata in tv), non mi sveglierei mai a mezzogiorno, amo troppo la mattina per poterci rinunciare.
2)     Che tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non ha indossato?

Comoda. Assolutamente comoda. Niente completini frou frou e la sola idea di dormire mezza nuda in pieno inverno mi fa gelare i piedi!!! So che non sarà molto sexy e forse mi rovinerò la reputazione, ma, d'inverno, un bel pigiamone di pile orso polare dentro e pelliccia di mammut fuori non me lo leva proprio nessuno. Per non parlare dei calzettoni di lana caprina uomo-repellenti: se un uomo ti vede conciata così ti schifa a vita! :-D Però d'estate no, lì si dorme in tutta libertà. O quasi.

3)     Potendo avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace un letto singolo o matrimoniale?

Non essendo sposata preferisco il letto singolo, perché nel letto matrimoniale ci sono troppi spifferi e poi non sono libera di muovermi, scalciare e tirare le coperte; le mie povere amiche che qualche volta all'università, per motivi di spazio, son state costrette a dividere il letto con me lo sanno. Altra cosa se nel letto c'è il tuo lui. In questo caso il letto matrimoniale è l'ideale, si sta comodi e dormendo vicini vicini non arriva neanche lo straccio di uno spiffero. :-p

4)     Cosa fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare la tv,  stare al portatile con gli amici, mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)

Di solito rifletto per un po'. Mi abbandono al dormiveglia e lascio i pensieri liberi di vagare. Spesso ripenso a ciò che ho scritto o dovrei scrivere, alle esperienze vissute, ai discorsi ascoltati che, a volte, diventano spunto per nuovi romanzi. Se un'idea è buona viene a "tormentarmi" proprio in questo momento. Non mi lascia in pace e si ripete come fosse la scena di un film finché mi tocca alzarmi per prendere appunti!

5)     Comodino piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?

Comodino piccolo, giusto per contenere il necessario: una o più sveglie, fazzolettini di carta, custodia degli occhiali. Non metto libri perché non amo leggere di sera, mi si affatica la vista. Meglio farlo in balcone immersa nella luce.

6)      Le capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa  leggendo e riprende a dormire, o cosa?

Di solito non mi sveglio di notte, al massimo all'alba, soprattutto quando i miei gatti decidono che è ora di farmi alzare dal letto. Le rare volte in cui mi è capitato di svegliarmi nel cuore della notte, mi sono messa a scrivere o leggere, però non è che sia tanto lucida…

7)     Le capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori? Ricorda i sogni?

Di solito ricordo ciò che sogno, soprattutto se si tratta di situazioni assurde, cosa che succede di frequente! Incubi per fortuna ne ho pochi, e di sogni ricorrenti si può dire che ne abbia due. Il primo è il mare, lo sogno spesso e volentieri e in tutte le maniere: calmo, agitato, azzurro, scuro ecc. L'altro sogno invece riguarda il viaggio. Sogno spesso di dover partire o tornare a casa. Il mezzo è sempre il treno e di solito mi tocca fare mille peripezie: il treno non arriva, non trovo la coincidenza e mi tocca starmene in una stazione che non conosco, spesso a orari improponibili. Però nonostante un po' d'ansia me la cavo sempre riuscendo a giungere a destinazione, per fortuna!

8)     Ha mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
Certo di sogni strani ne faccio, ma non credo di aver mai preso spunto da un sogno. L'ispirazione mi viene nel dormiveglia, prima di addormentarmi o appena sveglia.

9)     Come è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?

È nato dalla combinazione di due eventi. Avevo già scritto un romanzo ambientato nel passato e il mio desiderio era quello di tornare ancora più indietro; non so perché ma l'idea è venuta osservando un cielo stellato. Ho pensato a come quell'immensità mi facesse fantasticare, nonostante le luci che "rovinavano" un po' lo spettacolo. Allora mi sono immaginata in un passato lontano, quando l'illuminazione pubblica non esisteva ancora, o era scarsamente diffusa.  Cosa doveva provare quell'uomo o quella donna del passato? Ecco, da questa piccola intuizione sono venute fuori una serie di sensazioni e immagini che poi mi hanno portato grosso modo a una prima bozza della trama. Ma è stato soprattutto grazie alla lettura di un provocatorio articolo sul centocinquantesimo anniversario dell'unità di'Italia che mi è venuta la voglia di approfondire il tema del Risorgimento e del Brigantaggio. Lo sconcerto provato di fronte a notizie che neppure immaginavo, la delusione per essere stata ingannata dalla scuola che dovrebbe informare invece di mistificare la realtà dei fatti, ecco, tutto ciò mi ha portato a scrivere Il cuore aspro del Sud. È stato anche un viaggio di riscoperta delle mie radici; di tutte, anche di quelle che non conoscevo.

10) Lo consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fan?

Si capisce che lo consiglierei! E non credo proprio che il lettore si addormenterebbe, anzi, mi è stato detto che una volta iniziato è difficile smettere di leggerlo. Sarà così? ;-)

11) Al risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o  al bar?

L'unica cosa che mi fa mollare il letto è proprio l'idea di un bel caffè. Se fosse per me non salterei la colazione neanche per andare a fare le analisi del sangue! Di solito preferisco farla a casa, in tranquillità e comodità: una bella tazzina di caffè con la stevia (sono a dieta…), una tazza di latte parzialmente scremato o un tè; ne ho di tutti i gusti e mi diverto a scovarne sempre di nuovi. I miei preferiti sono agli agrumi, il tè indiano chai, il tè verde al gelsomino, ai frutti tropicali o al bergamotto. Al latte o al tè accompagno ogni volta qualcosa di diverso: cereali (anche qui in fatto di gusti chi più ne ha più ne metta!), fette biscottate, pane, biscotti, ma sempre integrali. Sapete che solo a parlarne mi è venuta fame?!

12) Mi regalerebbe  una frase del suo romanzo per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Con molto piacere, allora, la frase, o, meglio, un piccolo estratto per iniziare la giornata deve essere allegro, leggero, per mettere di buonumore dando la carica per affrontare la giornata.

Ada aveva dovuto aspettare più di un'ora il ritorno dell'unico cerusico della zona che, spesso e volentieri, si riciclava anche come veterinario. La moglie dell'uomo le aveva riferito che il marito era uscito da un pezzo per recarsi in una masseria della zona per aiutare a far nascere un vitellino in difficoltà. Quindi l'aveva fatta accomodare nell'atrio dello studio, certa che il marito sarebbe rincasato a breve. Ma il parto si era rivelato più complicato del previsto; il vitellino era nato morto e poi era toccato anche alla madre, spirata subito dopo averlo dato alla luce. Da qui era scaturita una lunga discussione con il proprietario terriero che aveva accusato l'uomo di essere un incapace, un veterinario della domenica – cosa non molto lontana dalla verità in effetti.
Così Ada aveva finito per passare il tempo osservando i marmi lucidi dell'ampia scalinata, nonché i busti di alcuni personaggi importanti che lei non aveva mai sentito nominare, prima di veder rincasare il medico con la faccia stravolta – quasi avesse fatto contemporaneamente a cazzotti con la vacca, il vitellino e il padrone. Perciò non si azzardò a fiatare quando lo vide attraversare la sala d'ingresso sbuffando e imprecando come il peggior scaricatore di porto.
Poi, quando l'uomo si fu deterso l'abbondante sudore appiccicato al faccione tipico di chi è abituato a mangiar carne tutti i giorni, una volta che si fu allisciato all'indietro i radi ciuffi brizzolati, Ada si avvicinò per spiegargli il motivo della sua visita. Non appena il medico capì che si trattava della contessa, afferrò per un braccio la ragazza e se la trascinò per la strada rimproverandola durante tutto il tragitto di non avergli detto prima che si trattava di una faccenda delicata come quella della vedova Mattei.

Per il secondo, invece, scelgo un pezzo dolce che accompagni il lettore nei sogni. Proprio la scintilla che ha dato l'avvio alla stesura del romanzo.

All’undicesimo rintocco della pendola, Lucretia appoggiò il lavoro a maglia stirandosi le pieghe del vestito di velluto nero, poi, prima di indossare il cappello, lanciò un’altra occhiata al quadrante pensando a Imelda. Quante volte l’aveva vista correre dalla cucina ancora con il grembiule indosso per avvertirla che era ora di andare e che, anzi, conveniva sbrigarsi prima che la chiesa si riempisse.
La contessa si affrettò ad asciugare la lacrima che le stava appena spuntando e uscì. Una raffica gelida le sferzò il viso, perciò si avvolse il capo con la mantellina lasciando scoperti solo gli occhi. Quasi attratta dalla luce alzò lo sguardo verso il cielo terso: non c’era neanche una nuvola, solo il riverbero delle stelle e della luna che splendevano nitide. Così se ne restò con il naso in su a contemplare lo spettacolo perdendosi nei pensieri. Allora le tornarono in mente i movimenti delle laboriose mani di Imelda la sera della vigilia quando, lavorando la pasta, trasformava la massa informe in lunghi fili dritti oppure spezzati e corti. O, ancora, attorcigliati e sottili, oppure bombati e con una piccola incavatura nel mezzo realizzata con il pollice. Lei non ne era mai stata capace. Tante volte aveva provato a imitarla di nascosto ma il risultato – tanti piccoli pezzettini di massa senza forma, troppo sottili o spessi, collosi o duri – l’aveva fatta ben presto desistere.
Certo, non poteva di sicuro immaginare che Imelda, trovando questi aborti dimenticati in un angolo nascosto della cucina al suo arrivo al mattino presto, quando lei dormiva ancora, li gettasse via con discrezione compiacendosi che la padrona l’ammirasse a tal punto da imitarla.
Lucretia ritornò al presente attratta dal luccichio di una stella: quanto avrebbe voluto trovarsi lassù, in mezzo a quell'immensità, piuttosto che in questa realtà scipita e triste. Allora San Donato, le misere esistenze di tutti i suoi abitanti, la sua stessa vita, la morte del maresciallo, persino quello che era accaduto a Imelda le sembrarono cose così insignificanti…

Grazie per avermi concesso un’intervista così intima.
Grazie a te, è stato bellissimo rispondere a queste domande, o, meglio, "sognare" a occhi aperti con te i e lettori.

Titolo: Il cuore aspro del Sud
Autore: Coralba Capuani
Editore: Butterfly edizioni
Pubblicazione maggio 2015
Collana: Digital emotions
Formato Kindle
Pagine: 340
Prezzo: 2,99
Genere: storico


venerdì 15 maggio 2015

Fantascienza Romantica, nuova frontiera delle letture femminili

La fantascienza è sempre stata un genere amato dagli uomini, che  storcono il naso di fronte a un nuovo genere: lo sci - fi romantico, amato dalle donne. In pratica le scrittrici  ambientano la storia d'amore con elementi fantasy nel futuro, o su un altro pianeta, inserendosi anche nel nuovo genere di avventura, il planetary romance. Le lettrici sono donne e uomini aperti alla commistione di generi, non puristi assoluti, quindi. Si ritrovano infatti elementi rosa, eros, trasgressivi, fantasy e di fantascienza e avventura.
In effetti questi romanzi si ricollegano a quelli delle grandi storie d'amore in terre sconosciute, tipicamente ottocenteschi. Oggi è lo spazio/tempo il grande orizzonte da esplorare.

DARKSIDE il mio ultimo sci - fi, è proprio un romanzo di questo filone. Si rivolge al pubblico femminile con una storia d'amore trasgressivo, al limite dell' impuro ambientata sopra un'astronave lanciata tra le stelle. Un rosa a tutti gli effetti, introspettivo, tormentato e ricco di colpi di scena. Lui, lei, l'altra e nuovo destino.

http://www.amazon.it/Darkside-Alessandra-Gaggioli-Federica-Gnomo-ebook/dp/B00X32Y45E


giovedì 14 maggio 2015

A LETTO CON LO SCRITTORE Francesco Mastinu, autore di "Polvere" Runa Editrice, 2014





Stasera facciamo irruzione nella camera da letto di Francesco Mastinu autore del  romanzo Polvere, edito a da Runa Editrice nel 2014.
Riassunto dell’opera: (dalla quarta di copertina)
Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti.
Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso.
Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere.
In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti.
Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
Titolo: Polvere
Autore: Francesco Mastinu
Editore: Runa Editrice
Collana: Introspezioni
Pagine: 174
Prezzo: € 10
Genere: Drammatico/sentimentale a tematica LGBT
ISBN: 9788897674276
http://www.amazon.it/Polvere-Francesco-Mastinu/dp/8897674275

1)     Per prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a  letto tardi, o presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?
Diciamo che amo dormire e rilassarmi. A letto ci potrei passare tante ore, anche solo per leggere, a volte pure a scrivere, se sono ispirato e se riesco a trovare una posizione comoda. Sono però anche una persona piuttosto impegnata, con tante cose da rincorrere più che da fare, per cui magari a letto mi ci attardo molto, addormentandomi spesso anche parecchio tardi. Questo comporta che, se non dovessi lavorare, mezza mattina la trascorrerei solo a poltrire tra le lenzuola!
2)     Che tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non ha indossato?
Lo confesso, io non amo avere troppa roba addosso quando dormo, anzi, l’idea di stare a diretto contatto con le lenzuola mi rilassa molto di più, ed è per questo che spesso, a prescindere dalla stagione e a meno che non sia malato, preferisco dormire senza nulla addosso.  Per questo non ho dei pigiami preferiti, né camicie da notte, quest’ultime forse non le ho nemmeno mai usate. I pochi pigiami che ho mi sono stati regalati, io di norma, non li guardo nemmeno. Sono fuori dai miei acquisti. Al massimo per la notte mi concedo l’intimo, ma non ho mai comprato nulla di apposito per dormire.
3)     Potendo avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace un letto singolo o matrimoniale?
Di sicuro amo il letto matrimoniale, sia per questioni di spazio che di compagnia. Quando si vive una relazione di coppia, credo che il letto sia uno degli strumenti fondamentali all’interno della storia., non solo per l’aspetto meramente fisico, ma anche emotivo. A letto si parla, si legge, si fa l’amore o ci si coccola e basta. A volte, durante la notte, mi sveglio solo per ascoltare il respiro di chi è con me e convincermi che va tutto bene. E che così sarà anche l’indomani. Poi, da quando a casa abbiamo i gatti, devo ammettere che anche sentire le loro fusa o farmi la pasta addosso, contribuisce a rilassarmi parecchio. Dormo da solo se non ho alternative, altrimenti prediligo sempre la compagnia delle persone che amo.
4)     Cosa fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare la tv,  stare al portatile con gli amici, mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)
Dipende: di solito leggo romanzi o libri che mi interessano, se ho l’ispirazione posso attardarmi anche a scrivere prima di rischiare di perdere le idee che mi sono venute in mente. La tv invece non la guardo mai,  a meno che non ci sia qualche serie tv che seguo.
Qualche volta uso il tablet, ma prioritariamente leggo.
5)     Comodino piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?
Il mio comodino è di misura standard, ma è talmente pieno che spesso mi viene rimproverato di essere disordinato, proprio perché amo essere comodo e quindi voglio avere vicino e disponibile qualsiasi cosa che mi possa servire. Ci troviamo il mio blocco appunti, o i quadernoni del romanzo che sto scrivendo (perché sono uno dei pochi che ancora scrive a mano), i manoscritti che sto editando, i libri che sto leggendo, cellulari e tablet, la pila per leggere di notte quando il mio compagno dorme, la consolle dei videogiochi, la sigaretta elettronica con la mia dose di dipendenza quotidiana… insomma un vero e proprio bazar. E ovviamente, non manca l’abatjour.
6)      Le capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa  leggendo e riprende a dormire, o cosa?
No, non mi capita quasi mai. A volte mi alzo quando ho sete, ma di solito, se va tutto bene o non ci sono problemi particolari, dormo di filato sino a che non suona la sveglia.
7)     Le capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori? Ricorda i sogni?
In questi ultimi anni ho oggettive difficoltà a ricordare i sogni la mattina, mi rimangono impresse magari le emozioni, ma non tanto proprio quello che è successo. I miei sogni spaziano di solito, dalle paure insensate a fattori lavorativi, sono un po’ legate a quello che mi succede durante il giorno. Posso dire che comunque i miei sogni sono quasi sempre a colori, questo sì. In passato ricordavo molto di più quello che mi succedeva nella fase Rem, avevo diversi incubi ricorrenti collegati con la mia fobia delle altezze. Ricordo anche un sogno che feci a puntate, per un periodo piuttosto lungo. Ogni volta sognavo la conclusione della precedente esperienza a cui si aggiungeva la prosecuzione. Sta di fatto che prima sognavo o meglio, i sogni mi rimanevano più impressi rispetto a ora.
8)     Ha mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?
No, non mi è mai capitato. Posso aver sognato accadimento o situazioni che poi magari ho riportato nei miei testi, ma un’intera trama mai. Le idee sulle storie che scrivo mi vengono da sveglio, solitamente.
9)     Come è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?
Era un periodo particolare della mia vita, in cui ho avuto necessità di raccontare una storia ambientata in Sardegna, in un luogo ostile ma soprattutto arretrato culturalmente, per questo ho scelto anche un’epoca diversa. L’idea mi venne per la prima volta diversi anni addietro, quando mi raccontarono la storia di due uomini di un paesino dell’entroterra che, una volta andati in pensione, hanno mollato le rispettive famiglie per andare a convivere. Di fatto si scoprì che entrambi erano innamorati sin da giovani e che avevano vissuto la loro relazione di nascosto per un trentennio, fino a quando, a figli e famiglie sistemati, hanno deciso di non resistere oltre e di vivere assieme. Da lì nacque lo spunto, su cui basai l’idea di due uomini e dei loro ricordo d’amore inespresso. Poi, ovviamente, Polvere ha preso una sua vita e una sua trama specifica.
10)  Lo consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fan?
Le persone che mi hanno contattato dopo la lettura, quasi tutte mi hanno riferito di non essere riusciti a staccarsi dalla storia sino a notte fonda. Molte persone si sono lasciate coinvolgere dalle vicende di Rino e Bustianu,e non sono riusciti a separarsene sino all’ultima pagina. Non è una storia dell’orrore né suscita incubi, magari solo riflessioni a margine sull’amore e sulle difficoltà a viverlo apertamente, cosa che purtroppo accade ancora oggi in Italia. Ovviamente, dato l’argomento, è una lettura sofferta, perché descrive il dolore in tutte le declinazioni possibili: fisico per la malattia, morale per l’omofobia e psichico per la paura di amare qualcuno solo per il fatto che appartiene al tuo stesso sesso.
11)  Al risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o  al bar?
Dipende. La mia colazione canonica è la tazzina di caffè forte con alcuni biscotti, il mio tempo è sempre poco e io sono di corsa, per cui non ho un rituale della colazione, la faccio a casa e procedo per stadi: mi alzo, preparo i caffè e la tavola, do da mangiare ai gatti e poi scappo a prepararmi. Diversamente accade se sono rilassato, magari in vacanza all’estero: in occasioni del genere mi attardo a fare una bella colazione continentale: cappuccino, succo di frutta, dolce, ma anche bacon, formaggio e uova. Sarà che poi le energie le brucio facendo il turista, e quindi ho bisogno di maggior rinforzo.
12)  Mi regalerebbe  una frase del suo romanzo per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Allora, per iniziare la giornata consiglierei la solita frase con cui il libro ha esordito:
“Non ci si rende conto di come le cose importanti restino inosservate, sino a quando non si può più recuperarle.
Come per me.
Vorrei stringere a pugno le mie mani callose, ma non ne sono in grado. Non ho le forze per farlo.
Vorrei accarezzare ancora il tuo viso, poter soffiare via la polvere che si è annidata nei pochi ricordi che mi rimangono di te, ma la vita mi ha rubato anche il fiato.”
Scelgo questa frase perché secondo è uno dei moniti più importanti per non perdere mai, durante il giorno, di cogliere l’attimo. Soprattutto perché può capitare che quando ce ne rendiamo conto, sia troppo tardi.
Invece, per la buonanotte, scelgo questa:
“Non importa quanto tempo l’amore venga rinchiuso, negando ogni suo contatto con il mondo reale. Da qualche parte del nostro animo si trova una porta a cui prima o poi avrà accesso. La chiave potrà essere la costanza, il desiderio forse, ma a volte basta una promessa per spalancare l’uscio e lasciare che il sentimento esca fuori. Fu così, in quell’occasione. Accadde proprio a me.”
È un augurio, quello basilare, di cui parlano tutti: che l’amore comunque vinca. E direi che una consapevolezza di questo tipo, aiuti le persone a vivere serenamente, ma soprattutto a fare bei sogni. Nel grigiore quotidiano, sognare spesso è l’unica cosa che ci rimane.
Grazie per avermi concesso un’intervista così intima.

Grazie infinitamente a voi… e buona lettura!

martedì 5 maggio 2015

A LETTO CON LO SCRITTORE SIMONE GIUSTI, autore de "Le guerre corporative",Il Foglio, 2014

Interviste notturne di Federica Gnomo Twins


SCHEDA LIBRO:
Titolo: Guerre corporative
Autore: Simone Giusti
Editore: Ass. Culturale Il Foglio
Collana: Narrativa
Prezzo: € 15.00
Data di Pubblicazione: Ottobre 2014
ISBN: 8876065172
ISBN-13: 9788876065170
Pagine: 240
Reparto: Narrativa > Thriller
Libro No EaP distribuito da LibroCo e PDE


Stasera facciamo irruzione nella camera da letto di Simone Giusti, autore di Guerre Corporative
Editore Associazione Culturale Il Foglio, anno 2014.
Riassunto dell’opera:
Malta, ore 8:00. Abbie Cassio si sveglia nel suo appartamento sul mare. Fuori splende il sole. Abbie è giovane, molto attraente, è un’hacker e nel suo mestiere ci sa fare. Sono molte le cose che si aspetta da quella giornata. Soldi, flirt. Ma non certo di rimanere immischiata in un pericoloso intrigo internazionale.

1)     Per prima cosa vorrei chiederle: ama dormire molto? Se non dovesse lavorare o studiare andrebbe a  letto tardi, o presto? si sveglierebbe all’ora di pranzo o all’alba?

Non amo dormire. Come Frank Underwood della nota serie americana, considero il sonno come una dannata perdita di tempo. Ha però due vantaggi. Primo, è necessario alla vita. Secondo, durante il sonno si sogna, si ha il tempo per sviluppare idee e soprattutto si ricarica le batterie per un’altra avventura, meglio se letteraria.
Non ho orari prestabiliti per dormire. Be’, non amo le costrizioni e neanche le abitudini imposte dalla società. Uso notte e giorno a piacimento. A volte vado a letto presto e mi sveglio all’alba (questo capitava soprattutto anni fa), a volte faccio le ore piccole, che poi diventano grandi, portando avanti le mie storie in santa pace mentre il resto del mondo dorme e non dà fastidio. Poi mi sveglio un po’ più tardi del solito, pronto per una nuova giornata. Ho la fortuna di poter impostare come meglio credo il mio tempo. Aspettate però a invidiarmi, il mio essere “libero professionista” è la faccia tutta rose e fiori della medaglia. Sull’altro lato c’è la quasi totale mancanza di denaro. Ma è una cosa comune a molti, purtroppo.


2)     Che tenuta notturna preferisce? Le piace dormire nudo, anche in inverno, o comunque con poche cose addosso o ben coperto? Ci descrive il suo pigiama preferito o camicia da notte? Si è mai comprato qualcosa che esce dal suo schema e poi non ha indossato?

Non amo le costrizioni, neanche in abbigliamento. Odio le mode. Questo per dire che di solto dormo nudo, o quasi. Ho un temperamento focoso, ho quasi sempre caldo. E poi dicono che dormire al fresco (e non intendo in galera) aiuti a mantenere giovane la pelle. Non che me ne freghi più di tanto della giovinezza della pelle, ma questo mi fa conquistare le simpatie di chi ci tiene a non invecchiare.
La cosa più simpatica che ho sono i pantaloni di un pigiama che sembrano fatti con tanti kilt scozzesi. Ecco perché non li indosso per dormire.


3)     Potendo avere una casa grande, vorrebbe dormire in coppia o in stanze singole? Le piace un letto singolo o matrimoniale?

Dicono che sia tutta colpa del segno zodiacale. Io sono acquario e gli acquario vogliono dormire soli. Be’, lasciando da parte ipotesi astrologiche, io adoro la solitudine, sia da sveglio che nel sonno. Non che disdegni dormire nel letto matrimoniale con la mia fidanzata, ma ammetto che dormire soli, in una camera tutta per me non è niente male. Ai tempi dell’università, leggendo dell’antica usanza nobiliare di dormire in camere separate, ammetto di essermi detto più volte: “Loro sì che avevano capito tutto!”.
Il letto lo voglio grande!


4)     Cosa fa prima di dormire, una volta entrato nel letto? (Leggere, scrivere, guardare la tv,  stare al portatile con gli amici, mangiare cioccolatini, pregare, ecc…)

Odio guardare la tv, odio stare al pc e soprattutto chattare. Mangiare? Non se ne parla proprio. Prima di dormire, leggo. Ma lo faccio di rado. Preferisco leggere in piedi, passeggiando. Se non posso farlo fuori, al mare lungo la battigia o per le strade deserte della campagna, lo faccio in camera da letto, avanti e indietro come un soldato di guardia. Quindi, più che leggere a letto, leggo vicino al letto.


5)     Comodino piccolo o gigantesco? Cosa tiene di solito sul suo comodino?

Piccolo, o almeno è così che considero il mio. Sul comodino vanno a finire le stesse cose che vanno a finire sulla scrivania, sul divano, per terra. Ovvero, tutto quello che sto usando e che vorrei usare ancora. E a meno che qualcuno non intervenga mettendoli a posto (di solito la mia ragazza), quegli oggetti rimangono lì per Ere geologiche fino alla prossima estinzione. Cosa sono questi oggetti? Il più delle volte libri.


6)      Le capita di alzarsi di notte, completamente riposato? E cosa fa? Mangia, scrive perché ha un’idea, si rilassa  leggendo e riprende a dormire, o cosa?

Mai successo di alzarmi di notte completamente riposato. Mai. Ma se capitasse farei due cose. Primo, una passeggiata per mettere in moto corpo e mente. Secondo, buttar giù la storia che sicuramente avrei pensato durante la passeggiata in solitario.


7)     Le capita di sognare? Cosa sogna spesso? Ha incubi ricorrenti? Sogna a colori? Ricorda i sogni?

Sogno sempre. A volte sono sogni molto divertenti, tanto che la notte successiva vado a letto con l’idea di continuare la storia lì dove l’ho lasciata. A volte mi alzo esaltato dal sogno e dopo un’oretta non me lo ricordo più. Probabilmente perché era banale. Di incubi non ne ho mai. Li ho avuti in passato. E tutti avevano le sembianze di incubi sociali. La scuola, il lavoro, il dovere. Oddio! Ma chi è quel dio così malvagio da aver inventato queste cose?


8)     Ha mai sognato la trama di un romanzo che poi ha scritto?

Sì che l’ho fatto. A volte capita che i pensieri prendano il via come tuffatori entusiasti sugli scivoli del mio cervello. Quando succede non scrivo quasi mai a matita (ho una calligrafia orribile!), di solito registro usando il cellulare. Naturalmente la gioia con cui ti vai a coricare di nuovo dopo aver registrato porzioni di romanzo, magari per la sesta o settima volta, è direttamente proporzionale agli sbuffi della tua fidanzata che alle tre di notte deve sopportare gli scricchiolii del letto e la luce che si accende e spegne di continuo.


9)     Come è nato il suo ultimo romanzo? Ricorda lo spunto?

Oh, sì che lo ricordo. Ero arrabbiato. O meglio. Ero deluso dalla società (ormai penso che abbiate capito che tra me e la società non corre buon sangue). Mi è capitato di vedere un documentario sulla Portland dell’800 e le due cose, stato d’animo e informazioni da approfondire, si sono unite nell’idea per un soggetto. Il romanzo ci ha messo più di un anno per venire alla luce nella sua forma definitiva, direi almeno sedici mesi. Adesso è in mano al mio agente ma a dire il vero stiamo trovando difficoltà nella ricerca di un buon editore. La storia, un noir con moltissima azione che affronta tematiche molto attuali come la tratta femminile, la droga e i preconcetti razziali, è ambientata nella Portland del 1882, cosa che secondo di “maghi” del marketing ne fa un western. Peccato che il western sia il genere meno letto in Italia, persino dopo la fantascienza. Per ora abbiamo avuto risposte che posso riassumere in questa frase: “Bellissima storia, peccato che il western venda poco”. Risposte classiche di chi fa cultura controllando solo i report commerciali, e lo fa in modo superficiale. Adesso forse è più chiaro perché mai non ami molto la società consumista in cui viviamo.


10) Lo consiglierebbe ai nostri lettori da leggere prima di dormire? Secondo lei che reazione avrebbe un lettore: si addormenterebbe sereno dopo poche pagine, continuerebbe a leggere tutta la notte, smetterebbe terrorizzato o cosa le hanno detto i suoi fan?

Il romanzo di cui ho parlato sopra è l’ultimo scritto, ma non è ancora in circolazione, e chissà quanto ancora dovremo aspettare. Quello che invece si può leggere è un altro romanzo “difficile” per il panorama italiano, ma che grazie alla fiducia datami da Gordiano Lupi, editore del Foglio Letterario, ho pubblicato No EaP (senza spendere un euro com’è giusto che sia) e si può trovare in libreria, o meglio, si può trovare su internet, in libreria è ancora dura. Il romanzo si intitola “Guerre Corporative” e, sì, lo consiglierei ai lettori prima di dormire (come potrei non consigliarlo?). Però, per essere onesti, devo ammettere che non è un libro che concilia il sonno, anzi. Alcuni lettori mi hanno contattato dicendomi che hanno fatto tardi per sapere come andava a finire la storia. Il più veloce lo ha letto in una nottata, sul secondo gradino del podio c’è chi lo ha letto nell’arco di ore che va dalle 14:00, quando il corriere glielo ha consegnato, alle 10:00 del giorno dopo, quando lo ha finito. In pratica, una maratona. Una lettrice che mi ha contattato da poco, mi ha accusato di averle rovinato una giornata di lavoro. “Tutta colpa del tuo libro che mi ha fatto fare le due del mattino!”. Be’, non si può che esser felici.


11) Al risveglio fa sempre colazione? Cosa mangia a colazione? Dolce o salato? A casa o  al bar?

Mai al bar. Adoro la casa, la mia casa. Il secondo passo dopo essersi svegliati, tralasciando la capatina in bagno obbligatoria, è la colazione. Nella mia vita sono passato dal latte coi cereali alla spremuta d’arancia coi cereali fino allo yogurt coi cereali. La costante sono i cereali. Ora sono tornato al latte. Preferisco quello scremato, temperatura ambiente, senza altro, né zucchero né miele. A volte uso i cereali, a volte dolciumi vari. Non amo le brioche. Meglio le torte fatte in casa. La madre della mia fidanzata è una cuoca meravigliosa. Le torte che fa lei mi hanno fatto prendere qualche chilo, ma ne vale la pena.


12) Mi regalerebbe  una frase del suo romanzo per iniziare la giornata e una su cui sognare stanotte?
Grazie per avermi concesso un’intervista così intima.

Molto volentieri. Più che due frasi vorrei regalare due estratti. Il primo è nelle pagine iniziali del romanzo, quando in un bel mattino assolato ha inizio l’avventura di Abbie, la bella hacker maltese protagonista della storia.
“I messaggi erano per la maggior parte di uomini, e i messaggi degli uomini erano tutti di innamorati, di invaghiti, di gelosi, di gente che avrebbe voluto di più, di gente che ne voleva ancora. Lei si divertiva così, a essere una irraggiungibile, una di quelle nate per farti credere tanto e che certezze non le dà mai. Era anche una che si comportava da bambina, che metteva il broncio di fronte a messaggi pesanti, messaggi di ragazzi che aveva portato allo stremo, quasi fino a impazzire. Ma lei non lo faceva apposta, Abbie Cassio era fatta così: flirtava. Alla fine di tutti i messaggi ce n’era uno che la sorprese, sbatté le ciglia lunghe di mascara quando lo trovò.”
Il secondo è a romanzo già ben avviato, la protagonista è ancora Abbie. Fuori è notte, dagli oblò del barcone ormeggiato sulla Senna si vede Parigi illuminata.
“«Figlio di puttana!» brontolò aprendo l’acqua della doccia, poi, mentre aspettava che venisse calda, piantò le mani sul lavandino e si fissò allo specchio. Vedeva una ragazza sconvolta. Trucco ritoccato troppe volte per poter funzionare, capelli fradici di gel e sudore, ma la cosa davvero diversa era l’espressione: aveva visto troppe cose in così poche ore che adesso era in tilt. Forse solo dopo un bel sonno, o magari solo dopo qualche giorno si sarebbe resa conto in quale razza di casino si fosse infilata. Ma c’era qualcos’altro che la turbava, qualcosa che le correva dentro, che le faceva mordere le labbra e stringere le cosce. Ripensava a Ex, non riusciva a toglierselo dalla testa. Forse era dovuto al fatto che fosse stato il primo a non averci provato, forse domani se ne sarebbe pentita, ma adesso era inutile mentire a se stessa, adesso lo voleva, lo voleva più di ogni altra cosa.”
Grazie a te per quest’intervista così innovativa.
Buona notte.
     
Se volete sapere di più di Simone Giusti questo è il suo link
 http://simonegiusti.wix.com/scrittore