giovedì 9 gennaio 2014

IN CUCINA CON LO SCRITTORE: Lida Vendramin , Chiara e le farfalle.

Anno nuovo, nuovi autori in cucina. 



Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore Lida Vendramin , Chiara e le farfalle, Edizioni Creativa, giugno 2013;  per averci aperto la porta della sua cucina.
        *Visto che siamo in cucina potrei iniziare con una bella metafora in tema. Se il mio romanzo  fosse un vino non sarebbe un rosso importante, corposo, insomma un vino da meditazione ma, piuttosto, un prosecchino fresco e frizzante. Affronto in modo leggero e poco convenzionale delle tematiche molto comuni. Chiara e Luca sono una coppia di quasi cinquantenni, sposati da più di vent'anni, con una figlia, Amanda, adolescente. Pensano di essere una coppia felice, solo perché non hanno tempo di fermarsi a riflettere, ma il loro rapporto è in crisi, vittima del tempo, della routine, dei problemi lavorativi e di quelli di tutti i giorni. Nella vita di Chiara spunta un corteggiatore segreto e il fragile equilibrio si spezza. Chiara si ferma, riflette, prende coscienza della sua situazione ed inizia una sfida tra la sua buona coscienza, che le dice di lasciar perdere in nome della famiglia, e quella birichina, che le dice che la vita è una sola. Il finale è a sorpresa, sia per Chiara che per Luca. Si legge d'un fiato ma ha delle forti controindicazioni per i moralisti, i benpensanti e gli ipocriti. Se per voi la gelosia è un segno d'amore e non un  brutto sentimento di possesso lasciate perdere, la lettura risulterà dannosa.
Vi lascio con questa frase scritta da  un lettore “ ...buono come il cornetto Algida, che serba il meglio all'ultimo morso, questo libro si legge in un pomeriggio e ti lascia di buon umore.*


La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Premessa fondamentale: ho alle spalle un passato di pseudoanoressica, tutt'ora butto sempre un occhio alla bilancia e la lista delle cose che non mi piacciono è infinita.
Mangio poco ma quello che mangio deve stuzzicare la mia fantasia con colori, odori, sapori che catturino la mia mente e mi facciano immaginare... Prima di cucinare un piatto o ordinarlo al ristorante devo vederlo nella mia mente, immaginarne gli odori e i sapori.  Gli amici, quando mi invitano a cena, ormai sono rassegnati, non si preoccupano più di tanto... alla fine qualcosa da mangiare lo trovo. La cena è una scusa per stare insieme.
Da una decina d'anni adoro cucinare, trovo che sia un'attività molto divertente e rilassante. Per esempio... quando sono nervosa, invece di logorarmi il fegato mi metto a fare qualcosa, magari mi metto a fare dei cioccolatini con gusti particolari. Prima avevo una cucina di sopravvivenza tipo... facciamo un risotto... busta N°1, N°2 o N°3?
Lo fa per dovere o per piacere?
Entrambe, dipende dal momento.
Invita amici o è più spesso invitato?
Invito più spesso perché per molti invitare a casa è un po' laborioso.
Ha mai conquistato amici o una donna/uomo cucinando?
Alcuni amici si sono innamorati  della mia cucina ma non mi è mai capitato, per la storia della mia vita di provare a conquistare un uomo con una cena galeotta. Devo dire però che l'invito a cena è una bella mossa di seduzione. Prima di tutto, a seconda dei piatti che mi prepari mi faccio un'idea di che tipo sei. Se mi presenti un menù tradizionale ti immagino come una persona chiusa, con poca fantasia, un conservatore. Se invece ti cimenti con la nouvelle cuisine o con piatti molto elaborati, d'effetto visivo esagerato mi viene da pensare che sei un tipo molto, forse troppo attento all'immagine. La cena galeotta perfetta, a mio parere, deve stimolare tutti e 5  i sensi, la immagino fatta da tanti piccoli stuzzichini e con il rosso, il colore del fuoco e della passione a farla da padrone.
Vivrebbe con  una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Lo faccio da anni con tanta serenità
Quando ha scoperto questa sua passione?
Una decina di anni fa, in un momento emotivamente difficile, ho scoperto che cucinare mi rilassava, stimolava la mia fantasia e creatività, distogliendomi dai brutti pensieri. Passato il momento la passione per la cucina è rimasta.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
È legato più ad un rito che al piatto stesso. Si tratta della torta di riso che faceva mia nonna. Non ricorda in che ricorrenza particolare, forse per San Giuseppe, comunque tutte le mamme e le nonne preparavano queste torte in grandi teglie di terracotta e le portava a cuocere nel forno di una panetteria. Nel mio caso nel forno della Laura. Era bello perché c'erano tutte queste donne che cianciavano, noi bimbi che si giocava e la Laura ci preparava per l'occasione delle cosine buone buone per la merenda.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Non c'è un piatto definitivo che amo particolarmente, se mangio troppo spesso una cosa che mi piace, mi viene a noia. Comunque chi mi fa dei piatti di verdura mi accontenta sempre. Piatti che non mi piacciono ce ne sono a bizzeffe, ma quelli che mi disgustano, per l'idea perché non li ho mai assaggiati, sono quelli che prevedono capretto, agnello, maialino... insomma quelli a base di cuccioli
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Il colore dei piatti di carne in umido
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?
Nessun rito particolare. D'inverno bevo caffè o tisane bollenti, d'estate del semplice succo di pompelmo
Scrive mai in cucina?
Scrivo spessissimo in cucina perché mi dà calore. È la stanza che preferisco
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Se non scrivo in cucina scrivo nella “stanza del casino”, una stanza enorme dove ci sono gli armadi, una cyclette, la batteria di Marco, il mio compagno, un angolo ufficio e due belle finestre con vista sul giardino e sulla campagna intorno.
Scrivo quando il mio vero lavoro me lo permette, se mi vengono idee  le fisso su un foglietto, poi le ricopio sul pc, su un file apposito e le sviluppo quando posso.
 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Di solito non compro cibi pronti. Quando sono da sola non cucino mai, mi basta uno yogurt, quelli con i prippoli. Non dico la marca per non fare pubblicità ma ho scoperto dei gusti sfiziosissimi, tipo  yogurt al the indiano con palline di cioccolato e zenzero o yogurt al the e palline di cioccolato all'arancia e yogurt al cocco con palline al lime. Quando è freddo mi basta il mio cappuccino solubile con aggiunta di cioccolato e 3 biscotti.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Di solito non mi viene fame quando scrivo
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Altra piccola premessa. Nole, uno dei miei tre cagnolini, era un canino di strada che viveva a Napoli. Quando l'ho adottato era ridotto molto male e, in seguito a tutti i farmaci che gli abbiamo dovuto dare, ha sviluppato una fortissima forma allergica. Per desensibilizzarlo ha dovuto fare una dieta alimentare strettissima che prevedeva farro o polenta e carne di coniglio. Vado nel mio supermercato preferito (adoro fare la spesa nei supermercati, dove non c'è nessuno che mi chiede cosa voglio e posso curiosare e comprare con tranquillità) e vedo con costernazione che il coniglio è disponibile solo intero o a metà. Pigio il pulsantone rosso per chiamare il macellaio e mi si presenta un ragazzone a cui chiedo se hanno carne di coniglio non a forma di coniglio. Questo mi guarda, torna nel retro, si ripresenta dopo un paio di minuti con tutti i macellai e mi chiede di ripetere la richiesta. Lo faccio, cominciano tutti a ridere e mi chiedono delucidazioni. Tutta seria rispondo che la carne serve per il mio cagnolino ma mi fa senso portarmi a casa quegli occhietti che mi fissano da una testina spellata. Le risate si moltiplicano, mi chiedono se sono sposata e, te lo scrivo in italiano perché in toscano è molto più colorito, mi dicono che compatiscono molto mio marito. Comunque alla fine mi hanno dato della carne di coniglio macinata
Lei è uno scrittore di narrativa quando esce a cena con i suoi figli, o amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con suo marito?
Cerco sempre locali piccoli, informali, che mi abbraccino con il loro calore. 
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
Chiara e le farfalle è il primo romanzo che pubblico, e forse sarà l'unico. Confesso che non l'ho festeggiato
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Ho fatto solo una presentazione, più che una presentazione era una chiacchierata fra amici e l'ho organizzata all'ora dell'aperitivo in un localino che fa dei cocktails e degli stuzzichini favolosi
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Odio gli aperitivi tristi
Ha mai usato il cibo in qualche storia?
Cibo e musica
Ad esempio in  “Chiara e le farfalle” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Ce ne sono diversi... c'è un cus cus, una cenetta sfiziosa che preparano Luca ed Amanda, c'è il buffet per la festa in giardino di Amanda, la cena del compleanno e una cena galeotta...
Il cibo è mai protagonista?
Protagonista proprio no però ha la sua importanza... ha anche il sapore di un bacio
“Chiara e le farfalle” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Carpaccio di cocomero, melone e formaggio, perché è fresco, intrigante e piccantino e ti fa venir voglia di mangiare anche quando è caldissimo e non ti va niente
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
*TORTINO DI RADICCHIO ROSSO*
Metto la ricetta con gli ingredienti originali, anche se possono essere cambiati, a seconda di quello che hai in casa. Questa è una mia caratteristica. Non butto mai via niente, per rispetto di chi è più sfortunato.
Prendi il radicchio rosso, lo tagli a striscioline e lo fai rosolare con del buon olio d'oliva, un pochino d'aglio, sale, pepe. Quando è cotto lo frulli insieme all'intingolino, lo metti in una ciotola, aggiungi un uovo, della ricotta, parmigiano grattugiato, un'idea di farina e noce moscata. Trasferisci il tutto in una teglia da forno, mi raccomando, fai uno strato basso... un paio di centimetri, cospargi con poco parmigiano ed un mix di crackers  (puoi anche usare qualche fiocco di mais) e spezie mediterranee frullati. Lo metti in forno e lo fai gratinare.
Grazie, mai mangiato, proverò.
Quale complimento le piace di più come cuoco?
Mi dici come si fa?
E come scrittore?
Non sono riuscito a chiudere il libro, nonostante l'orologio sul comodino mi urlasse di farlo
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
L'intimità inizia condividendo il cibo la dice Chiara durante la cena galeotta ma la seconda, se me la concedi, non è mia è del filosofo Immanuel Kant, ma la amo da morire
Possiamo giudicare il cuore di un uomo dal suo trattamento degli animali

Grazie per la sua disponibilità                                                                            
Federica Gnomo Twins








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