martedì 26 febbraio 2013

La dieta del minestrone per scrittori in odore di presentazioni

Cari amici scrittori, lo so, qualcuno di voi ( tra cui io!) guardandosi allo specchio e pensando che a breve inizierà il periodo delle fiere dei libri e delle presentazioni vorrebbe poter mandare una controfigura.
Ebbene non perdiamoci d'animo e cominciamo da subito a perdere qualche chiletto. Naturalmente ci dobbiamo mettere in testa di camminare almeno mezzora al giorno a passo svelto e andare dal dietologo; se le finanze da scrittori non ce lo permettono, usando il buonsenso che ci distingue, hem...speriamo, possiamo provare una serie di diete, ognuna delle quali sicuramente ci farà perdere due chili subito e la perseveranza dopo due gg. Attrezziamoci pertanto con un santo partner che ci lodi e ci sopporti.
Io attacco con questa, perché ho freddo e la roba asciutta e scondita non la sopporto.
Naturalmente la finirò presto... prevedo domani. Ve la giro per curiosità, ma ripeto è da fare sotto controllo medico.




LA DIETA del MINESTRONE (gentilmente mutuata da Dire Donna)

La dieta del minestrone è una delle diete che almeno una volta nella vita tutti provano, perché è efficace, semplice da seguire e nel giro di pochissimi giorni permette di perdere 5 Kg, e se prolungata di poco anche fino a 7 o 8 Kg.
Non è consigliata oltre la settimana perché ipoproteica, però depura. Naturalmente è difficile per via delle nostre cattive abitudini radicate.Bisogna inoltre bere almeno un litro e mezzo di acqua al gg e sospenderla se si dimagrisce troppo in fretta o per niente, in tal caso il peso dipende da altri fattori (ormonali, ritenzione, ecc), anche se si avvertono giramenti di testa bisogna sospenderla e comunque è consigliato sempre chiedere prima  al proprio medico se si può iniziare. Lui vi controllerà la pressione e vedrà se avete malattie che la sconsigliano.
Ricetta minestrone light invernale:
La ricetta light del minestrone, pietanza base di una dieta dimagrante che deve essere preparata soprattutto con gli ortaggi della stagione invernale.
Ingredienti per 2 giorni :
  • Porri o cipolle6
  • Cavolo verza grande o broccolo verde1
  • Rape bianche4 o 5, in alternativa un finocchio
  • Pomodoro pelato1 barattolo
  • Dado vegetale
  • Spezie e aromi a piacere.
Bisogna tagliare le verdure in pezzi piccoli, inserirli in una pentola con del dado vegetale e ricoprire le stesse con acqua.
Aggiungete al preparato un po’ di sale, portate a ebollizione e lasciate sul fuoco per circa due minuti a fiamma alta. Successivamente abbassate la fiamma e fate cuocere lentamenteper circa 30 o 40 minuti, in base alla densità desiderata.
Spegnere, servire caldo.


Primo giorno
Colazione: caffè o tè; mele e pere
Spuntino: succo di frutta non zuccherato
Pranzo: minestrone; mele
Merenda: succo di frutta non zuccherato
Cena: minestrone; pere
Variante: le mele e le pere previste possono essere sostituite da frutta a scelta, escluse uva e banane, che può essere anche cotta o in scatola senza zuccheri aggiunti.
Secondo giorno
Colazione: caffè
Spuntino: tè
Pranzo: minestrone; bietole e cicoria o indivia e broccoletti cotti oppure radicchioverde
Merenda: tè o caffè
Cena: minestrone; 200 g di patate lesse con 10 g di burro
Variante: le patate con il burro possono essere sostituite da 350 a di funghi cucinati con 2 cucchiaini di olio extra vergine di oliva.
Terzo giorno
Colazione: tè o caffè; pere e ananas
Spuntino: succo di frutta senza zucchero
Pranzo: minestrone; carote e carciofi crudi o cotti
Merenda: succo di frutta senza zucchero
Cena: minestrone; peperoni, melanzane e zucchine alla griglia
Variante: le pere e l’ananas della colazione possono essere sostituite da frutta a scelta (escluse uva e banane), che può essere anche cotta o in scatola senza zuccheri aggiunti.
Quarto giorno
Colazione: cappuccino preparato con 200 ml di latte scremato; banane
Spuntino: tè o caffè
Pranzo: 200 g di yogurt magro; una banana
Merenda: tè
Cena: minestrone; un frappé preparato con 200 ml di latte e una banana
Variante: i 200 g di yogurt del pranzo possono essere sostituiti da 150 g di ricotta o da 120 g di mozzarella o di gorgonzola o di caciotta.
Quinto giorno
Colazione: caffè
Spuntino: tè
Pranzo: 300 g di pesce al vapore (merluzzo, sogliola, nasello); pomodori
Merenda: tè
Cena: minestrone; 200 g di pesce alla griglia (orata, spigola, rombo)
Varianti: a pranzo i 300 g di pesce alla griglia possono essere sostituiti da 300 g di calamari o seppie alla griglia; a cena i 300 g di pesce alla griglia si possono sostituire con 150 g di tonno al naturale o con 100 g di salmone affumicato
Sesto giorno
Colazione: caffè
Spuntino: tè
Pranzo: una o 2 bistecche di vitellone o manzo alla griglia; zucchine e finocchi al vapore
Merenda: tè
Cena: minestrone; 300-400 g di pollo arrosto senza pelle
Variante: a cena al posto del pollo arrosto si possono mangiare 250 g di tacchino arrosto.
Settimo giorno
Colazione: caffè
Spuntino: succo di frutta senza zucchero
Pranzo: 150 g di riso integrale con verdure a piacere; asparagi, cipolle e carote al vapore
Merenda: succo di frutta senza zucchero
Cena: minestrone; barbabietole e cetrioli
Varianti: a colazione si possono aggiungere 2 fette biscottate integrali con 2 cucchiaini di marmellata senza zucchero.
Nella fase di mantenimento di questa dieta vanno reintrodotti a poco a poco i carboidrati e le proteine e va mangiata molta frutta e verdura.

lunedì 25 febbraio 2013

IN CUCINA CON LO SCRITTORE, Lucilla Leone, Indio


Interviste culinarie di Federica Gnomo

Oggi salutiamo e ringraziamo per averci aperto la porta della sua cucina l‘autrice Lucilla Leone, una giovane mamma scrittrice, attenta a far mangiare bene la sua famiglia.  Indio,  che è un po’ il suo terzo figlio, è in uscita in questi giorni per  Edizioni R.E.I ed è il suo romanzo d’esordio.

Prima di cominciare a parlare di cibo e ricette, vuole parlarci un po’ di come è nato Indio?
        Indio è nato in un particolare momento della mia vita. Ero in pausa dal lavoro per la mia seconda maternità, e avevo un po’ di tempo a disposizione per pensare, il che per me non è cosa positiva al 100%. Quando penso sono catastrofica. Infatti ho iniziato a maturare dentro di me un forte senso di rivalsa, per ciò che avevo sempre sognato e non ero ancora riuscita a fare, che unito alla rabbia per la perdita del mio lavoro ma anche a tanta tanta necessità di sentirmi appagata professionalmente, mi ha fatto ‘partorire’ per la terza volta: e così è nato INDIO. Una storia che amalgama amore, suspence, pregiudizio razziale, magia nera, avventura e tanto  altro ancora. Un romanzo che spero appassionerà i lettori, lasciando qualcosa dentro ognuno di loro. Per ora ne sono più che soddisfatta, ricevo molti complimenti e splendide recensioni, e per uno scrittore non c’è soddisfazione più grande!

La prima domanda di rito in questa bella cucina è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Mi piace moltissimo mangiare bene, e sono brava a cucinare. Non amo stare ore davanti ai fornelli, se potessi avere dei cuochi ne farei magari anche a meno, spesso e volentieri. Ma questo forse perché in generale sono piuttosto stanca per i vari impegni giornalieri, e quindi cucinare può diventare a volte pesante, soprattutto la sera. Però ho questo pregio, pur non applicandomi particolarmente all’arte culinaria, riesco comunque a cucinare molto bene.

Lo fa per dovere o per piacere?
Lo faccio sicuramente in gran parte per dovere, ho una famiglia, e si sa che la mamma cucina, a meno che non ci sia un collaboratore domestico. Ma non posso negare una buona parte di piacere quando sedendomi a tavola, poi vedo tutti mangiare gustosamente, mio marito di buona forchetta e i miei due figli.

Invita amici o è più spesso invitata?
Né l’uno e né l’altro in effetti. Gli impegni non me lo permettono, però tra le due cose forse accade più spesso che sia io a essere invitata.

 Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?
Mio marito, continuamente… Se devo addolcirlo o se voglio che sia creta nelle mie mani, allora cucino quello che preferisce, dalla parmigiana agli spaghetti alle vongole… Ci vuole anche un po’ di furbizia nel matrimonio, no?
Sinceramente concordo!

Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Mio marito si sa cimentare quando vuole, e questo torna davvero utile quando a volte sono costretta a dividere i vari compiti in casa. Più di una volta si è proposto di aiutarmi cucinando, e con buoni risultati. Ma credo che anche se non fosse capace, non sarebbe un problema.

Quando ha scoperto questa sua passione?
Nel mio caso non è proprio una passione, ma un piacere da riscoprire molte volte. Comunque credo di averlo scoperto quando io e mio marito, da fidanzati, girammo l’Italia e assaggiammo le varie cucine. Allora capii davvero quanto sia meravigliosa e variegata la cucina italiana!

Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
Quando feci il mio primo tiramisù, avevo circa diciotto anni e mio fratello, che ha qualche anno più di me, ne mangiò una teglia per 6 persone in un pomeriggio… Poi da quel giorno non faceva che chiedermi tiramisù a go-go, e per lui è rimasta la cosa migliore che io sappia preparare, insomma un ‘dolce leggendario’.
In effetti è uno dei dolci italiani più conosciuti e apprezzati al mondo.

Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Io sono un po’ come il gatto Garfield: lasagna tutta la vita! E pollice in giù per pasta e fagioli!

Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Credo che se vedessi molto grigio in un piatto mi sentirei male…

Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?
Sì, a meno che non sia sera, bevo assolutamente un buon caffè! Niente di meglio per me!

Scrive mai in cucina?
Sì spesso, al tavolo della sala da pranzo, e la sera a volte è piacevole quando sono rimasti nell’ambiente i profumi della cena da poco consumata.

Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Forse preferisco la sera, perché è l’ora in cui scrivo la maggior parte delle volte, quando sono libera, è tutto fatto e i miei bimbi dormono. Amo scrivere nella cameretta di mio figlio, al suo tavolo, quando lui è ancora nel lettone di mamma e papà, oppure in sala da pranzo, non avendo uno studio dove farlo.

 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Non compro mai questi snack, non è una mia abitudine. Magari rimando il momento del cibo finché la vena creativa del momento non si esaurisce.

Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Di solito preferisco il cibo salato, mi piace molto poco il dolce.

Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Sì, la prima volta che portai mio marito al ristorante cinese, molti anni fa. Lui venne soltanto per amor mio, ma era molto contrariato. Appena  gli servirono spaghetti fritti, fu talmente inorridito che rovesciò il piatto sul tavolo, si alzò di scatto e mi disse arrabbiatissimo “Ma tu mangi questa roba? Io me ne vado!”. Andammo via subito, tra gli sguardi di tutti. Naturalmente non ce lo portai più, poi persi l’abitudine di andarci anche io.

Lei è una scrittrice di romanzi, quando esce a cena con i suoi figli o amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con suo marito?
Se ci sono i miei figli è preferibile un luogo su misura anche per loro, che magari abbia un parco con dei giochi, o una sala ricreativa. Deve comunque essere un buon ristorante. Con mio marito, l’importante è che si mangi bene, non che sia particolarmente elegante, ma che sia pulito e il cibo ottimo. A volte si trovano anche dei piccoli ristorantini di paese che sono fantastici!

Cosa tende a ordinare in un locale  per festeggiare una pubblicazione? 
Il finger-food mi sembra indicato, e se ben fatto, è davvero ottimo e ricercato!

Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo
No, preferisco un aperitivo. Deve essere un discreto accompagnamento per l’evento, e non diventare l’evento stesso! Un momento piacevole dove assaporare, degustare e chiacchierare un po’.

Ha mai usato il cibo in qualche storia?
Ad esempio in  “INDIO” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai protagonista?
In Indio si parla più di una volta del cibo, in un passo viene addirittura sottolineato quanto la protagonista amasse mangiare bene e quanto questa sua affinità con il cibo piaccia in modo particolare al protagonista maschile, innamorato di lei.

“INDIO” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Un piatto nordico, qualcosa che scaldi molto dal grande freddo. In un capitolo viene citato ‘lo stufato di manzo’ che ho mangiato una volta sola in un ristorante americano di Roma. Nel libro viene preparato dalla nonna di Allyson, la protagonista, e per me sta a simboleggiare una certa tradizione e un calore particolare che solo il focolare domestico può dare. Questo è un piatto che secondo me rappresenta il mio libro, sicuramente.

Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?

LASAGNA CLASSICA
Per 6 persone:
Preparare il sugo di ragù di vitella con due bottiglie di passata e insaporito con odori (soffritto di cipolla sedano carota e macinato vitella, che va aggiunto l’ultimo minuto,  con due dita di vino bianco), sale  e  qualche foglia di basilico dieci minuti prima di spegnere il fuoco. Il sugo deve cuocere un’ora, non deve essere crudo (magari in cottura aggiungere 2 bicchieri d’acqua).
Preparare la besciamella con 300 g di burro da sciogliere in un pentolino, poi a freddo, versare sopra circa tre cucchiai di farina e mescolare fino ad ottenere una crema omogenea. Rimettendo il pentolino sul fuoco versare lentamente un litro di latte parz. scremato. Mescolare senza sosta fino alla consistenza di una crema e due minuti prima di spegnere, grattugiare abbondante noce moscata.
Preparare quattro bocconcini( fiordilatte) in una terrina tagliati a dadini piccoli (dopo averli fatti scolare).
Accendere il forno e preriscaldarlo. Prendere una teglia per 6 persone, versare uno strato di sugo e poca besciamella, sistemare con cura le lasagne secche (ne servono circa 250g per 6 p.), versarci sopra il sugo, senza eccedere, ma curando di coprire gli angoli delle lasagne, poi la besciamella, i dadini di mozzarella e infine il parmigiano reggiano. Ripetere per altri tre strati, cercando di abbondare leggermente di tutti gli ingredienti sullo strato superiore. Infornare a 180° per 40-45 minuti. Et voilà!
Buon appetito.


Quale complimento le piace di più come cuoco?
Anche se non viene espresso il gradimento con le parole, mi basta vedere che si svuotino i piatti!
E come scrittore?
Quando mi dicono ‘Il tuo libro mi ha emozionato!’

Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
Una frase del grandissimo D’Annunzio, a me particolarmente caro per le mie origini pescaresi:
“Scrivere è per me il bisogno di rivelarmi, il bisogno di risonare, non dissimile dal bisogno di respirare, di palpitare, di camminare incontro all’ignoto nelle vie della terra”.

Grazie per la sua disponibilità                                                                            




sabato 23 febbraio 2013

Home Sweet Gnome: barattolini sale e pepe




Cari amici, oggi voglio iniziare un nuovo appuntamento creativo: Home Sweet Gnome.
Gli gnomi si sa sono piccoli, risparmiosi e industriosi, quindi, visti anche i tempi di crisi e la sensibilità nuova nel riciclare e non sprecare, io per non smentirmi vi posterò foto di recuperi carini e originali di oggetti che potrete trovare dal rigattiere o magari avete in casa.
La regola sarà: solo cose di buon gusto, utili e divertenti, facili da realizzare. Adatte, di volta in volta, a diversi stili di case, perché, ricordate, non è mai sbagliato un oggetto in sé  ma il suo abbinamento all'ambiente che lo circonda.Io cercherò di suggerirvi la giusta applicazione.
Saranno spunti che voi potrete anche migliorare, secondo le vostre necessità.
Sale Pepe da barattolini
Ambiente adatto: Cucina Country


Spesso ci regalano dei piccoli barattolini contenenti spezie o marmellate, di solito con forme e coperchi graziosi, ebbene basterà tenerli a bagno in acqua calda e sapone per togliere le etichette e poi forare i coperchi e creare dei contenitori che andranno bene anche per peperoncino in polvere, oltre che pepe e sale. 

giovedì 21 febbraio 2013

TEA for TWO: Torta di carote e mandorle, un classico adatto agli intolleranti al lattosio



Io amo questa torta che è anche adatta agli intolleranti al lattosio
essendo priva di latte e burro.
Si conserva morbida ed è facile da preparare, 
basta avere un bel bicchierone e un buon mixer tritatutto. 


Ingredienti (per 4 persone):
 

300 gr di farina 00
300 gr di carote
1 bustina di lievito vanigliato per dolci
3 uova

60 gr di mandorle sgusciate e pelate
Mezzo bicchiere di olio di semi di girasole
170 gr di zucchero
Zucchero a velo per decorare

Preparazione:


La prima cosa da fare è lavare le carote, pelarle e farle a pezzi

in un contenitore tipo bicchierone.
Frullarle col mixer. 
Dopo averlo fatto, toglietele e ponetele in una ciotola,
sempre nel bicchierone tritate le mandorle
e riporle dentro la ciotola insieme alle carote.
Intanto con le fruste elettriche montare le uova
e lo zucchero dentro un’altra ciotola.
Poi versateci la farina, le carote, le  mandorle,  il lievito, 
mezzo bicchiere
d'olio di girasole e amalgamare bene il tutto. 
Prendere una teglia, imburrarla e infarinarla prima di 
versarvi l’impasto e poi infornare a 180°per mezzora.
Trascorso questo tempo, abbassare la temperatura
a 170° e continuare per altri 10 minuti circa.
Si può verificare la cottura ultimata infilando al centro uno stecchino. 
Se esce asciutto è cotta.
Una volta pronto il dolce, lasciarlo raffreddare, spolverare
sulla sua superficie un po’di zucchero a velo,
è buono anche sgocciolato di cioccolato fondente
se non piace lo zucchero a velo.
Non resta che invitare un amico e preparare un ottimo tea for two!

mercoledì 20 febbraio 2013

Cioccolatini tipo Baci, e baci veri, ricette.


BACI
Ingredienti (per circa 15 cioccolatini):

50 gr cioccolato al latte
100 gr cioccolato fondente
50 gr nocciole tostate
10 gr burro
40 gr nutella

A bagnomaria facciamo sciogliere il cioccolato al latte insieme al burro.
Una volta fusi, togliamoli dal fuoco e aggiungiamovi le nocciole spellate e tostate, tritate e la nutella. Disponiamo dei mucchietti di impasto su un foglio di carta da forno (o in dei pirottini piccoli) e poniamo al centro una nocciola intera. Mentre li facciamo raffreddare in frigo, facciamo sciogliere in un pentolino a bagnomaria il cioccolato fondente che andremo poi a versare sui nostri mucchietti di nocciole tanto da ricoprirli.Una volta che il cioccolato si è solidificato  possiamo trasferirli  in frigo lasciandoli solidificare ben bene qualche ora coperti. Certo non saranno bellissimi e perfettissimi, anzi...un po' bruttini, ma sono buonissimi anche se non identici all'originale. Se proprio vi vengono una schifezza rimpiazzateli con quelli veri.

Baci veri:
Ingredienti:
2 persone che si attraggono, secondo le preferenze.
Labbra fresche, possibilmente pulite o al gusto preferito ( caffè, vino, menta, ecc...)
Un pizzico di malizia

Preparazione:
Mettete in un angolino appartato foderato di immaginazione un partner. Cuocete a fuoco lento per 5 minuti con paroline e carezze, allungate le labbra e sostate altri due minuti in prossimità delle sue.
Chiudete gli occhi e olè:
O scappa o  è cotto. Proseguite pure fino a esaurimento dei minuti concessi alla pausa caffè  sul luogo di lavoro. 


martedì 19 febbraio 2013

Forse sono una Ferrari e festeggio con Baci fatti in casa.



Ieri  i TG hanno detto che il cavallino rampante  nero in campo giallo, cioè il simbolo della Ferrari, nel 2012 è risultato il Best Brand, cioè il marchio più affidabile, di prestigio, conosciuto al mondo, e non dai soli nababbi ma da tutti gli strati sociali.

"È in testa alla classifica di Brand Finance davanti a Google e Coca-Cola".

Una piccola azienda gioiello che supera colossi informatici e alimentari mondiali con cui ci confrontiamo ogni giorno, e ci colloca tra l'eccellenza. Un anno di grandi utili il 2012 per la Ferrari che ha incrementato le vendite in Cina, (e qui non mi stupisco) ma anche in Europa.
Nei momenti di crisi si sa che i beni di extralusso non soffrono, anzi spesso si rafforzano. Un po' come me, che nel 2012 mi sono rimboccata le maniche e ho deciso di essere speciale. Quindi magari sono una Ferrari e neanche lo sapevo.

Festeggiamo il brand con dei cioccolatini fatti in casa che ci riportano a un'altro must: 
i BACI di cui darò domani la ricetta!

lunedì 18 febbraio 2013

IN CUCINA CON LO SCRITTORE, Roberto Riccardi. Undercover. Niente è come sembra.



Interviste culinarie di Federica Gnomo

Oggi salutiamo e ringraziamo Roberto Riccardi, autore di Undercover. Niente è come sembra, edizioni E/O (Roma, 2012), per averci aperto la porta della sua cucina.

“La pietanza alla base del mio libro è la cocaina” - ci spiega -, “un carico di ben sette tonnellate è in viaggio dall’America latina all’Italia e sarà compito di Rocco Liguori, agente sotto copertura della Direzione Centrale Antidroga, riuscire a sventare l’illecito traffico. Per farlo dovrà infiltrarsi, entrando in contatto con esponenti di un cartello colombiano, della temibile organizzazione messicana Los Zetas interamente composta da ex militari, e della ’ndrangheta. Un piatto ricco ma difficile - per proseguire la metafora culinaria - e, a complicare la situazione, la presenza fra i narcos dell’amico d’infanzia Nino Calabrò, cresciuto con Rocco in un paesino dell’Aspromonte, di un bocconcino come Rosario Romero, affascinante esperta d’arte prestata al traffico di droga, e del generale Mendieta, un osso duro da mordere”.     
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
“Per dirla con Catalano, meglio mangiare bene e spendere poco che mangiare male e spendere molto. Cucinare? Sono una schiappa, non vado oltre la mera sopravvivenza”.
Lo fa per dovere o per piacere?
“Mangiare è un piacere, decisamente. Non sento mai i morsi della fame, se sono distratto da qualcosa (ad esempio scrivere) posso saltare un pasto senza accorgermene. Mi accosto al cibo sempre per gola, lo confesso”.
Invita amici o è più spesso invitato?
“Non faccio spesso nessuna delle due cose. Se sono invitato, ricambio invitando al ristorante”. 
Ha mai conquistato amici o una donna cucinando?
“Non è alla mia portata. Più facile il contrario, che i miei piatti inducano alla fuga, ma anche quello non mi pare sia successo. Almeno finora”.   
Vivrebbe con  una compagna che non sa mettere mani ai fornelli?
“Sì. Questione di giustizia, credo, non posso pretendere ciò che non so offrire”. 
Quando ha scoperto la passione per la buona tavola?
“Piuttosto tardi. Sino all’adolescenza sono andato avanti a pizze e Coca-Cola, senza accusare per questo scompensi gravi”.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
“Ripenso con struggente nostalgia al timballo di patate della nonna Vittoria. Non so se la distanza temporale aggiunga del suo ai ricordi, ma non credo: era veramente una delizia”.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
“Amo la cucina toscana e le cose semplici, per un tagliere di salumi e formaggi come si deve potrei uccidere (magari meglio farlo in un giallo, non nella vita). Non mi viene in mente un piatto detestabile”.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?
“Quando scrivo non prendo niente, non faccio altro. Sarà perché noi uomini non siamo portati per il multi-tasking…”. 
Scrive mai in cucina?
“La mia cucina, ahimé, non ha dimensioni tali da poterci scrivere”.
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
“In soggiorno o in camera da letto. Di solito scrivo la mattina presto, quando l’aria è fresca e la mente pure”. 
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
“Io sono autore anche di libri sulla Shoah. Sono stato un numero e La farfalla impazzita sono biografie di vittime, La foto sulla spiaggia è un romanzo dedicato a una bambina scomparsa ad Auschwitz. Ebbene, fra le cose che mi hanno avvicinato al tema ci sono… le magnifiche crostate di un forno di via del Portico di Ottavia, nel cuore del Ghetto di Roma!”.   
Quando esce a cena che tipo di locale preferisce?
“Adoro i locali antichi, che abbiano una storia, un’atmosfera. Ma non ho preclusioni per il moderno”.
E per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
“Quando esce un nuovo libro festeggio sempre, anche se si dovrebbe farlo solo dopo aver controllato i risultati delle vendite. Ma per me è festa grande, comunque, come se fosse nato un bambino. Cameriere champagne!”.  
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
“A volte l’ho offerto. Penso sia gradevole, sì, ma non si può farlo sempre”.  
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
“Un aperitivo, a meno che non si tratti di una cena con presentazione. Una volta me ne hanno organizzata una bellissima a Fossano, al festival Esperienze in Giallo. La cena era a tema, sul mio libro Undercover. I tavoli avevano i nomi dei personaggi del romanzo, il menu riprendeva contenuti e aneddoti della vicenda. Un’idea che ho trovato geniale”.
Ha mai usato il cibo in qualche storia? Ad esempio in  “titolo del romanzo” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo? Il cibo è mai protagonista?
“Finora non è capitato. Ma ho ancora tante storie da scrivere…”.  
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
“Come faccio io la pasta al pesto, nemmeno ai carugi genovesi…”.
(Nota di Federica. Alla richiesta della ricetta ironicamente l'autore mi ha confessato di usare dell'ottimo pesto pronto! Ridiamoci sopra, infondo è uno scrittore affascinante anche senza saper fare manicaretti). 
Quale complimento le piace di più come cuoco?
“La persona del cuore che, dopo aver cenato, mi guarda coi suoi occhi profondi e mi dice: Sono sopravvissuta a cose peggiori”.  
E come scrittore?
Ho fatto nottata per finire il tuo libro, non sono riuscito a staccarmi. Quando me lo dicono, resto di buon umore per tutto il giorno”.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
“Propongo le prime righe di Undercover, l’incipit è un classico. Aspromonte, 1985. La lattina di birra rotola veloce lungo la strada scoscesa. Il suo fragore fa voltare le vecchie sulle seggiole, davanti agli usci delle case. Sono l’anima del paese queste donne dai volti scavati, tutte uguali nei loro fazzoletti neri, nelle vesti lunghe fino ai piedi, affacciate sul mondo come se lo guardassero  dal ponte di una nave, come se non fossero mare anche loro”.   

Grazie per la sua disponibilità                                                                            
Federica Gnomo







sabato 16 febbraio 2013

Amore e cioccolata


Amore e cioccolata, si sa, sono un connubio perfetto.Ma voi sapete fare una buona cioccolata senza usare i preparati in busta?
Vi assicuro che è semplicissimo. Basta solo non perdere la testa con un lui alle spalle che bacia il collo e mescolare con attenzione perché potrebbe attaccare e bruciare. Meglio fare aspettare il partner sul divano o spedirlo a comprare biscotti, tipo lingue di gatto.

Ingredienti per 2 persone.
2 cucchiai da cucina di Cacao in polvere amaro, tipo Perugina.Più lo mettete e più avrete cioccolato amaro.
2 di zucchero
mezzo di farina 00
1 tazza e mezza (350g circa) di latte intero
un minipizzico di sale fino ma poco poco
Un cucchiaino di burro

Preparazione:
Mescolare in un pentolino cacao, farina e zucchero, pochissimo sale. Unire il latte a filo, piano piano mescolando bene per non fare grumi. Mettere sul fuoco il pentolino, sarebbe meglio a bagnomaria, ma io sono "stufina" quindi lo metto direttamente sul gas molto basso. Mescolate e cuocete sempre mescolando fino a innalzare il bollore. Spegnete il gas, aspettate un minuto, rimettete il pentolino sul fuoco e sempre girando la cioccolata fate alzare di nuovo il bollore. A questo punto dovrebbe essere cotta e densa, unite il cucchiaino di burro e... buona serata!

giovedì 14 febbraio 2013

365 Storie d'amore - Booktrailer by Duca

SAN VALENTINO: I biscotti dell' Amore

Poteva mancare un post a San Valentino? certo che no! Primo per annunciarvi che potete ordinare due antologie di racconti romantici in cui sono presente (365 storie d'amore di Delosbooks, e Impronte d'Amore di Butterflay Edizioni)
.http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=42338 ∂| Delos Store | 365 storie d'amore


Secondo per proporvi il classico gioco dei biscotti dell'Amore, e la loro ricetta.




I BISCOTTI DELL’AMORE


I Biscotti dell’Amore sono l’ideale per divertirsi a San Valentino. Mutuati dai più famosi fratelli della Fortuna, essi racchiudono all’interno un bigliettino con consigli d’amore. Facendoli in casa si potrà effettuare un divertente gioco  un po’ hot con il vostro partner: potrete infatti scrivere sul biglietto  interno la richiesta di varie azioni: bacio, carezza, eliminazione di un indumento, per arrivare alle richieste più bizzarre o trasgressive. La preparazione dei biscotti è molto semplice, quella del partner, se non ce l'avete, un po’ meno.

Ingredienti
50 gr – burro
100 gr – farina
70 gr – zucchero a velo
3 – albumi
2 cucchiai di vaniglia o estratto di mandorle
Preparazione:
Sciogliete il burro a bagnomaria. Con  il frullino elettrico montate a neve gli albumi. Aggiungete, servendovi di un colino,  lo zucchero a velo setacciato, poi lentamente la farina, l’estratto di mandorle  o vaniglia, il burro e mischiate tutto con la frusta fino a ottenere un impasto omogeneo. Prendete una teglia da forno e stendeteci della carta forno, sulla superficie, aiutandovi con un cucchiaio, stendete un po’ di pasta dando la forma circolare cercando di distanziare i biscotti per non farli attaccare tra di loro mentre cuociono Preriscaldate il forno a 180° e infornate la teglia per circa 10 minuti. Quando i bordi saranno dorati e il centro sarà di un colore più chiaro, saranno pronti. Aiutandovi con una paletta antiaderente, mettete un bigliettino ( meglio scritto su rettangolini di carta da forno) al centro e piegate il biscotto a metà fino a far toccare il bordo, ricaverete delle mezzelune. Pressate i bordi. Poi prendete un lembo e ripiegatelo dall’altra parte per dare la forma caratteristica quasi di tortellino gigante. Mettete il biscotto al centro di una tazzina da caffè o un bicchiere perché raffreddando manterrà la forma. Una volta riempiti e confezionati tutti serviteli in un vassoio e pescatene uno a testa alternativamente con la vostra dolce metà.
Buon divertimento!

martedì 12 febbraio 2013

TEA for TWO: Castagnole Light al limoncello



Le castagnole sono un dolce tipico di Carnevale, talvolta però risultano delle palline unte e pesanti, queste che vi suggerisco invece sono leggerissime.
Dose base per circa 10 castagnole.

Un uovo intero
una tazza di farina
due cucchiai di zucchero
due di latte
uno di olio
due di limoncello, o liquore a piacere.
Un pizzico di sale fino
Mezza cartina per dolci
Olio per friggere

Mescolate il tutto e fate un impasto consistente da friggere in olio caldo a piccoli cucchiaini. Muovete la padella e vedrete gonfiarsi le frittelle. Appena dorate scolatele su carta assorbente e poi passatele nello zucchero.

BUON CARNEVALE!

lunedì 11 febbraio 2013

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Daniela Frascati. Nuda Vita e Le prince Noir



Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore  Daniela Frascati - Nuda Vita – ed. Absolutely Free 2011, e l’antologia Le Prince Noir ed. Aìsara uscita in questi giorni - per averci aperto la porta della sua cucina. 

NUDA VITA - Delfina è una ragazza in coma a seguito di un incidente, chiusa in quello stato che i medici definiscono minimal responsive. Attorno a lei i personaggi che hanno fatto parte della sua vita e che cercano di riportarla alla coscienza. Ma ognuno di loro è prima di tutto a se stesso che parla, mettendo a nudo le meschinerie e le paure che stanno a fondamento di ogni relazione, in una rappresentazione della normalità che sconfina pericolosamente con il suo opposto, quella sottile e banale follia del quotidiano in cui siamo immersi. Fuori Delfina, un succedersi di storie e di colpi di scena. Dentro, l'inquieto vaneggiare di Delfina in attesa del risveglio. Ma se fosse proprio lei a non voler aprire gli occhi?

Le Prince Noir - Omaggio ad André Héléna Dodici gli scrittori italiani  (tra questi ci sono anch’io) che, ispirandosi ai romanzi più celebri del Principe scomparso quarant’anni fa, hanno messo a disposizione la loro creatività per raccontare storie tendenzialmente “forti”. Tra omicidi, prostituzione e ricatti, dunque, non resta che lasciarsi catturare dalle vicende torbide rielaborate dai nostri dodici autori.


La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
- A chi non piace mangiare bene!? Certo. E ai fornelli non me la cavo male.

Lo fa per dovere o per piacere?
- Ora che vivo sola, lo faccio certamente per piacere. Nel senso che, non dovendo approntare cene e pranzi quotidianamente, quando ne ho voglia mi coccolo con i piatti che mi piacciono di più.

 Invita amici o è più spesso invitato?
- Non saprei fare una statistica. Dipende dai periodi e dalle occasioni.

 Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?
- Gli amici mi fanno i complimenti e mangiano con appetito; e non ho mai indagato se le mie conquiste maschili nascessero da ciò che cucinavo. Spero fossero legate soprattutto ad altro. Non per sminuire la buona cucina, ma…

Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
- Già fatto!

Quando ha scoperto questa sua passione?
- Definirla passione è un po’ troppo. La passione è qualcosa di travolgente e irresistibile. Mi piace cucinare e mi ci dedico se ho amici a cena, o i miei figli, o se ho voglia di un piatto particolare.

Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
- Mi hanno sempre detto che da bambina ero famelica e quando ero molto piccola dovevano imboccarmi in due per evitare che strillassi tra una cucchiaiata e l’altra. Il mio primo ricordo, invece, è legato a un piatto che detestavo. Il brodo. Mi sono rifiutata di assaggiarlo fino all’età di sedici anni. Poi ho cambiato idea.

Ha un piatto che ama e uno che detesta?
- Il cibo che detesto, per il quale provo quasi repulsione, sono le uova dei pesci, tipo uova di storione, di caviale, e in genere tutti i piatti “granulosi”, anche il cus-cus. Di piatti che amo ce ne sono troppi. Primi piatti e dolci, in maniera indiscriminata.

Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
- Non ho disgusti legati al colore del cibo. Qualche volta  è la presentazione del piatto, soprattutto al ristorante o quando sono ospite, che mi lascia perplessa e forse anche prevenuta.

Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, o una bibita speciale che l’aiuta a scrivere?
- Quando sono in fase creativa prendo caffè, tè, mangio yogurt, budini, pistacchi, dolcetti…

Scrive mai in cucina?
- Ho un cucinotto ben attrezzato e non c’è un tavolo. Ma non mi è mai piaciuto  scrivere in  cucina.

 Dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
- Scrivo nella mia camera che è anche uno studiolo. Scrivo soprattutto il pomeriggio e la notte. Mai la mattina. Ho il cervello scollegato.

 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto presa dalla scrittura?
- Qualche volta a pranzo mi compro la pizza, il mio fornaio ne ha di tutti i tipi e  gusti. Ma anche cose dolci. Indipendentemente da se scrivo o no, il mio pasto principale è quello della sera. La cena me la preparo anche quando sono presa dalla scrittura.

Che tipo di cibo desidera di più quando scrive, salato o dolce?
- I dolci mi piacciono sempre, ma sgranocchio anche cose salate, molto meno, però.

Lei è uno scrittore di narrativa generale, quando esce a cena con i suoi amici  che tipo di locale preferisce?
- Mi piacciono i locali semplici e sono abitudinaria. Vado dove so che cucinano bene e posso fidarmi. Detesto la cucina cinese e amo la cucina giapponese.
Cosa tende a ordinare in un locale?
- Mi lascio ispirare dal menù e non rinuncio mai al dolce.

Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
- Dipende dal luogo della presentazione e dal tipo di pubblico.

Ha mai usato il cibo in qualche storia?
- In quelle che ho finora pubblicato no, ma ho un romanzo in progress dove il cibo è uno dei protagonisti.

Ad esempio in  “Nuda Vita” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai protagonista?
- No in questo romanzo niente cibo.
-           
“Nuda Vita” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
- Mi viene in mente un bel tiramisù, ma detto così e vista la vicenda sembra quasi grottesco. E invece, no. È una storia forte che ha bisogno di dolcezza.

Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
- Non è quella che mi riesce meglio ma è semplice, veloce e squisita.

GALLETTI AL BRANDY
 Semplice. Si prendono due galletti aperti,  si salano, si aggiunge pepe, un pò di cumino, anche una spruzzata di ariosto e si  lasciano a macerare nel brandy o nel cognac per qualche ora, meglio tutta una notte. Poi si infornano a 200°, aggiungendo olio e aggiustando il sale. Fanno tutto da soli e diventano buonissimi.

Quale complimento le piace di più come cuoco?
- Direi quando mi chiedono la ricetta. Vuol dire che è piaciuta sul serio!

E come scrittore?
- Il tuo romanzo l’ho DIVORATO!

Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
- Per essere in tema di cucina, una ricetta da non portare nel cuore e neanche nel piatto - tratta dal mio romanzo in progress dal titolo provvisorio Amanita Phalloides – un fungo velenosissimo - che lascia capire come il cibo a volte può essere una magia –
Aspasia, poggiata al pesante tavolo di marmo, lo guardava mandare giù, con riluttanza, le prime cucchiaiate di minestrone.
- È una mano santa per chi è intossicato da cattivi pensieri, la crema di Smirno: erbe cotte in acqua con sali d’ammonio, minutamente tagliate e condite con pepe, ligustico, cipolla e santoreggia secca. Poi si aggiunge olio, vino e la mia salsa segreta. Senti già come il sangue fluisce calmo dentro il tuo corpo. Ora devi abbandonarti alle delizie dell’oca in salsa apiciana.


Grazie per la sua disponibilità                                                                           











sabato 9 febbraio 2013

TEA for TWO: girelle fritte al miele





Oggi per il tè un dolce speciale: girelle fritte al miele.
Queste girelle non contengono lievito e sono molto particolari anche nella forma, quindi almeno una volta a Carnevale le dovete assaggiare.

Ingredienti:
300 g di farina 00
Un etto di burro morbido
Mezzo bicchiere di latte
Un uovo intero
Grattatina di buccia di limone
un pizzico disale fino
Olio per friggere
Miele e zucchero per decorare e addolcire.

Procedimento:
Impastate in una ciotola, o con un impastatore, tutta la farina con l’uovo, il latte e il burro ammorbidito. Dovrete ottenere un impasto  consistente, tanto da poterlo stendere.  Fate riposare la pasta in frigo almeno mezzora e poi con un mattarello infarinato stendetela sottile, spolveratela con un po’ di zucchero e arrotolatela come quando fate le fettuccine. Dal rotolo tagliate delle sezioni di circa mezzo cm. Non srotolatele. Friggetele in olio caldo e disponetele sopra un vassoio. Guarnitele con 3 cucchiai di miele cotto in due cucchiai di acqua e uno di zucchero. Ne verrà uno sciroppo liquido biondo, state attente a non bruciare troppo  gli zuccheri.