lunedì 28 gennaio 2013

IN CUCINA CON LO SCRITTORE, Wanda Montanelli



Interviste culinarie di Federica Gnomo
Questa è una semplice intervista culinaria e letteraria, si declina  pertanto ogni responsabilità per quando affermato dall'autrice sui suoi rapporti con la politica e sui fatti per i quali indaga la magistratura.


Oggi salutiamo e ringraziamo Wanda Montanelli l‘autrice di “Schiaffi, destino canaglia delle donne in politica, I miei quindici anni bui nel partito di Di Pietro e altre storie,  Società editrice Dante Alighieri, novembre 2012, per averci aperto la porta della sua cucina.

Il libro narra 15 anni di storia vissuta nel partito, fuori di esso nelle piazze, in sit-in a Montecitorio, nelle strade per manifestazioni comuni a tante donne della politica e dell’associazionismo. Descritto in quasi 400 pagine, con 1500 citazioni di personaggi famosi della politica e delle istituzioni ma anche di sconosciuti attivisti che insieme alle donne hanno costruito con fatica e sacrifici l’Italia dei Valori, il volume porta alla ribalta l'impegno gratuito profuso da innumerevoli militanti di partito che pur privati delle risorse economiche, con pulizia morale, indubbia capacità e forte motivazione personale, hanno creduto in un progetto politico di cambiamento che non si è realizzato perché bypassate da personaggi di dubbia provenienza e scarse qualità morali, sui quali la cronaca, anche penale, in questi giorni ci ragguaglia.

La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Sì, Mangiare e accompagnare il cibo con un mezzo bicchiere di vino buono.
 Lo fa per dovere o per piacere?
Per dovere, e nelle grandi occasioni per piacere
 Invita amici o è più spesso invitato?
Sono in genere invitata. Una volta invitavo più spesso io, ma il tempo per fare pranzi ora è diminuito.
 Ha mai conquistato amici o uomo cucinando?
Mi hanno conquistato cucinando. Quando un uomo cucina lo fa anche meglio delle donne.
Vivrebbe con  una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Sì.
Quando ha scoperto questa sua passione?
Da piccola sono stata conquistata da un piatto di riso e lenticchie. Lo avevano fatto le suore alla mensa scolastica.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
Un ricordo particolare è una merenda favolosa di pane fresco croccante con il pomodoro, l’olio extravergine e l’origano. Un sapore e un profumo che ancora ricordo. Avevamo marinato la scuola e bighellonando per Napoli siamo arrivate a casa della sorella sposata di una mia compagna di classe. Facevamo le scuole medie. La sorella si è subito preoccupata del fatto che non avevamo pranzato e ci ha preparato pane e pomodoro. Mai più l’ho assaggiato così buono
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Amo il cous cous, adoro gli gnocchi. Non detesto alcun cibo.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Non apprezzo i dolci troppo colorati. In genere non mangio cibi con coloranti
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?
Ho sempre la bottiglietta d’acqua vicino al tavolo di lavoro. Il caffè sicuramente aiuta.
Scrive mai in cucina?
Scrivo dove capita se mi viene un’idea. Spesso d’estate in giardino o in cucina per fissare degli appunti su un’idea improvvisa. Ma dovunque, in macchina, oppure a letto; ho un block notes ed una penna sotto il cuscino.
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Alla mia scrivania, mattinata tarda, pomeriggio, sera, notte. Mai di mattina presto.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto presa dalla scrittura?
Un’ insalata con tante verdure, formaggi, olive, può essere una soluzione rapida in estate. Ma sono molto veloce a cucinare e riesco a mettere in tavola un pranzo anche in 20 minuti quando ho fretta.

Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Salato.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Ero in viaggio con mio marito e percorrendo in macchina le strade all’isola di Mauritius si era fatto tardi, erano le tre del pomeriggio e non avevamo ancora pranzato. Ci siamo perciò fermati in un piccolo ristorante, molto modesto, gestito da un cinese. Aveva già quasi chiuso e un po’ desolato ci da detto che non poteva offrirci molto. I ogni caso avrebbe fatto qualcosa con quello che aveva. Abbiamo sentito un profumo di cipolla soffritta, curcuma, verdure, peperoncino, prosciutto (o qualcosa che assomigliava molto al prosciutto cotto). Il cuoco cinese-mauriziano dopo circa 15-20 minuti è uscito con due piatti di magnifici spaghetti (della qualità sottile cinesi) con tante verdure a listelli (peperoni, zucchine, carote, ecc.) il prosciutto e gli aromi tra cui era riconoscibile la curcuma. La bontà di quella ricetta è tale che in Italia ogni volta che la ripeto (con i nostri spaghetti) ha un successo insuperabile. E’ il piatto che più spesso mi chiedono di fare. A parte il cous cous.

Lei è una scrittrice di politica e di narrativa, quando esce a cena con i suoi figli, o amici  che tipo di locale preferisce?
Locali che fanno cucina regionale, o esotica.
 E quando esce con suo marito, compagno, ecc?
Locali vicino al mare, con menu di pesce
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
In genere i primi piatti, sono quelli che più mi piacciono.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Sì. Un aperitivo con l’aggiunta di qualche dolce particolarmente curato nella forma e nel gusto.
Ha mai usato il cibo in qualche storia?
Sì.
Ad esempio in  “Schiaffi,” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai protagonista?
 “Schiaffi,” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Alle melanzane ripiene, calabresi. Ne parlo nel paragrafo “Casetta Barzan”, in cui Nunzia Barzan, una esponente della Consulta delle Donne, dopo un convegno dell’8 marzo contro la violenza, mi invita a casa sua, e in famiglia madre, zie, e sorelle preparano un tipico pranzo, tra cui deliziose melanzane ripiene.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Gli spaghetti Mauritius, i cui ingredienti ho già descritto. Aggiungo il particolare di far soffriggere le verdure a listelli con il prosciutto cotto, aglio, cipolla, in quattro cucchiai di olio extravergine. Cotti gli spaghetti si ripassano in padella insieme alle verdure, ed in chiusura si aggiunge una bustina di zafferano, o meglio un cucchiaino di curcuma.

Quale complimento le piace di più come cuoco?
Me ne dai un secondo piatto?
E come scrittore?
Ho letto il tuo libro e mi sono emozionata.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
Nel caso di “Schiaffi” la frase della sociologa Chiara Saraceno : “«Smettiamola di parlare di “quote rosa” e prendiamo invece atto del fatto che finora, nella politica locale come in quella nazionale, esiste una sola quota, quella maschile. Protetta militarmente da qualsiasi intrusione».

Grazie per la sua disponibilità                                                                         










sabato 26 gennaio 2013

Creme brulé con le mele, dolce adatto ai celiaci.





Io adoro questo dolce, che tra l’altro è molto più leggero di tanti altri e adatto anche a chi è allergico al glutine. Viene anche più invitante se le mele si intravedono in superficie, e si caramellano insieme allo zucchero di canna.Meglio quindi scegliere pirofile o cocottine  basse.

Ingredienti per 3/4 coppette da forno: 
2 tuorli e un uovo intero
250 ml di latte
scorza di  limone
3 cucchiai di zucchero
2 di zucchero di canna da far caramellare sopra.
1o 2  mele affettate sottili ( io uso le royal gala) e condite con una spruzzata di cognac e un cucchiaino di zucchero.

Procedimento:
Bollite il latte con la scorza di limone e poi lasciatelo intiepidire. In una terrina sbattete  le uova con lo zucchero a lungo, fino a che saranno gonfie  e aggiungete  tutto il latte sbattendo altri 5 minuti con lo sbattitore. Versate il composto in tre/quattro pirofiline da forno monoporzione in cui avrete adagiato le fettine di mele condite, mettete  a cuocete per almeno 30 minuti a bagnomaria in forno. Quando il composto sarà denso e leggermente bruciacchiato è pronto.  Lasciate raffreddare e poi passate in frigo per un paio d'ore. Al momento di servire, togliete le pirofile  dal frigo, aggiungete dello zucchero di canna in superficie e fatelo caramellare ponendole  sotto il grill del forno per alcuni minuti. Se usate ciotoline di porcellana da forno, o coccio, o pirex aspettate qualche minuto una volta tolte dal frigo prima di porle in forno altrimenti lo sbalzo termico le rovinerà.

lunedì 21 gennaio 2013

Biscotti per i nostri amici cani





Ho provato a fare i biscotti per i miei cani. Oltre che economici sono genuini. Potete farne due varianti base. Una alla carne e una alla mela.

BISCOTTI ALLA CARNE:
Ingredienti:
2 vasetti di omogeneizzati alla carne
Un cucchiaio di parmigiano grattato
Una tazza di farina integrale, o mezza tazza di farina bianca e mezza di farina di grano duro. Vanno tutte bene.
Due o tre cucchiai di olio di girasole.
Procedimento:
Mettete  in una ciotola gli omogeneizzati e il parmigiano, l’olio e mescolate bene, aggiungendo la farina piano piano. Quando l’impasto diventa pesante da lavorare, incorporate altra farina e
incominciate a impastare a mano. Fate una palla tipo la pastafrolla. Fate riposare 10 minuti e poi stendete alta almeno 1 cm.
Con le formine, si trovano anche a forma di osso, o un bicchiere tagliate i biscotti.
Scaldate il forno a 180° e fate cuocere per circa 15 minuti, fino a che i biscotti siano belli coloriti.
L´importante è che siano il più secchi possibile perché così  i nostri amici rosicchieranno felici.

BISCOTTI PER CANI ALLA MELA
Questi sono più dolcetti.
Ingredienti:
Un vasetto di omogeneizzato alla mela
Un uovo
Due cucchiai di olio di oliva
Due tazze di farina 0, o integrale. O mezza di farina e mezza di fiocchi d’avena.
Procedimento:
mescolate bene tutti gli ingredienti, aggiungendo farina se necessario, fino a ottenere  la consistenza di una frolla. Fate riposare in frigo 10 minuti. Stendete l’impasto alto 1 cm, tagliate i biscotti con formine, o con la rotella,  e infornate a 180° per 15 minuti, fino a doratura.
Lasciate raffreddare e conservate in vasi di vetro. Scriveteci sopra che sono PER CANI!
Bau bau!

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Michela Zanarella, Meditazioni al femminile




Interviste culinarie di Federica Gnomo

Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore  Michela Zanarella , Meditazioni al femminile, Sangel Edizioni, 2012 per averci aperto la porta della sua cucina.
       


Meditazioni al femminile, edito da Sangel Edizioni, nel gennaio 2012 nasce come autentica riflessione sull'esistenza, è un viaggio intimo verso una maturità interiore. La raccolta poetica contiene sessantasei liriche, che per stile e linguaggio, assumono un valore di umiltà e amore per la verità.


La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?

Certo, mi piace mangiare bene, in particolare cibi semplici e naturali. Essendo nata e cresciuta in campagna, precisamente nella pianura veneta, ho avuto la fortuna di mangiare i prodotti dell’orto di casa e i prodotti della mia terra. Sicuramente i sapori e gli odori degli ortaggi, della frutta, dei salumi e dei formaggi sono diversi da ciò che si trova nei supermercati. Amo le antiche tradizioni a tavola, quei piatti che si facevano una volta per me hanno un gusto speciale. Non sono una grande cuoca, diciamo che cucino piatti semplici e veloci, non ho una grande dimestichezza con la cucina, se cucino devo essere proprio intenzionata a farlo e ispirata, proprio come quando scrivo.

 Lo fa per dovere o per piacere?

Diciamo che cucino principalmente per dovere, raramente cucino per piacere, anche perché considero la cucina un’arte, bisogna metterci passione e amore come in ogni cosa. Non ho ereditato la mano di buona cuoca di mia madre purtroppo, però nel mio piccolo mi so arrangiare.

Invita amici o è più spesso invitato?

Invito spesso gli amici, ma il più delle volte cucina il mio compagno che è un ottimo cuoco e sa conquistare tutti con i suoi piatti.

 Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando?

No, non ho mai avuto questa fortuna, sono gli altri che conquistano me in cucina.

Vivrebbe con un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?

Non penso che le scelte sentimentali si possano basare sulla capacità o meno di cucinare un piatto di maccheroni. Credo siano altre le cose importanti, come il rispetto e la sincerità.


Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?

Ricordo un episodio di quand’ero piccola, avevo circa cinque anni, all’asilo ci proponevano piatti davvero sfiziosi, però io non vedevo l’ora che arrivasse il pomeriggio per la merenda con pane e nutella. Peccato che crescendo non ho più potuto gustare la cioccolata, sono diventata intollerante. Forse ne avevo mangiata troppa da piccola!

Ha un piatto che ama e uno che detesta?

In genere mangio di tutto, prediligo i primi piatti, tra i miei preferiti gli gnocchi al ragù, le lasagne al forno, cerco di evitare il pesce, anche se so che per una corretta alimentazione è importante.

Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?

 Forse il nero, che richiama il bruciato, il cotto all’esagerazione.

Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?

Quando sono in fase creativa, capita raramente che io mangi, anzi non succede quasi mai, qualche volta bevo un tè caldo, mi rilassa e mi porta alla concentrazione. Per scrivere ho bisogno di tranquillità, mi isolo dal mondo e cerco il silenzio assoluto.

Scrive mai in cucina?
No, non scrivo mai in cucina, a parte la lista della spesa.

Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?

Di solito scrivo nella mia stanza, dove ho computer e libri sempre a portata di mano. Non c’è un orario preciso per la scrittura, quando c’è l’ispirazione, mi siedo alla scrivania e metto su carta o pc pensieri o versi.

 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?

Difficilmente compro cibo pronto, cerco sempre di evitare questa scelta, anche quando sono molto impegnata, fortunatamente ho un compagno che ama cucinare e che prepara ottimi piatti.

Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?

Quando scrivo evito di mangiare, mi concedo solo il pranzo e la cena che considero appuntamenti talmente intimi, tali da staccare tutto ed assentarmi il tempo giusto per mangiare in tranquillità.

Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?

Ultimamente il mio compagno ha preparato una parmigiana di melanzane spettacolare, ne conservo ancora il sapore, ho fatto addirittura la scarpetta, per quanto ho gradito!

Lei è una scrittrice di poesia quando esce a cena con gli amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con il suo compagno?

Con gli amici preferisco una pizzeria o un ristorante cinese, penso siano le persone comunque a rendere speciale l’ambiente o quel determinato momento. Con il mio compagno invece preferisco magari un ristorante di cucina tipica romana, sempre per mantenere il contatto con le tradizioni della città in cui vivo da alcuni anni.

Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?

Per festeggiare una pubblicazione di solito vado o in pizzeria o in qualche ristorante
nella zona di Trastevere, ci sono degli ottimi posti e sono sempre stata soddisfatta della cucina della capitale. Tendo ad ordinare primi piatti, ma se capita anche un bella grigliata di carne con le patate.

Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?

Nelle mie presentazioni ho fatto diverse volte un buffet, penso sia gradevole per chi partecipa, unire cultura e cucina è un’idea che si sposa bene. Alla presentazione del mio primo libro “Credo” ho organizzato un buffet per circa 300 persone che prevedeva sfiziosità di ogni tipo, stuzzichini di frutta, pizzette, tortine, calzoni, aperitivi e vini di diverso tipo. Era quasi un banchetto da cerimonia e devo dire che è stato un successo. Lo ricordo in modo particolare essendo stata la mia prima esperienza.

Ha mai usato il cibo in qualche poesia?
Ad esempio in  “Meditazioni al femminile” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai protagonista?

Ho usato il cibo in alcune poesie, spesso cito il pane, come simbolo di quotidianità, a richiamo anche della cristianità e della spiritualità, non a caso al tempo di Gesù il pane era l’alimento principale.

“Meditazioni al femminile” a che ricetta lo legherebbe, e perché?

Lo legherei ad un piatto padovano, visto che nella raccolta ci sono diversi riferimenti alla mia terra e alle mie origini.  Un bel risotto di zucca penso sia l’ideale.

Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?

*Risi e bisi*
Ingredienti:
1 kg. piselli con il baccello.
300 g. riso (carnaroli o vialone).
100 g. pancetta magra o prosciutto crudo.
70 g. parmigiano o grana grattugiato.
1 carota
1 cipolla.
1 scalogno.
1 cucchiaio di semi di finocchio.
1 ciuffo di prezzemolo.
4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva.
50 g. burro.
Sale e pepe q.b.
Brodo non grasso.
Ricetta:

Lavare e sgranare i piselli conservando i baccelli.
Preparare un sacchettino di garza con all’interno i semi di finocchio e chiuderlo.
In una pentola mettere i baccelli con la carota, la cipolla, il sacchettino con i semi di finocchio e ricoprire con il brodo. Mettere a cuocere il brodo per un’ora a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto. Bollire i piselli sgranati in poco brodo fino a quando diventano teneri.
Scolare i piselli e unire il brodo di cottura a quello con i baccelli. Eliminare il sacchettino di odori, la cipolla e la carota dal brodo di baccelli. Passare i baccelli e unire la passata ottenuta al brodo.
Tritare la pancetta, il prezzemolo e lo scalogno separatamente. Far rosolare lo scalogno e la pancetta nell’olio e metà del burro. Unire il riso e i piselli e bagnare con il brodo di baccelli.
Aggiungere il prezzemolo e il sale e portate a cottura il riso mantenendolo morbido e sempre coperto dal brodo verde. A cottura del riso, aggiungere il formaggio grattugiato, il burro rimasto, un pizzico di pepe.


Quale complimento le piace di più come cuoco?  

Spero sempre che chi assaggia un mio piatto sia piacevolmente soddisfatto, alle parole “è tutto ottimo” so che ho fatto bella figura.

E come scrittore? 

Quando qualcuno mi scrive che si emoziona leggendo le mie poesie, questo per me è un grande traguardo, non posso desiderare nulla di più.

Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?

“Apro il palato/ ad un avvenire/ che mi chiama” versi tratti dalla poesia “Nel bianco della vita”.

Grazie per la sua disponibilità                                                                         











sabato 19 gennaio 2013

Mary Shelley Project Magazine, presto anche in carta.




Oggi segnalo l'uscita del N.2 del periodico di cultura gotica Mary Shelley Project Magazine.

Mary Shelley Project Magazine. Il numero due del periodico di cultura gotica più seguito in Italia è finalmente on line. Sam Stoner  e Cinzia Giorgio, ideatori della rivista,ci hanno fatto aspettare qualche mese di troppo ma a giudicare dai risultati ne è valsa la pena. La rivista si può trovare in versione PDF oppure si può leggere sulla piattaforma Issuu sfogliandola come una vera e propria rivista. Nelle prossime settimane i più fortunati riceveranno una copia cartacea, chi ne desiderasse una potrà richiederla scrivendo a maryshelleyproject2011@gmail.com
Questo numero, più importante con una foliazione di 68 pagine e più ricco nei contenuti, apre con Ann Radcliffe protagonista della rubrica Interviste dall’oltretomba curata dalla scrittrice Cinzia Giorgio, che ci offre anche un interessante ritratto di Mary Elizabeth Maxwell Braddon, capostipite della letteratura gotica; per Focus on l’esclusiva intervista a Giulio Leoni, indiscusso maestro del giallo storico. Marcello Gagliani Caputo, per il cinema gotico/horror, offre un parallelo tra i registi Browning e Coppola, e Salvo Zappulla, direttore della casa editrice Merino Nerella, intervista Barbara Baraldi, una delle più importanti esponenti della narrativa gotica contemporanea. Grazie alla collaborazione con Daniela Contini, il MSP Mag accoglie in esclusiva, nelle proprie pagine, gli scatti gotici dei più creativi fotografi contemporanei: in questo numero Andrea Talarico.
Per  l’arte gotica, Rosanna Mele continua il suo viaggio nell’inquietudine con Francisco Goya mentre Paola Pegolo indaga le figure della donna lupo, la vampira e la vamp. Ancora cinema con la recensione di Vestito per uccidere di Brian De Palma a cura di Arthur Lombardozzi e de La Chiesa di Michele Soavi curato da Elizabeth Sherrinford. Sonia Paolini intervista Serena Bono autrice del saggio Origine e diffusione del vampirismo. Infine, le recensioni della Biblioteca di Alessandria con Leopoldo Lugones, Marion Zimmer Bradley, Muse ribelli e La notte di Villa Diodati di Mary Shelley.
Per qualsiasi informazione visitate il sito ufficiale www.maryshelleyproject.com oppure la pagina Facebook Mary Shelley Project.



giovedì 17 gennaio 2013

TEA for TWO:RAVIOLI DOLCI FRITTI alla ricotta e alchermes



v    400g. Farina 00
v    30 g. burro 
v    3 uova
v    1 Bicchierino di Vin Santo o cognac
v    Scorza grattugiata di 1 arancia e 1 limone non trattati.
v    1 cucchiaino raso di lievito da dolci
v    1 pizzico di sale.
v    Olio di arachidi per friggere

Mescolare farina, zucchero, sale, lievito per dolci, e scorze degli agrumi grattate.
Mescolare bene,versare al centro vino, burro fuso e uova ;
impastare energicamente per 15 minuti , fare un panetto e metterlo a riposare coperto da pellicola per 1 ora in frigo.
Stendere la sfoglia con il tirapasta (o a mano sottile, se siete capaci). Io uso la macchinetta, parto dal foro grande e passo la pasta più volte e poi procedo verso il penultimo foro. Fare delle strisce e tagliate i ravioli 
( potete farli quadrati o a mezzaluna servendovi di un bicchiere) poi  farcire la sfoglia con la ricotta all'alchermes, mettendola a cucchiaini, richiudere e sigillare bene i bordi come per i ravioli che fate di solito. Per chiuderli bene potete usare anche dell’uovo sbattuto spennellato sui bordi e poi e sigillare coi rebbi di una forchetta. 
Ripieno:
700 g ricotta di pecora ( fatta ben scolare in un setaccio per alcune ore) ; Zucchero a piacere,  3/4 cucchiai circa; 1 cucchiaio di alchermes .
Mescolare bene e farcire i ravioli  servendovi di 2 cucchiaini

Fare pochi ravioli alla volta altrimenti la pasta si secca e si spacca in cottura.
 Friggere nella friggitrice a 180°  o in una padella dai bordi alti fino a raggiungere un bel colore dorato.
Scolare su carta assorbente, portare sopra un piatto e spolverarne di zucchero alcuni, altri bagnarli con alchermes diluito in acqua e zucchero sgocciolato sopra.

Buon inizio di Carnevale!
.

lunedì 14 gennaio 2013

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Flavia Cantini, Notti senza Luna. A.Sacco editore.



IN CUCINA CON LO SCRITTORE
Interviste culinarie di Federica Gnomo

Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autore  Flavia Cantini , Notti senza luna e Notti senza luna – Il Male e l’angelo, (Arduino Sacco, 2011 e 2012) per averci aperto la porta della sua cucina.
“Notti senza luna” e “Notti senza luna – Il Male e l’angelo” sono i primi due volumi di una trilogia fantasy ambientata ai giorni nostri. Selene, la giovane e solitaria protagonista, è da sempre osteggiata e isolata dal resto del paese e non sa spiegarsi il perché fino a quando, compiuti i dodici anni, si trova dinnanzi a qualcosa di soprannaturale, di terribile che la porrà di fronte a una realtà ben diversa. Coloro che la odiano e hanno persino tentato di ucciderla non sono esseri umani bensì demoni che, piano piano, sono al lavoro per sottomettere l'intero pianeta. Ma perché hanno in odio soltanto lei tra tutti gli altri umani e per quale motivo si sono mostrati proprio a lei, ragazzina dodicenne? Un anziano prozio, eremita e esperto di paranormale, le svelerà non pochi segreti e la vita di Selene cambierà per sempre sotto il peso di una Missione al fianco del Bene. Ma se il Capo dei demoni non fosse così ripugnante come sembra, cosa potrebbe accadere? Ho scritto entrambi i volumi con grande passione, perché sentivo di dover dare voce ad una protagonista sola, emarginata ma con, in realtà, un grande potenziale. Volevo riflettere sui temi della Solitudine, dell'eroe solitario, del rapporto amore/odio e bene/male e volevo farlo attraverso una cornice fantasy, uno dei miei generi letterari preferiti. Notti senza luna (e i due successivi volumi anche se in maniera differente) parla del riscatto della "pecora nera", di coloro che vengono presi in giro dalla società, raccontano il dilemma tra amore e odio, il senso di colpa, la difficoltà a prendere decisioni difficili, del bene che può trionfare sul male. “Notti senza luna (Vol. II)- Il Male e l’angelo” si presenta come un fantasy-psicologico, un viaggio interiore attraverso paure e “fantasmi” del passato per condurre (forse) la protagonista ad una rinascita, finalmente libera da condizionamenti e fragilità. La loro lettura non è ristretta a chi ama il genere fantasy ma è adatta a tutti poiché i temi che tocca sono anche sociali e pieni di speranza.



       *
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? Strana coppia io e il cibo, davvero. Un rapporto fatto di alti e bassi, cibi che mi piacciono e altri che non mi piacciono proprio oppure che non posso mangiare per intolleranze. Un rapporto, quindi, anche limitato. Amore/odio, si può definire così? Comunque i cibi che apprezzo, li apprezzo con il cuore, a 360 gradi, li amo proprio e non ne potrei fare a meno. Con la cucina non sono molto brava, non sono una cuoca. Però mi piace dilettarmi nel preparare dolci e torte senza uova e me la cavo abbastanza bene, vengono apprezzati.
 Lo fa per dovere o per piacere? Cucinare i dolci e i cibi che amo lo faccio per piacere. Altrimenti lo sentirei come un dovere, ma non cucino molto a dire il vero.
 Invita amici o è più spesso invitato? Invito più io.
 Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando? No, non sarebbe proprio il mio forte. Ho puntato su altro, sulla mia personalità un po’ “pazza” che o piace oppure no eheh e su affinità intellettuali.
Vivrebbe con  un compagno che non sa mettere mani ai fornelli? Vivo con chi mi fa battere il cuore, con chi ho sentito “scattare la scintilla” indipendentemente dalla sua bravura in cucina. Certo, non cucinando molto io, il fatto che sia bravo in cucina è comunque un vantaggio.

Quando ha scoperto questa sua passione? Ho sempre avuto la passione per i dolci, golosissima da sempre. Non l’ho scoperto in un preciso momento, è una passione innata.

Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? Direi che non posso non citare la pizza e la farinata cucinate nel forno a legna costruito davanti a casa da poco, io bambina di sei - sette anni mi pare, un profumo inebriante e la scoperta di un sapore davvero casalingo e autentico. E di due dei cibi più amati.

Ha un piatto che ama e uno che detesta? Amo visceralmente la pizza, la focaccia, la farinata ligure, il cioccolato. Detesto? Eh ce ne sono, ma da animalista e semi-vegetariana direi la carne, uova.

Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? Rosso, carne rossa, al sangue… Proprio proprio no.

Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere? Non rinuncio al cioccolato, al bel cucchiaio (o anche più di uno) di Nutella immersa nello yogurt e ai succhi di frutta. Scrivo e assaporo gusti dolci, insomma.
Scrive mai in cucina? Può capitare.
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale? Amo scrivere o alla mia scrivania in camera oppure nel verde dei prati in campagna. Non c’è un’ora fissa, diciamo che, quando l’ispirazione chiama, chiama. Anche se, potendo scegliere, scriverei durante la notte e dormirei il giorno eheh

 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Snack, pizza, focaccia, toast perché no? Quando sono presa dalla scrittura, l’atto dello scrivere viene al primo posto e quasi dimentico il resto, tra cui cucinare o mangiare sostanzioso, persino. Scrivere diventa totalizzante.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce? Dolce senza dubbio.

Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Sinceramente non mi viene in mente nulla a questo proposito…

Lei è uno scrittore di fantasy, quando esce a cena con i suoi amici  che tipo di locale preferisce?
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale? Le pizzerie sono senz’altro i locali dove preferisco andare e una buona pizza è proprio una cosa gradevole per me. Anche il ristorante cinese mi attira molto. Mi attira la pizza, gli stuzzichini, i buffet salati.

Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Amo offrire un buffet con stuzzichini salati (salatini, pizzette, focacce…), succhi di frutta, qualche dolcetto. La trovo una cosa gradevole per gli ascoltatori, un buon modo per intrattenersi a fine presentazione per discutere dei libri e trascorrere un momento piacevole e amichevole.

Ha mai usato il cibo in qualche storia? In linea di massima no, solo in un romanzo troviamo il protagonista a tavola nel refettorio del collegio ma non è un momento molto conviviale per lui eheh.
 “Notti senza luna e Notti senza luna – Il Male e l’angelo” a che ricetta li legherebbe, e perché? Senz’altro a qualcosa di dolce e salato, dolce-amaro. Molti dilemmi in questi due volumi, per cui una ricetta senz’altro non convenzionale, forse qualcosa di sperimentale o una delle ricette per Halloween visto che troviamo demoni, la lotta tra Bene e Male e un “non so che” di occulto.

Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Vi propongo la semplice, regionale, ma davvero squisita Farinata ligure, piatto che adoro davvero visceralmente, uno di quei piatti che amo senza riserve. Semplice semplice.

FARINATA LIGURE
Ingredienti per 4 persone:
400 g di farina di ceci
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
1,5 l di acqua
Sale q.b
Rosmarino q.b

Procedimento:
Mettete in una terrina la farina a fontana e versatevi, poco alla volta, l’acqua al centro, mescolando con cura (lentamente e con attenzione affinché non si formino grumi e il composto risulti omogeneo).
Salate e lasciate riposare la farinata tutta la notte nella terrina.
Al mattino, togliete con il mestolo forato la schiuma che si sarà formata in superficie. Mettete l’olio nella teglia per farinata (acquistabile nei negozi più forniti) e versatevi la farinata mescolando bene, in modo che assorba il condimento.
Cospargete il composto di rosmarino.
Mettetela in forno (se è a legna è il massimo) per circa mezz’ora (deve ottenere una bella crosticina dorata) e servitela ben calda tagliata a fette.

Quale complimento le piace di più come cuoco? “Davvero buona la torta!” (Eh sì, cucino più che altro torte).
E come scrittore? Il fatto che riesco a far visualizzare ciò che accade; il lettore dice di trovarsi come di fronte a un film, immagini in movimento, dice di trovare una lettura agevole e scorrevole che gli fa davvero capire e “vedere” quanto sta accadendo.

Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? Dalla mia esperienza di scrittore senz’altro il motto “Prendi la tua passione e rendila reale”. Per quanto riguarda la mia opera, scelgo una frase tratta dal primo volume della trilogia, “Notti senza luna”: Non oso fiatare, sono ancora viva e di fronte ad un bivio che non mi lascia più scampo: o uccidere Larck o essere uccisa.
La voce di Devin mi incalza: “Allora, sei con me oppure no?”.


Grazie per la sua disponibilità                                                                            











sabato 12 gennaio 2013

Uomini e sedano, un legame inaspettato


Questa  mi giunge nuova ma ve la passo, a voi l'onere della prova. Maschietti volete conquistare una donna a tavola? Ascoltate anche se siete carnivori mangiapatate:  il sedano vi rende più attraenti agli occhi femminili. “Quando si mastica un gambo di sedano, si rilascia androsterone che viene captato dalle donne e vi fa apparire più desiderabili”. Certo lo dovete masticare con la bocca chiusa,  sorridendo di tanto in tanto per far uscire l'androsterone, e mordendo con gusto, quasi fosse una preda stuzzicante. Non vi ho convinto?
Allora invitate a casa la vostra donna e cucinate per lei splendide polpettine di sedano fritte dorate come antipasto, da intingere in sugo di pomodoro al peperoncino, alice e capperi. Farle sarà semplice: bollite 5 coste tenere, liberatele dai filamenti, riducetele in purea, salatele, fate delle polpette schiacciate o a forma di cuore, e passatele nella farina, poi nell'uovo e ancora farina, quindi friggete in olio d'olio d'oliva. Servitele con accanto una ciotolina si sugo piccante.


giovedì 10 gennaio 2013

DOLCI LEGGEREZZE di Veronica Lavenia


Oggi sono molto felice di segnalarvi questo interessante e utile libro di cucina, che aiuterà a godere dei dolci anche i  molti intolleranti a determinati alimenti.
Negli ultimi anni sono molto aumentate le intolleranze alimentari, stati di malessere generati dal sovraccarico di determinate sostanze che il nostro organismo rifiuta, non vere e proprie allergie, ma comunque fastidiosi stati di gonfiore, orticaria, mal di testa, sonnolenza, apatia, irritabilità.
Questo libro ci aiuterà a non rinunciare al piacere dei dolci.

VERONICA LAVENIA

DOLCI LEGGEREZZE
Ricette sfiziose a prova di bilancia e intolleranza






Dal fortunato food blog “Dolci leggerezze”, una raccolta di ricette per chi ha sempre rinunciato ai dessert e finalmente può smettere!

Cupcakes al pistacchio
Brownies senza lievito
Tarta de Santiago
Cioco-coffee breakfast
Pancakes di riso senza lattosio
Cookies di riso al cioccolato bianco
Tartufi di cioccolato senza lattosio
E tantissime altre golosità…

Chi l’ha detto che le intolleranze alimentari limitano i piaceri del palato?
Dolci Leggerezze, Verbavolant edizioni, Siracusa 2012, è un viaggio alla scoperta di dolci facili da preparare, golosi e leggeri, indicati per chi è sempre in lotta con la bilancia, per chi ama nutrirsi in modo sano senza rinunciare al gusto e per chi soffre di intolleranze alimentari.
Veronica Lavenia ha elaborato ricette, prive di glutine e lattosio, a basso contenuto di grassi e zuccheri, preparate con ingredienti delicati e di qualità come la farina di riso, di mais e di grano saraceno.
Dal fortunato food blog “Dolci leggerezze”, una raccolta di ricette e consigli utili, corredati da foto e disegni, che farciscono la vita con un tocco di piacere.

Veronica Laveniafood writer e creative, scrive per riviste gastronomiche. Nel 2010, ha pubblicato con Piero Pardini la biografia autorizzata di Gianni Clerici Il cantastorie instancabileGianni Clerici: lo scrittore, il poeta, il giornalista, 2010. Le sue ricette pubblicate anche sulla piattaforma di cucina del magazine inglese Hello!, si basano sugli ingredienti fondanti della Dieta Mediterranea.
Link di riferimentowww.style.it/ e http://www.hellomagazine.com/ 


lunedì 7 gennaio 2013

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Sam Stoner



Oggi salutiamo e ringraziamo l’autore Sam Stoner, “L’amore, questo bastardoedito da Chichili Agency, 2012 per averci aperto la porta della sua cucina.Vi garantisco che è una intervista molto particolare, l’autore è un uomo affascinante.
 “L’amore, questo bastardo” della serie That’s amore parla della menzogna maschile in amore. È scritto con uno stile ferocemente ironico, ricco di battute scorrette e cattive. La trama: Andrea, single incallito, conosce Giulietta, avvenente coetanea, con la quale inizia a vedersi. Uscita dopo uscita si crea tra loro un legame che spinge Giulietta a esternare un sentimento più profondo. Andrea, spaventato da un rapporto di coppia che comporterebbe responsabilità e la rinuncia alla vita da single, tenta di uscirne con la menzogna perdendo Giulietta. I due si incontrano di nuovo dopo tre anni.

La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Mangiare è un’esperienza mistica. Misteriosa e totalizzante, capace di sedurre sensi, ragione e cuore. C’è un che di erotico. Quindi sulla mia tavola c’è solo il meglio, sempre. E mi piace cucinare, è una sorta di sofisticato autoerotismo culinario.   

 Lo fa per dovere o per piacere?
Per puro piacere.

 Invita amici o è più spesso invitato?
Sono spesso invitato a portare i miei piatti e lo faccio volentieri, per sorprendere ogni volta il palato dei miei amici.

 Ha mai conquistato amici o una donna cucinando?
Sì, mi capita spesso di conquistare amici e di acquisirne di nuovi grazie ai miei piatti. Tuttavia, non mi è mai capitato di sedurre una donna. Una volta cucinai l’Amatriciana per un’amica brasiliana che si era trasferita da poco a Roma. Fece il bis, ma solo dei bucatini.

Vivrebbe con  una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
Non credo di riuscire a convivere con una donna che si rifiuta di cucinare e ripeto, che si rifiuta. Perché cucinare oltre che una passione è anche mestiere, quindi chiunque può imparare a cucinare un piatto di spaghetti al pomodoro decenti. Anche una scimmia. Ma alcune donne si rifiutano di mettere mano ai fornelli. Le devote di Santa Insalata dei miei stivali.

Quando ha scoperto questa sua passione?
Molto tempo fa mi capitò, per la prima volta nella mia vita, di rimanere in casa solo per due giorni. La pizza e i panini mi sostennero il primo giorno, il secondo, avendo a disposizione una cucina attrezzata e una dispensa piena di ingredienti di prima qualità, e non sapendo cosa farne, ripromisi a me stesso di imparare a cucinare.

Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
I biscotti Plasmon dentro il biberon. Divini! Freud avrebbe da dire qualcosa in proposito.

Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Amo l’Amatriciana e detesto il pesce crudo (in tutti i sensi) e i piatti che provengono da fuori i confini nazionali. Siamo in Italia. Prima di provare le varie cucine etniche dovremmo provare gli ingredienti e le ricette di tutte le nostre regioni, ma la gente ha questo folle culto esterofilo anche nella cucina. Quando vedo scritto Kebab per le vie di Trastevere ho raptus omicidi.

Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
Il blu e il grigio, c’è da preoccuparsi ad avere cibi di questo colore nel piatto.

Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?
Prima di scrivere devo mangiare, scrivere comporta una fatica immane non è come fare il cruciverba.

Scrive mai in cucina?
È capitato. Questo perché il cibo mi aiuta a concentrarmi.

Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?
Solitamente scrivo nello studio. Inizio alle prime ore del giorno, verso le sei del mattino.

 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
Mai! Che il cielo cancelli dalla Terra i cibi preconfezionati. Cucino sempre, anche nel furore del momento creativo.

Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Dipende se è mattino o pomeriggio. Al mattino il dolce, nel pomeriggio il salato.

Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
In una cena a casa di amici decisi di portare una lasagna. Una mia amica mi disse che ci sarebbe stata anche una ragazza che mi aveva dato il “due di picche”. Sapendo del suo terrore per gli insetti, dopo aver fatto le porzioni, infilai nel suo piatto, tra una sfoglia e l’altra, un bacherozzo finto che avevo acquistato per l’occasione. Saltò dalla sedia! Credo che abbia eliminato, oltre me, anche la lasagna tra ciò che le piace.  

Lei è uno scrittore di commedie e noir quando esce a cena con i suoi figli, o amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con sua moglie (o la sua compagna, marito, ecc)?
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
Quando esco preferisco andare in enoteche o comunque locali dove la qualità del cibo è massima. Poi ci sono alcune trattorie e pizzerie che sono un punto fisso. Non importa abbuffarsi, per deliziare il palato basta anche una semplice bruschetta al pomodoro, con pane di Terni, olio extravergine di frantoi certificati e pachino freschi.

Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Il buffet è essenziale. Persino i giornalisti non si presentano senza la certezza che si mangerà. La prima domanda che fanno tutti a Roma è “Se magna?”

Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?
Se possibile, mi piace offrire un buffet ricco e piacevole.

Ha mai usato il cibo in qualche storia?
Nei miei racconti e romanzi il cibo è sempre presente. Tutti i miei protagonisti maschili amano cucinare e mangiare bene. Ci infilo sempre qualche piatto tipico regionale, ricette semplici ma significative.

Ad esempio in  “L’amore, questo bastardo” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?
Il cibo è mai protagonista?
Il cibo non è protagonista ma in ogni mia opera inserisco sempre un scena che si svolge tra i fornelli, come appunto in questo romanzo. Andrea, il protagonista, cucina un piatto di spaghetti con pachino e basilico come cornice a una delle scene più importanti.

“L’amore, questo bastardo” a che ricetta lo legherebbe, e perché?
Lo legherei a un piatto di penne all’arrabbiata. Piccante da andare a fuoco ma irresistibile.

Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?
Volentieri, propongo PASTA E FAGIOLI CON LE COTICHE, ricetta semplicissima nella quale hanno un’importanza cruciale gli ingredienti e l’amore nella preparazione. Consiglierei i fagioli di Sorana secchi da mettere a bagno dalla sera precedente. In un tegame di coccio si mette olio extra vergine di oliva, sedano, carote, cipolla e prosciutto (o lardo), si lascia dorare la cipolla e si aggiungono le cotiche (precedentemente lessate, pulite e tagliate a strisce) e i pomodori San Marzano puliti dai semi e sale. Aggiungete i fagioli, coprite con acqua e lasciate bollire per un paio d’ore. Al termine, passate una piccola quantità di fagioli e mettete nella pentola i maltagliati (possibilmente fatti in casa con acqua e farina). Qualche minuto per la cottura della pasta, unite i fagioli passati e impiattate.
Sulla tavola non dovranno mancare pepe nero, olio extra vergine e piccoli crostini, non industriali! Basterà mettere le fette di pane fresco in padella per tostarlo.

Quale complimento le piace di più come cuoco?
E come scrittore?
Come cuoco il complimento maggiore è la richiesta di un bis, come scrittore mi bastano tre parole “ Mi hai emozionato”, non credo esista complimento più grande a prescindere dal genere che si scrive.

Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?
Il matrimonio nel 21° secolo priva noi uomini della proprietà assoluta del water  e della cucina, c’è il rischio che diventino luoghi sterilizzati e inaccessibili. Meditate uomini.

Grazie per la sua disponibilità