lunedì 8 ottobre 2012

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Mew Notice



Interviste culinarie di  Federica Gnomo





Mew Notice
Oggi salutiamo e ringraziamo la scrittrice Tiziana Marie Galofaro, in arte Mew Notice, per averci aperto la porta della sua cucina.       

Mew Notice  è autrice dell’opera “Come un batter d’ali
pubblicata dalla casa editrice Sesat Edizioni nel 2012. http://www.sesatedizioni.it/category/catalogo/
     Il romanzo inizia nel 1849 con un grido disperato di una giovane ragazza, un grido d’amore, una forma di liberazione per la terrificante situazione in cui vive: è un angelo nero che lotta con tutte le sue forze per poter, anche solo per attimi, rivedere il suo unico grande amore. Sembra che il racconto proceda in quel tempo storico e invece veniamo trasportati ai giorni nostri, in Sicilia. Melody lascia così il posto alla mamma del protagonista maschile, che con la sua narrazione, giorno dopo giorno, permette al lettore di conoscere e anche innamorasi di Noir; il tutto tra scenari da favola che catturano immediatamente il lettore, avvolgendolo di quel calore che solo quella terra riesce a sprigionare.
Ma la scena e il narratore cambiano.
Siamo giunti al terzo capitolo e facciamo la conoscenza della protagonista femminile: Mia Molina. Ma ancora una volta la scenografia è diversa. Siamo a Parigi, siamo in cima alla torre Effeil e da veri spettatori rimaniamo senza fiato quando Mia racconta, quando Mia piange e quando tutto le sembra perduto.
Mia è una giovane studentessa francese che per motivi familiari deve lasciare la sua amata Parigi per poter raggiungere il padre in Italia, a Saluzzo.
Non è solo un viaggio, è un percorso di maturazione e di sconvolgimenti totali. Mia e Noir per un insolito o forse programmato destino si incontreranno ma, nella vita, mai è tutto certo, soprattutto quando il destino è manipolato da due angeli in eterna lotta tra di loro. Una lotta tra il bene e il male, una lotta tra la giovane donna che abbiamo conosciuto all’inizio del racconto, Melody, e il suo amato, perso ma mai dimenticato: Tobias.
Un crescendo di tensione e colpi di scena, un capolavoro di scenari quasi dipinti e tracimanti di sfumature che riescono inevitabilmente a conquistare il lettore.
   


La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? Io adoro mangiare, purtroppo! E amo cucinare soprattutto torte. Quando mi metto ai fornelli divento Samantha di “Vita da Strega”, ve la ricordate? A lei bastava un leggero movimento del naso per trovarsi fra le mani piatti deliziosi. Io ci impiego un po’ di più, ma tutti dicono che sono velocissima. Il segreto della mia rapidità è che ho sempre i minuti contati, causa lavoro, e così cucino con quello che mi trovo a portata di mano.
 Lo fa per dovere o per piacere? Per entrambi. Dovere di mamma e moglie e piacere di inventare sempre nuove ricette.
 Invita amici o è invitata? Spesso invito amici a casa ma non nego che mi piace anche essere invitata.
 Ha mai conquistato amici o un uomo cucinando? Ho conquistato mio marito con la cucina siciliana. Lui va matto per il pesce spada alla palermitana.
Vivrebbe con un compagno che non sa mettere mani ai fornelli? No! Mi serve sempre un po’ di aiuto, altrimenti non potrei essere Samantha.
Quando ha scoperto questa sua passione? Devo ringraziare mia nonna Bianca. Lei era un’ottima cuoca e soprattutto aveva tanta fantasia e così i pomeriggi li trascorrevamo a preparare piatti strani con quello che c’era in frigorifero. Avevo solo dieci anni ma era un vero divertimento.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? Un capodanno insieme alla mia famiglia in Sicilia. Avevo undici anni e rimasi affascinata dai piatti che avevo davanti: tartine al salmone, caviale, aragoste in agrodolce e tantissime pietanze che non conoscevo.
Ha un piatto che ama e uno che detesta? Impazzisco per i cibi piccanti ma detesto la carne, tutti i tipi di carne.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?Il rosso. Lo associo alla carne… al sangue.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O té, una bibita speciale per stare ferma a scrivere? Bevo tantissimo succo di mela. Non ho mai preso caffè e certe volte mi piace sorseggiare del té caldo alla fragola quando piove o c’è brutto tempo.
Scrive mai in cucina? Di solito in cucina preparo gli articoli che scrivo per Lovvy.it.  Mi occupo di due rubriche di attualità che riguardano la vita di coppia e la famiglia. La cucina diventa il mio secondo studio.
Altrimenti dove ama scrivere? E a che ora le viene più naturale? Quando scrivo i miei romanzi ho bisogno della musica, della lampada che diffonde una leggere luce e del silenzio della notte - dopo aver messo a letto le bimbe tutto mi sembra molto più silenzioso - e così lo studio diventa il mio rifugio segreto.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Preferisco il salato. Ma non rifiuto il dolce. Ripeto: mi piace mangiare.
 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto presa dalla scrittura? Se sono a casa mi preparo qualcosa da sgranocchiare: mix di patatine. Se mi trovo a lavoro mangio snack poco calorici per eliminare le calorie del giorno prima.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Il primo libro di “Come un batter d’ali” è nato in una piccola aula della scuola Media di Barge dove insegnavo inglese. Lo scrivevo nelle ore libere o nella pausa pranzo e nel frattempo mangiavo tutto quello che trovavo nella mia borsa. Ma un giorno un po’ di succo è caduto sul foglio dove avevo scritto i nomi probabili del protagonista maschile. Un pasticcio! Una macchia nera mi aveva cancellato tutti i nomi, da lì il nome Noir, il nome del protagonista maschile.
Lei è una scrittrice di Fantasy, quando esce a cena con i suoi figli, o amici che tipo di locale preferisce? E quando esce con suo marito? Di solito siamo clienti assidui di Mc Donald’s, ma riusciamo, raramente - causa bimbe - ad andare in qualche ristorante, anche se preferisco le trattorie, quelle tipiche dei posti di montagna.
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale?
Cibo veloce, leggero e gustoso. Snack, pizzette e patatine non devono mai mancare.
Ha mai usato il cibo in qualche storia? Sì. Tantissimo. In “Come un batter d’ali”, soprattutto nel primo libro, parlo della cucina siciliana e quella piemontese. Mi fanno impazzire entrambe.
Noir e Mia, i due protagonisti della storia, vanno a pranzo in un locale di Saluzzo. Ordinano di tutto ma il discorso verte sempre e soprattutto sulle fragole, fragole con panna, fragole surgelate… La mia tentazione.
 “Come un batter d’ali” a che ricetta lo legherebbe, e perché? Una gustosissima torta all’Americana, quella a più strati con tante fragoline di bosco rosse come la passione che lega i miei protagonisti. Il rosso delle fragole rappresenta l’amore tra Melody e Tobias, i due angeli innamorati e passionali. Il bianco della panna rappresentano il candore e l’ingenuità di Mia e Noir. Una bella torta.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Nelle librerie non mi è mai capitato, ma nei caffè letterari sì. Mi piace accompagnare una discussione letteraria con un ottimo aperitivo.
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o ad offrire quasi un pasto completo? Dipende dalle persone e dalla situazione. Di solito, per me che preferisco il cibo veloce, olive e patatine mi sembrano le più indicate.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio? Mi viene in mente un piatto che mangio quando in estate ritorno nella mia regione, la Sicilia:

 LA MOZZARELLA IN CARROZZA.
 Un gustoso antipasto fritto composto da: due fette di pane in cassetta inumidite nel latte; ripiene di mozzarella e poi passate nella farina, e ancora  nell’uovo e poi fritte in olio caldo. 
Una bomba di bontà.
Quale complimento le piace di più come cuoca? E come scrittrice? Io uso tantissimo la fantasia, in tutto. Per scrivere, per cucinare, per affrontare tutto ciò che mi circonda e quindi chi mi dice che sono fantasiosa è il miglior complimento che mi può fare.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? A proposito di fragole… mi viene in mente una conversazione tra Mia e Noie al ristornate sotto i portici a Saluzzo. È Mia che inizia dicendo: «Ti piacciono così tanto?»
«Già, sono la mia unica trasgressione… fragole con panna.»
Lo guardai e gli ricordai che aveva anche una seconda trasgressione.
Nella cucina non deve mai mancare del peperoncino, quell'elemento che rende ogni cosa un po’ più frizzante. È il condimento indispensabile a rendere tutto molto afrodisiaco.
Grazie per la sua disponibilità. Grazie a voi.

Federica Gnomo








Nessun commento:

Posta un commento

Ti è piaciuto il post? Lascia un commento :)