domenica 14 ottobre 2012

Il racconto hot della domenica, REGALO D' ANNIVERSARIO, Federica Gnomo Twins


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racconto hot vietato ai minori di 17 anni,
Tematica Gay

                                                 
                                                         Regalo d' anniversario
                                                               di F.Gnomo Twins

Stasera sono nervoso.
Mi vesto lentamente e controvoglia, eppure scelgo con cura ogni dettaglio. Non sono incerto, ho pensato lungamente a cosa indossare per il nostro secondo anniversario.
L’ho sempre fatto in verità; mi piace essere speciale.
Questa volta però mi interessa meno del solito, anzi vorrei che neanche iniziasse questa serata. Non desidero vedere nessuno, né  fare la faccia contenta; vorrei stare solo.
Io e Tom questo pomeriggio abbiamo litigato.
Una cosa banale, come sempre. Sono teso in questo periodo, e ogni contrattempo o delusione mi fa incazzare di brutto. Lui sembra divertirsi a sfottermi quando sono preoccupato. È molto superficiale secondo me, tranquillo secondo lui,  ma lo amo proprio per questo. Riesce a mitigare la mia ansia perenne.
Visto che siamo messi insieme in questo giorno, e volevamo fare una  bella festa scambiandoci dei regali, gli ho chiesto:
     “Cosa mi hai regalato per il nostro anniversario?”, prendendolo per mano e guardandolo negli occhi, abbassandomi un poco per essere alla sua altezza, la punta dei nasi vicina e le labbra sorridenti. Ero curioso, lo vedevo agitato da giorni.
     “Niente!” mi ha risposto, evitando il mio sguardo e staccandosi da me.
Neanche il tempo di baciarlo e chiedere che già guardava altrove.
     “Come niente?” ho replicato dispiaciuto.
     “Niente, capisci la parola niente? Tanto non ti va mai bene niente!” mi ha confermato con voce alterata.
Poi è uscito sbattendo la porta e mi ha lasciato solo, a guardarmi nello specchio come un ebete.
Sono dunque tanto insopportabile ai suoi occhi?
Ho preso il bracciale d’acciaio che gli ho comprato  e l’ho scaraventato contro al muro.
Bell’anniversario!
Litigata, festa ognuno per conto suo, niente regali, musi lunghi e sorrisi falsi.
Devo fargliela pagare.
Decido di mettere l’intimo più sexy che possiedo. Stasera voglio farlo crepare di gelosia. Mi  tolgo la camicia  dopo cena, lascio tutti senza fiato, mostro il nuovo piercing al capezzolo - il giochino che gli piace tanto - e lo faccio toccare a qualcun altro.
Sono deluso: neanche lo sforzo di cercarmi un regalo. Mi ha bollato con una scusa: sono incontentabile,  difficile, dunque? Dice sempre che si è innamorato della mia originalità,  che talvolta solo guardandomi  si eccita, e allora?
Tutte stronzate!
Non si è impegnato per me. Fine della discussione.

Ultimamente abbiamo avuto problemi, lui si era allontanato,  aveva un rigurgito di scrupoli, è sì, perché è pure sposato, il bel Tom!
. È durato poco, il tempo di due settimane, poi si è stufato di fingere, e come sempre è tornato da me; gli ho regalato il mio nuovo piercing al capezzolo, ci ha giocato, lo ha succhiato e assaporato per bene. Me l’ha tirato ed è venuto più volte al solo gesto.
Non è totalmente gay, o almeno così dice,  eppure ormai mi ama profondamente; mi ha confessato che con me ha scoperto la necessità dell’amore vero. Quello profondo, il nostro. E che vorrebbe convivere con me, liberamente, alla luce del sole. Questo  mi ha  reso  felice, ma anche preoccupato. So quello che dovrà affrontare dichiarando la sua omosessualità in famiglia, al lavoro. Eppure è pronto a rischiare, e questa è la prova d’amore più bella che io abbia mai ricevuto.
Ci amiamo e basta, solo noi due!
Per questo stasera sono rimasto male, che senso ha fare certi discorsi e poi darmi del difficile, incontentabile, e rovinare una serata speciale?

Che razza di anniversario!Ci amiamo, vogliamo andare a vivere insieme e…  abbiamo litigato.
Finisco di vestirmi, mi trucco gli occhi, sicuramente ci staranno già aspettando al ristorante. Che strazio!

In macchina,  Tom neanche mi parla, guida. Buio e occhi sulla strada. Silenzio. Io pure taccio.
Non bado tanto a cosa c’è fuori, visto che guardo dentro di me,  eppure mi accorgo che sta prendendo un’altra strada, non andiamo in città, sta cambiando itinerario.
Chiedo il motivo, non risponde.
Accelera.
Ho paura; forse vuole schiantarsi e farla finita con questa storia d’amore difficile.
Stiamo correndo troppo, in tutti i sensi.

D’un tratto  prende una piccola strada sterrata, in salita, buche, sassi, infine si ferma.
Siamo in un bosco.
La luna filtra tra i rami, scendiamo dalla macchina: forse vuole ammazzare solo me.
Invece mi prende la mano e senza parlare mi trascina davanti a un panorama stupendo: Firenze sotto di noi distesa respira una foschia gialla di luci artificiali.
Sempre senza parlare mi bacia e poi dolcemente mi stende sul prato.
Luci, erba, luna, labbra, respiro, battito, il suo peso su di me, le sue mani a spogliarmi e le mie a toccarlo.
Non voglio pensare, sto vorticando nell’odore del bosco di notte mescolato al suo, di maschio, mio.
Piccole grida di animali e poi i miei gemiti.
Lasciamo andare il nostro istinto animale: io apro le gambe e vorrei accoglierlo, come sempre, con più urgenza anzi.
Ma lui mi blocca, si spoglia del tutto sotto la luna complice che lo esalta, mi guarda e senza parlate, si stende, mi accompagna sopra di lui.
“Mi vorresti Andreas?”
Io lo fisso stupito, non avrei mai pensato che sarebbe successo.
“Lo sai che l’ho sempre desiderato…”
“ Allora prendimi…” mi implora quasi.“Ho voglia di te, completamente”.
Cerco nell’istinto il coraggio di compiacerlo sapendo che soffrirà,  cerco nel desiderio la capacità di farlo godere con amore;  entro piano in lui.
Per la prima volta…incredulo.
Urla soffocate nella notte, non c’è nessuno.
Lo possiedo dolcemente, poco a  poco.  Un dolore  d’amore, un atto nuovo che ci avvolge di piacere ogni fibra del corpo. E ci unisce sempre di più.
Lo accarezzo per non fargli troppo male, lo sento mio come non mai.
Io che possiedo tutto.
Mio.
Io che voglio solo lui.
Mio.
Appagati, rimaniamo immobili. Solo una mano mi accarezza i capelli.
“Ti è piaciuto il mio regalo di compleanno, Andreas?” mi chiede, sicuro di avermi stupito.
Il mio viso sul suo petto, il mio naso sotto alla sua mascella.
Lo mordo sulla pelle quasi con rabbia…mi ha veramente spiazzato. Ha pensato a un regalo meraviglioso, migliore del mio.
“NO!...affatto, lo sai sono difficile!” rispondo.
Sorrido, in effetti sono incontentabile, un po’ viziato. In quel momento sento un campanile  che inizia a rintoccare la mezzanotte, questa giornata è quasi terminata.
Lo bacio per non farlo  replicare.
Lui si lascia chiudere la bocca, in fondo lo sa che mi piace avere sempre l’ultima parola.



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