domenica 30 settembre 2012

Il racconto hot della Domenica: CAFFE' BOLLENTE, Federica Gnomo Twins

Inauguro oggi una serie di Racconti Softhot che tanto sembrano piacere oggi agli editori ottusi, e che  in realtà  le donne ormai sono anni che si passano sottobanco e postano in vari forum privati. Niente a che vedere col porno, perché le signore sono sempre romantiche e anche il più mascalzone degli uomini alla fine trova una giustificazione.
Avverto che questo racconto, selezionato per concorso caffè letterario Moak, ha un rating V.M.17 anni.
Buona lettura e buone risatine.




CAFFE' BOLLENTE
di F. Gnomo Twins
racconto selezionato per concorso caffè letterario Moak

«Tomiiii…Tomiiii…»
La voce di Daniela mi si insinuò nell’orecchio distogliendomi da un meraviglioso sogno.
Ero ancora talmente addormentato che non mi mossi.
Allora, oltre al richiamo, Daniela aggiunse anche un braccio, poi una mano e delle dita  calde e brancolanti che cercavano di smuovermi strattonandomi.
     «Tomiiii,  svegliati!»
A quel punto le bloccai il braccio e le chiesi: «Si può sapere cosa vuoi?»
      «Oh Tomi! Dormivi?»
     «Sì, non dirmi che non ti eri accorta!»
     «Noooo…scusaaa…cioè… mmmh…  sì.»
Dicendo questo si voltò verso di me e mi diede un bacio.
     «Bacio del buongiorno, amore.»
Io ricambiai, ancora mezzo addormentato. Non protestai ulteriormente perché in effetti era un bel risveglio.
     «Ma si può sapere cosa vuoi?» domandai.
Di solito dormiva più di me ed  ero sempre io a tirarla fuori dal letto.
     «Non ho più sonno e ho voglia di un caffè. Tomiiii, caffè, altrimenti non mi alzo.»
     «Non puoi fartelo da sola? Io ho ancora sonno ed è anche freddo fuori del letto.»
     «Nooo, non sono capace.»
     «Ma devi solo mettere una capsula e spingere un tasto!»
     «Tomiii, no, dai…ieri mi sono rotta un’unghia con quella trappola.»
Insisteva, si strusciava con quel suo corpo caldo e flessuoso. Perfettamente eccitante.
Come potevo rifiutare?
E quando mai le avevo  rifiutato qualcosa?
Mi alzai a malincuore e andai in cucina.
Accesi la macchina.
Aspettai  che si scaldasse l’acqua e andasse in pressione.
Ero  scalzo e percorso da  brividi di freddo.
Preparai due caffè, visto che c’ero, uno me lo sarei preso anch’ io.
Li portai a letto.
Un vassoio, due tazze e due biscotti. Una dalia rubata da un vaso sul terrazzo.
     «Va bene, mia regina?» chiesi.
Non rispose: si era riaddormentata.
     «E no!» dissi ad alta voce, poggiando il vassoio sul suo comodino e sbattendolo forte  per fare rumore e svegliarla.
     «No, no, no!»
Mi infilai nel letto. Ero ghiacciato.
Mi accostai a lei. L’abbracciai per scaldarmi e le urlai in un orecchio:
     «Adesso te lo bevi!»
Sobbalzò. Pensavo mi mollasse una delle sue famose ginocchiate sui miei gioielli.
Invece si  mise a ridere
Mi rovesciò e si distese sopra di me. I nostri corpi ora erano a contatto. Sentivo il suo peso inconsistente e noto come l’aroma che volteggiava nell’aria.
     «Come sei gelato Tomiiii» esclamò. « Vuoi che  ti scaldi un pochino?»
Non attese risposta e iniziò a sbottonarmi il pigiama. Avvertii il calore della sua pelle velata dal babydoll  farsi strada.
Non riuscivo a parlare, mi aveva sorpreso. Come sempre.
     Cominciò a strusciarsi contro il mio petto, e a muovere ritmicamente il suo bacino dopo essersi incastrata tra le mie gambe muscolose. Io dal freddo passai al caldo, poi all’eccitato.
Le sue mani mi bloccavano le spalle. Le unghiette smaltate di nero si conficcavano leggermente nella pelle e grattavano.
     «Ora hai caldo, amore?» mi chiese premurosa.
     «Sì, molto in effetti…» risposi.
Stavo bollendo, tale e quale alla macchina che avevo lasciato in cucina.
Il caffè intanto spandeva il suo profumo per la stanza, e si raffreddava.
     «Prendiamo il nostro caffè, Tomi?» chiese, guardandomi maliziosa.
     «Se vuoi…» risposi con un filo di voce.
     «Veramente,vorrei altro ora…e tu?»
Non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi.
Colse un lampo di desiderio e continuò.
Mi spogliò completamente. Faceva sempre quello che voleva. Otteneva tutto da me, e ora avrebbe avuto anche me.
    Le sue dita, tanto fragili e imbranate per fare un caffè, erano terribilmente forti e determinate quando si trattava di stringere il mio sesso e tormentarmi.
Mi portò quasi all’orgasmo.
   Amavo amarla.
   Amavo essere amato da lei.
   Amavo assecondare i suoi capricci.
   Era divina e perfida. Una donna eccitante.
Una giusta miscela di dolcezza e determinazione racchiusa in un babydoll. Pensai che assomigliava a una cialda del caffè. Graziosa, leggera. Indispensabile ai miei giorni.
Mi baciò.
Lingua su lingua.
Come goccia sulle labbra, scura. Granelli di zucchero rotolarono nel mio cervello.
Allargò  le sue gambe e con colpi violenti prese il suo piacere.
Vidi i begli occhi chiudersi e riaprirsi; le sue labbra aprirsi e chiudersi.
Sentii le sue dita forti prima accarezzare, poi graffiare i miei fianchi  e infine accompagnarmi all’orgasmo.
Sfinita, si accasciò su di me.
Il respiro accelerato dallo sforzo.
      «Amore…» mi ripeteva.
      «Amore…» le ripetevo.
Si staccò e, dopo avermi baciato e ribaciato il viso, mi porse il caffè gelato.
      «Ma Daniela, ormai fa schifo. È freddo» protestai.
      «Allora vai a rifarlo…Tomiiii.»
      «Tu sei pazza; non mi alzo più. Vai tu piuttosto, “miss manine delicate quando ti pare”.»
Scoppiò a ridere .
Non si mosse.
Capii che o lo bevevamo freddo, o dovevo rialzarmi io.
Lei mi guardò e leggendomi nel pensiero mi disse:
      «Dai Tomi, lo sai che sono io  la regina della casa, mi devi ubbidire…»
      «Veramente il capo di questa famiglia sarei io…»
      «Hai ragione amore, ma come dice un proverbio greco: tu sei il capo e io sono il collo
 Ecco mi stava fregando di nuovo.
      «Veramente tu sei una furbetta viziata, ma buon per te sei anche la regina del mio cuore.»
Mi rialzai. Stavolta misi le pantofole, e pure un maglione direttamente sul torace nudo.
Lei mi fissò. Sentii  i begli occhi puntati sui glutei mentre uscivo dalla stanza.
Rifeci i due caffè.
Li riportai in camera.
Li riappoggiai sul comodino e mi rinfilai nel letto.
Nonostante tutto ero nuovamente infreddolito.
      «Vuoi che ti scaldi di nuovo?» mi chiese Daniela col suo faccino impertinente, mettendomi due labbrucce  increspate sotto il mento. L’avrei morsa a sangue. Ma dai morsi sarei passato ai baci. E forse lei non aspettava altro. Adorava provocare. E io l’amavo per questo.
      «E no, stavolta no. Prima beviamo questi due maledetti caffè caldi» risposi sorridendo.
E finalmente Daniela  bevve il suo caffè bollente.

FINE




venerdì 28 settembre 2012

L'UOMO IN SMART / Gnometto Band

Cari gnometti buongiorno,
oggi voglio dedicare questo video a tutti coloro che si sono fatti una settimana di traffico e ora aspettano il fine settimana per rilassarsi;

Ascoltate bene e FATEVI DUE RISATE.

Intanto io vado al lavoro in bicicletta!


L'UOMO IN SMART
Gnometto Band



mercoledì 26 settembre 2012

I consigli di Venere




In questi giorni siamo alla vigilia delle grandi uscite autunnali.
Le case editrici sfornano i libri che dovranno accompagnarci durante l'inverno, quelli migliori. Qualche esordiente si sarà pure alterato per non avere l'uscita a dicembre eppure gli è stato fatto un grande favore. Forse non lo sapete, ma difficilmente si butta in pasto al pubblico distratto del periodo natalizio qualche buon romanzo. A Natale si vende di tutto: le confessioni della donna di spettacolo, del  parroco, del calciatore; le ricette dello chef e del meccanico; le filastrocche del nonno e del cane. Pupazzi giapponesi che leggono al posto dei bambini e tablet che leggeranno da sole, tanto per non avvilirsi. Insomma  la vera manna per i lettori veri è ora.
Ora arrivano le novità, ora ci sono le fiere importanti.
Ora tutti inizieranno a promuovere i loro romanzi. E io ancora una volta mi chiederò, tra migliaia di titoli nuovi, che leggo? e chi legge?
Mi è venuta in soccorso anche l'astrologia. Oggi mi arriva una mail da una casa editrice che seguo, e mi raccomanda di leggermi un opuscolo che mette in relazione i segni zodiacali e le letture preferite. Interessante, mi dico. Forse mi aiuterà a capire perché ultimamente mi sento spaesata, mi annoio tanto a leggere storie eccessivamente descrittive e difficilmente trovo romanzi che mi incatenano dal principio.
Una delusione. Sono Bilancia, governata da Venere (pensavo dal governo tecnico di Monti) amo la bellezza( be' chi ama la bruttezza orrida?) e l'amore ( sono un animale sociale e mi piacciono le persone, spesso mi innamoro),  cerco l'armonia e sono esigente, e allora?
Allora regolati di conseguenza! bel consiglio...
Insomma per non farla lunga ho deciso di seguire le uscite dei miei amici scrittori, o meglio dire dei miei amici, perché in ogni amico c'è in fondo in fondo un aspirante scrittore(qualcuno lo sa e qualcuno no, per fortuna). Molti usciranno con  piccole case editrici serie, altri medie, altri grandi; altri, quelli normali, usciranno per fare una passeggiata e prendersi un caffè; ve lo giuro leggerò tutti, e anche qualcuno in più ma  mi scuso con chi scrive  fantasy,  leggerò solo quello di mia figlia ( Devilish, Mondadori ottobre 2012), che è un urban e lei mi prende sempre in giro in qualche personaggio, ma per il resto cari amici depongo le armi: non riesco a seguire le storie con protagonisti dai nomi troppo eccentrici, le facce poco umane,  né a innamorarmi di uomini che mi vampirizzano, già lotto tutti i giorni coi vampirizzatori che mi succhiano idee, soldi ed energie,e quindi proprio non riesco a eccitarmi o appassionarmi alle avventure dei suddetti, in qualunque sembianza me li propinino. Magari, per seguire i consigli di Venere, e trovare qualche bella storia d'amore che mi si addica e non mi annoi, posso passare più volte in libreria a ottobre; in fondo è il mio passatempo preferito gironzolare tra i libri altrui, e tra tanti eroi di carta  potrei incontrare anche  un bel libraio simpatico e belloccio (perché come mi ha detto l'orosco-libro, mi piace il bello e armonioso),  e se il bello in questione è pure galante e preparato, passo un bel pomeriggio. Insomma faccio il lettore esigente con tanto di caffè con panna e occhiate in tralice, sbattimento di ciglia rigorosamente finte, per la gioia di Venere.  

martedì 25 settembre 2012

Torta morbida di pesche e amaretti


Oggi mi voglio divertire  ad associare un piatto al libro Melodia, di cui abbiamo parlato ieri.
Penso che la torta morbida di pesche fresche e amaretti sia indicata. Semplice e genuina come le fiabe di Armando, con quel tocco di amaro che cela ogni insegnamento.




La torta di pesche e amaretti è un dolce nel quale utilizzare al meglio la grande quantità di pesche che si trova ancora. L’accostamento con l’amaretto risulta particolarmente azzeccato, poiché smorza in maniera perfetta la dolcezza della pesca.
Si può usare per colazione, o merenda ma anche come dessert se tagliata fettine di due cm e servita con accanto una pallina di gelato alla crema o crema inglese fatta in casa.


Ingredienti:

1kg di pesche
200 gr di zucchero
100 gr di farina
1/2 bustina di lievito
100 gr di amaretti
4 uova


Procedimento:

Lavare e tagliare a spicchietti le pesche, mantenendo la buccia. Mettetele in una zuppiera e conditele con un cucchiaio di zucchero e mezzo limone spremuto. Lasciatele insaporire.
Intanto separate gli albumi dai tuorli e montate questi ultimi con lo zucchero. Deve venire un composto chiaro e spumoso.
Setacciate la farina e il lievito e unitela a poco a poco ai tuorli montati. Non vi preoccupate se la consistenza del composto assumerà quella di un impasto solido. Successivamente ridiventerà semiliquido con l’aggiunta degli albumi montati a  neve.
Montate quindi gli albumi a neve ferma e uniteli al composto, facendo attenzione a non smontarli. Per fare questo mescolate con una palettina di silicone dal basso verso l’alto.
Come avevamo detto il composto, dopo l’aggiunta degli albumi avrà ripresto una consistenza semi-liquida. Potete quindi aggiungere gli amaretti sbriciolati e le pesche tagliate a fettine.
Amalgamare bene.
Prendete una pirofila di 22 cm di diametro. Imburratela per bene o rivestitela con carta forno.
Versateci dentro l’impasto e fate cuocere a 180° per 45 minuti circa.



lunedì 24 settembre 2012

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Armando Maschini

Interviste culinarie di Federica Gnomo 

Armando Maschini
Oggi salutiamo e ringraziamo l’autore Armando Maschini, “Melodia e altre storie…” Farnesi Editore, 2012, per averci aperto la porta della sua cucina.
Armando è un padre accudente, molto presente in famiglia, amorevole e quindi suppongo che sia un asso in cucina, come è un asso nel narrare le sue bellissime, commoventi  storie che vi invito a leggere in carta edite da Farnesi o in e-book con la collaborazione di Itodei.
È difficile oggi trovare un papà che si dedica alla scrittura di fiabe, questo è il pregio che i tanti lettori entusiasti riconoscono ad Armando.

     

La prima domanda di rito è: le piace mangiare? E  cucinare?
 Adoro cucinare e inevitabilmente mangiare.
 Lo fa per dovere o per piacere?
 Cucinare è un piacere. Rilassa e tiene allenato il cervello. Come leggere un buon libro.
Invita amici o è invitato?
Il sabato sera apro la cucina di casa agli amici. In famiglia ci sono due scuole di pensiero, la lombarda e la pugliese da parte di mia moglie. Gli amici hanno ampia scelta culinaria quando vengono invitati a casa nostra.
 Ha mai conquistato  degli amici o una donna cucinando?
Gli amici si conquistano con un affetto sincero e profondo, attenzioni particolari ma soprattutto sincerità. Davanti ad un buon piatto cucinato con passione si rendono più solide amicizie già esistenti.
Vivrebbe con  una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?
 Per amore certamente. Basta uno in famiglia che sappia cucinare e poi sarebbe una cosa fantastica insegnare alla propria compagna l’arte e la passione per i fornelli.
Quando ha scoperto questa sua passione?
I ricordi si perdono nella notte dei tempi, da ragazzino cucinavo. Cucinavo per i miei genitori e spesso i piatti mi riuscivano benissimo e tutto per passione. Al liceo vinsi anche una gara di cucina.  Esilarante la fotografia che mi scattarono con il cappello da cuoco di tre taglie più grandi del dovuto.
Peccato non poterla mostrare allora…
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?
 Sono ricordi che hanno un profumo natalizio. La cucina di casa in fermento già dal 23 dicembre. La lunga lista della spesa. I sorrisi e la musica di sottofondo. Una famiglia unita e amante del buon cibo.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?
Non detesto nessun tipo di piatto. Assaggio di tutto e poi decido. Amo ogni tipo di “primo”. Pasta condita in tutte le maniere, dove prevalgano sempre il sapore e profumo del basilico.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?
 Bianco, mi sa tanto di ospedale!
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O the, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?
 Bevo coca cola, mi gasa al punto giusto.
Scrive mai in cucina?
 Quasi mai.
Allora dove ama scrivere? E a che ora le viene più naturale?
 Scrivo nel mio piccolo studio che ha una grande finestra che guarda un bellissimo parco. C’è silenzio, un silenzio ovattato che mi ispira alla grande. Soprattutto la sera.
 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?
 Solitamente quando mi accingo a scrivere ho già cenato.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?
Assolutamente dolce. Una bella fetta di crostata fatta in casa è una panacea per la mia fantasia di scrittore di fiabe.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta?
Una scena vista con i  miei occhi qualche estate fa in un maso in Trentino alto Adige. Due genitori isterici, due pargoli di una decina di anni. Il maschietto rifiutava qualsiasi tipo di cibo, esasperando questi due genitori già esasperati di loro. Mangia, detto una prima volta, mangia detto due volte, mangia detto tre volte, mangia mangia mangia… be’ alla fine la scodella di pasta al sugo è calata inesorabilmente sulla testa del bambino. Il bimbo rideva a crepapelle (forse già abituato a questo trattamento air stilist), i miei figli lo rammentano ancora raccontandolo a tutti.

Lei è uno scrittore di fiabe e racconti per adulti e bambini, quando esce a cena con i suoi figli che genere di locale preferisce? E quando esce con sua moglie?
Oppure per festeggiare una pubblicazione cosa tende a ordinare in un locale?
Prediligo gli agriturismo. Cucina genuina e luoghi che sono sempre una favola. Immensi prati, boschetti e fiumiciattoli a fare da contorno, e una tranquillità che a Milano non si trova più.
Poi ci sono le cenette a due, io e mia moglie. Abbiamo il nostro locale di fiducia, un po’ di nicchia perché fuori mano: “Bacco e Arianna”, dove i piatti sono impreziositi da composizioni floreali e le posate in argento opaco, come si usavano una volta.
Per la mia prima presentazione ho optato per una cucina dal sapore pugliese, mia suocera cuoca eccellente, è riuscita a conquistare tutti e dico proprio tutti i partecipanti!
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o ad offrire quasi un pasto completo?
Un buffet a conclusione di una presentazione è dovuto. Dono per gli amici lettori. Un momento di  piacevole attestazione Si tolgono gli abiti dello “ scrittore” per indossare quelli del semplice uomo che AMA scrivere.
Intenso momento. Ti senti bene e vorresti che non finisse mai.
Come ho già detto, se hai una famiglia che ti aiuta e ama cucinare, nulla è più entusiasmante nel preparare un buffet con manicaretti cucinati in casa.
Ha mai usato il cibo in qualche storia?
Per ora no, ma è un’idea che mi frulla in testa da un pezzo.
Ad esempio in “Melodia e altre storie…” ci sono passi che ricordano biscotti, manicaretti, profumi di cibo?
 Ecco, dice bene, passi che rammentano. Si percepiscono profumi, forme e colori tipici dei biscotti della nonna. Con la  fiaba è meraviglioso descrivere mondi incantati e impreziositi da dolci manicaretti cotti in stufe dalle forme più strane. La fantasia è sempre legata ai miei ricordi personali.
Lei evoca con il cibo anche altro?
Il cibo evoca gioia di vivere. Amare un buon piatto, gustare con tutti i sensi qualcosa di estremamente buono; sì, evoca una immensa e rara gioia di vivere! Adoro chi adora mangiare!
“Melodia e altre storie…” a che ricetta la legherebbe, e perché?
Bella domanda! Un dolce senz’altro. Forse a dei biscotti che divorerei in quantità industriale. Pasta frolla ricoperta di cioccolato gianduia, glassa bianca e palline colorate per stuzzicare anche la vista. La forma? Ovviamente una nota di violino!

Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?

CIAMBELLA DI RISO ALLA MILANESE CON PEZZETTI DI POLLO ALLA PANNA
Procedimento:
Brodo di carne.
Rosolare con olio d’oliva mezza cipolla bianca.
Dorare il riso, aggiungendo poco alla volta il brodo di carne.
Sale quanto basta
Tagliare a pezzetti due belle fette di pollo, facendole saltare in un tegame con del burro.
Cuocere due confezioni di panna da cucina con mezzo dado
Quando il riso avrà raggiunto la giusta cottura, aggiungere dello zafferano e del grana padano.
Lasciare riposare per qualche minuto e poi versare il tutto in uno stampo con il buco.
Attendere un po’ che si rapprenda.
Rovesciare lo stampo.
Avremo così una ciambella di riso alla milanese
Prima di servire in tavola, versare la panna e i tocchetti di pollo su tutta la ciambella.
Guarnire con ciuffetti di prezzemolo fresco
Semplice, buonissimo e decisamente speciale nella “forma fantasiosa.”
Deve essere buonissima e molto elegante. Un po’ come lei.
Quale complimento le piace di più come cuoco?
 E come scrittore?
Cuoco fantasioso e scrittore melodioso!
Che frase possiamo portarci nel cuore tratta da Melodia o dalla sua esperienza, uscendo dalla sua cucina?
“ I rumori esterni le giungevano ovattati!” Là fuori il mondo correva verso i luoghi di lavoro,   dentro c’era pace e melodia assoluta!
Grazie per la sua disponibilità
Grazie a lei per la bellissima opportunità.

Federica Gnomo

Potete acquistare Melodia  e leggere maggiori informazioni sul testo andando sul sito della casa editrice Farnesi editore









sabato 22 settembre 2012

IN CUCINA CON LO SCRITTORE




Cari amici, lunedì si comincia.
Avrete interviste e ricette da grandi autori.

Intanto vi posto una ricetta di biscotti morbidi da colazione che è di una facilità estrema e che si conservano a lungo.

Nuvole dello Gnomo

Ingredienti:

300g di farina
1 vasetto di yogurt dolce bianco
125g di zucchero
Usando il vasetto dello yogurt misurate 1 vasetto di latte
 e mezzo vasetto di olio di semi di arachide
un pizzico di sale
40g di pinoli
1 uovo intero
1 cartina lievito per dolci

Preparazione:

in una ciotola gnoma, mescolate con un mixer o le mani di un folletto incavolato, la farina con tutti gli ingredienti, compresa la cartina di lievito, alla fine unite i pinoli e girate con un mestolo di legno. lasciate agire un po' il lievito (circa 10 minuti); intanto scaldate il forno ventilato a 180°, disponete la carta da forno sopra una teglia e aiutandovi con due cucchiaini poggiate delle palline di impasto distanziate qualche cm l'una dall'altra, perché durante la cottura si allargheranno e si gonfieranno. Infornate, e appena dorate e gonfiette ( circa 15 minuti) sfornate, aspettate qualche minuto e staccatele. Ripetete l'operazione fino ad esaurimento dell'impasto o della pazienza!


domenica 9 settembre 2012

IN CUCINA CON LO SCRITTORE





  Cari amici che seguite il blog, oggi mi chiedo:
Quanti scrittori amano cucinare? Moltissimi.
Alcuni di loro descrivono le ricette nei loro romanzi, altri si sfogano tra le mura domestiche e tengono nascosta
la loro passione. Tutti comunque sono bravi a evocare profumi e sapori,  e farci sognare a parole piatti succulenti. Ma sono veramente bravi?
Di qui l'idea di farci raccontare le loro storie di cuochi, più o meno provetti, i loro piatti preferiti da cucinare o detestati da mangiare. Aneddoti, e ricette.
Cosa scelgono quando vanno al ristorante, e cosa mangiano mentre scrivono come forsennati. Si fanno bastare il classico caffè o the?  
Hanno dei riti, dei cibi porta fortuna o cibi sveglia idee?


Poiché il mio destino sembra essere quello di parlare di cibo, e mi piace anche cucinare e scrivere, dedicheremo uno spazio proprio agli scrittori e alle loro curiosità in cucina. Naturalmente gli scrittori  ci illustreranno anche il loro ultimo romanzo e  qualche aneddoto legato alla sua stesura o alle presentazioni dove spesso il cibo e il vino fanno da comprimari.
Penso che ci sarà da divertirci.
A presto. 



venerdì 7 settembre 2012

Spaghetti afrodisiaci alla bottarga



Questi spaghetti semplicissimi li dedico a Eddy, alle sue serate con Daniel, magari al ritorno dalle vacanze.

La bottarga si può acquistare da grattare o grattata, l'importante è aggiungerla per ultima e non farla scaldare.
Naturalmente per due persone serviranno: 160 g di spaghetti, mezzo spicchio di aglio, olio di oliva ( quattro cucchiai),  un peperoncino piccolo piccante e bottarga mezzo cucchiaio.
La preparazione rasenta la cretineria da innamoramento.
Mentre l'acqua salata bolle e la pasta cuoce, in una padella scaldate quattro cucchiai di olio di oliva con un peperoncino sbriciolato e mezzo spicchio di aglio che leverete appena biondino; appena scolata la pasta la salterete in questo olio profumato,  poi spolverizzate il tutto con la bottarga e servite.
Se non piace troppo il sapore di pesce che questa conferisce agli spaghetti si può preparare oltre la  base di aglio,olio e peperoncino con cui condirete gli spaghetti al dente in tenuta da chef, anche un sughetto veloce di pomodorini e qualche filetto di peperone. Lo aggiungerete a parte al commensale che si spaventa davanti al piccante spaghetto condito solamente aglio e olio, peperoncino e bottarga. Magari con un bacio folle placherete anche il bruciore del peperoncino.

Buona spaghettata! E leggete Mi chiamo Eddy!