giovedì 23 giugno 2011

Datteri con gorgonzola e mascarpone

Questa è la ricetta che mi sento di legare al romanzo di Marino Buzzi, "Confessioni di un ragazzo perbene".

E' insolita, dolce e piccante come il suo romanzo. Curiosa e affascinante , ricca di note contrastanti eppure necessarie.
Ha il dolce del carattere di Michele e il pungente delle sue riflessioni e avventure, la morbida voluttà del desiderio di  accogliere e amare.

RICETTA

Spaccate i datteri ( secchi ma abbastanza morbidi) in due e togliete il nocciolo. Spalmateci dentro un po' di gogonzola  e mascarpone (potete usare anche quella torta fatta di mascarpone e gorgonzola a strati della galbani se siete imbranati con le mani...) Serviteli  come aperitivo.

Facilissima e, come il romanzo , inaspettata!

mercoledì 22 giugno 2011

CONFESSIONI DI UN RAGAZZO PERBENE di Marino Buzzi

Eccomi a presentare e recensire da profana , ma lettrice di storie "sopralerighe", un autore che adoro!



CONFESSIONI DI UN RAGAZZO PERBENE
Di Marino Buzzi
Luciana Tufani editore


La storia mi è sembrata immediatamente  , sia per il  titolo che per la copertina, una storia boys love, cioè un genere che affronta le tematiche gay , amato anche dalle donne. Infatti leggendo ho avuto conferma che non mi sbagliavo. Non è un romanzo volgare, né eccessivamente crudele,  eppure è realistico.

 Mi è piaciuto dalle prime righe, come da subito ho provato tenerezza per il protagonista Michele.
Michele subisce una serie di ingiustizie nella vita, perde infatti il lavoro non per colpa sua, un amico  si suicida, non è veramente corrisposto in amore dai  sui possibili  compagni, ed ha una famiglia molto ansiosa, che tende a proteggerlo a suo modo. Affronta i colpi che riceve con molta dignità e ironia. Tanto che , pur toccando temi a tratti scottanti o amari( pestaggi, prostituzione, perdita del lavoro) l’autore ci conduce attraverso le righe con leggerezza. Confesso che ho sorriso per molte situazioni. Come mi sono commossa per altre , o addirittura indignata.

 Oltre a Michele ed i suoi amici , un personaggio  di spicco, meravigliosamente riuscito ed originale  è la  nipotina Cristina, di circa 10 anni . E’ verosimile e spietata come molti bambini di oggi sanno essere. Talmente tagliente da apparire a tratti surreale.
Lo perseguita con la curiosità infantile della sua domanda “Zio, ma tu sei gay ?” e lo mette sempre davanti a se stesso, con quella lucidità , che solo i bambini  hanno, di capire le cose e dirle senza sotterfugi, e questo perché non inquinati da barriere mentali o sovrastrutture . La ragazzina adora lo zio, e seppure l’autore all’inizio ce la vuole mostrare petulante e leggermente antipatica , non ce la fa, perché risulta alla fine la migliore della famiglia e viene amata da tutti, lettori e personaggi.
Michele comunque vive in due famiglie, se non tre.
Una reale , che vede di rado, lo accudisce con un  amore soffocante, tanto da mettergli un suo prolungamento alle costole, Cristina; una immaginaria , con la sua figlioletta Mara( personaggio che appare da subito, ed è frutto della mente di Michele) che lo spinge a lottare per vivere dignitosamente; e una composta dagli amici più cari, con la quale si troverà a coabitare in una casa ereditata insieme agli altri,  dall’amico morto.
Questo espediente del vivere insieme ci porta a esplorare un mondo quasi ideale, una comune anni settanta, una tenda, un rifugio, un posto nell’immaginario in cui vivere con gli amici , che molti di noi hanno desiderato nella giovinezza. Ce lo mostra però non idealizzato, ma reale, con la complicità del vivere insieme  e pure   tutte le  piccole  gelosie.  E ci apre all’esplorazione di un mondo gay, parallelo e talvolta contrapposto con durezza al mondo etero,  con molti suoi personaggi, alcuni tipici: il super bello, leggermente misterioso,Gabriele, quello che batte per soldi,Donatello, quello che non vuole ammettere il suo intimo essere e si sposa, Fabio ,   lo sfigato, che poi è Michele e che sfigato ai nostri occhi non è. E anche uno Stefano two face, in cui il protagonista può affrontare  il tema dell’apparenza fisica sulla sostanza interiore, e che porterà una nota di suspance al romanzo. E molti altri , Luca, Paolo, che sono, diciamo così,  le contrapposizioni a Michele.

Tutte le “ famiglie- abitazioni” , nel susseguirsi delle scene , ci regalano una parte diversa del protagonista e  uno spaccato della sua visione del mondo , dell’etica, della vita , dell’amicizia e dell’amore.
Michele ne risulta comunque un puro.
Puro in tutti i suoi sentimenti, talvolta intransigente, ma comunque un onesto, ricco di valori e che vuole rimanere umano in una società che appare dalle prime righe  arrogante e meschina.
Lo notiamo nella ricerca del lavoro, nella difesa del segreto della lettera dell’amico morto, nel rapporto con Gabriele e Stefano, nel rivelare Mara agli amici. E nell’accogliere tutti nella sua vita dando sempre una possibilità.

Michele non si può non amare.

Parlando poi del romanzo in generale, posso affermare che il clima a tratti surreale delle situazioni, lo trovo affascinante. E’ un genere di scrittura che adoro. La nipote, che sembra un folletto insistente , con occhietti indagatori, è surreale , pure nella sua autenticità.  L’incontro stesso con Gabriele, il becchino, prima telefonico, e poi al funerale, è surreale per la situazione. Tra la tristezza e il dolore, appare la bellezza fisica.
 Il dialogo tra sordi di pag 120, quando Fabio annuncia che vuole sposarsi è surreale.
L’incontro con Stefano, il suo volto sfigurato, che ha del personaggio delle favole, è surreale.
La figlia Mara è surreale.
Forse proprio Michele è surreale, nella sua purezza,  e tutte queste sue “surrealtà”  si rivelano migliori  della   meschinità e l’indifferenza della realtà. Ma non fino alla fine.
Ed è nel bel finale, che non rivelerò, che tutto si aggancia alla vita vera. Con le gioie impreviste e gli imprevisti dolori.
C’è un autore di grande sensibilità, fantasia, e ironia in Marino. E il suo romanzo lo consiglio a tutti, in special modo alle amanti del boys love romantico.
E a chi difende i sentimenti  e l’amore in tutte le sue forme .

Federica Gnomo

lunedì 20 giugno 2011

Pavesini alla nutella e mascarpone. Ricetta legata a Frammenti di storie.

Questo romanzo così legato all'amore totale e inestiguibile, quasi cieco, lo lego ai pavesini con nutella, mascarpone, caffè,  e polvere di cocco.
Ricetta facile, quasi da ragazzi, golosa, ingrassante, e strapiena di cose assolutamente da evitare...Come l'amore descritto: troppo pieno, esplosivo. Si sa che fa male, ma si insiste. Alla fine si ama l'amaro del caffè...una liberazione. Ma senza troppi rimpianti e sempre pronte a ricominciare.
Inoltre i pavesini vanno accoppiati ... e rotolati nel caffè e cocco. Il che mi ricorda due amanti!

RICETTA:
Pavesini, caffè liquido, mascarpone ,nutella, polvere di cocco.

Spalmare metà scatola di pavesini con la nutella e l'altra metà con il mascarpone. Unire due pavesini con farcitura diversa , a coppia,  e bagnarli con il caffè. Rotolarli nel cocco, e disporre su un piatto tutti "vicini vicini". Coprire e lasciare riposare in frigo.
In pratica un finto "tiramisù".

Frammenti di storie, di Alba Cataleta



Inauguro le recensioni con il libro  di una esordiente, Alba Cataleta, per due motivi.
Primo: è una storia d'amore. Semplicemente una storia d'amore e in Italia ormai le donne romantiche devono leggere o storie provenienti dall'estero ( e non voglio fare la provinciale ottusa , anche perchè amo tutte le scrittrici del mondo, ma la donna media italiana non sempre è una manager, o una reclusa nelle carceri dell'Asia ) o rassegnarsi a  gialli, horror e fantasy. L'AMORE sembra essere un argomento banale se scritto da italiane.
Peccato che le donne italiane siano assetate di romanzi d'amore ben scritti,  indirizzati a un pubblico adulto e con tematiche a noi vicine.
Secondo: come ho detto l'autrice è italiana, adulta e romantica. Classica scrittrice - lettrice di storie non volgari e con messaggi profondi.

FRAMMENTI DI STORIE
Racconti  di vita

di
Alba Cataleta

Confesso che il titolo mi aveva fuorviato verso una serie di racconti, anche se in copertina c’era scritto romanzo.

    Confermando la prima impressione, la storia parte con un entusiasmo debordante per la concezione dell’amore assoluto e totalizzante. C’è molto dell’ottimismo  dell’autrice in questo descriverci l’innamoramento di Federica, la protagonista, per il suo Marco. Un bellissimi uomo, talmente perfetto ai suoi occhi da farla vivere come in un sogno per molti anni.
Fino a metà del testo in effetti si assiste a questo rapporto  troppo  sbilanciato , tra la protagonista ,che arriva a sacrificare un luogo di lavoro e la vicinanza di affetti domestici, per cercare di vivere il suo amore con Marco, e l’uomo, che, tutto sommato, sembra corrispondere ma in modo più sfuggente.
 Il lettore è portato a comportarsi come gli amici di Federica, ma quello che a noi esterni sembra un donarsi eccessivo, l’autrice ci dimostra  quanto invece sia l’ideale di felicità per Federica. Lei in fondo al cuore crede nell’amore unico, eterno ed assoluto e,  avendolo trovato , lo difende e lo giustifica.
Marco, in tutto questo,  rimane compartecipe, quasi di sfondo, e  in effetti l’autrice poco ci svela di lui, quasi a riservarci la sorpresa che ci arriva a metà racconto.
Questo uomo, che sinceramente suscita delle domande dal principio” Perché non fa mai lui qualcosa per lei? Perché lei sempre lo giustifica e nulla pretende ?” si rivela di colpo assente.
L’autrice carica di felicità ogni pagina e poi in un capitolo, il 16, ci riporta alla cruda realtà. Federica si sveglia come da un sogno , in cui il suo amore sembra bastargli per due, e finalmente  dopo  una telefonata, in cui osa chiedere a Marco delle spiegazioni su una bugia, ha  la consapevolezza di avere investito sul niente.
Devo confessare che  questa parte del capitolo, in cui lei precipita nelle considerazioni dell’orrore di una “fine” che  sia questa dell’amore, o di una amicizia, o vita , mi è piaciuta tantissimo.
Ha reso la protagonista umana, dopo tanto incanto. Anche questa sensazione  arriva comunque totale, quasi adolescenziale: bianco o nero.
Si coglie la vicinanza con un mondo giovanile da parte dell’autrice, e questo la rende vivace e attenta. 
Marco non si fa sentire più per due anni e sette mesi.
Anche qui un colpo di spugna su un amore meraviglioso. Poi tutto ricomincia: le frequentazioni, gli amplessi, senza che la protagonista si renda conto nuovamente che il suo è un amore perfetto ma a senso unico.
Già al 21 capitolo Marco si svela definitivamente per quello che è. Un uomo con tanti valori , magnetico, speciale, ma solo per Federica. La lascia dopo anni , dicendo che il rapporto tra loro è mutato. La lascia come spesso gli uomini lasciano le donne che li amano: per mancanza di impegno , di fedeltà, di amore vero, scaricando le colpe.  In realtà ricomincia un balletto di telefonate , di prendere e lasciare , che in parte si può comprendere in una concetto ricorrente: un grande amore , intenso, come quello di Federica seppure limitato in giorni e ore la appaga più di uno  scontato e  tranquillo.

Devo dire però che alla fine della storia  rimane amarezza . La protagonista sembra essersi immolata ad un ideale.
Il che è un vissuto comune a molte donne romantiche.
Ma mentre Federica si riesce a comprendere, anche se talvolta si vorrebbe farla rinsavire, Marco rimane fino alla fine egoista e preso dalla sua propria vita.
Non si riesce ad amare questo personaggio, sino dalle prime righe.   Io mi  chiedevo, infatti, come fosse possibile detestarlo a tal punto .  L’autrice in questo è stata brava. Non ci ha mai fatto affezionare. Lo abbiamo cercato di capire nella sua indifferenza,  ma non siamo riuscite a giustificarlo neanche quando lo esaltava Federica.. La protagonista emerge parlandoci di sé, talvolta anche troppo, lui emerge in modo negativo, nella contrapposizione a tanta passionalità e impegno. Un uomo attento, amante perfetto a letto ma completamente incapace di essere presente e  costante nelle piccole cose. E soprattutto nella vita affettiva di lei.
La giustificazione, e una sorta di riabilitazione  di lui avviene alla fine, nel bar dove si incontrano tutte le strade della vita della protagonista. Ma non basta, e  in questo devo dare ragione all’autrice sulla scelta finale.

Federica Gnomo









domenica 19 giugno 2011

MI PRESENTO

Ciao, sono Federica, ma per tutti sono uno gnomo "sopralerighe"! Ho deciso di aprire questo blog, pur consapevole della sua perfetta inutilità, per dire le mia opinione sui romanzi da me letti, e sentire la vostra su quelli da me scritti.
Ma come dice l'intestazione del blog, i miei commenti saranno sopralerighe e spesso di romanzi trascurati, o con poca visibilità, perchè a temaica "difficile" o perchè di esordienti.
Intendo, quelle tematiche scomode, che bisogna tenere nell'ombra, affrontate spesso da esordienti coraggiosi.
Non mancheranno romanzi particolari , di cui mi colpisce lo stile oltre che il contenuto. Interviste con taglio gastronomico dedicate agli scrittori, curiosità editoriali e altro ancora...
Sopratutto ricette inventate o modificate secondo i miei gusti gnomici.
Grazie a chi leggerà.